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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

martedì 31 ottobre 2023

L'APOCALISSE, mostra di Mauro Gottardo | Inaugurazione sabato 4 novembre 2023 h18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino)

a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino

Torino, 31 ottobre 2023. Sabato 4 novembre 2023, alle ore 18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino) inaugura L'Apocalisse, esposizione dell'artista Mauro Gottardo, a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino, in mostra fino a sabato 30 dicembre 2023

Mostra monografica dedicata al ciclo dell’Apocalisse di Mauro Gottardo, un artista straordinario per la qualità del linguaggio visivo in grado di mostrare sia le sue più intime paure e conoscenze sia un ampio e originale repertorio grafico e calligrafico.

Questa mostra vuole essere un progetto inclusivo che propone importanti collegamenti di senso tra Arte Contemporanea e arti considerate marginali come Art Brut, Outsider Art, Arte Irregolare; un’impresa culturale consapevole che l’arte é anche fatto di persone capaci di scompaginare le certezze acquisite proprio quando, oggi più che mai, sono messe in crisi dai cambiamenti imprevisti nel campo della salute pubblica, dell’economia e della convivenza sociale.

La mostra é un invito alle istituzioni culturali e ai singoli a utilizzare questo tempo difficile dominato da conflitti internazionali per guardare negli angoli più nascosti della produzione culturale indipendente dove si accampano energia intellettuale, maestria e visioni capaci di commentare l’attualità da angolazioni inedite, talvolta abbaglianti.

L’Apocalisse (2008 - 2015) di Mauro Gottardo è un’opera visionaria densa di riferimenti simbolici, spesso profetici, letterari, religiosi, sessuali e politici, composta da 270 elementi di diverse dimensioni: figure umane, animali mitici, simbologie che si ripetono e si alternano su un tappeto di scritture visive, sovente tracciate su carte di recupero. Così L’Apocalisse diventa un archivio segreto di testimonianze, collegamenti, premonizioni, riferibili alla minaccia del potere in tutti i suoi aspetti: da quello economico, politico e culturale alla aggressività nei confronti della salute fisica e mentale umana.

Oggi più che mai ci sembra il momento giusto per avvicinarci a tale capolavoro sconosciuto e complesso che merita di essere apprezzato in ambiti culturali pubblici. Il ciclo di lavoro sull’Apocalisse inizia nel 2008 stimolato dalla visione, presso il Museo Diffuso della Resistenza di Torino, di (R)esistere per immagini, una mostra su Germano Facetti, grafico internazionale, documentatore e testimone della storia del "secolo dell'odio”. In particolare, a ispirare Gottardo è la "scatola gialla" che conteneva il suo taccuino della prigionia in campo di concentramento fatto di disegni, foto e appunti per quello che sarebbe poi divenuto il documentario "The yellow box" di Tony West.

Partner

Forme in bilico aps, Fermata d’autobus Onlus, Dipartimento Educazione GAM/ Galleria d’arte Moderna e Contemporanea / Fondazione Torino Musei, Dipartimento Educativo Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Tactile Vision Onlus

 

Con il sostegno di 

Città di Torino e Fondazione CRT

 

Evento nell’ambito dei progetti 

Panopticon - Rassegna Singolare e Plurale - Per arte e per lavoro

 

 

Galleria Gliacrobati

Via Luigi Ornato, 4, 10131 Torino

Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.30

Sabato dalle 11.00 alle 19.30

info@gliacrobati.com

www.gliacrobati.com



Mauro Gottardo
Nato a Bardonecchia nel 1965, vive e lavora in proprio a Torino.
Ha frequentato l’Istituto Professionale Franco Balbis dove si è specializzato in grafica e in diverse tecniche di stampa. In seguito ha tenuto corsi di serigrafia per le scuole. Durante un periodo di lavoro come tipografo ha scoperto l’amore per l’arte grafica e il lettering. Ha partecipato negli anni 1995 e 1996 a diverse mostre collettive in Italia e presso: Begijnof Centrum voor Kunsten, Bruxelles; Galeria Posada del Corregidor, Santiago del Cile; Biola University, La Miranda (California); Queens College, Cambridge (Inghilterra). Da allora alterna esposizioni personali a lunghi periodi di silenzio.

Tra le personali: Effetti collaterali (2018) a cura di Bianca Tosatti, Maroncelli 12, Milano; La biro o la fine del mondo (2012) a cura di Alfredo Accattino, Teatro Palladium dell'Università degli Studi Roma Tre; Sphaerula vagula (2007), a cura di Enzo Biffi Gentili, doppia personale con Luciano Lattanzi, MIAAO - Museo Internazionale Arti Applicate Oggi, Torino; Skeptik Sindrome (2006), NSK Art Institute, Lubiana; Inverno scettico (2004) e Rotoli (2003), Alice Van Dam, Torino.
Collettive recenti: Fabbricanti di universi. Artisti visionari e outsider dell’immaginario fantastico moderno (2019) nell’ambito di AxTO - Azioni per le periferie urbane della Città di Torino e Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cura di MUFANT - Museolab del Fantastico e della Fantascienza e Forme in Bilico; Fuoriserie (2017) a cura di Daniela Rosi e Tea Taramino, PARI - Polo delle Arti Relazionali e Irregolari, Palazzo Barolo, Torino.


La Galleria

La Galleria Gliacrobati nasce nel 2017 da un’idea dell’associazione Onlus Fermata d’Autobus per proporre uno spazio espositivo che guarda alle complessità e fragilità dell’esistente – volto al dialogo internazionale fra arte contemporanea mainstream e non per indagarne le preziose, porose e frastagliate aree di confine. A tale scopo si valorizzano le ricerche di autori e autrici che operano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte, in modo indipendente o in luoghi protetti: autodidatti, outsider o artistә che provengono da zone di guerra o da aree di crisi economica e culturale. Particolare voce viene data all’arte contemporanea come strumento di riflessione e di contrasto alle violazioni dei diritti umani e alla violenza di genere.

