T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

giovedì 9 novembre 2023

Art Basel 2023 Parcours

Torino per la poesia, nasce il protocollo tra città, università e centro studi Leopardiani

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Torna a Torino il Festival del Classico tra Oriente e Occidente - Libri - Altre Proposte - Ansa.it

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A Torino i primi 7 laureati d'Italia in circo contemporaneo | Sky TG24

A Torino i primi 7 laureati d'Italia in circo contemporaneo | Sky TG24

El Greco. Un pittore nel labirinto. Ediz. a colori (Skira)

Una grande monografia dedicata al maestro di origini cretesi, considerato uno dei maggiori artisti del tardo Rinascimento spagnolo Domínikos Theotokópoulos, in arte El Greco, è stato un precursore, un innovatore, un pittore di straordinaria cultura e perizia che ha saputo assimilare ed elaborare, fondendole in uno stile unico, influenze e insegnamenti diversi, frutto della sua permanenza negli ambienti culturalmente più vivaci di Grecia, Italia e Spagna della seconda metà del Cinquecento. Attraverso oltre quaranta opere (tra cui capolavori quali San Martino e il mendicante e il celebre Laocoonte della National Gallery di Washington, il Ritratto di Jerónimo de Cevallos del Museo del Prado, l’Annunciazione Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid e San Giovanni evangelista e san Francesco d’Assisi delle Gallerie degli Uffizi), il volume costituisce un’occasione unica per scoprire l’inconfondibile arte di El Greco alla luce delle ultime ricerche sul suo lavoro. La monografia è infatti frutto di una profonda e innovativa riflessione storico-critica, i cui punti di forza sono costituiti dall’attenta riconsiderazione dell’impatto dei modelli italiani nella formazione dell’artista e dall’interpretazione dell’ultimo periodo toledano in termini di consapevole recupero di un’impostazione compositiva in senso lato bizantina. Il percorso alla scoperta dell’opera di questo grande maestro è suddiviso in cinque sezioni, che ripercorrono le diverse fasi legate alla vita e all’evoluzione dell’arte di El Greco. La prima sezione, Il bivio, è dedicata alle prime realizzazioni cretesi, dove predominano gli stilemi dell’arte bizantina, mentre Dialoghi con l’Italia evidenzia l’influenza dei grandi maestri italiani, da Tiziano a Michelangelo, assorbita negli anni trascorsi a Venezia e a Roma. Le successive sezioni, Dipingendo la santità e L’icona, di nuovo, si soffermano sulla produzione spagnola caratterizzata da un forte afflato religioso e mistico. El Greco nel labirinto, l’ultima sezione che dà il titolo all’esposizione, si riferisce all’opera ispirata al mito del labirinto di Creta e rappresenta quasi una sintesi ideale dell’evoluzione della sua arte. Il percorso creativo di El Greco si dipana infatti in un labirinto metaforico dove diverse “strade” si intrecciano e si confondono fino a trovare uno sbocco in uno stile originale e irripetibile, che appare oggi straordinariamente moderno ed evocativo. 

 


 

DYOR / Group Exhibition at Kunsthalle Zürich / Interview with Nina Roehrs

DYOR at Kunsthalle Zürich / Interview with artist and crypto-forensicist...

mercoledì 8 novembre 2023

Ibrahim El-Salahi: Pain Relief Drawings / Kunsthalle Zürich

VTV Beginnings (r2): Terence Koh / Kunsthalle Zurich / Installation (2006)

Saul Leiter. La retrospettiva. Ediz. illustrata di Guia Boni (Contrasto)

