T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

giovedì 30 novembre 2023

Prologo celeste. Nell'atelier di Anselm Kiefer. Ediz. illustrata di Vincenzo Trione (Einaudi)

Vincenzo Trione ci consegna un originale racconto critico in cui accompagna il lettore dentro gli atelier in un vero viaggio alchemico. Animato da una vocazione epica, Kiefer, di volta in volta, si fa Prometeo, Efesto e Sisifo. Sono, queste, le tre grandi figure del mito che, come in una costellazione, orientano un’indimenticabile traversata dei cieli di Anselm Kiefer.


Atelier come fucina creativa, laboratorio scientifico, antro alchemico, biblioteca, archivio personale, wunderkammer, dispositivo, poligono, piccola città in cui l’immaginazione diventa pensiero e gesto. Tra i massimi artisti contemporanei, Anselm Kiefer è riuscito a fare qualcosa che, per grandiosità e ambizione, ha pochi paragoni: dando voce a una profonda vocazione epica, ha trasformato i suoi studi, gli spazi in cui materialmente crea quadri e sculture, in opere d’arte interminabili. In un libro unico, arricchito da più di settanta fotografie (molte delle quali dello stesso Kiefer), Vincenzo Trione visita questi luoghi misteriosi e inaccessibili come un pellegrino incantato, accompagnando il lettore in un privilegiato itinerario nella mente-atelier dell’artista. A Barjac e Croissy, in Francia, Kiefer ha costruito da solo musei-laboratori-archivi-città dove, come un moderno Prospero, plasma e rende reali le sue visioni. Tra torri simili ai celebri "Sette Palazzi Celesti" e catacombe scavate nella roccia, tra teatri che ricordano quelli della Grecia antica e hangar adibiti per mostre ipotetiche, Kiefer ha allestito autentiche cosmogonie che sembrano mimare i meccanismi della mente. In esse, gli incubi del ventesimo secolo si affiancano a illuminazioni di futuri alternativi. È difficile descrivere a chi non li ha visitati cosa siano questi luoghi, la potenza che ingabbiano, la debordante varietà di materiali che custodiscono. E sono pochi quelli che li hanno abitati: tra loro, Vincenzo Trione che, con "Prologo celeste", scrive un libro unico, arricchito da più di settanta immagini (molte delle quali dello stesso Kiefer). Come un viaggiatore curioso e sebaldianamente divagante, capace di porre in risonanza la storia dell’arte con la filosofia, la mistica, la letteratura e la scienza, Trione fa emergere le infinite suggestioni sottese alle opere. 

 


 

L'installazione permanente di Tomás Saraceno a Matera | Sky Arte

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Le opere del frontman dei R.E.M. in mostra a Milano | Sky Arte

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Milano, a rischio museo Leonardo in Galleria. La surreale lite col Comune per 10 mq e un ascensore da cui passano milioni di euro - Il Fatto Quotidiano

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Milano, via Montenapoleone è la seconda strada più lussosa del mondo: dietro solo alla Fifth Avenue di New York

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Christopher Williams / Kunsthalle Zürich

mercoledì 29 novembre 2023

Reena Spaulings: How to Cook a Wolf / Kunsthalle Zurich

Chine. Ediz. illustrata di Altan (Nives Edizioni)

Questo catalogo raccoglie e ordina, per la prima volta, la serie di 64 disegni realizzati da Francesco Tullio Altan nei primi anni ‘70 – la maggior parte durante il suo soggiorno in Brasile – tutti provenienti dall’archivio personale dell’autore. Quaranta di questi furono esposti nell’ottobre del 2005 in una mostra presso il Centro di Cultura “La Medusa” di Este (PD), allora diretto da Salvatore “Turi” Fedele: quella rimase l’unica occasione per far conoscere al pubblico un particolare e significativo aspetto della produzione artistica di Altan. I titoli e le didascalie che accompagnano le tavole sono stati aggiunti dallo stesso Altan appositamente per questa edizione. Testi introduttivi di Marco Belpoliti, Marco Fragonara e Paolo Castelnovi; postfazione di Giorgio Poppi.  

 

ARTE AL CENTRO TORNA A ELNÒS SHOPPING Fondazione Brescia Musei e Lorenzo Mattotti protagonisti del nuovo capitolo di ARTE AL CENTRO

Fondazione Brescia Musei torna protagonista di ARTE AL CENTRO, la struttura di engagement multimediale allestita in una delle gallerie principali di ELNÒS Shopping, con la promozione della mostra LORENZO MATTOTTI – STORIE, RITMI, MOVIMENTI attualmente in corso al Museo di Santa Giulia.

 

Con la regia di Ellisse – Communication Strategies, ideatrice e realizzatrice di ARTE AL CENTRO, il progetto - che ha l’obiettivo di creare un “ponte” ideale fra cultura e commercio - propone nuovamente una installazione multimediale di forma e contenuti però rinnovati (rispetto alla “mandorla” protagonista del primo ciclo di eventi).

 

Grande protagonista è infatti l’intelligenza artificiale, a cui l’agenzia bresciana ha affidato un compito assai particolare: far parlare e far muovere le creazioni dell’illustratore Lorenzo Mattotti, oggetto della importantissima mostra omaggio che Fondazione Brescia Musei ha allestito fino al 28 gennaio 2024 al Museo di Santa Giulia.

 

“Lo stesso Lorenzo Mattotti ha collaborato al progetto, consentendo con entusiasmo che alcune sue creazioni venissero trattate in modo creativo dall’intelligenza artificiale – ha spiegato Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei – L’operazione rientra pienamente nella strategia di comunicazione e di avvicinamento al territorio che la nostra Fondazione ha portato avanti in questi ultimi anni, proponendosi alla comunità in modo innovativo e utilizzando spesso linguaggi contemporanei e attualissimi”.

 

Nell’installazione, ospitata in una delle gallerie di ELNÒS Shopping, i visitatori del Centro verranno invitati dagli stessi protagonisti della mostra a recarsi in Santa Giulia a vedere di persona loro e tutti i loro “amici”, più di 200 opere.

 

Giovanni Umberto Marzini, Meeting Place Manager ELNÒS Shopping, ha sottolineato come “la proposta di ARTE AL CENTRO confermi ancora una volta l’intenzione del Centro di essere sempre più vicino al proprio pubblico ma anche di non sottrarsi al compito di essere promotore in prima persona di operazioni di qualità attualissime e di forte ingaggio e coinvolgimento.”

 

ARTE AL CENTRO è un progetto pensato e realizzato dall’agenzia EllisseCommunication Strategies di Brescia. Elena Pagani, Presidente della società, ha affermato come “l’intelligenza artificiale sia ormai un fattore importante nel processo lavorativo di una agenzia di comunicazione” ma ha anche sottolineato con forza “il ruolo di ideatore, timoniere e controllore che l’uomo riveste a pieno titolo, come l’operazione Mattotti – con la collaborazione dell’artista, degli uffici comunicazione di Brescia Musei ed ELNÒS Shopping e di una nutrita serie di fornitori di servizi digitali e manuali, ha dimostrato con successo”.