La galleria è diretta dal Team Gliacrobati (una équipe di professionisti tra cui artisti, critici, storici dell’arte, psicoterapeuti, arte terapeuti, sociologi, ecc.

Il nostro lavoro si pone inoltre l’obiettivo di tessere trame di riconnessione fra l’Arte e la sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche, funzione che pur non costituendo necessariamente il fine della vocazione creativa, ne è certamente una delle sue conseguenze più dirette. I progetti da noi realizzati investigano il concetto di Arte in relazione con la sua capacità di sublimare lacerazioni, intercettare fragilità, scavare dentro le emozioni, porre interrogativi e attivare quei processi di visione che l’immaginario collettivo tende a dissimulare sotto l’ordinarietà del quotidiano, recuperando così una dimensione sociale dell’Arte e restituendo all’Artista il suo ruolo di inventore di nuovi mondi e creatore di ponti tra il nostro vissuto e la complessa profondità dell’esistenza.
Oltre all’attività espositiva, la Galleria Gliacrobati sostiene un atelier-laboratorio aperto ad artisti e pazienti psichiatrici con doppia diagnosi, coordinato da Carola Lorio arte terapeuta foto-arte terapeuta e Francesco Sena, realizzato in collaborazione con le comunità terapeutiche Fermata d’Autobus e Fragole Celesti (vedi Collettivo Gliacrobati) e organizza anche laboratori temporanei per altri pubblici: bambini, anziani e pubblico adulto.

In un momento storico in cui la bellezza sembra perdere terreno per il prendere spazio di una quotidianità brutalizzata e strozzata dalla violenza, proprio l’esperienza artistica, con il suo guardare dentro e portare fuori, può essere strumento di resistenza e fornire una nuova chiave di lettura dei rapporti umani.

 


 

LONDON: PATRICK DENNIS AND KENNETH WALKER - "Evidence and Essence"

PATRICK DENNIS - KENNETH WALKER

Evidence and Essence 

Curated by Stefania Carrozzini

CAMDEN IMAGE GALLERY 
174 Royal College Street, Camden
LONDON - NW1 0SP 
www.camden-image-gallery.co.uk


Opening Reception:  Wednesday November 8th, 6-8 PM
08.11.2023 – 18.11.2023
 
Gallery hours: Tuesday to Saturday 11 am to 6 pm 
 

Camden Image Gallery, in collaboration with MyMicroGallery is delighted  to announce, “Evidence and Essence” an exhibition curated by Stefania Carrozzini composed of seventeen paintings by two abstract American artists. Each artist presents seven paintings of which three are executed collaboratively. The concept of “Evidence and Essence” explores the interplay between observable evidence and the underlying essence or core of the subject. It delves into how external appearances and tangible proof intersect with the intangible qualities and fundamental nature of things, inviting contemplation on the deeper layers of reality and meaning. 

In painting, “evidence” refers to the visual elements and techniques , this includes the use of color, composition, brushwork. On the other hand, “Essence” it’s the idea and it goes beyond the surface appearance and gets to the heart of what the artist wants to convey. Patrick Dennis and Kenneth Walker engaging visual experience in which emotions striking a balance between evidence and essence and the creative freedom of abstract language allows this process to be best expressed. 

The works in this exhibition demonstrate a particular attention to nature and space, between what we can see and what is invisible to the eye. Both artists are inspired by nature and through nature they want to reach a sense of the painting process produces a specific meaning, extending its narrative and formal potential. 
Their works bring into dialogue a new way of seeing by connecting us to other dimensions, crossing spaces, borders and emotional geographies. In both of the artist's works, the material of painting between densifications and rarefactions, flashes of light and shadow areas manifesting  a need for visual silence, search for harmony with what surrounds us expressing all this through language of painting. 

Each work in this exhibition  indicating the intention to create a unifying corpus through the differences, creating harmony and dialogue between Kenneth Walker ‘s works, which tend more towards a lyrical and intimate vision with a more tonalist research and those of Patrick Dennis in which the color contrasts are more accentuated, hard edges and texture are contrasted with soft hues different compositions. Both artists recreate  in studio the impression of the en plain air and them memories, after all become obscured, losing sharpness over time, thus the impressionistic results. 

Nature’s themes elaborating through consciousness, can manifest and share clarity with the viewer. In the state of such resonance,  Patrick Dennis and Kenneth Walker  a very strong message within, and it is a message to feel nature, the environment very close to the human nature. The magic of the elements finds their meeting point through themes that refer to culture such as  Shakespearean themes, Othello or Hamlet which refer to the strength of passion which is entirely inherent in the world of painting.
 
Patrick Dennis is an American painter born in 1955.  He has lived in California, Oregon, Tennessee, Florida, Georgia, and Washington D.C. In his life he has been a musician, restaurateur, teacher, museum specialist, gallerist, lobbyist, and founder of thirteen art festivals. The common thread throughout these various careers and locales is his love of painting for the last 30 years. Living in Cambria on California’s Central Coast provides bountiful inspiration, but it is the reflections on our precarious relationship with nature that prompts him to explore ways to render the evolution. Patrick’s work is held in private collections in United States, including Georgia, Florida, New York, California, Arizona, Massachusetts, Oregon, Washington, Montana, New Jersey.  International collections include Milan, Paris, London, Dubai, Perth, and Vancouver.
 
