La Galleria Arianna Sartori di Mantova (via Cappello, 17) presenta la personale dell’artista friulana Giuliana Susterini che espone in quest’occasione una selezione di dipinti eseguiti negli ultimi anni. L’esposizione sarà inaugurata Sabato 30 settembre alle ore 17 con presentazione di Silvio Fuso alla presenza dell’Artista. La mostra, curata da Arianna Sartori, resterà aperta al pubblico fino al 12 ottobre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi.
«Giuliana, che ben conosce la
mia considerazione per il suo lavoro (la prima volta che ne vidi un
dipinto fui singolarmente, stranamente affascinato), mi scuserà se
“userò” la sua pittura come prezioso pretesto per alcune riflessioni sul
significato del fare artistico contemporaneo… o, meglio, su un
possibile significato. La tecnica artistica
innanzitutto e il maestro, il pittore Donizetti, chiavi di volta della
poetica e degli intenti di Guliana, danno conto di una scelta
consapevole dell’artista per il campo di un’estetica “forte”,
continentale, per usare il gergo filosofico. E qui si fa strada una prima
riflessione, è davvero cori scontata l’accezione “analitica” dell’arte?
Siamo d’accordo con Dickie nel definirla solo ed esclusivamente in
relazione al “mondo dell’arte” inteso come istituzione sociale? Ho sintetizzato una serie
articolata di posizioni, scegliendo la più estrema, certamente però è
quella di cui davvero si servono gallerie, curatori, addetti di vario
titolo e genere… ahimè usata anche, talvolta, nella variegata galassia
dei musei. Ma forse è ancora possibile invece ricorrere a un pensiero
diverso, che faccia perno sul lavoro, sul processo carsico, difficoltoso
che conduce alle realizzazioni dell’arte. Mi soccorrerà, ancora una
volta, il mio ineludibile riferimento, Dino Formaggio maestro indiscusso
alla cattedra di Estetica a Padova che, al problema del farsi arte ha
dedicato la sua opera più cara e, forse, più importante: “La
fenomenologia della tecnica artistica”. Fin dalle prime pagine il lungo
saggio è inequivocabile: “Essa diventa la tecnica del compiersi e
dell’armonizzarsi di ogni esperienza nell’atto del suo oggettivarsi… ”,
concetto radicale e onnicomprensivo in grado di dare autonomia teoretica
all’idea stessa di tecnica artistica. Mi sento di aggiungere che,
alla luce di tutto ciò, l’artista che si ritrova in questa definizione
dovrebbe considerarsi risolto anche sul piano, diciamo cori,
esistenziale e offrire agli altri un rifugio di laboriosa stabilità
lontana mille miglia da certe caricature romantico/avanguardistiche cui
siamo ormai tristemente assuefatti e, ecco un timido accenno critico,
proprio questa stabilità io trovo in Giuliana, se la sua pittura mi
conduce in un mondo di lucida stranezza, la pittrice mi pare, invece,
solida artefice del suo lavoro e del percorso creativo. L’entusiasmo di Formaggio,
fervido allievo di Banfi e Baratono, per le risorse che la fenomenologia
offre all’analisi del fatto artistico attraversa tutto il libro, ma
tocca, nei capitoli dedicati espressamente alla tecnica, il suo acme
ermeneutico: “La tecnica artistica sorge nell’uomo come sensibilità e
natura; diventa, con l’uso, volontà e coscienza; crescendo su se stessa,
diventa intelligenza, umanità”. In questa prospettiva l’impulso a
creare e la forza delle materie, la loro stessa inerzia, trovano la
naturale convergenza: “Hanno mani curiose e sapienti… vivono con queste
materie in connessione sensibile…”.
Guliana:
“Con la pennellessa tonda o normale stendere una quantità abbondante
del composto sulla tavola… facendo attenzione a non lasciare in evidenza
i «denti»”. E: “la stesura deve essere
rapidissima poiché l’uovo coagula velocemente.
Il colore va sfumato nei
bordi con pennello pulito e leggermente umido”.
