T.A.Z. Weblog Party
martedì 7 novembre 2023
lunedì 6 novembre 2023
Camera light. Ediz. illustrata. Con 24 stampe con timbro a secco di Milo Manara (Feltrinelli)
Una galleria di ritratti di celebri attrici, che rinnova il connubio fra Manara e il cinema, nel segno di un erotismo raffinato e ironico.
Una raccolta di ventiquattro stampe, su carta di pregio, ognuna contrassegnata dal timbro a secco della firma di Milo Manara. L’omaggio di un maestro assoluto del fumetto e dell’illustrazione al mondo del cinema, con una galleria di disegni ispirati ad alcune delle più note stelle degli schermi internazionali.
Milo Manara è il più celebre autore italiano di fumetti erotici. Studia
presso il liceo artistico di Verona e successivamente si iscrive alla
facoltà di Architettura di Venezia senza conseguire però la laurea.
Debutta nel mondo del fumetto nel 1969, presso Furio Viano editore, dopo
essersi dedicato alla pittura e alla scultura. Il suo debutto inizia
con storie erotico-poliziesche della collana «Genius», e subito dopo in Jolanda de Almaviva, serie sexy di grande successo.
Negli anni Settanta avvia la collaborazione con il «Corriere dei Ragazzi». Nello stesso periodo realizza Un fascio di bombe, fumetto sulla strategia della tensione nelle stragi di Stato. Subito dopo, assieme a Silverio Pisu, Manara dà vita a Lo Scimmiotto ad Alessio, il borghese rivoluzionario, che segnano il suo debutto nel fumetto d’autore.
Collabora con la casa editrice francese Larousse.
Tra la fine del decennio e i primi anni Ottanta partecipa alla realizzazione della Storia d’Italia
a fumetti di Enzo Biagi. Di questo periodo è anche il primo di due
lavori su testi di Hugo Pratt. Poco dopo crea Miele, forse il suo
personaggio femminile più famoso.
Nel 1987 inizia la collaborazione
con Federico Fellini che gli chiede le illustrazioni per una
sceneggiatura che pubblica sul «Corriere della Sera», Viaggio a Tulum, apparso su «Corto Maltese». Fellini rimette mano anche a uno dei suoi progetti più personali e insieme danno vita a Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet. Manara realizza inoltre i manifesti dei film di Fellini Intervista e La voce della luna.
All’inizio degli anni Novanta, realizza le tavole a fumetti del Cristoforo Colombo di Enzo Biagi. In questo periodo tra le tante collaborazioni internazionali illustra un libro di racconti di Pedro Almodovar.
Negli Stati Uniti realizza con la DC Comics la storia di Desiderio nel volume Sandman – Notti Eterne.
Qualche anno dopo, anche la Marvel Comics commissiona un lavoro a
Manara: in coppia con Chris Claremont, nasce una storia degli X-Men
femminile, X-Men:Ragazze in fuga.
La sua attività si
diversifica orientandosi anche verso la realizzazione di storyboard e la
consulenza per campagne pubblicitarie, come quelle per Chanel, Fastweb,
Eminence, Permaflex e Yamamay.
Dopo numerosi premi e riconoscimenti
in Italia e all’estero, nel 2009 l’Accademia di Belle Arti di Macerata
gli dona il titolo di Accademico Honoris Causa.
TRIENNALE MILANO - ven 10 nov h 18 - Cerimonia premiazione AWDA, Aiap Women in Design Award
Venerdì
10 novembre alle ore 18.00, presso Triennale Milano,
si terrà la cerimonia di premiazione della 5° edizione di
AWDA, Aiap Women in Design Award
il premio biennale internazionale rivolto alle
designer della comunicazione visiva che nasce con l’obiettivo di ricercare
linguaggi, poetiche e approcci differenti al progetto grafico ma anche di
mappare la condizione del lavoro delle designer.
Oltre a scoprire i sessanta progetti selezionati, ascolteremo le voci di personalità e rappresentanti di associazioni di design da tutto il mondo, che hanno preso parte alla giuria internazionale e della ricerca.
Una domanda emblematica sarà il filo sottile durante la serata: “How many women are in the room?”, un invito a non abbassare mai la guardia sul tema della presenza e della rappresentazione femminile, nel design come in tutti gli ambiti disciplinari.
Per la prima volta un premio speciale, AWDA for Rights!, sarà attribuito al progetto che meglio avrà affrontato le tematiche sociali dei diritti e del lavoro femminile, e più in generale delle disparità di genere e in ogni ambito.
Saranno assegnate le menzioni d’onore, una per ogni categoria del premio (studentesse, ricercatrici, professioniste), e il riconoscimento principale Aiap Women in Design Award.