Kenneth Walker born in Richmond in 1952, he lives and works in Virginia and in Florida. He began painting in 2019, after his retirement from an almost fifty years career in the financial services industry. In his early self-study program, he decided to focus on the concept of abstract on and ways to illustrate an idea, a figure, or a concept symbolically through abstraction. His goal through abstraction is to challenge the viewer in deciphering hidden messages throughout the canvas. Themes of personal faith, personal values, and the environment are often the focus of his artwork. All Kenneth‘s artworks presented in this exhibition are donated to support KIDS, charitable endeavors benefiting children. 
 
The exhibition will be visible at Camden Image Gallery until October 18, 2023
Info for  selling inquiries: T. + 44  07949661450
 www.camden-image-gallery.co.uk
elena@camden-image-gallery.co.uk
 
 

 
 

Arte, a Torino il mercato si scalda: all’asta un dipinto di Egon Schiele- Corriere.it

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I Musei Reali di Torino ospitano la mostra “Africa. Le collezioni dimenticate” – Direzione generale Musei

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Il potere della conoscenza al centro del Festival dell'economia di Torino 2024

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lunedì 30 ottobre 2023

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The Most Influential Artists Born after 1970

Why is Contemporary Art Important?

sabato 28 ottobre 2023

Minimal Art: The 25 Most Important Minimal Artists

The Ultimate Top 10 of the Biggest Art Galleries in the World

Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina

Martedì 31 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 13.30, Triennale Milano e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo presentano il primo incontro pubblico del Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina.

Il Laboratorio – promosso da Triennale Milano e MAXXI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura – nasce dalla volontà di coinvolgere creativi e progettisti, istituzioni culturali internazionali, aziende e soggetti economici per discutere del tema della rigenerazione urbanistica e architettonica delle città e del patrimonio culturale dell’Ucraina, duramente colpiti dalla guerra.

L'obiettivo è quello di costituire – grazie al know-how architettonico dell'Italia e alla capacità delle istituzioni nazionali di promuovere la collaborazione con i partner comunitari – un hub europeo per una ricostruzione sostenibile e innovativa, con particolare attenzione alle infrastrutture sociali come le scuole e le istituzioni culturali.

L’Italia ha storicamente rivestito un ruolo guida nella protezione e salvaguardia del patrimonio culturale di tutto il mondo, concretamente svolto attraverso la cooperazione internazionale e numerose piattaforme di collaborazione nate dopo eventi bellici o catastrofi naturali.

Il Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina si svolgerà in tre tappe: a Milano il 31 ottobre, a Roma e a Kiev. Questo primo evento, in Triennale, vede coinvolti rappresentanti della politica italiana e Ucraina, oltre a progettisti, studi di architettura e istituzioni, alcune delle quali già coinvolte nella ricostruzione del paese. Un particolare focus sarà dedicato alla città di Odessa, della cui ricostruzione l'Italia ha assunto il Patronato, e al restauro della Cattedrale della Trasfigurazione, degli altri beni di rilievo storico della città e della sua rigenerazione generale, in un’ottica di sostenibilità e innovazione.

La seconda sessione del laboratorio sarà organizzata al MAXXI e porterà avanti il confronto tra tutti i soggetti interessati a contribuire alla ricostruzione. Infine, questo primo ciclo di attività del Laboratorio si concluderà con un convegno a Kiev, dove verranno poste le basi per una fase di collaborazione più avanzata e sarà verificata l’efficacia delle ipotesi di pianificazione e cooperazione sviluppate.

Ad aprire il convegno in Triennale saranno Stefano Boeri, Presidente, Triennale Milano; Alessandro Giuli, Presidente, Fondazione MAXXI e Carla Morogallo, Direttrice Generale, Triennale Milano. Sono previsti gli interventi istituzionali di: Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Dmytro Kuleba, Ministro degli Esteri ucraino; Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura; Rostyslav Karandieiev, Ministro della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina (in collegamento); Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia; Serhii Kropyva, Vice Governatore della Regione di Odessa (in collegamento); Dario Nardella, coordinatore Anci dei sindaci metropolitani (in collegamento); Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia; Gennadiy Trukhanov, Sindaco di Odessa (in collegamento); Andriy Sadovyi, Sindaco di Leopoli (in collegamento); Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.

Il convegno si articola quindi in due sezioni. La prima, intitolata Ricostruzione Ucraina, offre un’analisi sulle esigenze strutturali e sociali, sulle politiche da attuare per la ricostruzione stessa. La sessione, moderata dall’Inviato Speciale per la ricostruzione dell’Ucraina Davide La Cecilia, vedrà gli interventi di Rostyslav Shurma, Vice Capo dell'amministrazione presidenziale dell’Ucraina (in collegamento); Carlo Monticelli, Governatore, Banca Consiglio d’Europa-CEB; Oleksandra Azarkhina, Vice Ministro per le Infrastrutture dell’Ucraina (in collegamento); Matteo Patrone, Managing Director Eastern Europe and Caucasus, EBRD (in collegamento); Alanna Simpson, Region Coordinator Disaster Risk Management Europe-Central Asia, WORLD BANK (in collegamento); Krista Pikkat, Direttrice Emergenze, Settore Cultura UNESCO; Paola Deda, Director, Forests, Land and Housing Division, UNECE.