 

L’installazione di ARTE AL CENTRO al Centro Commerciale di Roncadelle resterà esposta fino al 28 gennaio 2024, giorno in cui chiuderà ufficialmente anche la mostra di Lorenzo Mattotti al Museo di Santa Giulia a Brescia. L’accesso alla struttura è completamente libero e gratuito.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 28 novembre 2023

Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana di Melania G. Mazzucco (Einaudi)

Con uno straordinario intreccio di sapienza narrativa e documentazione storica raccolta in più di dieci anni di ricerche, Melania Mazzucco ha scritto la prima importante biografia mai apparsa in Italia di un pittore immenso, inquieto, modernissimo.


Questo libro è il tentativo di illuminazione di una vita – anzi, di molte vite: quella di Jacomo Tintoretto, il «più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura», di Marietta, la prediletta, e degli altri suoi figli, del padre, della giovane moglie Faustina, dei nipoti rinnegati, e di un’intera città, Venezia. Ed è un libro «scritto alla sua maniera: violando la prospettiva e ogni distinzione gerarchica tra generi e stili, tra margine e centro, dettaglio ed essenziale, tempo e spazio. Frugando nell’oscurità dei secoli che ci separano, senza trascurare nulla. Lasciando talvolta cadere un fiotto di luce là dove sembrerebbe non ci sia nulla da vedere. Tintoretto, del resto, faceva altrettanto». Jacomo Tintoretto disegnava i protagonisti dei suoi enormi teleri un personaggio alla volta, sulla carta azzurra, con il carboncino: «non era interessato tanto all’anatomia, come un medico, quanto al gesto (e al suo effetto sul pubblico), come un regista e un attore. Perché una delle prime regole che gli avevano insegnato, o che aveva subito imparato da sé, è che la pittura deve “muovere” – dunque emozionare, turbare, coinvolgere. Poi, quando aveva trovato il gesto, trasferiva il personaggio sulla tela. Non “trascriveva” la pittura copiandola dalla natura o dall’arte, ma la “scriveva” come da un’immagine della mente, intravista in sogno, trovandola nel suo farsi – e solo nel farla la vedeva». Pittore immenso, artista inquieto e geniale, uomo dalla vita piena di chiaroscuri quanto le sue opere – colto e popolare, libero e devoto, eccentrico e spregiudicato –, Tintoretto emerge dalle pagine di Melania Mazzucco come i suoi personaggi affiorano dall’ombra dei suoi immensi teleri sparsi nelle chiese di Venezia o nei quadri appesi nei musei di tutto il mondo: enigmatico, umano, complesso, guizzante di vita, figlio del suo tempo eppure modernissimo regista di corpi, di luci, di emozioni. “Jacomo Tintoretto & i suoi figli”, che qui si presenta in una nuova edizione, è uno degli oggetti letterari più affascinanti e originali della produzione italiana degli ultimi anni: accuratissima e fedele biografia, la prima importante apparsa in Italia del pittore veneto, precipitato di una raccolta di materiali durata più di dieci anni, grandioso affresco storico brulicante di personaggi – Tintoretto ovviamente, ma anche i figli, il padre, la moglie e tanti altri –, ritratto di una città, Venezia, fin nelle sue rughe più intime, narrazione che ricorre a stili e registri diversi per raggiungere il suo obiettivo: erigere un monumento al «più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura». 

 


 

Un capolavoro di Caravaggio eccezionalmente in mostra ad Asti | Sky Arte

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L’arte e i collectible di lusso fondamentali per il portafoglio del futuro - Il Sole 24 ORE

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Monopoli, il parco Skate diventa un'opera d'arte

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Un muro per unire: arte sostenibile

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Mezzo secolo di Arte Povera in un documentario su Sky Arte - la Repubblica

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Merlata Bloom Milano: ecco i primi numeri del lifestyle center dal cuore verde

Grande successo di pubblico per Merlata Bloom Milano. Inaugurato lo scorso 15 novembre, il lifestyle center dal cuore verde, sito nel quadrante nord ovest di Milano all’interno del più grande progetto di rigenerazione urbana italiana, ha già accolto, nei primi dodici giorni di apertura, oltre 600.000 visitatori, che hanno apprezzato le 210 unità commerciali, di cui 43 unità food & beverage, avvolte dal suggestivo “winter garden” in legno e vetro con ampi affacci sul parco circostante. Con la sua offerta di shopping, food & beverage e gli inediti format leisure e di intrattenimento, Merlata Bloom Milano rappresenta tre destinazioni in un solo indirizzo: per questi motivi è un unicum nel panorama dei centri commerciali con numerose prime aperture internazionali, o format inediti per il mercato italiano, o all’interno di un mall.

Come: Ric (Gruppo Cremonini), Neat Burger, la catena di ristoranti 100% plant-based, nata nel 2019 nel Regno Unito e famosa per i testimonial Leonardo di Caprio e Lewis Hamilton, Kebhouze, la catena di kebab che ha aperto oltre 20 store nel 2022 che vede Gianluca Vacchi tra i suoi investitori, e Poke House, il leader globale nella categoria delle healthy bowl tutti presenti nella food court del lifestyle center.

Hanno scelto Merlata Bloom Milano per la prima apertura in un mall diversi brand del comparto food (Caffè Caruso, Cipiace, Fresco&Cimmino, Hamerica's, Hiromi Cake, Macha café, Martinucci Laboratory, Pasticceria Sessa, Poldo, Rinaldini e Starbox), fashion (Bomboogie, Colmar, Jaggy, Only e Paragon, oltre che Reserved e Mohito, i brand di moda del Gruppo LPP, leader internazionale con oltre 30 anni di esperienza nella creazione, produzione e distribuzione di abbigliamento alla moda e trasversale per stili ed età) e beauty (Arabian Oud, il marchio internazionale di profumeria con oltre 1.000 negozi in molte parti del mondo, inclusi i flagship store sugli Champs-Élysées a Parigi, a Oxford Street a Londra e a Times Square a New York).

Inoltre, Esselunga con il suo nuovo superstore che porterà agli abitanti dell’area offerta e servizi di alta qualità, con la consueta attenzione per la convenienza che contraddistingue Esselunga. Il superstore, con accesso diretto dall’interno del mall, comprende il Bar Atlantic e si completa con l’elegante beauty store eb®.

Per tutti gli amanti del cinema, e non solo, NOTORIOUS Cinemas porta un moderno tempio dedicato alla magia del grande schermo: dieci sale e mille posti a sedere, per un incontro di tecnologia, comfort e coscienza green che rappresenta lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica.

Anche di questo si parlerà all’edizione 2023 di MAPIC Cannes, l’evento annuale dedicato al mercato immobiliare retail, che si svolge dal 28 al 30 di novembre nella cornice della Costa Azzurra.

Merlata Bloom Milano è un progetto della società Merlata Mall S.p.A., co-finanziato da Ceetrus, ImmobiliarEuropea e SAL Service, gestito e commercializzato da Nhood Services Italy sin dalla fase progettuale. Costituisce l’ulteriore tassello del futuro completamento di un nuovo distretto urbano sostenibile: il mall, infatti, è “cerniera” spaziale e funzionale tra il quartiere residenziale UpTown di Cascina Merlata e il distretto dell’innovazione MIND, la straordinaria sfida del post Expo 2015 che mese dopo mese sta crescendo nelle ex aree dell’Esposizione Universale

 


 

Mostra personale di pittura Mino di Summa 1 - 10 dicembre 2023, Galleria E. Maccagnani LECCE

Verrà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, presso la Galleria E. Maccagnani, sede della Società Operaia di Lecce in Corso V. Emanuele n. 56, la mostra personale di Mino di Summa, artista originario di Francavilla Fontana, noto a livello internazionale.