Ne consegue che
l’artista sente le forme come un fabbro, un falegname, le sente
attraverso i ferri del
mestiere, in rapporto diretto con
l’effetto, con
l’emozione estetica. Il legame profondo tra sensibilità,
emozione,
comunicazione umana,
così magistralmente analizzato da
Dino Formaggio
più di 70 anni fa,
ha trovato conferme recenti negli
studi del ne uro
scienziato Antonio Damasio e dovrebbe, in ben altra sede, trovare
diffusa trattazione… ci fermiamo qui, rivolgendo ora la nostra
attenzione al mondo delle forme, alle immagini, alla loro radicale
necessità. I dipinti stessi di Guliana
ci conducono in questa direzione: intelletto, ma non concettualità,
figurazione “accanita” che mai scade in una sorta di anacronistico
narcisismo… e quindi? Di nuovo un riferimento alla tecnica, il disegno,
in questo caso, conoscenza e creazione (traduco, male, dallo splendido
francese di Jean Clair): “l’occhio penetra, al primo sguardo, in un
terreno ricco e confuso, caotico, quello della sensibilità. Ma già
tracciare una linea, saggiare, per tirar fuori un filo, un senso da
questo guazzabuglio, vuol dire fare lo sforzo di capire ciò che si ha
sotto gli occhi, chiarire, portare alla luce quello che non era mai
stato visto, compreso…”. I
materiali, la perizia, le conoscenze della tradizione, i colori e il
disegno dove hanno portato Giuliana Susterini? Cosa ci comunicano e
donano le sue opere? A dei “luoghi impossibili”,
nelle sue stesse parole, dove fiori, frutti della terra, figure si
radicano nelle pietre, pietre che sono avatar di Giuliana stessa, teatri
della sua memoria; ci comunicano una vita agìta nell’ombra e nel
silenzio… matrice di nostre nuove, inattese immagini che, assieme
all’artista, prenderanno dimora, come scrive, commosso, Tullio Pericoli a
proposito dell’arte ispirata, in un “interstizio, un vuoto d’aria che
esiste tra tutte le cose razionali e il resto del mio corpo, del mio
organismo vitale. Forse è lì che abita la Musa”». (Silvio Fuso)
Giuliana Susterini
è nata a Gorizia ed è stata allieva del pittore Mario Donizetti dove
approfondisce lo studio del disegno dal vero, del pastello encaustizzato
e della tempera all’uovo. Le
sue opere sono realizzate privilegiando la tecnica del pastello
encaustizzato su tavola e della tempera al tuorlo d’uovo velata e
verniciata. Ha seguito anche un corso di
disegno con l’artista Franco Dugo e i seminari della prof. Gerda Fassel
presso l’Internationale Sommer Akademie fur Bildende Kunst Salzburg. Ha
frequentato il laboratorio e le lezioni del pittore Paolo Kervischer ed
il seminario tenuto dal prof. Tigani a Venezia sui “Procedimenti
pittorici antichi”. Ha partecipato a diverse
esposizioni sia personali che collettive. Tra le prime, la mostra alla
Galleria Bocca di Milano nel dicembre 2014, all’Antico Caffè e Libreria
San Marco di Trieste nel febbraio 2015 e al Portonat di San Daniele del
Friuli nell’aprile dello stesso anno. Tra le collettive,
l’esposizione tenuta presso lo Studio Folart di Palazzo Manzioli a Isola
d’Istria (Slovenia) nel dicembre 2017; la mostra “Ambientarti”
organizzata da Art Space Milano presso il Centro Russo di Scienza e
Cultura a Roma nel giugno 2021, alla presenza del Professor Vittorio
Sgarbi dal quale ha ricevuto il premio per la migliore opera;
l’esposizione “Dreams Ars II” organizzata da Art Space a Milano nel
settembre 2021. Ha esposto al Lido di Venezia presso la Galleria delle
Cornici per “Ut pictura poesis”, nel novembre 2022 e nel maggio 2023. Vive e lavora a Trieste.