La seconda sessione è dedicata ai Progetti, con esempi e proposte di masterplan da parte di architetti, professori e tecnici italiani, ucraini e internazionali, sulla ricostruzione di Odessa e in particolare della Cattedrale della Trasfigurazione, a cui si aggiungono una serie di case study di ricostruzioni in altre città ucraina come Kharkiv, Mykolaiv e Irpin. Moderata da Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale Milano, questa sezione vedrà gli interventi di Padre Myroslav Vdodovych, Superiore della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa; Chiara Dezzi Bardeschi, Liaison Officer, UNESCO Desk Kyiv; Stefano Della Torre, Presidente Sira e coordinatore del progetto interdipartimentale tra Politecnico di Milano, IUAV, Università di Genova, Roma Sapienza, Roma 3 e Napoli Federico II; Thamara Monteiro De Arruda Fortes, Project manager, UN4UkrainianCities; Alberto Cendoya, Co-Head of Architecture and Technology Unit, Norman Foster Foundation; Giulio De Carli, AD Oneworks e Paola Pucci, Politecnico di Milano; Lars von Spreckelsen-Syberg, Deputy Head of Dept, European Neighbourhood, MFA Denmark; Olena Yampolska, portavoce, Irpin Reconstruction Summit; Lorenza Baroncelli, Direttrice Architettura, MAXXI.

Seguiranno al termine del convegno le conclusioni dei Presidenti di Triennale e MAXXI Stefano Boeri e Alessandro Giuli.

 

I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano sostengono Triennale Milano anche per questo progetto, per il quale si ringrazia anche Assimpredil Ance.

 

 


 

Teatro Oscar | 3-5 nov | "Tre porte sulla notte, l'altra faccia di Halloween​": Incontri e spettacolo di Angela Demattè

 ...Avevo un bel pallone rosso e blu, ch’era la gioia e la delizia mia. S’è rotto il filo e m’è scappato via, in alto, sempre più su. Son fortunati in cielo i bimbi buoni, volan tutti lassù quei bei palloni.” Questa filastrocca era scritta su un quaderno di Margherita bambina. Quasi un’allegoria strana, onirica, dell’anelito di tutta una vita. Questa bambina sarebbe poi diventata, per tutti, Mara Cagol. Attraverso i dialoghi tra Margherita e suo padre si racconta la vicenda di una ragazza cattolica nata in una città di montagna, poi diventata una delle fondatrici delle Brigate Rosse. Soprattutto, si delinea il rapporto drammatico tra un padre e una figlia, segnato da un affetto profondo, nel quale tuttavia la storia e le scelte personali scaveranno un solco terribile. Una pièce dove tutto, dal linguaggio ai troppi silenzi, dà l’immediata sensazione di un eccessivo “non detto”. Qualcosa di freddo e struggente allo stesso tempo, che è proprio di un’epoca burrascosa come fu quella che dal ’68 portò alla stagione del terrorismo e agli Anni di Piombo. Di quell’epoca si cerca di raccontare anche il linguaggio ideologico, che contribuirà a provocare la frattura finale tra Margherita e suo padre. Uno spettacolo che indaga il mistero che rimane all’interno di un affetto, oltre il grande distacco consumatosi tra un padre e una figlia.

Dopo due fortunate versioni teatrali dirette da Carmelo Rifici, nel 2009 e nel 2018, arriva al Teatro Oscar, in occasione di una riflessione più vasta sull’ideologia, un allestimento che è poco più di una lettura, ma dove la parola è molto più della parola. Andrea Castelli, torna ad interpretare il padre, ruolo in cui ha riscosso successo e commozione in molti teatri italiani. Qui dialoga con l’autrice stessa, Angela Dematté. La mise en espace si fa propulsore di riflessioni sull’ideologia e di rimbalzi emotivi sul rapporto tra padri e figli.

Lo spettacolo sarà introdotto per tutte e tre le serate dagli approfondimenti “Tre porte sulla notte, ovvero: l'altra faccia di Halloween”. Tre incontri sul tema eterno e sfuggente del Male:

- la prima sera sarà ospite Franco Bonisoli, ex- Br, membro del commando che il 12 marzo 1978 rapì Aldo Moro in via Fani, a Roma, uccidendo la sua scorta, e Adolfo Ceretti, Professore Ordinario di Criminologia e docente di Mediazione reo-vittima nell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il difficile percorso umano compiuto in seguito da Bonisoli getta una luce non solo su un'epoca, ma sulla necessità di noi tutti di riscattarci, facendo un passo decisivo oltre il baratro delle nostre azioni;

- nella seconda sera sarà trattato il tema dei migranti gettando uno sguardo storico oltre che geopolitico sul dramma dell'Africa di oggi, andando oltre le politiche nazionali e comunitarie, che spesso la riducono a un problema di sicurezza quando non di ordine pubblico. Ospite il giornalista e scrittore Gabriele Del Grande, di cui è appena uscito per Mondadori il volume "Il secolo mobile. Storia dell'immigrazione clandestina in Europa";

- il terzo incontro sarà dedicato al difficile tema della "cancel culture" e della “political correctness”: difficile perché un atteggiamento che può apparire pericolosamente semplificatorio e aperto a derive illiberali ha le sue radici proprio nel cuore della democrazia così come si è venuta sviluppando in Occidente dopo la vittoria sul nazismo. In altre parole: quali statue abbattere? Quali lasciare in piedi? E perché? Aiuterà nella riflessione Andrea Simoncini, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Firenze.

Crediti:
mise en espace con Andrea Castelli e Angela Dematté
di Angela Dematté
produzione TrentoSpettacoli

Biglietti:

“Tre porte sulla notte” - Biglietto unico 5€ · Ingresso gratuito presentando un biglietto valido per una replica dello spettacolo AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO.

“Avevo un bel pallone rosso” – Biglietto unico 12€

 


 

Subaru - Tram (Official Video)

venerdì 27 ottobre 2023

El Greco e Shakespeare, il tormento umano a Milano - HuffPost Italia

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Il Rotary festeggia 100 anni a Milano con una mostra a Palazzo Morando - Il Sole 24 ORE

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Pittura italiana oggi sino all' 11 febbraio 2024

Triennale Milano presenta dal 25 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024 la mostra Pittura italiana oggi, a cura di Damiano Gullì, curatore per arte contemporanea e public program di Triennale, con progetto di allestimento dello Studio Italo Rota.

