Un fotografo di natura percorre le solitarie distese del Delta del Po, tra i rami terminali del fiume. Cerca di catturare i colori della terra, le tonalità dei vasti cieli, il volo degli uccelli, la melanconia dei casolari abbandonati, l’umore delle acque. Durante il suo lavoro annota tutto quello che normalmente sfugge al frettoloso viaggiatore di passaggio, mosaici minimi ed elementari, ovvi ed evidenti e pertanto invisibili, che alla fine disegnano il mondo esterno e la nostra esistenza. Descrive semplicemente, con il criterio essenziale dei bambini. Non cerca il contatto della gente, appunta solo frammenti di discorsi rapiti casualmente. Tiene accanto il libro di Gianni Celati “Verso la foce”, compagno di viaggio e taccuino del tutto particolare, annotando negli spazi vuoti tra le pagine del libro, come per completarlo, come per creare un testo nel testo, come per omaggiare lo scritto originale. Nasce così un viaggio intimo per immagini e per parole sui percorsi del Delta del Po.
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