Infine sarà riconosciuto con un Premio alla Carriera e un Premio alla Memoria il merito di due progettiste che nei decenni passati hanno compiuto un percorso professionale innovativo contribuendo in maniera autorevole alla cultura del progetto nel campo del design della comunicazione visiva.
Nel corso della cerimonia, tutta dedicata alle designer e al design, vi saranno due momenti speciali: uno di testimonianza rivolto alle donne iraniane su cui vogliamo rimanga alta l’attenzione e uno di riflessione riservato a John Walters, storico direttore della rivista Eye magazine.
L'evento è a ingresso
libero previa registrazione su triennale.org
IL PREMIO
AWDA è un premio fondato nel 2012
da Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Daniela Piscitelli. Dal 2021 le curatrici
sono Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Carla Palladino, affiancate da un piccolo
team di giovani designer: Alice Bianco, Costanza De Luca, Benedetta De Rossi,
Elia Maniscalco, Bianca Sangalli Moretti, Lucia Tonelli.
AIAP,
Associazione italiana design della comunicazione visiva, ne è Project Leader
fin dalla prima edizione.
ICoD, International Council of
Design, ha il ruolo di Institutional Partner dal 2019, e diffonde AWDA, come
una delle sue attività principali, attraverso le associazioni di design di
tutto il mondo.
AWDA è un premio internazionale, che ha l’obiettivo di fare emergere, in un’ottica di valorizzazione e gender equality, quelle figure femminili del design della comunicazione visiva, del passato, del presente, del futuro, che la storia anche recente non sempre riporta. AWDA è anche una piattaforma di confronto e dialogo, necessario in un momento storico in cui alle donne, in molti paesi del mondo, sono negati i principali diritti umani e non solo quelli legati alla possibilità di studiare, lavorare, realizzare progetti.
domenica 5 novembre 2023
Foce. Taccuini dal delta del Po di Ioannis K. Schinezos (Il Poligrafo)
Un fotografo di natura percorre le solitarie distese del Delta del Po, tra i rami terminali del fiume. Cerca di catturare i colori della terra, le tonalità dei vasti cieli, il volo degli uccelli, la melanconia dei casolari abbandonati, l’umore delle acque. Durante il suo lavoro annota tutto quello che normalmente sfugge al frettoloso viaggiatore di passaggio, mosaici minimi ed elementari, ovvi ed evidenti e pertanto invisibili, che alla fine disegnano il mondo esterno e la nostra esistenza. Descrive semplicemente, con il criterio essenziale dei bambini. Non cerca il contatto della gente, appunta solo frammenti di discorsi rapiti casualmente. Tiene accanto il libro di Gianni Celati “Verso la foce”, compagno di viaggio e taccuino del tutto particolare, annotando negli spazi vuoti tra le pagine del libro, come per completarlo, come per creare un testo nel testo, come per omaggiare lo scritto originale. Nasce così un viaggio intimo per immagini e per parole sui percorsi del Delta del Po.
sabato 4 novembre 2023
REGINA VIARUM 💢💢 Roma ex Cartiera Latina 💢💢 Via Appia Antica
L’associazione culturale Neoartgallery presenta: "Regina Viarum”
Opere di – Laura Migotto, Pasquale Pazzaglia, Bice Perrini, Valter Vari
Roma 17 novembre 2023
a cura di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi.
Il passato è il prologo. La tempesta, William Shakespeare
Nella vasta sala, l’evento "Regina Viarum”, si sviluppa come fosse la performance di un unico artista in un amalgama di installazioni pavimentali, grandi dipinti, sculture.
Caleidoscopici drappi, realizzati da Laura Migotto, Pasquale Pazzaglia, Bice Perrini, Valter Vari, appesi alle nervature d’acciaio che fungono da tiranti per la copertura della sala permetteranno quello che metaforicamente e visivamente vuole essere, nel punto di congiunzione del Cardo e Decumano, il Foro, cuore pulsante della civiltà, caratterizzando in questo modo, fastoso e solenne, il centro gravitazionale dell’esposizione verso il quale il visitatore è attirato e dal quale si muoverà per visitare le “periferie” della sala, arricchite da altre opere di Laura Migotto, Bice Perrini, Pasquale Pazzaglia, Valter Vari, che concorrono a far riflettere sull’importanza determinante delle vie di comunicazione e delle comunicazioni nell’evoluzione delle civiltà e delle società. Un viaggio, nello spazio e nel tempo, alluso e descritto, con il linguaggio dell’arte contemporanea. Il tutto prendendo lo spunto dalla regina delle vie, che contribuirono alla grandezza della civiltà di Roma, la via Appia, strada che fronteggia l’area, su cui sorge il complesso dell’ex cartiera Latina di cui la sala che ci ospita era parte integrante, l’Appia Antica collegava Roma all'Oriente, passando per Brindisi, e la Grecia, rappresentando una concreta congiunzione tra l'Oriente e l’Occidente.