L’esposizione, il cui titolo riprende l’omonimo volume edito da Multhipla/Giancarlo Politi nel 1975, è dedicata alla pittura italiana contemporanea e riunisce il lavoro di 120 tra i più interessanti artisti e artiste italiani, nati tra il 1960 e il 2000.

Nell’anno delle celebrazioni del centenario di Triennale Milano, Pittura italiana oggi si ricollega idealmente alla storia dell’istituzione riprendendo le suggestioni delle mostre della pittura murale, organizzate nel Palazzo dell’Arte a partire dal 1933, e quelle dell’allestimento di Luciano Baldessari per laEsposizione Internazionale del 1951. In questo modo si vuole evidenziare come la pittura sia stata oggetto di analisi e di restituzione espositiva da parte di Triennale fin dalla sua fondazione, in un vivace dialogo tra le discipline.

Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, afferma: “Dopo il rinnovato Museo del Design Italiano e la mostra Home Sweet Home, presentiamo un terzo progetto espositivo pensato per l’anno del centenario di Triennale: una grande mostra sullo stato della pittura italiana contemporanea, che parte dal recupero della storia dell’istituzione e che diventa anche l’occasione per una lettura del panorama contemporaneo dell’arte, attraverso il linguaggio espressivo della pittura.”

Damiano Gullì, curatore della mostra, dichiara: “Pittura italiana oggi nasce da anni di ricerche, studio visit e incontri, umani e professionali, con artiste e artisti in tutta Italia. La scena emersa è di straordinaria vivacità. Triennale, collegandosi alla sua storia, accetta così la sfida di presentarla nella sua complessità offrendo l’occasione per una analisi di tale scena con l’obiettivo di promuoverla e valorizzarla nel nostro Paese e nel mondo.”

Pittura italiana oggi evidenzia ricchezza e complessità della pittura italiana in tutte le sue declinazioni e sfaccettature, dalle contaminazioni e slittamenti disciplinari alla rilettura e stravolgimento di tecniche e iconografie della tradizione fino a una “pittura espansa” che va al di là del supporto/tela per “invadere” spazi e superfici.

In mostra sono stati individuati singoli exempla rappresentativi, attraverso un’opera per artista, realizzata tra il 2020 e il 2023, in grado di offrire sguardi trasversali, letture e interpretazioni originali della nostra contemporaneità. Ne è derivata una mappatura intergenerazionale, restituzione prismatica delle plurime sfaccettature del fare pittura oggi. L’arco temporale preso in considerazione ha visto eccezionali trasformazioni e stravolgimenti storici, sociali ed economici – dalla pandemia alla guerra alla paventata messa in crisi, e scomparsa, dell’autorialità a causa delle evolute applicazioni dell’intelligenza artificiale – i cui riflessi, diretti e indiretti, possono essere colti in molte delle opere esposte.

La mostra si articola in un percorso in cui sono esposte 119 opere di artisti di diverse generazioni, tra cui, per citarne solo alcuni, Stefano Arienti, Francesca Banchelli, Lorenza Boisi, Pierpaolo Campanini, Guglielmo Castelli, Adelaide Cioni, Chiara Enzo, Paolo Gonzato, Giulia Mangoni, Beatrice Marchi, Margherita Manzelli, Pietro Moretti, Maria Morganti, Francis Offman, Jem Perucchini, Alessandro Pessoli, Aronne Pleuteri, Nazzarena Poli Maramotti, Pietro Roccasalva, Alice Visentin.

Il progetto di allestimento dello Studio Italo Rota propone un sistema modulare aperto in cui muoversi liberamente tra le opere, non ordinate secondo criteri cronologici ma accostate in un dinamico gioco combinatorio, assecondando continui slittamenti dalla figurazione all’astrazione, e viceversa, evidenziando come i confini tra queste due polarità siano oggi fluidi, porosi e, per certi versi, interscambiabili. Alcuni artisti sono stati inoltre invitati a misurarsi con i moduli allestitivi e con lo spazio espositivo di Triennale per dare vita a speciali commissioni di opere site-specific, ideale rimando agli storici interventi pittorici ambientali in Triennale. La produzione dei materiali utilizzati nell’allestimento prevede nella sua fase produttiva una riduzione quantitativa del materiale d’origine. La mostra si indirizza così verso il 100% di non produzione di CO2 e di non uso di materiali di finitura, colle, pitture, stucchi, saldature.

La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Electa, con le introduzioni istituzionali di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino; i contributi critici di Damiano Gullì, curatore della mostra, Francesco Bonami, critico d’arte e curatore, Suzanne Hudson, critica e storica dell’arte, e Davide Ferri, critico e curatore; una conversazione sulla pittura tra Hans Ulrich Obrist, Direttore artistico delle Serpentine Galleries, Londra, e Katharina Grosse, artista, moderata da Larissa Kikol, critica e storica dell’arte; un testo sulla storia della pittura italiana dal 1959 al 1979 di Laura Cherubini, storica e critica d’arte, e Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma, e uno sulla storia della pittura murale in Triennale di Marilia Pederbelli, assistente curatrice di Triennale; un testo sul progetto di allestimento dell’architetto Italo Rota e le schede delle opere scritte dalle critiche e curatrici Lisa Andreani, Annika Pettini e Simona Squadrito.

Oltre al catalogo, la mostra sarà accompagnata da un podcast, prodotto da Triennale Milano e scritto e realizzato da Tiziano Scarpa, che approfondirà i temi del percorso espositivo.