 La filosofia del vero fotografo di strada, che lascia lo studio per correre lungo i marciapiedi e cercare il ritmo nelle insegne al neon o nei visi dei passanti, sembra disegnata su misura intorno alla figura di Saul Leiter. Nato a Pittsburgh nel 1923 e destinato a seguire le orme del padre, rabbino noto per i suoi studi sul Talmud, da adolescente Saul Leiter abbandona gli studi religiosi appena si appassiona alla pittura e alla fotografia. Inizia a cimentarsi con la fotografia a colori a New York alla fine degli anni Quaranta, utilizzando pellicole per diapositive come la Kodachrome. In questi anni, però, la fotografia a colori è considerata una "arte bassa", adatta solo alla pubblicità. Leiter lavora quindi principalmente come fotografo di moda, per riviste come Elle, Esquire e Harper's Bazaar, oltre a seguire progetti personali. Passeranno quasi 40 anni prima che la sua straordinaria fotografia artistica venga riscoperta: solo nel 2006, infatti, la pubblicazione della prima monografia di Leiter, Early Color, rivela al mondo le sue opere, composizioni radicalmente innovative, e una padronanza del colore rivoluzionaria, influenzata dall'espressionismo astratto. Le sue immagini pittoriche ed evocative riprendono la realtà caotica di New York con colori luminosi, trasparenze, riflessi, complesse inquadrature che con uno stile personale rivelano particolari inaspettati, a volte in primo piano, altre sullo sfondo. Con 340 immagini, in bianco e nero e a colori, Contrasto pubblica la monografia completa, unica in Italia, dedicata a questo grande artista, che per tutta la vita ha alternato pittura e fotografia rivelandosi un grande interprete dell'arte contemporanea. I testi di Margit Erb e Michael Parillo - direttori della Saul Leiter Foundation - Adam Harrison Levy, Michael Greenberg, Lou Stoppard e Asa Hiramatsu raccontano l'arte di Leiter, accompagnati da una cronologia dettagliata che ne ripercorre la vita e la carriera. Il volume esce in occasione del centenario della nascita del fotografo. 

 


 

Christopher Kulendran Thomas: For Real / Kunsthalle Zürich

Ghemon: “Faccio stand up comedy in incognito nei locali di Milano”

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Fotogallery - Michelle Hunziker, le nuove foto con Alessandro Carollo a Milano

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Ristoranti: nuove aperture a Milano a novembre 2023

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I quartieri più di tendenza del mondo? C’è anche Milano - la Repubblica

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martedì 7 novembre 2023

Gabriele Basilico. Le mie città. Ediz. illustrata (Electa)

 In occasione di Gabriele Basilico. Le mie città, la mostra che Milano dedica al suo fotografo d'eccezione nel decimo anniversario della sua prematura scomparsa, Electa pubblica un ricco catalogo che mira a restituire il suo sguardo cosmopolita, curioso verso gli orizzonti del mondo ma radicato nella sua città di nascita. Il volume, progettato dallo studio Tomo Tomo, si articola in due corpi libro, un format che consente di affiancare nello sfoglio quattro pagine (per una dimensione finale di 89x33cm) e riflette il duplice percorso espositivo che si dipana fra Palazzo Reale (dal 13 ottobre 2023 al 11 febbraio 2024) e Triennale Milano (dal 13 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024). Il grande formato e le oltre quattrocento pagine custodiscono le numerose campagne fotografiche svolte da Basilico in giro per il mondo, accanto al costante lavoro dedicato a Milano, indagata tanto nelle periferie, così amate dal fotografo, quanto nei suoi luoghi centrali e più conosciuti. La molteplicità di luoghi che l'obiettivo fotografico di Basilico ha colto abita in questa pubblicazione che ricorre a una particolare confezione per regalare al lettore la possibilità di un viaggio visivo e geografico senza uguali. Il rosso minio, scelto per la copertina, richiama il colore della vernice antiruggine impiegata in molti cantieri e allude all'interesse di Basilico per gli spazi urbani, per le fabbriche e i luoghi del lavoro operaio, che ha saputo immortalare come nessun'altro. Anche la sua voce tipografica riconduce al carattere più diffuso e pervasivo di tutti gli spazi urbani del globo, ovvero l'Helvetica, emblema del modernismo, ma ormai anche passepartout estetico della lingua densissima delle metropoli contemporanee. Le fotografie sono accompagnate dai testi curatoriali di Filippo Maggia e Matteo Balduzzi, da due testi scritti per l'occasione da Sandra S. Philips, per la sezione dedicata a Mondo presentata a Palazzo Reale, e Luca Doninelli per Milano, esposta in Triennale, nonché da un'antologia di testi fra i più significativi raccolti negli ultimi decenni intorno alla fotografia di Basilico. Proprio queste parole, rilette ora, insieme al corpus di fotografie proposte, lasciano risuonare nell'osservatore la poesia di una narrazione sentimentale che Basilico ha saputo tessere attraverso il proprio sguardo, ricercando, come egli stesso dice, "Milano in tutte le città del mondo". 