 

L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 10 dicembre, è composta da 50 opere che riguardano il figurativo, con le sue donne eteree e senza tempo, la natura morta, con composizioni che entrano nell’anima di chi le osserva, e i paesaggi dedicati alla penisola salentina che rievocano legami ancestrali tra l’uomo e la natura.

 

Alla base della pittura di Mino di Summa c’è lo studio dal vero del soggetto, la consapevolezza che nella natura, negli oggetti e nella figura si celano aspetti segreti che solo un occhio attento può svelare, dando vita a dipinti che vanno oltre la stessa realtà rappresentata, raggiungendo l’anima di chi li osserva, emozionando e ricordando la semplicità dell’essere umano e dei suoi sentimenti.

 

Con le sue opere Mino Di Summa fa ritornare chi le osserva a meravigliarsi davanti a una nuvola, un fiore, lo sguardo di un bambino, cose semplici ma profonde, che rendono dignità all’esistenza dell’essere umano.

Mino di Summa è allievo del pittore Luciano Regoli, fondatore della Scuola della Valle di Lazzaro presso l’Isola d’Elba, che persegue la missione di insegnare e tramandare i valori della Grande Pittura, quella classica figurativa italiana sempre più dimenticata, della quale è orgogliosa sostenitrice. Dal 2001 partecipa a molteplici Incontri nazionali e internazionali di arte madonnara, nei quali trova una dimensione espressiva tale da potersi affermare in prestigiosi festival tenutisi in Francia, Germania, Florida, Georgia, Messico, oltre che in Italia. Negli ultimi anni ha partecipato a rassegne di murales in Italia, realizzando opere sulle grandi pareti esterne di edifici pubblici e privati, riscuotendo recensioni positive da diverse riviste di settore.

 

La mostra si avvale del patrocinio della Provincia di Lecce e dell’Associazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso (A.I.S.M.S.) e sarà accessibile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21, con ingresso libero.

 


 

Cheryl Donegan: My Plastic Bag / Kunsthalle Zürich

lunedì 27 novembre 2023

Donato Di Poce parla del suo ultimo lavoro Nelle vene del mondo / Poesie 2000 - 2022 edito da iQdB

Galleria Previtali presenta la personale di Stefania Langfelder

Inaugurazione: lunedì 4 dicembre 2023 ore 19.00

fino al 20 gennaio 2024
MEMORIE E IMPRESSIONI - La produzione di Stefania Langfelder è caratterizzata, per la maggior parte delle sue opere, da campiture dimezzate, bianche, rosse e azzurre, abitate da aggregati di figure all'apparenza filiformi, schierate lungo perimetri areali della coscienza impegnata risolutamente a districarsi dall'enigma del quotidiano. Un mistero fitto e stratificato sull'asse portante del proprio destino, dipinto come forma scolpita nel legno o incastonato nel marmo lucido e freddo di un'esistenza liquida e informe. Il movimento dei corpi metamorfizzati, scrutato dall'occhio anfibio, è collocato spazialmente nell'etere dell'indecisione, gerarchicamente disposto non secondo valori di sostanza ma catturato dall'intensità etica di uno sguardo che sconfina nell'ambiente disteso dal dolore.
In alcune tele s'intravedono poi grumi di verità alla deriva, dalla tinta rosso violaceo, che galleggiano tra arcipelaghi di passione per annunciare l'inizio delle danze urbane accompagnate da un florilegio di volti goffi, segni dell' immaginaria inconsistenza oggettivata in polveri dalle tinte cirrotiche. Figure evanescenti in dialogo, consumate dal tempo, tra borbottii e coaguli di pensieri, svaporati in reticoli di cristalli esagonali pieni di turbamento, sullo sfondo di epifaniche dolcezze che irritano l'incoscienza ma che incantano.
Galleria Previtali  via lombardini 14 - 20143 Milano  
www.galleriaprevitali.it  / ORARI: martedi'-sabato: 16.00 - 19.30

 

Giuliana Susterini alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, da Sabato 30 settembre 2023

La Galleria Arianna Sartori di Mantova (via Cappello, 17) presenta la personale dell’artista friulana Giuliana Susterini che espone in quest’occasione una selezione di dipinti eseguiti negli ultimi anni. L’esposizione sarà inaugurata Sabato 30 settembre alle ore 17 con presentazione di Silvio Fuso alla presenza dell’Artista. La mostra, curata da Arianna Sartori, resterà aperta al pubblico fino al 12 ottobre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi. 

«Giuliana, che ben conosce la mia considerazione per il suo lavoro (la prima volta che ne vidi un dipinto fui singolarmente, stranamente affascinato), mi scuserà se “userò” la sua pittura come prezioso pretesto per alcune riflessioni sul significato del fare artistico contemporaneo… o, meglio, su un possibile significato. La tecnica artistica innanzitutto e il maestro, il pittore Donizetti, chiavi di volta della poetica e degli intenti di Guliana, danno conto di una scelta consapevole dell’artista per il campo di un’estetica “forte”, continentale, per usare il gergo filosofico. E qui si fa strada una prima riflessione, è davvero cori scontata l’accezione “analitica” dell’arte? Siamo d’accordo con Dickie nel definirla solo ed esclusivamente in relazione al “mondo dell’arte” inteso come istituzione sociale? Ho sintetizzato una serie articolata di posizioni, scegliendo la più estrema, certamente però è quella di cui davvero si servono gallerie, curatori, addetti di vario titolo e genere… ahimè usata anche, talvolta, nella variegata galassia dei musei. Ma forse è ancora possibile invece ricorrere a un pensiero diverso, che faccia perno sul lavoro, sul processo carsico, difficoltoso che conduce alle realizzazioni dell’arte. Mi soccorrerà, ancora una volta, il mio ineludibile riferimento, Dino Formaggio maestro indiscusso alla cattedra di Estetica a Padova che, al problema del farsi arte ha dedicato la sua opera più cara e, forse, più importante: “La fenomenologia della tecnica artistica”. Fin dalle prime pagine il lungo saggio è inequivocabile: “Essa diventa la tecnica del compiersi e dell’armonizzarsi di ogni esperienza nell’atto del suo oggettivarsi… ”, concetto radicale e onnicomprensivo in grado di dare autonomia teoretica all’idea stessa di tecnica artistica. Mi sento di aggiungere che, alla luce di tutto ciò, l’artista che si ritrova in questa definizione dovrebbe considerarsi risolto anche sul piano, diciamo cori, esistenziale e offrire agli altri un rifugio di laboriosa stabilità lontana mille miglia da certe caricature romantico/avanguardistiche cui siamo ormai tristemente assuefatti e, ecco un timido accenno critico, proprio questa stabilità io trovo in Giuliana, se la sua pittura mi conduce in un mondo di lucida stranezza, la pittrice mi pare, invece, solida artefice del suo lavoro e del percorso creativo. L’entusiasmo di Formaggio, fervido allievo di Banfi e Baratono, per le risorse che la fenomenologia offre all’analisi del fatto artistico attraversa tutto il libro, ma tocca, nei capitoli dedicati espressamente alla tecnica, il suo acme ermeneutico: “La tecnica artistica sorge nell’uomo come sensibilità e natura; diventa, con l’uso, volontà e coscienza; crescendo su se stessa, diventa intelligenza, umanità”. In questa prospettiva l’impulso a creare e la forza delle materie, la loro stessa inerzia, trovano la naturale convergenza: “Hanno mani curiose e sapienti… vivono con queste materie in connessione sensibile…”. 