Sulla "Regina Viarum” sono transitati gli eserciti, da Annibale a Cesare, da Garibaldi a Clark, sono transitati anche mercanti e merci, opere d’arte, schiavi, artisti, re, imperatori e papi. Gli stessi transiti e spostamenti che sono avvenuti e avvengono anche sulle moderne strade che come quelle che hanno contraddistinto, ad esempio per l’Italia, il boom economico e l’accesso del nostro paese tra le nazioni di maggior benessere del pianeta. Con lo sviluppo dell'esposizione la riflessione tende a considerare gli aspetti legati oltre alle vie, anche alle comunicazioni in genere, come quelle che avvengono con le nuove vie, su di tutte le vie della rete internet. Quando si parla di comunicazioni è prioritario pensare all’arte contemporanea come il linguaggio universale che avvicina i popoli e quindi come tale una delle risorse fondamentali per alimentare il dialogo tra posizioni e fazioni che avvelenano il nostro mondo. Gli artisti contemporanei sono anche le avanguardie dell’attenzione alla sostenibilità del progresso che riguarda le nazioni del pianeta e alla conseguente necessità del reimpiego delle materie prime. Dal “Foro”, cuore delle città alle comunicazioni con le loro vie, comunicazioni vero e proprio sistema circolatorio che alimenta la civiltà. Di questo sistema l’arte ha la presunzione di esserne la linfa vitale.
Roma, ottobre 2023. Giorgio Bertozzi
Ospiterà l’evento il Parco regionale dell’Appia Antica presso la sala espositiva Nagasawa del complesso dell’ex cartiera Latina. "Regina Viarum”
Inaugurazione Venerdì 17 novembre 2023 ore 17.00
La mostra prosegue dal 18 al 24 novembre 2023
Sabato 18 e Domenica 19 ore 10.00 - 19.00
Da Lunedì 20 a venerdì 24 ore 11.00 - 18.00
Cartiera Latina
Nel 1998 l’area dove sorgeva uno dei più grandi stabilimenti di produzione di carta del Centro Sud, la Cartiera Latina, è stata concessa al Parco Regionale dell’Appia Antica, per farne la propria sede e un centro polifunzionale di servizi e accoglienza.
La ex Cartiera Latina, tra i pochi impianti industriali sopravvissuti nella città di Roma, è una struttura unica nel suo genere ed eccezionale per la posizione strategica a ridosso delle Mura Aureliane, lambita per tutta la sua lunghezza dal fiume Almone, unisce idealmente l’Appia Antica alla via Cristoforo Colombo.
In realtà le prime testimonianze della storia produttiva di questo luogo risalgono all’anno 1081 quando qui si trovava una struttura adibita alla follatura dei panni di lana, la valca, utilizzata dal 1600 dai Padri Cappuccini per la realizzazione dei tessuti di lana prodotti nel loro convento di Roma, all’inizio dell’800 fu trasformata in mulino per macinare sostanze naturali per usi diversi. Nel 1912 l’impianto fu modificato e iniziò la produzione della carta dagli stracci di lino e cotone e in seguito da carta da macero. La fabbrica chiuse nel 1986.
Oggi il complesso multifunzionale della ex Cartiera Latina è dotato di due sale per esposizioni (Nagasawa e Appia) e una Sala Conferenze che possono essere concesse in affitto per eventi e manifestazioni (vedi Regolamento); una biblioteca; uno spazio didattico espositivo naturalistico, gestito da Dì Natura, dove si svolgono attività per le scuole e le famiglie e dove è presente un Punto Info con Bookshop. Uno spazio verde esterno attrezzato che ospita un orto didattico, denominato Hortus Urbis, un’area didattica (anche per le scuole) dedicata alle tradizioni della Campagna Romana ed una area attrezzata per la sosta.
Orari apertura al pubblico area verde e parcheggio: tutti i giorni 8.30 – 17.00 (ora solare) 8.30 – 19.00 (ora legale)
https://www.parcoappiaantica.