 


 

Let’stART: mercoledì 8 novembre al Palazzetto Tito di Venezia presentazione degli artisti e del programma degli studi della Bevilacqua La Masa

Mercoledì 8 novembre alle ore 16.00 presso Palazzetto Tito, la Fondazione Bevilacqua La Masa presenterà al pubblico gli artisti vincitori degli atelier per l’anno 2023-2024 insieme al programma formativo a loro dedicato, curato quest’anno da Cristina Beltrami, storica dell’arte, docente e curatrice indipendente, alla quale è stato conferito l’incarico di curare il programma annuale di residenze artistiche: «È una nomina che mi riempie di gioia; inizio quest’incarico con entusiasmo e con una grande curiosità verso il lavoro di questi quindici artisti, tutti talentuosissimi e tutti con anime profondamente differenti. Mi sto muovendo per instaurare con loro uno scambio reciproco e proficuo nella volontà di portarli a una mostra finale di soddisfazione e all’altezza della tradizione e del nome della Fondazione Bevilacqua La Masa».

L’incontro, che segna l’avvio di uno dei più antichi programmi di formazione per giovani artisti, sarà la prima occasione di confronto e dialogo con il pubblico per conoscere gli assegnatari dei prestigiosi spazi della Giudecca, nel Chiostro di SS Cosma e Damiano, e a Palazzo Carminati, ovvero: Stefano Stoppa, Giovanni Sambo, Matilde Sambo, Elsa Scagliarini, Giuseppe Lo Cascio, Alexander Koch, Rebecca Ganima Michelini, Eric Pasino, Pierluigi Scandiuzzi, Jacopo Zambello, Nadezda Golysheva, Chiara Peruch, Matteo Rattini, Carlo Negro, Enrico Loquercio.

Quest’anno il programma degli Atelier e la mostra finale con i lavori degli artisti vedrà il sostegno dell’azienda TABU di Cantù, nello storico distretto lombardo del mobile. TABU dal 1927 è “sartoria del legno”: produce piallacci di legno naturale tinto e multilaminare e superfici decorative in legno di ultima generazione. L’anima dell’azienda risiede nello sviluppo della tecnologia tintoria applicata al legno, rendendo possibile ogni colore all’infinito: TABU è nota presso architetti, designer e creativi di tutto il mondo per la sua natura di avanguardia, per il rispetto della natura (dalle certificazioni forestali alla neutralità carbonica), per lo slancio educativo verso le nuove generazioni di progettisti e creativi attraverso il contest IDEAS4WOOD. Con TABU verrà realizzato il progetto specifico “Wood Drawing Wood Thinking” che metterà in relazione la qualità della progettazione e produzione dell’azienda con la creatività degli artisti.

Come ogni anno, al termine della presentazione, sarà possibile visitare gli atelier di Palazzo Carminati per un open studio che coinvolgerà anche Katharina Goeppert e Marcel Mrejen, i due artisti ospiti della Fondazione per il progetto Nuovo Grand Tour promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut Français Italia, alla luce del Trattato del Quirinale siglato tra i due Paesi nell’autunno 2021.

Katharina Goeppert e Marcel Mrejen hanno avuto la possibilità di vivere e lavorare a Venezia per un mese, nelle foresterie di Palazzo Carminati della Fondazione Bevilacqua La Masa, condividendo gli spazi, nell’ultimo periodo, con i nuovi assegnatari degli atelier. A pochi giorni dalla loro partenza, presentano al pubblico il risultato della loro permanenza in laguna, attraverso un open studio che vedrà esposti i loro progetti e un dialogo aperto con il pubblico. Il progetto Nuovo Grand Tour è rivolto ad artisti francesi e tedeschi di meno di trent'anni, a cui viene offerta l'opportunità di essere ospitati in Italia, in diverse residenze partner. Tale proposito nasce dal desiderio di promuovere una forma contemporanea della pratica avviata nel diciottesimo secolo e mira al dialogo tra le culture, alla contaminazione artistica, nonché a un significativo e costruttivo confronto. Su questo progetto ha collaborato Catalina Golban come curatrice per la Fondazione Bevilacqua La Masa .