Guliana: “Con la pennellessa tonda o normale stendere una quantità abbondante del composto sulla tavola… facendo attenzione a non lasciare in evidenza i «denti»”. E: “la stesura deve essere rapidissima poiché l’uovo coagula velocemente.
Il colore va sfumato nei bordi con pennello pulito e leggermente umido”.
Ne consegue che l’artista sente le forme come un fabbro, un falegname, le sente attraverso i ferri del
mestiere, in rapporto diretto con
l’effetto, con l’emozione estetica. Il legame profondo tra sensibilità,
emozione, comunicazione umana,
così magistralmente analizzato da
Dino Formaggio più di 70 anni fa,
ha trovato conferme recenti negli
studi del ne uro scienziato Antonio Damasio e dovrebbe, in ben altra sede, trovare diffusa trattazione… ci fermiamo qui, rivolgendo ora la nostra attenzione al mondo delle forme, alle immagini, alla loro radicale necessità. I dipinti stessi di Guliana ci conducono in questa direzione: intelletto, ma non concettualità, figurazione “accanita” che mai scade in una sorta di anacronistico narcisismo… e quindi? Di nuovo un riferimento alla tecnica, il disegno, in questo caso, conoscenza e creazione (traduco, male, dallo splendido francese di Jean Clair): “l’occhio penetra, al primo sguardo, in un terreno ricco e confuso, caotico, quello della sensibilità. Ma già tracciare una linea, saggiare, per tirar fuori un filo, un senso da questo guazzabuglio, vuol dire fare lo sforzo di capire ciò che si ha sotto gli occhi, chiarire, portare alla luce quello che non era mai stato visto, compreso…”. I materiali, la perizia, le conoscenze della tradizione, i colori e il disegno dove hanno portato Giuliana Susterini? Cosa ci comunicano e donano le sue opere? A dei “luoghi impossibili”, nelle sue stesse parole, dove fiori, frutti della terra, figure si radicano nelle pietre, pietre che sono avatar di Giuliana stessa, teatri della sua memoria; ci comunicano una vita agìta nell’ombra e nel silenzio… matrice di nostre nuove, inattese immagini che, assieme all’artista, prenderanno dimora, come scrive, commosso, Tullio Pericoli a proposito dell’arte ispirata, in un “interstizio, un vuoto d’aria che esiste tra tutte le cose razionali e il resto del mio corpo, del mio organismo vitale. Forse è lì che abita la Musa”». (Silvio Fuso)

 

Giuliana Susterini è nata a Gorizia ed è stata allieva del pittore Mario Donizetti dove approfondisce lo studio del disegno dal vero, del pastello encaustizzato e della tempera all’uovo. Le sue opere sono realizzate privilegiando la tecnica del pastello encaustizzato su tavola e della tempera al tuorlo d’uovo velata e verniciata. Ha seguito anche un corso di disegno con l’artista Franco Dugo e i seminari della prof. Gerda Fassel presso l’Internationale Sommer Akademie fur Bildende Kunst Salzburg. Ha frequentato il laboratorio e le lezioni del pittore Paolo Kervischer ed il seminario tenuto dal prof. Tigani a Venezia sui “Procedimenti pittorici antichi”. Ha partecipato a diverse esposizioni sia personali che collettive. Tra le prime, la mostra alla Galleria Bocca di Milano nel dicembre 2014, all’Antico Caffè e Libreria San Marco di Trieste nel febbraio 2015 e al Portonat di San Daniele del Friuli nell’aprile dello stesso anno. Tra le collettive, l’esposizione tenuta presso lo Studio Folart di Palazzo Manzioli a Isola d’Istria (Slovenia) nel dicembre 2017; la mostra “Ambientarti” organizzata da Art Space Milano presso il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma nel giugno 2021, alla presenza del Professor Vittorio Sgarbi dal quale ha ricevuto il premio per la migliore opera; l’esposizione “Dreams Ars II” organizzata da Art Space a Milano nel settembre 2021. Ha esposto al Lido di Venezia presso la Galleria delle Cornici per “Ut pictura poesis”, nel novembre 2022 e nel maggio 2023. Vive e lavora a Trieste.

 


 

 

John Russell: DOGGO / Kunsthalle Zürich

domenica 26 novembre 2023

Io che nasco immaginaria di Chiara Boni (Baldini + Castoldi)

Un'autobiografia brillante. Un ritratto complesso, indomito e vitale.


«A Chiara le donne piacciono davvero quando sanno fare squadra.» Non è l’incipit della storia di questa donna eclettica e resiliente, ma le donne, di certo, occupano un posto importante nella vita della stilista toscana. Le amiche sono al suo fianco sin dall’inizio, quando seguiva la mamma in sartoria a Firenze, dove quest’ultima provava modelli e lei, bambina, già imparava i trucchi del mestiere. Poi nella stagione dei balli, o quando Chiara, appena diciottenne, parte per Londra, la città che le insegna a vestirsi libera da qualsiasi condizionamento. Anni dopo, in Italia, l’incontro con Titti, il suo primo marito, la politica, un figlio. Le prime «cose» create e vendute, l’avanguardia architettonica degli UFO – di cui Titti era ideatore – l’influenza dell’arte, del cinema, della musica. E poi la Milano degli anni Ottanta, quando è una giovane donna separata alle prese con una carriera in ascesa. La sperimentazione con il Collettivo Moda Nostra e il successo che arriva quando il suo marchio entra nel GFT, il Gruppo Finanziario Tessile, e lei sceglie di usare un unico tessuto, un jersey elastico, e un unico colore, il nero. Nasce così la sua petite robe, un abito adatto a tutte, che si può ripiegare in una bustina e che rappresenta la sua concezione della moda e della bellezza: un vestito che possa farsi interpretare da ogni corpo, dando a ogni donna la possibilità di esprimersi. Tante persone attraversano la sua vita privata e lavorativa, e amori appassionati – da Cesare Romiti ad Angelo Rovati, a Fabrizio Rindi. E, ancora, il sogno americano, con lo sbarco negli Stati Uniti, seguendo un itinerario funambolico di Stato in Stato, e una vita che mai si ferma, riservandole anche prove dolorose. Questa autobiografia, scritta con Daniela Fedi, si snoda parallela al racconto di un’Italia che cresce e cambia nelle vicissitudini politiche, negli scontri generazionali, nella trasformazione dei costumi. Chiara Boni si svela come donna e come stilista, lasciando che le pieghe più intime del proprio vissuto esprimano sempre un’idea della moda che da quel vissuto origina, rilanciandone un invincibile senso di gioiosa libertà. 

