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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 22 luglio 2024

L'uso delle rovine. Ritratti ossidionali di Jean-Yves Jouannais (Johan & Levi)

Mentre rade al suolo Cartagine, Scipione Emiliano rievoca il pensiero di Eraclito: «Un cumulo di macerie gettate a caso, il più bell'ordine del mondo». Ogni guerriero, si convince Scipione, è l'artigiano di una nuova armonia universale. Eppure, stando ad Albert Speer e Victor Hugo, non tutte le rovine sono uguali, e farle bene è un'arte. Il primo plasma edifici destinati a produrre belle vestigia; il secondo, “critico d'arte marziale”, rimane folgorato alla vista di una torre sventrata, tanto da farne la matrice della nuova estetica romantica. Le rovine forniscono modelli all'arte, ma accade anche il contrario, se è vero che le bombe alleate si ispirano alle Rovine della vecchia Kreuzkirche, dipinte da Bernardo Bellotto nel 1765, per decidere il volto che avrà Dresda il mattino del 15 febbraio 1945. Neanche una promessa di distruzione può interrompere lo spettacolo della guerra. Così, nel bel mezzo di un raid aereo, la gestora di un cinema tedesco rimuove le macerie che impediscono la proiezione di un film di propaganda nazista. A pochi chilometri da lei, il Merzbau di Kurt Schwitters è tornato al suo stato originario di scorie disseminate per le strade della città, da dove l'artista le ha raccolte anni prima per elevarle a opera d'arte. Quello che Jean-Yves Jouannais ci presenta in queste pagine è un cenacolo esclusivo di eroi ossidionali - ovvero ossessionati dagli assedi - che, senza rinnegare il loro impegno alla causa bellica, ne hanno emendato le leggi, sentendosi più inclini all'arte. Dall'antichità ai giorni nostri, abitano spazi spettrali, costellati di detriti che l'autore descrive con allucinato realismo, tanto che al lettore sembrerà di toccare con mano la materia incandescente delle rovine di Berlino, Ebla, Halberstadt, Luoyping, Amburgo, Dura Europos o Stalingrado.



Narrazioni atlantiche e arti visive 1949-1972. Sguardi fuori fuoco, politiche espositive, identità italiana, americanismo/antiamericanismo a cura di Lara Conte, Michele Dantini (Mimesis)

Il libro si propone di riflettere sulla complessità degli scambi transatlantici tra il 1949 e il 1972, analizzando momenti di incontro e confronto attraverso i viaggi degli artisti, la circolazione delle informazioni, le politiche culturali, le mostre, le dinamiche del mercato e del collezionismo, nella costante oscillazione tra "attrazione e rifiuto". Lo sguardo "fuori fuoco" definisce la necessità di sondare una zona non completamente cristallina, uno spazio più opaco che implica uno slittamento rispetto alla visione normalizzata veicolata dalla grande narrazione, parallelamente alla costruzione di una dimensione di "identità italiana" e alle dinamiche che sollecitano a prendere in considerazione la questione dell'"americanismo e dell'antiamericanismo", ma anche il tema cruciale dell'internazionalismo, nella divaricazione tra questioni tattiche e necessità motivazionali o in relazione alla rimodulazione dei punti di vista e delle ideologie.



lunedì 15 luglio 2024

L'arte contemporanea in 10 artisti di Giuseppe Nifosì (Laterza)

Pollock, Rothko, Fontana, Burri, Hopper, Bacon, Abramović, González-Torres, Mueck e Hirst. Le vite, le storie e le opere di dieci artisti esemplari ci fanno attraversare e scoprire il volto della scena dell’arte contemporanea.

«Parola d’ordine: divulgare. Diffondere, quindi, il sapere, lo studio, l’approfondimento e la ricerca. Tra la gente comune, ma soprattutto tra i giovani, menti propositive del domani. Giuseppe Nifosì, storico dell’arte e dell’architettura e docente di Storia dell’arte, da sempre incarna la figura del divulgatore e lo fa questa volta attraverso questo libro.» - Valentina Nuzzaci, La Gazzetta del Mezzogiorno


L’arte contemporanea è specchio sensibilissimo delle tensioni, delle contraddizioni, della bellezza e degli orrori del nostro tempo. Un tempo a noi così vicino che può indurre a ritrarci, interrogandoci sul suo senso. Ma basta avvicinarla, con pazienza, ripetutamente, e si impara a conoscerla, se ne trovano le chiavi di lettura, gli intenti.



L'arte di Shepard Fairey. Ediz. illustrata di Giuseppe Pizzuto, Shepard Fairey (Skira)

In occasione dei 35 anni di produzione artistica e della prima personale di Shepard Fairey (Obey) in Italia (curata dall'artista stesso e dalla galleria Wunderkammern), questa monografia presenta un ricco corpus di opere del celebre street artist americano, comprendente i lavori più significativi della sua carriera, affiancati da pezzi unici realizzati appositamente per l'occasione. Shepard Fairey (Charleston, 1970) è l'artista dietro Obey. Noto per il celebre manifesto HOPE, ritraente Barack Obama ed emblema della campagna presidenziale del 2008, Obey si distingue per uno stile essenziale e audace dalla palette minimalista guidato dalle culture dell'hip hop e del punk che hanno insegnato all'artista a mettere in discussione le convenzioni sociali. È questa la poetica con cui Fairey anima tutte le sue opere invitando il pubblico a interrogarsi su tematiche di grande rilevanza sociale. Alle tematiche più rappresentative dell'arte di Shepard Fairey si ispirano le sezioni della monografia: Propaganda; Pace e giustizia; Ambiente; Musica; Nuove opere. Introdotto dai saggi di Giuseppe Pizzuto, Edoardo Falcioni e da uno statement dello stesso Obey, il volume si apre con alcune delle immagini più significative della produzione dell'artista sul tema della propaganda, partendo dall'immancabile HOPE con il volto di Obama che tanto entusiasmo e speranza suscitò nel 2008. Si prosegue poi attraverso i lavori della sezione Pace e giustizia in cui, grazie alla potenza delle immagini, Shepard Fairey pone l'attenzione su tematiche quali diritti umani, abuso di potere, guerra e pace. Suggestive e potenti sono le opere della sezione Ambiente dove l'artista desidera aprire un dialogo con lo spettatore ricordandogli l'importanza della collettività nella salvaguardia del nostro pianeta. Il messaggio universale dell'artista trova espressione anche nella sezione dedicata alla Musica. Di questa forma d'arte Fairey ammira in particolar modo universalità e accessibilità; lui stesso cita come sue fonti d'ispirazione principali gruppi musicali come i Sex Pistols, i Black Flag, Bob Marley e i Public Enemy. La monografia si conclude con le nuove opere, eseguite da Obey tra il 2021 e il 2024, e le illustrazioni Rubylith.



ART GALLERY CHELSEA 20th ST JULY 2024 @ARTNYC

Tomas Redrado, "The Contemporary Art Guru" by City Life Guru

Phillipah Rumano: Women of Stone