Sempre a Palazzo Carminati seguirà un drink di saluto a partire dalle 19.30

L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti a sedere.


Per informazioni:

 www.bevilacqualamasa.it

 info@bevilacqualamasa.it  

041 5207797

 


 

Pippa Garner: Act Like You Know Me / Retrospective at Kunsthalle Zürich

Christopher Kulendran Thomas: For Real / Kunsthalle Zürich

Biennale Teatro 2023 - Recap 5 (Masterclass, College Teatro)

Biennale Teatro 2023 - Recap 4 (Masterclass, Goudal / Poésy, Murkus and Khashabi Ensemble)

lunedì 6 novembre 2023

Biennale Teatro 2023 - Recap 3 (Masterclass, El Conde de Torrefiel, Andersson)

Biennale Teatro 2023 - Recap 2 (Masterclass, Leoni, Rosellini / Garaffoni)

Torino e i letterati, dalla Porta Nuova di Italo Calvino all'hotel dove si tolse la vita Cesare Pavese | Corriere.it

Torino e i letterati, dalla Porta Nuova di Italo Calvino all'hotel dove si tolse la vita Cesare Pavese | Corriere.it

Camera light. Ediz. illustrata. Con 24 stampe con timbro a secco di Milo Manara (Feltrinelli)

Una galleria di ritratti di celebri attrici, che rinnova il connubio fra Manara e il cinema, nel segno di un erotismo raffinato e ironico.

Una raccolta di ventiquattro stampe, su carta di pregio, ognuna contrassegnata dal timbro a secco della firma di Milo Manara. L’omaggio di un maestro assoluto del fumetto e dell’illustrazione al mondo del cinema, con una galleria di disegni ispirati ad alcune delle più note stelle degli schermi internazionali. 

 

Milo Manara è il più celebre autore italiano di fumetti erotici. Studia presso il liceo artistico di Verona e successivamente si iscrive alla facoltà di Architettura di Venezia senza conseguire però la laurea. Debutta nel mondo del fumetto nel 1969, presso Furio Viano editore, dopo essersi dedicato alla pittura e alla scultura. Il suo debutto inizia con storie erotico-poliziesche della collana «Genius», e subito dopo in Jolanda de Almaviva, serie sexy di grande successo.
Negli anni Settanta avvia la collaborazione con il «Corriere dei Ragazzi». Nello stesso periodo realizza Un fascio di bombe, fumetto sulla strategia della tensione nelle stragi di Stato. Subito dopo, assieme a Silverio Pisu, Manara dà vita a Lo Scimmiotto ad Alessio, il borghese rivoluzionario, che segnano il suo debutto nel fumetto d’autore.
Collabora con la casa editrice francese Larousse.
Tra la fine del decennio e i primi anni Ottanta partecipa alla realizzazione della Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi. Di questo periodo è anche il primo di due lavori su testi di Hugo Pratt. Poco dopo crea Miele, forse il suo personaggio femminile più famoso.
Nel 1987 inizia la collaborazione con Federico Fellini che gli chiede le illustrazioni per una sceneggiatura che pubblica sul «Corriere della Sera», Viaggio a Tulum, apparso su «Corto Maltese». Fellini rimette mano anche a uno dei suoi progetti più personali e insieme danno vita a Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet. Manara realizza inoltre i manifesti dei film di Fellini Intervista e La voce della luna.
All’inizio degli anni Novanta, realizza le tavole a fumetti del Cristoforo Colombo di Enzo Biagi. In questo periodo tra le tante collaborazioni internazionali illustra un libro di racconti di Pedro Almodovar.
Negli Stati Uniti realizza con la DC Comics la storia di Desiderio nel volume Sandman – Notti Eterne. Qualche anno dopo, anche la Marvel Comics commissiona un lavoro a Manara: in coppia con Chris Claremont, nasce una storia degli X-Men femminile, X-Men:Ragazze in fuga.
La sua attività si diversifica orientandosi anche verso la realizzazione di storyboard e la consulenza per campagne pubblicitarie, come quelle per Chanel, Fastweb, Eminence, Permaflex e Yamamay.
Dopo numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, nel 2009 l’Accademia di Belle Arti di Macerata gli dona il titolo di Accademico Honoris Causa.