 


 

A Milano apre Spazio HASITA

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Milano, Chiara Ferragni in piazza contro la violenza sulle donne: «Un dovere di tutti essere qui» | Vanity Fair Italia

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L’invasione della cucina romana a Milano è segno della regressione infantile dello stomaco - Gambero Rosso

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Emil Michael Klein: Darkotic / Kunsthalle Zürich

sabato 25 novembre 2023

Pensieri sull'architettura. Scritti 1931-1974 di Louis Kahn (Einaudi)

Questo libro riunisce un’antologia di scritti – molti dei quali inediti in Italia – dai primi anni Trenta in poi: saggi pubblicati in volumi e in riviste di architettura, introduzioni, conferenze, e conversazioni con gli studenti.


Louis I. Kahn appartiene alla grande stagione dell’architettura del Novecento, i cui massimi protagonisti (tra i quali egli va senz’altro annoverato) sono stati in grado di manifestare la propria «visione del mondo» non soltanto mediante i progetti e le costruzioni che hanno realizzato, ma anche attraverso la creazione di un immaginario disegnativo e pittorico e – non da ultimo – attraverso l’elaborazione di un pensiero che si traduce in scrittura. Con non minor impegno e passione di quanto faccia con i «materiali» progettuali (il mattone, il cemento armato, lo spazio, la luce), Kahn «maneggia» le parole alla ricerca dell’essenza, dell’origine. Come ha detto Anne Tyng: «Ogni parola era per lui una scoperta ed era sempre alla ricerca del modo migliore di articolare le cose». Articolazione che ha come fine ultimo ben più che l’espressione del proprio personale modo di concepire l’architettura: piuttosto di rispecchiare qualcosa di «inevitabile ed eterno», vale a dire qualcosa di molto più potente: «il potere dell’architettura». 

 


 

Pittori tra Venezia e l’impero: l’arte del Settecento in mostra in Friuli - Messaggero Veneto

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Holyart, l'arte sacra si globalizza con l'e-commerce

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La Francia celebra l'Impressionismo a 150 anni dalla nascita | Sky Arte

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I fumetti d'arte di Edward Spitz alla Nuvola di Roma - Lazio - Ansa.it

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Fotografia,i mondi fantastici di Skoglund in mostra a Senigallia - Arte - Ansa.it

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La seconda vita delle opere del Museo Zauli dopo l'alluvione - Arte - Ansa.it

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Rob Pruitt: The Church / Kunsthalle Zürich

venerdì 24 novembre 2023

Ida Ekblad: FRA ÅRE TIL OVN / Kunsthalle Zürich

Nasce la Fondazione Iannaccone tra arte e impegno sociale - Notizie - Ansa.it

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Arte in Nuvola, dal moderno al simultaneo

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La Francia celebra l'Impressionismo a 150 anni dalla nascita | Sky Arte

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A lezioni di settima arte dai set alle colonne sonore - La Stampa

A lezioni di settima arte dai set alle colonne sonore - La Stampa

La casa in pietra. L'eredità romanica di Santino Langé (Jaca Book)

La pietra, materia e simbolo dell’abitare umano, è una delle basi portanti della civiltà europea. Il lavoro del grande architetto e storico dell’urbanismo Santino Langé coglie il rapporto che l'uomo istituisce con la natura attraverso l’atto del costruire la casa o il villaggio, traendo da una materia primordiale, la pietra, la "misura" dell’abitare. Si tratta di un lungo viaggio in Europa, dalle Isole Britanniche, lungo la costa atlantica fino alle Alpi, giù verso l'Italia, verso le coste mediterranee, arrivando sino in Grecia. La forma e le caratteristiche delle case in pietra sono messe in relazione con le strutture aggregative della società (la famiglia, la comunità locale e le formazioni sociali popolari), in modo da poter leggere, in termini non solamente geografici, la logica sottesa alla costruzione dei villaggi. Ne emerge un quadro in cui la valenza simbolica della casa in pietra e del villaggio è la rappresentazione di una cultura permeata da una solidarietà che permane nel tempo a definire il paesaggio europeo, erede della civiltà romanica. Un viaggio nell'Europa profonda, accompagnati da bellissime fotografie e mappe realizzate dall'autore durante I suoi viaggi di ricerca. 


 

giovedì 23 novembre 2023

André Kertész. L'opera 1912-1982. Ediz. illustrata a cura di Matthieu Rivallin e Walter Guadagnini (Dario Cimorelli Editore)

Il volume ripercorre tutta l’opera di André Kertész, uno dei grandi protagonisti della fotografia del XX secolo, dalle prime fotografie amatoriali scattate nel suo paese d’origine e durante gli anni della prima guerra mondiale, alle celebri icone realizzate nella Parigi capitale del mondo culturale degli anni tra Venti e Trenta, i capolavori realizzati nello studio del pittore Piet Mondrian, le scene di strada, fino alle “distorsioni” che lo hanno reso una figura di primo piano anche nell’ambito surrealista. La selezione delle opere presentate getta poi una nuova luce sulla lunga seconda parte della sua esistenza, trascorsa al di là dell’Oceano, in un clima culturale profondamente diverso: le immagini di questi anni dimostrano infatti come da un lato Kertész continui la sua ricerca ritornando sugli stessi temi, dall’altro evidenzia l’effetto che le nuove architetture, i nuovi stili di vita, i nuovi panorami cittadini hanno sulla sua fotografia. La pubblicazione celebra anche il sessantesimo anniversario della presenza del fotografo alla Biennale di Venezia: la traccia delle opere in mostra si basa infatti sulla lista manoscritta delle opere esposte in quell’occasione, ritrovata tra i documenti presenti negli archivi della MPP. Il volume accompagna la grande mostra antologica promossa da Camera- Centro Italiano per la Fotografia di Torino in collaborazione con la Médiathèque du patrimoine et de la photographie (MPP) di Parigi – Istituto che conserva gli oltre centomila negativi e tutti gli archivi donati dal fotografo allo Stato francese nel 1984. 

 


 

In arte, Milva - Mostra - Bologna - Museo internazionale e biblioteca della musica - Arte.it

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Ruffano, mostra donna è arte

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L’arte abita alla Nuvola: da Boetti e Paladino, il contemporaneo in fiera a Roma - la Repubblica

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L'arte del vetro in lutto, se ne va Seguso: il maestro poeta che fondò un impero

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Visioni diacroniche, BAM: l'arte scuote e sviluppa senso critico - Il Sole 24 ORE

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How Graffiti is Changing the Face of Art | Duality: A Graffiti Story | Documentary Central

Artist Talk at Kunsthalle Zürich: Ida Ekblad

Cosa vedere al 41° Torino Film Festival - La Stampa

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Torino Film Festival, i fischi (da applausi) della madrina Catrinel Marlon- Corriere TV

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mercoledì 22 novembre 2023

The Edge, il magazine online lanciato da Wallife per offrire uno sguardo sui rischi inesplorati della tecnologia, festeggia il suo primo anno

Roma, 22 novembre 2023 – Generare l’interesse delle persone sensibilizzandole e creando consapevolezza sull’impatto che il progresso tecnologico, quando viene applicato in maniera distorta, può avere sulla vita di tutti i giorni.