Ente Regionale Parco dell’Appia Antica Via Appia Antica, 42 00179 Roma, Italia
(+39) 06 512 6314
Immagine Coordinata a cura di Stefano Ferracci - Tangram Gallery
Supporto logistico e allestimenti a cura di Pino Bucci - Roma Usato
In Collaborazione con Claudio Giulianelli Web Art Gallery MEGA ART
Testamento di Frank Lloyd Wright (Abscondita)
«Ho appreso quanto so sull’architettura dalle radici, dai viaggi per tutto il mondo e dall’incessante sperimentazione ed esperienza nello studio della natura. E in ogni esperimento nato da questa sensibilità, e sempre basato su esperimenti preliminari, mai ho avuto il coraggio di mentire. Nel frattempo associavo alla mia vita tutte le manifestazioni di bellezza che mi riusciva di vedere. E tutte quelle che potevo acquistare e usare per mio studio e mia gioia le acquistavo come si acquista una biblioteca, e con esse ho vissuto quanto più ho potuto. Non ho mai apprezzato troppo l’abito mentale del collezionista». Con queste parole Frank Lloyd Wright (1867-1959), l’architetto forse più grande della modernità – certamente il più visionario, il più utopico, il più radicale, il più appassionato –, conclude il suo Testamento, dopo aver ripercorso la sua vita e la sua lotta per affermare i princìpi in cui crede.
venerdì 3 novembre 2023
A occhi aperti. Ediz. illustrata di Mario Calabresi (Mondadori)
A occhi aperti è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant'anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l'attimo perfetto.
Ci sono fotografie capaci di segnare un'epoca,
di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a
fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l'immaginario
collettivo. Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di
fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti
divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero
attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il
fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e
costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per
vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare
il mondo dall'alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è
pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle
storie correndo rischi. Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato
la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi
conflitti in Vietnam e nell'Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha
affrontato i monsoni e attraversato l'Afghanistan in macerie, o Gabriele
Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra
civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di
raccontare i momenti che li hanno definiti: l'umanità dolente in fuga
dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto
ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane
testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle
sue immagini volutamente un po' sfocate, rivolge con pudore lo sguardo
Paolo Pellegrin. Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas,
capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto,
come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo
sotto gli occhi dell'Italia la realtà della mafia siciliana.
giovedì 2 novembre 2023
A Milano apre Neat Burger, il ristorante vegano di Leonardo DiCaprio e Lewis Hamilton - Gambero Rosso
mercoledì 1 novembre 2023
martedì 31 ottobre 2023
L'APOCALISSE, mostra di Mauro Gottardo | Inaugurazione sabato 4 novembre 2023 h18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino)
a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino
Torino, 31 ottobre 2023. Sabato 4 novembre 2023, alle ore 18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino) inaugura L'Apocalisse, esposizione dell'artista Mauro Gottardo, a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino, in mostra fino a sabato 30 dicembre 2023.
Mostra monografica dedicata al ciclo dell’Apocalisse di Mauro Gottardo,
un artista straordinario per la qualità del linguaggio visivo in grado
di mostrare sia le sue più intime paure e conoscenze sia un ampio e
originale repertorio grafico e calligrafico.
Questa mostra vuole essere un progetto inclusivo che propone importanti collegamenti di senso tra Arte Contemporanea e arti considerate marginali come Art Brut, Outsider Art, Arte Irregolare; un’impresa culturale consapevole che l’arte é anche fatto di persone capaci di scompaginare le certezze acquisite proprio quando, oggi più che mai, sono messe in crisi dai cambiamenti imprevisti nel campo della salute pubblica, dell’economia e della convivenza sociale.
La
mostra é un invito alle istituzioni culturali e ai singoli a utilizzare
questo tempo difficile dominato da conflitti internazionali per
guardare negli angoli più nascosti della produzione culturale
indipendente dove si accampano energia intellettuale, maestria e visioni
capaci di commentare l’attualità da angolazioni inedite, talvolta
abbaglianti.
L’Apocalisse (2008 - 2015) di Mauro Gottardo è un’opera visionaria densa di riferimenti simbolici, spesso profetici, letterari, religiosi, sessuali e politici, composta da 270 elementi di diverse dimensioni:
figure umane, animali mitici, simbologie che si ripetono e si alternano
su un tappeto di scritture visive, sovente tracciate su carte di
recupero. Così L’Apocalisse diventa un archivio segreto di
testimonianze, collegamenti, premonizioni, riferibili alla minaccia del
potere in tutti i suoi aspetti: da quello economico, politico e
culturale alla aggressività nei confronti della salute fisica e mentale
umana.
Oggi più che mai ci sembra il momento giusto per avvicinarci a tale capolavoro sconosciuto e complesso che merita di essere apprezzato in ambiti culturali pubblici. Il ciclo di lavoro sull’Apocalisse inizia nel 2008 stimolato dalla visione, presso il Museo Diffuso della Resistenza di Torino, di (R)esistere per immagini,
una mostra su Germano Facetti, grafico internazionale, documentatore e
testimone della storia del "secolo dell'odio”. In particolare, a
ispirare Gottardo è la "scatola gialla" che conteneva il suo taccuino
della prigionia in campo di concentramento fatto di disegni, foto e appunti per quello che sarebbe poi divenuto il documentario "The yellow box" di Tony West.