Saranno in mostra le opere di: Beatrice Alici (San Donà di Piave, 1992), Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983), Silvia Argiolas (Cagliari, 1977), Stefano Arienti (Asola, 1961), Francesca Banchelli (Montevarchi, 1981), Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), Andrea Barzaghi (Monza, 1988), Romina Bassu (Roma, 1982), Alessandro Bazan (Palermo, 1966), Angelo Bellobono (Nettuno, 1964), Thomas Berra (Desio, 1986), Luca Bertolo (Milano, 1968), Lorenza Boisi (Milano, 1972), Bea Bonafini (Bonn, 1990), Marco Bongiorni (Garbagnate Milanese, 1981), Benni Bosetto (Merate, 1987), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Michele Bubacco (Venezia, 1983), Pierpaolo Campanini (Cento, 1964), Pietro Capogrosso (Trani, 1967), Linda Carrara (Bergamo, 1984), Valerio Carrubba (Siracusa, 1975), Guglielmo Castelli (Torino, 1987), Manuele Cerutti (Torino, 1976), Andrea Chiesi (Modena, 1966), Marco Cingolani (Como, 1961), Adelaide Cioni (Bologna, 1976), Roberto Coda Zabetta (Biella, 1975), Claudio Coltorti (Napoli, 1989), Gianluca Concialdi (Palermo, 1981), Rudy Cremonini (Bologna, 1981), Pierpaolo Curti (Lodi, 1972), Valentina D’Amaro (Massa, 1966), Davide D’Elia (Cava dei Tirreni, 1973), Enrico David (Ancona, 1966), Francesco De Grandi (Palermo, 1968), Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996), Marta Dell’Angelo (Pavia, 1970), Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966), Stanislao Di Giugno (Roma, 1969), Patrizio di Massimo (Jesi, 1983), Gianluca Di Pasquale (Roma, 1971), Fulvio Di Piazza (Siracusa, 1969), Chiara Enzo (Venezia, 1989), Alice Faloretti (Brescia, 1992), Matteo Fato (Pescara, 1979), Alessandro Fogo (Thiene, 1992), Andrea Fontanari (Trento, 1996), Giulio Frigo (Arzignano, 1984), Giorgia Garzilli (Napoli, 1992), Oscar Giaconia (Milano, 1978), Emilio Gola (Milano, 1994), Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975), Cecilia Granara (Jeddah, 1991), Diego Gualandris (Alzano Lombardo, 1993), Agnese Guido (Copertino, 1982), Sebastiano Impellizzeri (Catania, 1982), Massimo Kaufmann (Milano, 1963), Pesce Khete (Roma, 1980), Andrea Kvas (Trieste, 1986), Francesco Lauretta (Ispica, 1964), Viola Leddi (Milano, 1993), Iva Lulashi (Tirana, 1988), Marta Mancini (Roma, 1981), Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991), Margherita Manzelli, (Ravenna, 1968), Beatrice Marchi (Gallarate, 1986), Andrea Martinucci (Roma, 1991), Fabio Marullo (Catania, 1973), Fulvia Mendini (Milano, 1966), Beatrice Meoni (Firenze, 1960), Daniele Milvio (Genova, 1988), Narcisa Monni (Alghero, 1981), Pietro Moretti (Roma, 1996), Maria Morganti (Milano, 1965), Angelo Mosca (Chieti, 1961), Marco Neri (Forlì, 1968), Valerio Nicolai (Gorizia, 1988), Ismaele Nones (Trento, 1992), Francis Offman (Butare, 1987), Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961), Dario Pecoraro (1984, Milano), Jem Perucchini (Tekeze, 1995), Alessandro Pessoli (Cervia, 1963), Gabriele Picco (Brescia, 1974), Edoardo Piermattei (Ancona, 1992), Aronne Pleuteri (Erba, 2001), Amedeo Polazzo (Starnberg, 1988), Nazzarena Poli Maramotti (Montecchio Emilia, 1987), Gianni Politi (Roma, 1986), Vera Portatadino (Varese, 1984), Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976), Pierluigi Pusole (Torino, 1963), Marta Ravasi (Merate, 1987), Andrea Respino (Mondovì, 1976), Pietro Roccasalva (Modica, 1970), Chris Rocchegiani (Jesi, 1977), Giangiacomo Rossetti (Milano, 1989), Giuliana Rosso (Chivasso, 1992), Pietro Ruffo (Roma, 1978), Erik Saglia (Torino, 1989), Nicola Samorì (Forlì, 1977), Angelo Sarleti (Reggio Calabria, 1979), Alessandro Sarra (Roma, 1966), Alessandro Scarabello (Roma, 1979), Davide Serpetti (L’Aquila, 1990), Marta Sforni (Milano, 1966), Mario Silva (Londra, 1993), Sofia Silva (Padova, 1990), Marta Spagnoli (Verona, 1994), Enrico Tealdi (Cuneo, 1976), Maddalena Tesser (Vittorio Veneto, 1992), Michele Tocca (Subiaco, 1983), Saverio Tonoli (Lucca, 1984), Eva Chiara Trevisan (Treviso, 1991), Vedovamazzei (Simeone Crispino, Napoli, 1962, Stella Scala, Napoli, 1964), Nicola Verlato (Verona, 1965), Flaminia Veronesi (Milano, 1986), Alice Visentin (Torino, 1993).

La mostra è realizzata in partnership con Valentino. I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano e i Technical Partner ATM e Saviola sostengono Triennale Milano anche per questo progetto.

 


 

giovedì 26 ottobre 2023

Contemporary Figurative Painting: The Ultimate 150 Best Painters Today

MATERICO CONTEMPORANEO L’ARREDO DECORATIVO DA TOCCARE CON GLI OCCHI

L’intonachino in calce Marmur Fine e il rivestimento ad effetto “cemento dilavato” Animamundi Novacolor, costruiscono le consistenze visive e tattili delle pareti che sorreggono i nuovi trend del design decorativo residenziale in Taiwan.