È con questo intento che è nato The Edge, il magazine online lanciato un anno fa da Wallife, start-up che opera nel settore Insurtech per offrire protezione dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle nuove tecnologie digitali.

 

The Edge vuole essere una lente di ingrandimento sul mondo della tecnologia e dell’innovazione esplorando tutte le sue sfaccettature e affrontando le tematiche legate al progresso in diversi ambiti: Genetics, Biometrics, Biohacking, Metaverse, Robotics & AI.

Attraverso rubriche e articoli dedicati, infatti, The Edge racconta ai lettori l’interazione tra uomo e tecnologia da una nuova prospettiva focalizzandosi sull’impatto che questa ha sulla vita quotidiana, dando voce anche alle testimonianze reali di persone che hanno vissuto in prima persona esperienze legate ai rischi del mondo digitale.

 

 

 

“I nuovi strumenti digitali offrono alle persone delle opportunità senza precedenti ma, allo stesso tempo, se vogliamo sfruttare questo enorme potenziale occorre conoscerle, approcciarle nel modo corretto e avere consapevolezza dei rischi che possono derivare da un loro utilizzo improprio”, ha dichiarato Edwin Maria Colella, Chief Sales & Marketing Officer di Wallife.

“Con The Edge abbiamo voluto creare uno strumento che promuovesse l’informazione attraverso il racconto degli ultimi trend in ambito digitale e scientifico, credendo fortemente anche nel valore della condivisione all’interno di una community. Per questo, siamo entusiasti del primo anno appena concluso e del riscontro ottenuto dai nostri lettori e ci auguriamo che il magazine continui nel suo percorso di crescita”.

 

Nel corso del primo anno, The Edge ha fatto registrare oltre 200.000 views e ha visto la partecipazione di giornalisti, freelance e contributors che hanno partecipato alla scrittura di articoli di approfondimento e racconti in prima persona delle proprie esperienze.

 

Tra le storie raccontate da The Edge che hanno riscosso maggior successo tra i lettori troviamo quella di Neil Harbisson, l’artista affetto dalla nascita da acromatopsia – ovvero l’incapacità totale di percepire qualunque colore – che ha sviluppato una percezione cromatica alternativa grazie a un’antenna che lui stesso ha progettato e che si è fatto impiantare sul cranio.

 

Il progetto di The Edge, oltre a essere uno strumento di informazione e sensibilizzazione rispetto ai temi legati al mondo della tecnologia - sempre più parte integrante delle nostre vite - conferma l’impegno di Wallife nel promuovere la conoscenza e l’utilizzo corretto degli strumenti digitali. Proprio in questo senso, per tutelare gli utenti dai rischi derivanti dall’uso improprio delle tecnologie digitali, Wallife nel settembre del 2022 ha lanciato Wallife® Biometrics ID, la prima polizza che assicura l’identità digitale delle persone.

 

Wallife

Wallife - fondata nel 2021 da Fabio Sbianchi e guidata dalla CEO Maria Enrica Angelone - è una start-up innovativa che opera nel settore dell’Insurtech per sviluppare soluzioni assicurative potenziate da una componente tecnologica che prevengono e mitigano i nuovi rischi del digitale, in 3 particolari ambiti: Biometrics, Genetics, Biohacking. Wallife si distingue per la capacità di proteggere gli individui in ogni fase della loro vita grazie a prodotti assicurativi innovativi e ad alto contenuto tecnologico, che non trovano copertura nelle offerte attualmente disponibili e che vengono distribuiti attraverso strumenti e canali digitali, una rete capillare di partner assicurativi e tecnologici, piattaforme welfare e canali proprietari. In ambito biometrico, per esempio, l’Azienda propone Wallife® Biometrics ID, il primo prodotto che assicura l’identità digitale e protegge lo smartphone, tramite una tecnologia proprietaria avanzata, inclusa nell’offerta assicurativa.

Wallife.it

 


 

Michelangelo. Rumore e paura. Ediz. a colori di Vittorio Sgarbi (La nave di Teseo)

Vittorio Sgarbi chiude la sua trilogia del Rinascimento, dopo Leonardo e Raffaello, con il racconto impetuoso della vita e delle opere di Michelangelo Buonarroti.

«Michelangelo evoca fantasmi. Nelle sue opere non c’è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d’animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento.».


La parabola di un artista predestinato – narrata da Vasari nelle Vite con l’ammirazione che già suscitava nei contemporanei – capace di realizzare tra Firenze, Bologna e Roma una sequenza di capolavori che lo affermano come un maestro assoluto, venerato, copiato, rispettato per tutti i secoli a venire, fino ai giorni nostri. Le parole di Sgarbi guidano lo sguardo alla ricerca delle fonti e delle consonanze che le opere, opportunamente interrogate, ci suggeriscono: così sentiamo nostro il dolore muto e senza tempo della Madonna della Pietà vaticana, la forza interiore del David, proviamo la stessa vertigine provata da Raffaello nella Cappella Sistina, di fronte al gesto assoluto che unisce e allontana Dio e l’Uomo. Ancora vibriamo dell’energia che la pietra trasmette ai Prigioni, al Mosè, all’estremo abbraccio tra la madre e il figlio nella Pietà Rondanini. E in questo viaggio Michelangelo non ci appare mai solo: egli studia e rivoluziona la lezione dei maestri del passato – Masaccio, Donatello, Antonello da Messina –, si confronta con gli artisti coevi – Niccolò dell’Arca, Bellini, Mantegna –, e dialoga con i pittori e scultori successivi su cui eserciterà la sua influenza, dai manieristi che ne subiranno il mito a Tiziano, Caravaggio, Picasso, Pollock, fino all’arte contemporanea. Vittorio Sgarbi insegue Michelangelo nello stupore della bellezza, indaga le ombre della sua personalità inquieta, e pagina dopo pagina la storia del più grande di tutti diventa una storia che ci riguarda, il racconto del genio che ha mostrato al mondo l’anima dell’uomo. “Michelangelo evoca fantasmi. Nelle sue opere non c’è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d’animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento. 


 

ART OF PRESENCE - Shaping the Future through Creativity - Curated by Stefania Carrozzini

Bonnie Eisen, Lizzie Crawford, Sabine Hemming, Gro Folkan
Kerstin Grobler, Josefin Hill, Gerda Falke, Paul Zawadzki
 

Opening Reception:  
Thursday December 7th, 2023 
6-8 PM
 
12.01.2023 – 12.14.2023
 

Montserrat Contemporary Art, in collaborazione con MyMicroGallery, è lieta di annunciare "Art of Presence: shaping the Future through Creativity", a cura di Stefania Carrozzini. La mostra collettiva presenta le opere di otto artisti particolarmente sensibili al tema. Se dovessimo individuare alcuni denominatori comuni tra le opere presentate, sarebbe senza dubbio la loro intenzione di integrare la nozione di tempo della materialità in un linguaggio visivo e semantico.
 