Partner
Forme in bilico aps, Fermata d’autobus Onlus, Dipartimento Educazione GAM/ Galleria d’arte Moderna e Contemporanea / Fondazione Torino Musei, Dipartimento Educativo Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Tactile Vision Onlus
Con il sostegno di
Città di Torino e Fondazione CRT
Evento nell’ambito dei progetti
Panopticon - Rassegna Singolare e Plurale - Per arte e per lavoro
Galleria Gliacrobati
Via Luigi Ornato, 4, 10131 Torino
Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.30
Sabato dalle 11.00 alle 19.30
Mauro Gottardo
Nato a Bardonecchia nel 1965, vive e lavora in proprio a Torino.
Ha frequentato l’Istituto
Professionale Franco Balbis dove si è specializzato in grafica e in
diverse tecniche di stampa. In seguito ha tenuto corsi di serigrafia per
le scuole. Durante un periodo di lavoro come tipografo ha scoperto
l’amore per l’arte grafica e il lettering. Ha partecipato negli anni
1995 e 1996 a diverse mostre collettive in Italia e presso: Begijnof
Centrum voor Kunsten, Bruxelles; Galeria Posada del Corregidor, Santiago
del Cile; Biola University, La Miranda (California); Queens College,
Cambridge (Inghilterra). Da allora alterna esposizioni personali a
lunghi periodi di silenzio.
Tra le personali: Effetti collaterali (2018) a cura di Bianca Tosatti, Maroncelli 12, Milano; La biro o la fine del mondo (2012) a cura di Alfredo Accattino, Teatro Palladium dell'Università degli Studi Roma Tre; Sphaerula vagula
(2007), a cura di Enzo Biffi Gentili, doppia personale con Luciano
Lattanzi, MIAAO - Museo Internazionale Arti Applicate Oggi, Torino; Skeptik Sindrome (2006), NSK Art Institute, Lubiana; Inverno scettico (2004) e Rotoli (2003), Alice Van Dam, Torino.
Collettive recenti: Fabbricanti di universi. Artisti visionari e outsider dell’immaginario fantastico moderno
(2019) nell’ambito di AxTO - Azioni per le periferie urbane della Città
di Torino e Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cura di MUFANT -
Museolab del Fantastico e della Fantascienza e Forme in Bilico; Fuoriserie (2017) a cura di Daniela Rosi e Tea Taramino, PARI - Polo delle Arti Relazionali e Irregolari, Palazzo Barolo, Torino.
La Galleria
La Galleria Gliacrobati nasce
nel 2017 da un’idea dell’associazione Onlus Fermata d’Autobus per
proporre uno spazio espositivo che guarda alle complessità e fragilità
dell’esistente – volto al dialogo internazionale fra arte contemporanea
mainstream e non per indagarne le preziose, porose e frastagliate aree
di confine. A tale scopo si valorizzano le ricerche di autori e autrici
che operano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte, in modo
indipendente o in luoghi protetti: autodidatti, outsider o artistә che
provengono da zone di guerra o da aree di crisi economica e culturale. Particolare
voce viene data all’arte contemporanea come strumento di riflessione e
di contrasto alle violazioni dei diritti umani e alla violenza di
genere.
La galleria è diretta
dal Team Gliacrobati (una équipe di professionisti tra cui artisti,
critici, storici dell’arte, psicoterapeuti, arte terapeuti, sociologi,
ecc.
Il nostro lavoro si pone
inoltre l’obiettivo di tessere trame di riconnessione fra l’Arte e la
sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche, funzione
che pur non costituendo necessariamente il fine della vocazione
creativa, ne è certamente una delle sue conseguenze più dirette. I
progetti da noi realizzati investigano il concetto di Arte in relazione
con la sua capacità di sublimare lacerazioni, intercettare fragilità,
scavare dentro le emozioni, porre interrogativi e attivare quei processi
di visione che l’immaginario collettivo tende a dissimulare sotto
l’ordinarietà del quotidiano, recuperando così una dimensione sociale
dell’Arte e restituendo all’Artista il suo ruolo di inventore di nuovi
mondi e creatore di ponti tra il nostro vissuto e la complessa
profondità dell’esistenza.
Oltre all’attività espositiva, la Galleria Gliacrobati sostiene un
atelier-laboratorio aperto ad artisti e pazienti psichiatrici con doppia
diagnosi, coordinato da Carola Lorio arte terapeuta foto-arte terapeuta
e Francesco Sena, realizzato in collaborazione con le comunità
terapeutiche Fermata d’Autobus e Fragole Celesti (vedi Collettivo Gliacrobati) e organizza anche laboratori temporanei per altri pubblici: bambini, anziani e pubblico adulto.