 


 

TRIENNALE MILANO - ven 10 nov h 18 - Cerimonia premiazione AWDA, Aiap Women in Design Award

Venerdì 10 novembre alle ore 18.00, presso Triennale Milano,
si terrà la cerimonia di premiazione della 5° edizione di

AWDA, Aiap Women in Design Award

 
il premio biennale internazionale rivolto alle designer della comunicazione visiva che nasce con l’obiettivo di ricercare linguaggi, poetiche e approcci differenti al progetto grafico ma anche di mappare la condizione del lavoro delle designer.


Oltre a scoprire i sessanta progetti selezionati, ascolteremo le voci di personalità e rappresentanti di associazioni di design da tutto il mondo, che hanno preso parte alla giuria internazionale e della ricerca.

Una domanda emblematica sarà il filo sottile durante la serata: “How many women are in the room?”, un invito a non abbassare mai la guardia sul tema della presenza e della rappresentazione femminile, nel design come in tutti gli ambiti disciplinari.

Per la prima volta un premio speciale, AWDA for Rights!, sarà attribuito al progetto che meglio avrà affrontato le tematiche sociali dei diritti e del lavoro femminile, e più in generale delle disparità di genere e in ogni ambito.

Saranno assegnate le menzioni d’onore, una per ogni categoria del premio (studentesse, ricercatrici, professioniste), e il riconoscimento principale Aiap Women in Design Award.

Infine sarà riconosciuto con un Premio alla Carriera e un Premio alla Memoria il merito di due progettiste che nei decenni passati hanno compiuto un percorso professionale innovativo contribuendo in maniera autorevole alla cultura del progetto nel campo del design della comunicazione visiva.

Nel corso della cerimonia, tutta dedicata alle designer e al design, vi saranno due momenti speciali: uno di testimonianza rivolto alle donne iraniane su cui vogliamo rimanga alta l’attenzione e uno di riflessione riservato a John Walters, storico direttore della rivista Eye magazine.

L'evento è a ingresso libero previa registrazione su triennale.org

IL PREMIO
AWDA è un premio fondato nel 2012 da Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Daniela Piscitelli. Dal 2021 le curatrici sono Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Carla Palladino, affiancate da un piccolo team di giovani designer: Alice Bianco, Costanza De Luca, Benedetta De Rossi, Elia Maniscalco, Bianca Sangalli Moretti, Lucia Tonelli.
AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva, ne è Project Leader fin dalla prima edizione.

ICoD, International Council of Design, ha il ruolo di Institutional Partner dal 2019, e diffonde AWDA, come una delle sue attività principali, attraverso le associazioni di design di tutto il mondo.

AWDA è un premio internazionale, che ha l’obiettivo di fare emergere, in un’ottica di valorizzazione e gender equality, quelle figure femminili del design della comunicazione visiva, del passato, del presente, del futuro, che la storia anche recente non sempre riporta. AWDA è anche una piattaforma di confronto e dialogo, necessario in un momento storico in cui alle donne, in molti paesi del mondo, sono negati i principali diritti umani e non solo quelli legati alla possibilità di studiare, lavorare, realizzare progetti.

 

 


 

domenica 5 novembre 2023

Biennale Teatro 2023 - Cerimonia di premiazione / Awards Ceremony

Biennale Teatro 2023 - Recap 1 (Punzo, FC Bergman, Masterclass)

Foce. Taccuini dal delta del Po di Ioannis K. Schinezos (Il Poligrafo)

Un fotografo di natura percorre le solitarie distese del Delta del Po, tra i rami terminali del fiume. Cerca di catturare i colori della terra, le tonalità dei vasti cieli, il volo degli uccelli, la melanconia dei casolari abbandonati, l’umore delle acque. Durante il suo lavoro annota tutto quello che normalmente sfugge al frettoloso viaggiatore di passaggio, mosaici minimi ed elementari, ovvi ed evidenti e pertanto invisibili, che alla fine disegnano il mondo esterno e la nostra esistenza. Descrive semplicemente, con il criterio essenziale dei bambini. Non cerca il contatto della gente, appunta solo frammenti di discorsi rapiti casualmente. Tiene accanto il libro di Gianni Celati “Verso la foce”, compagno di viaggio e taccuino del tutto particolare, annotando negli spazi vuoti tra le pagine del libro, come per completarlo, come per creare un testo nel testo, come per omaggiare lo scritto originale. Nasce così un viaggio intimo per immagini e per parole sui percorsi del Delta del Po. 