Che cos’è il presente ? E soprattutto come si rapporta l’arte al presente? Intanto possiamo dire che il tempo è forse mistero più grande. Lo si può misurare soltanto in maniera indiretta, e il suo susseguirsi in una sequenza di movimenti su corpi, oggetti, paesaggi, lascia la sensazione dello scorrere incessante  di questa forza invisibile. E’ significativa la ricerca di molti artisti contemporanei che nel loro lavoro hanno provato non a rappresentare ma a presentare il tempo: come percezione quotidiana, osservandolo, condensando, o allungando il suo flusso. L’arte della performance è stata la disciplina che per eccellenza ha dato valore al momento del qui ed ora. Si pensi ad esempio a Marina Abramovic con l’iconica performance “The artist is present”.

Diversi sono gli spunti e riflessioni che questa mostra propone, a partire dal titolo che lega l’arte al tempo in  quanto presente, ma anche come presente che genera futuro, e come la creatività, intesa in tutti i suoi aspetti, modelli  e plasmi nel divenire i processi evolutivi dell’essere umano.  L'arte della presenza, nel contesto di dare forma al futuro attraverso la creatività, significa essere pienamente coinvolti nel momento attuale e usare le proprie capacità creative per influenzare ciò che ci aspetta. Si tratta di usare la propria immaginazione, innovazione e visione, per creare un futuro migliore attraverso l’arte, o qualsiasi altra strada in cui la creatività può avere un forte impatto. Questo concetto sottolinea l'importanza della consapevolezza di percepirsi come creatori del proprio destino, in cui la nostra vita è la forma più alta di creatività. L’arte della presenza nel time loop analogico digitale è intesa come attività creativa che si pone come  il nostro stare al mondo nell’era digitale è un continuo siamo distratti spesso da dispositivi che ci collocano in un tempo altro, camminiamo ma non osserviamo perché  abbiamo sempre lo  sguardo fisso sullo  schermo dello Smartphone, in un perenne dislocamento temporale. 

Abitare il qui e ora è dunque un’arte, contempla un esercizio, una disciplina. E nel time loop del nostro presente espanso si pone come tratto dominante, con ciò che identifica il nostro spirito del tempo. Tutto ruota intorno alla presenza  dialettica tra effimero e durevole e noi, consapevoli della transitorietà del nostro essere, ci opponiamo con un pensare e un fare che diano forma a contenuti durevoli. Alla base c’è sempre la volontà di andare oltre l’effimero, di ricongiungersi anche per un istante all’eternità e al senza tempo. E’ incredibile come nel mondo dell’intelligenza artificiale resistano i mezzi tradizionali di espressione, tra cui  la pittura.  E resistono alla smaterializzazione sempre più spinta del reale perché fanno parte di  un tipo di esperienza che non può essere sostituita con il virtuale, in quanto ci riporta al corpo, alla materia. E’ un processo che si sviluppa nella consapevolezza dello shock antropologico a cui stiamo assistendo, uno shock non ancora identificato come reale pericolo. Il  buco nero dell’online o meglio dell’onlife,  divorerà sempre di più   l’intera realtà offline, la vita come tale. In una realtà sempre più  iperconnessa non ci resta, allora che salvare la presenza, la nostra presenza creativa che ci contraddistingue come umani.


Montserrat Contemporary Art, in collaboration with MyMicroGallery, is delighted  to announce,  “Art of Presence: shaping the Future through Creativity” curated by Stefania Carrozzini. The group exhibition features work of eight artists particularly sensitive to the topic. If we had to identify some common denominators among the works presented here, it would be undoubtedly be their intention to integrate notion of time of materiality into a visual and semantic language. 
What is the present ? And above all, how does art relate to the present ? Meanwhile, we can say that time is perhaps the greatest mystery. It can be measured only indirectly, and its succession in a sequence of movements on bodies, objects, landscapes, leaves the feeling of the unceasing flow of this invisible force. Significantly, many contemporary artists have tried in their work not to represent but to present time: as an everyday perception, observing it, condensing it, or stretching its flow. Performance art has been the discipline par excellence that has given value to the moment of the here and now. Consider, for example, Marina Abramovic with her iconic performance "The artist is present."
 
Several insights and reflections are offered by this exhibition, starting with the title that links art to time as the present, but also as the present that generates the future, and how creativity, understood in all its aspects, models and shapes in becoming the evolutionary processes of human beings.  The art of presence, in the context of shaping the future through creativity, is about being fully engaged in the present moment and using one's creative abilities to influence what lies ahead. It is about using one's imagination, innovation and vision, to create a better future through art, or any other avenue where creativity can have a strong impact. This concept emphasizes the importance of the awareness of perceiving oneself as the creator of one's own destiny, in which our life is the highest form of creativity.
 
The Art of Presence in the analog digital time loop is understood as a creative activity that arises as our being in the world in the digital age is a continuous, we are often distracted by devices that place us in another time, we walk but do not observe because we always have our gaze fixed on the screen of the Smartphone, in a perpetual temporal displacement. 
Inhabiting the here and now is thus an art, contemplates an exercise, a discipline. And in the time loop of our expanded present, it stands as a dominant trait, with what identifies our spirit of time. Everything revolves around the dialectical presence between the ephemeral and the lasting, and we, aware of the transience of our being, counter it with thinking and doing that shape lasting content. Underlying this is always the will to go beyond the ephemeral, to reconnect even for an instant with eternity and timelessness. It is amazing how in the world of artificial intelligence traditional means of expression, including painting, endure.  And they resist the ever-increasing dematerialization of the real because they are part of a kind of experience that cannot be replaced with the virtual, as it brings us back to the body, to matter.
It is a process that develops in awareness of the anthropological shock we are witnessing, a shock not yet identified as a real danger. The black hole of online, or rather onlife, will increasingly devour the entire offline reality, life as such. In an increasingly hyperconnected reality we have no choice, then, but to save presence, our creative presence that distinguishes us as humans.(S.C.)


The exhibition will be visible at Montserrat Gallery 
until December 14, 2023
Info for  selling inquiries: 
T. 212 268-0026    
 
The catalogue will available in the gallery 
 
Gallery hours:  Wednesday to Saturday 12 am to 6 pm 
montserratcontemporaryart@mail.com
www.montserrat.us  
www.stefaniacarrozzini.com

 


 

Stefan Tcherepnin at Kunsthalle Zürich

martedì 21 novembre 2023

The Banksy Interviews: Creating A Street Art Revolution | The Rise Of Outlaw Art | Perspective

LEZIONI D'ARTE (CONTEMPORANEA) Banksy, o della street art

È morto il giornalista e critico d’arte Enzo Rossi-Ròiss

È morto il giornalista e critico d’arte Enzo Rossi-Ròiss

“Roma Arte in Nuvola”, un viaggio tra arte antica e contemporanea

“Roma Arte in Nuvola”, un viaggio tra arte antica e contemporanea

7 mostre di fotografia a Milano da non perdere | Vogue Italia

7 mostre di fotografia a Milano da non perdere | Vogue Italia: Moda, architettura, politica e molto altro nelle foto esposte in queste settimane a Milano

Raffaella Carrà. Tra moda e mito. Ediz. illustrata di Massimiliano Capella (24 ore Cultura)

 Raffaella Carrà è icona pop: ballerina, cantante, donna di grande talento, generosità, progressista e, soprattutto, libera. Questo volume racconta il mito attraverso un ampio apparato iconografico, composto da foto di repertorio e materiale inedito, che la ritrae con abiti e costumi di scena che hanno segnato una vera e propria rivoluzione nel mondo dello spettacolo e che ancora oggi continuano ad essere fonte di ispirazione per il mondo della moda e per le celebrities. Un volume di ampio formato, con finiture di pregio, per celebrare la figura di Raffaella Carrà, protagonista assoluta della televisione italiana e della storia del costume. Con la Direzione artistica di Sergio Iapino. 

