Questo libro riunisce un’antologia di scritti – molti dei quali inediti in Italia – dai primi anni Trenta in poi: saggi pubblicati in volumi e in riviste di architettura, introduzioni, conferenze, e conversazioni con gli studenti.
Louis I. Kahn appartiene alla grande stagione
dell’architettura del Novecento, i cui massimi protagonisti (tra i quali
egli va senz’altro annoverato) sono stati in grado di manifestare la
propria «visione del mondo» non soltanto mediante i progetti e le
costruzioni che hanno realizzato, ma anche attraverso la creazione di un
immaginario disegnativo e pittorico e – non da ultimo – attraverso
l’elaborazione di un pensiero che si traduce in scrittura. Con non minor
impegno e passione di quanto faccia con i «materiali» progettuali (il
mattone, il cemento armato, lo spazio, la luce), Kahn «maneggia» le
parole alla ricerca dell’essenza, dell’origine. Come ha detto Anne Tyng:
«Ogni parola era per lui una scoperta ed era sempre alla ricerca del
modo migliore di articolare le cose». Articolazione che ha come fine
ultimo ben più che l’espressione del proprio personale modo di concepire
l’architettura: piuttosto di rispecchiare qualcosa di «inevitabile ed
eterno», vale a dire qualcosa di molto più potente: «il potere
dell’architettura».
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