 


 

Le gloriose armate venete: persone con una vita normale, dipendenti e liberi professionisti che indossano le splendide uniformi settecentesche

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Scrivere di architettura per La Biennale di Venezia - avviso di selezione - laboratorio di scrittura con Luca Molinari

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Il Perù alla Biennale d’arte di Venezia - Camilla Desideri - Internazionale

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sabato 4 novembre 2023

REGINA VIARUM 💢💢 Roma ex Cartiera Latina 💢💢 Via Appia Antica

L’associazione culturale Neoartgallery presenta: "Regina Viarum”

Opere di – Laura Migotto, Pasquale Pazzaglia, Bice Perrini, Valter Vari 

Roma 17 novembre 2023 

a cura di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi. 

 

Il passato è il prologo.   La tempesta,  William Shakespeare

 

Nella vasta sala, l’evento "Regina Viarum”, si sviluppa come fosse la performance di un unico artista in un amalgama di installazioni pavimentali, grandi dipinti, sculture. 

Caleidoscopici  drappi, realizzati da Laura Migotto, Pasquale Pazzaglia, Bice Perrini, Valter Vari,  appesi alle nervature d’acciaio che fungono da tiranti per la copertura della sala permetteranno quello che metaforicamente e visivamente vuole essere, nel punto di congiunzione del Cardo e Decumano, il Foro, cuore pulsante della civiltà, caratterizzando in questo modo, fastoso e solenne, il centro gravitazionale dell’esposizione  verso il quale il visitatore è attirato e dal quale si muoverà per visitare le “periferie” della sala, arricchite da altre opere di Laura Migotto, Bice Perrini, Pasquale Pazzaglia, Valter Vari,   che concorrono  a far riflettere sull’importanza determinante delle vie di comunicazione e delle comunicazioni nell’evoluzione delle civiltà e delle società. Un viaggio, nello spazio e nel tempo, alluso e descritto, con il linguaggio dell’arte contemporanea. Il tutto prendendo lo spunto dalla regina delle vie, che contribuirono alla grandezza della civiltà di Roma, la via Appia, strada che fronteggia l’area, su cui sorge il complesso dell’ex cartiera Latina di cui la sala che ci ospita era parte integrante, l’Appia Antica collegava Roma all'Oriente, passando per Brindisi, e la Grecia, rappresentando una concreta congiunzione tra l'Oriente e l’Occidente. 

Sulla "Regina Viarum” sono transitati gli eserciti, da Annibale a Cesare, da Garibaldi  a Clark, sono transitati anche mercanti e merci, opere d’arte, schiavi, artisti, re, imperatori e papi. Gli stessi transiti e spostamenti che sono avvenuti  e avvengono anche sulle moderne strade che come quelle che hanno contraddistinto, ad esempio per l’Italia, il boom economico e l’accesso del nostro paese tra le nazioni di maggior benessere del pianeta. Con lo sviluppo dell'esposizione la riflessione tende a considerare gli aspetti legati oltre alle vie, anche alle comunicazioni in genere, come quelle  che avvengono con le nuove vie, su di tutte le vie della rete internet. Quando si parla di comunicazioni è prioritario pensare all’arte contemporanea come il linguaggio universale che avvicina i popoli e quindi come tale una delle risorse fondamentali per alimentare il dialogo tra  posizioni e fazioni che avvelenano il nostro mondo. Gli artisti contemporanei sono anche le avanguardie dell’attenzione alla sostenibilità del progresso che riguarda le nazioni del pianeta e alla conseguente necessità del reimpiego delle materie prime. Dal “Foro”, cuore delle città alle comunicazioni con le loro vie, comunicazioni vero e proprio sistema circolatorio che alimenta la civiltà.  Di questo sistema l’arte ha la presunzione di esserne la linfa vitale.