I rivestimenti e i colori materici sono protagonisti di un trend in continua ascesa quando si parla di arredo decorativo contemporaneo. Una scelta che rimanda ad una sensorialità percettiva dinamica che si affida al tatto, oltre che alla vista, per evocare una sollecitazione che non si limita allo sguardo. Scegliere un rivestimento materico significa “toccare con gli occhi” uno stile, un mood, un’ atmosfera. Ma non solo. Una decorazione che rende protagonista la materia è una decorazione ispirata alla natura, che non risulta mai artefatta.

Novacolor, che da oltre 40 anni è il brand italiano del Gruppo San Marco dedicato alla decorazione degli interni, considera il materico non solo una tendenza estetica ma anche una necessità di sintonizzare l’ambiente casa con il pianeta.

Il progetto residenziale realizzato a Taipei (Taiwan) da un’idea di Guru Interior Design Consultant con il partner Professional Choice e l’applicazione di EMILY Art Deco, mette in luce tale connessione attraverso l’uso di rivestimenti che offrono un’interpretazione innovativa della materia in ottica sostenibile.

Marmur Fine, intonachino a base di calce e polveri di marmo colorati in massa a grana fine, anima la percezione dinamica della parete principale del salotto esaltandone la plasticità. Una superficie “in movimento” che ricorda l’ondeggiare di una morbida tenda che vibra grazie ad un’estetica nuvolata di grande impatto. Una decorazione di pregio che trasforma un complemento d’arredo in un’opera d’arte dall’eleganza avvolgente, immersiva, totalizzante.

Animamundi, rivestimento decorativo tenuemente metallizzato, offre una lettura innovativa del concetto di “cemento dilavato” dagli effetti materici importanti ma addolciti dal pregio di una finitura Metallics. Ed è così che la parete della camera da letto offre una percezione visiva “concrete”, con un accento materico e una pregevole perlescenza satinata. Una raffinatezza da sfiorare con mano per un effetto finale che risponde alle attuali richieste di un’eleganza naturale e rassicurante dall'appeal quasi materno.

La scelta di investire in colori soft e confortevoli sposa la generosità di entrambi i rivestimenti in termini di sostenibilità e rispetto ambientale.

Marmur Fine è un prodotto eco-sostenibile certificato Eurofins Indoor Air Comfort Gold che assicura un ambiente interno salubre. Questo speciale attestato combina infatti tutte le normative europee in materia di emissioni di VOC e quasi tutte le etichette facoltative sulle emissioni di VOC, includendo non solo test e screening per migliaia di prodotti chimici ma anche un programma interno di qualità, volto a garantire che i prodotti a bassa emissione siano prodotti ciclicamente.

Animamundi, certificato REDcert²incentiva un nuovo approccio nella produzione industriale dato dal Biomass Balance, che contribuisce concretamente alla sostenibilità ambientale. Questo rivestimento permette infatti di ridurre, durante l'intero ciclo produttivo, le emissioni di anidride carbonica in atmosfera grazie alla sostituzione massiva delle risorse fossili con risorse rinnovabili provenienti da biomassa, oltre che al recupero e riutilizzo di rifiuti destinati allo scarto e allo smaltimento.

Oggi lo stile materico trasforma l’ambiente in un habitat naturale a cui diamo il nome di Casa.

 


 

Solutions Journalism Network: l’informazione che racconta soluzioni compie 10 anni

 27 ottobre alle ore 17 a Milano, presso Ècate Caffè Libreria in Via Pomponazzi 9E. La serata sarà un’occasione per festeggiare i 10 anni del Solutions Journalism Network. Ingresso gratuito, registrazione obbligatoria:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-solutions-journalism-celebration-party-726663278427?aff=oddtdtcreator

 

Milano, 26 ottobre 2023. Raccontare le soluzioni invece di focalizzare l’attenzione solo sui problemi. Il solutions journalism è un approccio all’informazione che si avvicina al giornalismo d’inchiesta e che sceglie l’approfondimento piuttosto che la velocità di narrazione. Il prossimo 26 ottobre si celebrano i 10 anni del Solutions Journalism Network, organizzazione non profit che si occupa di divulgare il giornalismo delle soluzioni su scala mondiale.

 

La nascita di questa corrente dell’informazione risale all’inizio di questo secolo quando, la stampa afroamericana degli Stati Uniti ha iniziato a raccontare le storie di chi riusciva a risolvere i problemi delle comunità afroamericane. Negli stessi anni, la Fundación Gabo a Cartagena, in Colombia (all'epoca chiamata Fundación para el Nuevo Periodismo Interaméricano), stava già esplorando il giornalismo delle soluzioni e aiutando i giornalisti a praticarlo.

 

La svolta è arrivata nel 2010 quando Tina Rosenberg e David Bornstein hanno inaugurato la rubrica “Fixes” sul New York Times. L’appuntamento settimanale dei due giornalisti esaminava le risposte innovative o di successo ai problemi sociali mettendo in luce cosa separasse il successo dal fallimento. Da questa esperienza e dall’idea di voler avviare un'organizzazione per identificare, legittimare e diffondere l'idea, è nato il Solutions Journalism Network: era il 2013 quando a David e Tina si è unita la giornalista Courtney Martin per dar vita a questo progetto. Ancora oggi il network americano, che ha sede a New York City, è attivo con l’obiettivo di trasformare il giornalismo in tutto il mondo, alimentando un approccio all’informazione che sia di aiuto e sostegno alla società fornendo informazioni complete, equilibrate e utili. Il team è oggi formato da 45 professionisti che operano da diversi Paesi del mondo.