 


 

Gilbert & George: The Great Exhibition, 1971-2016 / Luma Westbau & Kunsthalle Zürich

domenica 19 novembre 2023

Nils Amadeus Lange / Performance at Kunsthalle Zürich

Lo store di Triennale Milano migliore libreria museale permanente in Italia

Secondo la Giuria della I Edizione del Premio RO.ME – Museum Exhibition ‘Libreria Museale Italiana 2023’

In occasione della sesta edizione di RO.ME – Museum Exhibition, Fiera internazionale sui musei, i luoghi e le destinazioni culturali (15-17 novembre 2023), una giuria composta da Andrea Billi, Sapienza Università di Roma; Paolo Conti, giornalista del “Corriere della Sera”; Sophie Languillame, direttrice di Popasch; e dall’editore Francesco Palombi, ha selezionato le migliori librerie tra i musei italiani.

Tra queste, lo store di Triennale Milano, gestito da Electa editore dal 2016.

I riconoscimenti sono stati comunicati, giovedì 16 novembre, presso la Fiera di Roma, al termine della tavola rotonda che ha fatto il punto a 30 anni esatti dalla promulgazione della Legge Ronchey.

Il progetto di allestimento dello store di Triennale Milano è firmato da Patricia Urquiola. Elementi dominanti sul perimetro dello spazio sono gli archi in lamiera forata, strutture plastiche che giocano con l’architettura originale di Triennale, “insistendo” sulla sua storia.

Lo spazio interno, abitato da arredi componibili sempre disegnati da Urquiola, accoglie il pubblico come un contenitore – versatile e aperto – per le arti visive, che custodisce ed esalta, al modo di una cornice, oggetti talvolta unici.

La libreria rinnova costantemente il suo assortimento: è specializzata nei settori della architettura e del design – con volumi illustrati, saggistica e pubblicazioni periodiche nazionali e internazionali – ma accoglie anche titoli di grafica, moda, arti figurative, nonché focus di approfondimento sulla fotografia e sulle principali forme creative della contemporaneità, senza trascurare la letteratura e la filosofia e in stretta connessione con il programma espositivo di Triennale. Cuore dell’offerta editoriale del bookshop e perno del concept espositivo sono i cataloghi delle mostre, cui si affianca sempre una ricca selezione di approfondimenti tematici.

I libri sono liberamente mescolati agli oggetti e agli accessori di design, ai gioielli, alla cartotecnica, in un insieme in costante aggiornamento che offre ai visitatori continue occasioni di scoperta e suggestive connessioni.

Tra le proposte più interessanti, il merchandising di Triennale: un assortimento ricco di prodotti che recano l’iconico logo “T”, disegnato dallo studio svizzero Norm, e che Electa realizza ponendo grandissima attenzione alla ecosostenibilità e alla certificazione di ogni fase della filiera produttiva; la più recente produzione, realizzata per Triennale ed Electa da Studio Sonnoli, è ispirata alle icone del design, con una elegante riproposizione degli oggetti che hanno fatto la storia degli ultimi decenni.

Specializzata in architettura, design, grafica, moda, fotografia e arte, propone ai visitatori di Triennale il più vasto assortimento di novità dei principali marchi leader dell’editoria italiana e internazionale. Tra gli editori: Birkhauser Publishers, Contrasto, Corraini, Die Gestalten Verlag, Dom Publishers, El Croquis Editorial, Einaudi, Hatje Cantz, Hirmer Verlag Munchen, Johan & Levi, Jovis, Jrp Ringier Kunstverlag, Kehrer, L’Ippocampo, Lars Muller Publishers, Laterza, Laurence King Publication, Olschki, Lettera Ventidue, List Lab, Moma, Mousse Publishing, Penguin, Phaidon, Prestel, Quodlibet, Silvana Editoriale, Skira, Taschen, Tate Gallery Publishing, Thames&Hudson Ltd, Victoria&Albert, Walther Koenig Verlag.

L’offerta editoriale riguarda anche cataloghi e approfondimenti tematici sulle mostre in programmazione e si estende a una selezione delle principali testate di settore specializzate (Casabella, Domus, Interni, Lotus, DDN, Archetipo, Area, IQD, Arte e Critica, Artforum, Inside Art e diverse altre).

È disponibile inoltre una selezione di elementi d’arredo (Design Memorabilia, Danese, L’Abitare Milano, Seletti…) e accessori hi-tech (gli oggetti di design led di GING-KO Electronics, touch pen, power bank solari, etc. di XD Design).

L’offerta comprende, accanto a gioielli (tra cui i pezzi di Barbara Proverbio e di Art Pod), anche oggetti di cartotecnica selezionati tra i principali brand del design italiano (Moleskine, Fabriano, Martini 1866 e Nava). (foto di Gianluca di Ioia)

 


 

 

 

sabato 18 novembre 2023

Flora — Google Arts & Culture

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John Gerrard — Google Arts & Culture

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Art Nouveau — Google Arts & Culture

Art Nouveau — Google Arts & Culture: Leaf Work

Bertel Thorvaldsen — Google Arts & Culture

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Meet the Royal Academy — Google Arts & Culture

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Lara Dâmaso. Performance at Kunsthalle Zurich

Cloni d’arte. Il souvenir al bookshop? Adesso è una statua (eco sostenibile) riprodotta in fibra di mais- Corriere.it

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Anche in Italia ci vorrebbe un Museo dell'arte proibita | Il Foglio

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Milano, al Cam Pecetta appuntamento tra riqualificazione e arte

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mercoledì 15 novembre 2023

William Morris. Alla ricerca della bellezza perduta di Pia Valentini e Giancarlo "Elfo" Ascari (24 Ore Cultura)

Una graphic novel dedicata a uno dei personaggi più interessanti della scena artistica del XIX secolo: William Morris. Designer, artista e scrittore, fondò il movimento Arts and Crafts, promosse il ritorno all’artigianato e al lavoro manuale e conferì agli artigiani il riconoscimento di artisti, anticipando il concetto di “pensa globalmente, compra localmente”. Ma Morris è stato anche un socialista utopista, lottava per politiche del lavoro più eque, che prevedessero salari adeguati e la salvaguardia della salute degli operai, promuoveva l’emancipazione femminile e, infine, esortava i consumatori all’autoproduzione e a consumare consapevolmente. 


 

Architettura e democrazia. Paesaggio, città, diritti civili di Salvatore Settis (Einaudi)

  Città e paesaggio incarnano valori collettivi essenziali per la democrazia. Formano un orizzonte di diritti a cui deve rispondere la respo...