In un momento storico in cui la bellezza sembra perdere terreno per il prendere spazio di una quotidianità brutalizzata e strozzata dalla violenza, proprio l’esperienza artistica, con il suo guardare dentro e portare fuori, può essere strumento di resistenza e fornire una nuova chiave di lettura dei rapporti umani.
LONDON: PATRICK DENNIS AND KENNETH WALKER - "Evidence and Essence"
PATRICK DENNIS - KENNETH WALKER
Evidence and Essence
Curated by Stefania Carrozzini
CAMDEN IMAGE GALLERY
174 Royal College Street, Camden
LONDON - NW1 0SP
www.camden-image-gallery.co.uk
Opening Reception: Wednesday November 8th, 6-8 PM
08.11.2023 – 18.11.2023
Gallery hours: Tuesday to Saturday 11 am to 6 pm
In painting, “evidence” refers to the visual elements and techniques , this includes the use of color, composition, brushwork. On the other hand, “Essence” it’s the idea and it goes beyond the surface appearance and gets to the heart of what the artist wants to convey. Patrick Dennis and Kenneth Walker engaging visual experience in which emotions striking a balance between evidence and essence and the creative freedom of abstract language allows this process to be best expressed.
The works in this exhibition demonstrate a particular attention to nature and space, between what we can see and what is invisible to the eye. Both artists are inspired by nature and through nature they want to reach a sense of the painting process produces a specific meaning, extending its narrative and formal potential.
Their works bring into dialogue a new way of seeing by connecting us to other dimensions, crossing spaces, borders and emotional geographies. In both of the artist's works, the material of painting between densifications and rarefactions, flashes of light and shadow areas manifesting a need for visual silence, search for harmony with what surrounds us expressing all this through language of painting.
Each work in this exhibition indicating the intention to create a unifying corpus through the differences, creating harmony and dialogue between Kenneth Walker ‘s works, which tend more towards a lyrical and intimate vision with a more tonalist research and those of Patrick Dennis in which the color contrasts are more accentuated, hard edges and texture are contrasted with soft hues different compositions. Both artists recreate in studio the impression of the en plain air and them memories, after all become obscured, losing sharpness over time, thus the impressionistic results.
Nature’s themes elaborating through consciousness, can manifest and share clarity with the viewer. In the state of such resonance, Patrick Dennis and Kenneth Walker a very strong message within, and it is a message to feel nature, the environment very close to the human nature. The magic of the elements finds their meeting point through themes that refer to culture such as Shakespearean themes, Othello or Hamlet which refer to the strength of passion which is entirely inherent in the world of painting.
Patrick Dennis is an American painter born in 1955. He has lived in California, Oregon, Tennessee, Florida, Georgia, and Washington D.C. In his life he has been a musician, restaurateur, teacher, museum specialist, gallerist, lobbyist, and founder of thirteen art festivals. The common thread throughout these various careers and locales is his love of painting for the last 30 years. Living in Cambria on California’s Central Coast provides bountiful inspiration, but it is the reflections on our precarious relationship with nature that prompts him to explore ways to render the evolution. Patrick’s work is held in private collections in United States, including Georgia, Florida, New York, California, Arizona, Massachusetts, Oregon, Washington, Montana, New Jersey. International collections include Milan, Paris, London, Dubai, Perth, and Vancouver.
Kenneth Walker born in Richmond in 1952, he lives and works in Virginia and in Florida. He began painting in 2019, after his retirement from an almost fifty years career in the financial services industry. In his early self-study program, he decided to focus on the concept of abstract on and ways to illustrate an idea, a figure, or a concept symbolically through abstraction. His goal through abstraction is to challenge the viewer in deciphering hidden messages throughout the canvas. Themes of personal faith, personal values, and the environment are often the focus of his artwork. All Kenneth‘s artworks presented in this exhibition are donated to support KIDS, charitable endeavors benefiting children.
The exhibition will be visible at Camden Image Gallery until October 18, 2023
Info for selling inquiries: T. + 44 07949661450
www.camden-image-gallery.co.
elena@camden-image-gallery.co.
lunedì 30 ottobre 2023
Da Molfetta a Venezia, gli abiti delle sorelle De Virgilio sul red carpet della Mostra del Cinema
sabato 28 ottobre 2023
Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina
Martedì 31 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 13.30, Triennale Milano e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo presentano il primo incontro pubblico del Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina.
Il Laboratorio – promosso da Triennale Milano e MAXXI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura – nasce dalla volontà di coinvolgere creativi e progettisti, istituzioni culturali internazionali, aziende e soggetti economici per discutere del tema della rigenerazione urbanistica e architettonica delle città e del patrimonio culturale dell’Ucraina, duramente colpiti dalla guerra.