Roma, ottobre 2023. Giorgio Bertozzi

 

 

Ospiterà l’evento il Parco regionale dell’Appia Antica presso la sala espositiva Nagasawa del complesso dell’ex cartiera Latina. "Regina Viarum”

 

Inaugurazione Venerdì 17 novembre 2023 ore 17.00

La mostra prosegue dal 18 al 24 novembre 2023

Sabato 18 e Domenica 19 ore 10.00 - 19.00

Da Lunedì 20 a venerdì 24 ore 11.00 - 18.00

 

Cartiera Latina

Nel 1998 l’area dove sorgeva uno dei più grandi stabilimenti di produzione di carta del Centro Sud, la Cartiera Latina, è stata concessa al Parco Regionale dell’Appia Antica, per farne la propria sede e un centro polifunzionale di servizi e accoglienza.

La ex Cartiera Latina, tra i pochi impianti industriali sopravvissuti nella città di Roma, è una struttura unica nel suo genere ed eccezionale per la posizione strategica a ridosso delle Mura Aureliane, lambita per tutta la sua lunghezza dal fiume Almone, unisce idealmente l’Appia Antica alla via Cristoforo Colombo.

In realtà le prime testimonianze della storia produttiva di questo luogo risalgono all’anno 1081 quando qui si trovava una struttura adibita alla follatura dei panni di lana, la valca, utilizzata dal 1600 dai Padri Cappuccini per la realizzazione dei tessuti di lana prodotti nel loro convento di Roma, all’inizio dell’800 fu trasformata in mulino per macinare sostanze naturali per usi diversi. Nel 1912 l’impianto fu modificato e iniziò la produzione della carta dagli stracci di lino e cotone e in seguito da carta da macero. La fabbrica chiuse nel 1986.

Oggi il complesso multifunzionale della ex Cartiera Latina è dotato di due sale per esposizioni (Nagasawa e Appia) e una Sala Conferenze che possono essere concesse in affitto per eventi e manifestazioni (vedi Regolamento); una biblioteca; uno spazio didattico espositivo naturalistico, gestito da Dì Natura, dove si svolgono attività per le scuole e le famiglie e dove è presente un Punto Info con Bookshop. Uno spazio verde esterno attrezzato che ospita un orto didattico, denominato Hortus Urbis, un’area didattica (anche per le scuole) dedicata alle tradizioni della Campagna Romana ed una area attrezzata per la sosta.

Orari apertura al pubblico area verde e parcheggio: tutti i giorni 8.30 – 17.00 (ora solare) 8.30 – 19.00 (ora legale)

 

https://www.parcoappiaantica.it/visitare-il-parco/cartiera-latina/

 

Ente Regionale Parco dell’Appia Antica Via Appia Antica, 42 00179 Roma, Italia

(+39) 06 512 6314

 

Immagine Coordinata a cura di Stefano Ferracci - Tangram Gallery

 

Supporto logistico e allestimenti a cura di Pino Bucci - Roma Usato

 

In Collaborazione con Claudio Giulianelli Web Art Gallery MEGA ART

 

 


 

 

Testamento di Frank Lloyd Wright (Abscondita)

 «Ho appreso quanto so sull’architettura dalle radici, dai viaggi per tutto il mondo e dall’incessante sperimentazione ed esperienza nello studio della natura. E in ogni esperimento nato da questa sensibilità, e sempre basato su esperimenti preliminari, mai ho avuto il coraggio di mentire. Nel frattempo associavo alla mia vita tutte le manifestazioni di bellezza che mi riusciva di vedere. E tutte quelle che potevo acquistare e usare per mio studio e mia gioia le acquistavo come si acquista una biblioteca, e con esse ho vissuto quanto più ho potuto. Non ho mai apprezzato troppo l’abito mentale del collezionista». Con queste parole Frank Lloyd Wright (1867-1959), l’architetto forse più grande della modernità – certamente il più visionario, il più utopico, il più radicale, il più appassionato –, conclude il suo Testamento, dopo aver ripercorso la sua vita e la sua lotta per affermare i princìpi in cui crede. 