 

In Italia, il Solutions Journalism Network, collabora con il Constructive Network fondato nel 2019 dai giornalisti Assunta Corbo, Vito Verrastro, Andrea Paternostro, Isa Grassano, Marco Merola, Mariangela Campo e Angela Di Maggio. Si tratta di un network di professionisti che si occupa di fare formazione e divulgare i principi del giornalismo costruttivo e delle soluzioni.

 

“Ho scoperto il solutions journalism nel 2013 quando ho realizzato che volevo perseguire un tipo di giornalismo di qualità, rispettoso del pubblico e delle storie – afferma Assunta Corbo, co-founder Constructive Network, Lede Fellow e Trainer Certificata del Solutions Journalism Network - per diversi anni ho studiato approfonditamente, condotto ricerche e partecipato a confronti con coloro che lo praticavano. Ho iniziato ad adottare questo approccio mentre lavoravo con importanti pubblicazioni nazionali. In quel periodo, il giornalismo delle soluzioni non era conosciuto in Italia. È stato allora che ho pensato di fondare il Constructive Network che oggi propone formazioni ai singoli professionisti, ma anche agli Ordini dei Giornalisti Regionali e alle Università per fare in modo che sempre più professionisti abbraccino questo approccio. Siamo partiti in 7 e oggi siamo circa 200 giornalisti italiani distribuiti su territorio nazionale ed europeo”.

 


Il solutions journalism è una forma di narrazione molto rigorosa che si concentra su come le persone stanno cercando di risolvere i problemi che riguardano la nostra società e sui risultati che stanno ottenendo.

 

Una buona storia di soluzione si basa su quattro pilastri:

 

·       Riporta una risposta a un problema e come funziona questa risposta.

 

·       Cerca prove disponibili di successo o fallimento, poiché le buone intenzioni non sono sufficienti.

 

·       Cerca di scoprire importanti intuizioni, non solo ispirazioni.

 

·       Racconta anche i limiti delle soluzioni proposte senza celebrare. Si chiede: cosa non funziona?

 

  

“Non stiamo parlando di un giornalismo positivo a tutti i costi – aggiunge Corbo – perché è importante offrire sempre un contesto di riferimento e avere chiaro il problema che apre le porte alle soluzioni. Altro elemento fondamentale è che ci siano dati concreti che possano testimoniare perché le soluzioni funzionano. Per questo si tratta di un giornalismo lento e di approfondimento: non viaggia ai ritmi delle breaking news ma preferisce aspettare e proporre una narrazione più completa. Lo slogan che viene utilizzato dal Solutions Journalism Network e che noi sposiamo è: “l’intera parte della storia”. Non solo il positivo, non solo il negativo”.

 

  

La crescita esponenziale di questo approccio all’informazione si può misurare con i risultati delle ricerche in Google. Nel 2015 alla ricerca dei termini “solutions jouralism” corrispondevano circa 2mila risposte che sono salite a 8mila nel 2019, a 343mila nel 2021 e a oltre un milione oggi. Nel Solutions Story Tracker (https://www.solutionsjournalism.org/storytracker ), la collezione di storie di giornalismo delle soluzioni provenienti da testate di tutto il mondo, sono presenti più di 15.300 articoli prodotti da 8.700 giornalisti e 1.900 testate, in 15 diverse lingue.  I giornalisti provengono da 89 paesi ma le storie raccontate appartengono allo scenario di 191 paesi.

 

  

“Nel Solutions Story Tracker sono inseriti anche alcuni articoli pubblicati su www.news48.it , la testata giornalistica indipendente e non profit che abbiamo fondato con il Constructive Network a marzo 2021 grazie a un grant ricevuto dal Solutions Journalism Network – aggiunge Corbo – le firme del magazine sono i giornalisti che aderiscono al network italiano e che hanno seguito un percorso formativo”.

 

  

Lo scorso giugno è uscito in Italia il libro “Inversione A U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società” scritto da Assunta Corbo e Mariagrazia Villa, presidentessa del Comitato Etico del Constructive Network. Il volume, edito da Do It Human Editore, è un manuale e saggio che racconta la storia del solutions journalism e suggerisce metodologie e strumenti da mettere in pratica come professionisti dell’informazione. Si propone anche come punto di riferimento per le persone che desiderano comprendere come informarsi in modo costruttivo.

 

  

Il libro verrà presentato il prossimo 27 ottobre alle ore 17 a Milano, presso Ècate Caffè Libreria in Via Pomponazzi 9E. La serata sarà un’occasione per festeggiare i 10 anni del Solutions Journalism Network. Ingresso gratuito, registrazione obbligatoria:  

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-solutions-journalism-celebration-party-726663278427?aff=oddtdtcreator

 

  

Partner dell’evento:

 

  

Ècate Caffè Libreria apre a Milano il 14 luglio 2022 da un’idea di Diego Leone e Alberto Manieri, fondatori della casa editrice Do it human, trasformando la filosofia alla base delle loro pubblicazioni in un ambiente dove benessere psicofisico, crescita interiore, psicologia e comunicazione sono accompagnati da un buon caffè o un calice di vino, immersi tra libri e piante dalla colazione all’aperitivo, passando per il pranzo o il brunch nel weekend. https://www.ecatecaffelibreria.com/

 

Living Media video agency specializzata nella creazione di video per eventi, strategie di comunicazione corporate e editoria online. https://www.livingmedia.it/

 

 

Per maggiori informazioni:

  

 Constructive Network – www.constructivenetwork.it

 

Solutions Journalism Network – www.solutionsjournalism.org

 

Intervista ad Assunta Corbo su Journalism.co.uk - https://www.journalism.co.uk/news/solutions-journalism-superstars-assunta-corbo-editor-in-chief-news48/s2/a1057924/

 

Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società – Do It Human Editore - https://www.doithuman.com/inversioneau