L'obiettivo è quello di costituire – grazie al know-how architettonico dell'Italia e alla capacità delle istituzioni nazionali di promuovere la collaborazione con i partner comunitari – un hub europeo per una ricostruzione sostenibile e innovativa, con particolare attenzione alle infrastrutture sociali come le scuole e le istituzioni culturali.
L’Italia ha storicamente rivestito un ruolo guida nella protezione e salvaguardia del patrimonio culturale di tutto il mondo, concretamente svolto attraverso la cooperazione internazionale e numerose piattaforme di collaborazione nate dopo eventi bellici o catastrofi naturali.
Il Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina si svolgerà in tre tappe: a Milano il 31 ottobre, a Roma e a Kiev. Questo primo evento, in Triennale, vede coinvolti rappresentanti della politica italiana e Ucraina, oltre a progettisti, studi di architettura e istituzioni, alcune delle quali già coinvolte nella ricostruzione del paese. Un particolare focus sarà dedicato alla città di Odessa, della cui ricostruzione l'Italia ha assunto il Patronato, e al restauro della Cattedrale della Trasfigurazione, degli altri beni di rilievo storico della città e della sua rigenerazione generale, in un’ottica di sostenibilità e innovazione.
La seconda sessione del laboratorio sarà organizzata al MAXXI e porterà avanti il confronto tra tutti i soggetti interessati a contribuire alla ricostruzione. Infine, questo primo ciclo di attività del Laboratorio si concluderà con un convegno a Kiev, dove verranno poste le basi per una fase di collaborazione più avanzata e sarà verificata l’efficacia delle ipotesi di pianificazione e cooperazione sviluppate.
Ad aprire il convegno in Triennale saranno Stefano Boeri, Presidente, Triennale Milano; Alessandro Giuli, Presidente, Fondazione MAXXI e Carla Morogallo, Direttrice Generale, Triennale Milano. Sono previsti gli interventi istituzionali di: Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Dmytro Kuleba, Ministro degli Esteri ucraino; Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura; Rostyslav Karandieiev, Ministro della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina (in collegamento); Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia; Serhii Kropyva, Vice Governatore della Regione di Odessa (in collegamento); Dario Nardella, coordinatore Anci dei sindaci metropolitani (in collegamento); Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia; Gennadiy Trukhanov, Sindaco di Odessa (in collegamento); Andriy Sadovyi, Sindaco di Leopoli (in collegamento); Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.
Il convegno si articola quindi in due sezioni. La prima, intitolata Ricostruzione Ucraina, offre un’analisi sulle esigenze strutturali e sociali, sulle politiche da attuare per la ricostruzione stessa. La sessione, moderata dall’Inviato Speciale per la ricostruzione dell’Ucraina Davide La Cecilia, vedrà gli interventi di Rostyslav Shurma, Vice Capo dell'amministrazione presidenziale dell’Ucraina (in collegamento); Carlo Monticelli, Governatore, Banca Consiglio d’Europa-CEB; Oleksandra Azarkhina, Vice Ministro per le Infrastrutture dell’Ucraina (in collegamento); Matteo Patrone, Managing Director Eastern Europe and Caucasus, EBRD (in collegamento); Alanna Simpson, Region Coordinator Disaster Risk Management Europe-Central Asia, WORLD BANK (in collegamento); Krista Pikkat, Direttrice Emergenze, Settore Cultura UNESCO; Paola Deda, Director, Forests, Land and Housing Division, UNECE.
La seconda sessione è dedicata ai Progetti, con esempi e proposte di masterplan da parte di architetti, professori e tecnici italiani, ucraini e internazionali, sulla ricostruzione di Odessa e in particolare della Cattedrale della Trasfigurazione, a cui si aggiungono una serie di case study di ricostruzioni in altre città ucraina come Kharkiv, Mykolaiv e Irpin. Moderata da Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale Milano, questa sezione vedrà gli interventi di Padre Myroslav Vdodovych, Superiore della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa; Chiara Dezzi Bardeschi, Liaison Officer, UNESCO Desk Kyiv; Stefano Della Torre, Presidente Sira e coordinatore del progetto interdipartimentale tra Politecnico di Milano, IUAV, Università di Genova, Roma Sapienza, Roma 3 e Napoli Federico II; Thamara Monteiro De Arruda Fortes, Project manager, UN4UkrainianCities; Alberto Cendoya, Co-Head of Architecture and Technology Unit, Norman Foster Foundation; Giulio De Carli, AD Oneworks e Paola Pucci, Politecnico di Milano; Lars von Spreckelsen-Syberg, Deputy Head of Dept, European Neighbourhood, MFA Denmark; Olena Yampolska, portavoce, Irpin Reconstruction Summit; Lorenza Baroncelli, Direttrice Architettura, MAXXI.
Seguiranno al termine del convegno le conclusioni dei Presidenti di Triennale e MAXXI Stefano Boeri e Alessandro Giuli.
I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano sostengono Triennale Milano anche per questo progetto, per il quale si ringrazia anche Assimpredil Ance.
Teatro Oscar | 3-5 nov | "Tre porte sulla notte, l'altra faccia di Halloween": Incontri e spettacolo di Angela Demattè
...Avevo un bel pallone rosso e blu, ch’era la gioia e la delizia mia. S’è rotto il filo e m’è scappato via, in alto, sempre più su. Son fortunati in cielo i bimbi buoni, volan tutti lassù quei bei palloni.” Questa filastrocca era scritta su un quaderno di Margherita bambina. Quasi un’allegoria strana, onirica, dell’anelito di tutta una vita. Questa bambina sarebbe poi diventata, per tutti, Mara Cagol. Attraverso i dialoghi tra Margherita e suo padre si racconta la vicenda di una ragazza cattolica nata in una città di montagna, poi diventata una delle fondatrici delle Brigate Rosse. Soprattutto, si delinea il rapporto drammatico tra un padre e una figlia, segnato da un affetto profondo, nel quale tuttavia la storia e le scelte personali scaveranno un solco terribile. Una pièce dove tutto, dal linguaggio ai troppi silenzi, dà l’immediata sensazione di un eccessivo “non detto”. Qualcosa di freddo e struggente allo stesso tempo, che è proprio di un’epoca burrascosa come fu quella che dal ’68 portò alla stagione del terrorismo e agli Anni di Piombo. Di quell’epoca si cerca di raccontare anche il linguaggio ideologico, che contribuirà a provocare la frattura finale tra Margherita e suo padre. Uno spettacolo che indaga il mistero che rimane all’interno di un affetto, oltre il grande distacco consumatosi tra un padre e una figlia.
Dopo due fortunate versioni teatrali dirette da Carmelo Rifici, nel 2009 e nel 2018, arriva al Teatro Oscar, in occasione di una riflessione più vasta sull’ideologia, un allestimento che è poco più di una lettura, ma dove la parola è molto più della parola. Andrea Castelli, torna ad interpretare il padre, ruolo in cui ha riscosso successo e commozione in molti teatri italiani. Qui dialoga con l’autrice stessa, Angela Dematté. La mise en espace si fa propulsore di riflessioni sull’ideologia e di rimbalzi emotivi sul rapporto tra padri e figli.
Lo spettacolo sarà introdotto per tutte e tre le serate dagli approfondimenti “Tre porte sulla notte, ovvero: l'altra faccia di Halloween”. Tre incontri sul tema eterno e sfuggente del Male:
- la prima sera sarà ospite Franco Bonisoli, ex- Br, membro del commando che il 12 marzo 1978 rapì Aldo Moro in via Fani, a Roma, uccidendo la sua scorta, e Adolfo Ceretti, Professore Ordinario di Criminologia e docente di Mediazione reo-vittima nell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il difficile percorso umano compiuto in seguito da Bonisoli getta una luce non solo su un'epoca, ma sulla necessità di noi tutti di riscattarci, facendo un passo decisivo oltre il baratro delle nostre azioni;
- nella seconda sera sarà trattato il tema dei migranti gettando uno sguardo storico oltre che geopolitico sul dramma dell'Africa di oggi, andando oltre le politiche nazionali e comunitarie, che spesso la riducono a un problema di sicurezza quando non di ordine pubblico. Ospite il giornalista e scrittore Gabriele Del Grande, di cui è appena uscito per Mondadori il volume "Il secolo mobile. Storia dell'immigrazione clandestina in Europa";
- il terzo incontro sarà dedicato al difficile tema della "cancel culture" e della “political correctness”: difficile perché un atteggiamento che può apparire pericolosamente semplificatorio e aperto a derive illiberali ha le sue radici proprio nel cuore della democrazia così come si è venuta sviluppando in Occidente dopo la vittoria sul nazismo. In altre parole: quali statue abbattere? Quali lasciare in piedi? E perché? Aiuterà nella riflessione Andrea Simoncini, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Firenze.
Crediti:
mise en espace con Andrea Castelli e Angela Dematté
di Angela Dematté
produzione TrentoSpettacoli
Biglietti:
“Tre porte sulla notte” - Biglietto unico 5€ · Ingresso gratuito presentando un biglietto valido per una replica dello spettacolo AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO.
“Avevo un bel pallone rosso” – Biglietto unico 12€
venerdì 27 ottobre 2023
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Con il termine “pietà ” si intende solitamente, nella storia dell’arte, un motivo figurativo rappresentante la Vergine e altri vari personag...