 


 

Contemporary Landscape Painting: A Complete Survey (Including The Top 12 Most Important Artists)

The Top 10 Contemporary Artists in 2022

venerdì 3 novembre 2023

Conceptual Art: Definition, Characteristics & 25 Artists Who Defined Conceptual Art

7 Emerging Artists To Watch in 2022

A occhi aperti. Ediz. illustrata di Mario Calabresi (Mondadori)

A occhi aperti è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant'anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l'attimo perfetto.


Ci sono fotografie capaci di segnare un'epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l'immaginario collettivo. Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall'alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi. Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell'Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l'Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l'umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po' sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell'Italia la realtà della mafia siciliana. 

 

 


La mostra di Gianni Caravaggio a Torino | Artribune

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Torino, inaugurate due lavanderie gratuite per i senzatetto | Vanity Fair Italia

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Paratissima Torino 2023. Le immagini della fiera| Artribune

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martedì 31 ottobre 2023

L'APOCALISSE, mostra di Mauro Gottardo | Inaugurazione sabato 4 novembre 2023 h18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino)

a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino

Torino, 31 ottobre 2023. Sabato 4 novembre 2023, alle ore 18.00, Galleria Gliacrobati (via Ornato 4, Torino) inaugura L'Apocalisse, esposizione dell'artista Mauro Gottardo, a cura di Bianca Tosatti e Tea Taramino, in mostra fino a sabato 30 dicembre 2023

Mostra monografica dedicata al ciclo dell’Apocalisse di Mauro Gottardo, un artista straordinario per la qualità del linguaggio visivo in grado di mostrare sia le sue più intime paure e conoscenze sia un ampio e originale repertorio grafico e calligrafico.

Questa mostra vuole essere un progetto inclusivo che propone importanti collegamenti di senso tra Arte Contemporanea e arti considerate marginali come Art Brut, Outsider Art, Arte Irregolare; un’impresa culturale consapevole che l’arte é anche fatto di persone capaci di scompaginare le certezze acquisite proprio quando, oggi più che mai, sono messe in crisi dai cambiamenti imprevisti nel campo della salute pubblica, dell’economia e della convivenza sociale.

La mostra é un invito alle istituzioni culturali e ai singoli a utilizzare questo tempo difficile dominato da conflitti internazionali per guardare negli angoli più nascosti della produzione culturale indipendente dove si accampano energia intellettuale, maestria e visioni capaci di commentare l’attualità da angolazioni inedite, talvolta abbaglianti.

L’Apocalisse (2008 - 2015) di Mauro Gottardo è un’opera visionaria densa di riferimenti simbolici, spesso profetici, letterari, religiosi, sessuali e politici, composta da 270 elementi di diverse dimensioni: figure umane, animali mitici, simbologie che si ripetono e si alternano su un tappeto di scritture visive, sovente tracciate su carte di recupero. Così L’Apocalisse diventa un archivio segreto di testimonianze, collegamenti, premonizioni, riferibili alla minaccia del potere in tutti i suoi aspetti: da quello economico, politico e culturale alla aggressività nei confronti della salute fisica e mentale umana.

Oggi più che mai ci sembra il momento giusto per avvicinarci a tale capolavoro sconosciuto e complesso che merita di essere apprezzato in ambiti culturali pubblici. Il ciclo di lavoro sull’Apocalisse inizia nel 2008 stimolato dalla visione, presso il Museo Diffuso della Resistenza di Torino, di (R)esistere per immagini, una mostra su Germano Facetti, grafico internazionale, documentatore e testimone della storia del "secolo dell'odio”. In particolare, a ispirare Gottardo è la "scatola gialla" che conteneva il suo taccuino della prigionia in campo di concentramento fatto di disegni, foto e appunti per quello che sarebbe poi divenuto il documentario "The yellow box" di Tony West.

Partner

Forme in bilico aps, Fermata d’autobus Onlus, Dipartimento Educazione GAM/ Galleria d’arte Moderna e Contemporanea / Fondazione Torino Musei, Dipartimento Educativo Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Tactile Vision Onlus

 

Con il sostegno di 

Città di Torino e Fondazione CRT

 

Evento nell’ambito dei progetti 

Panopticon - Rassegna Singolare e Plurale - Per arte e per lavoro

 

 

Galleria Gliacrobati

Via Luigi Ornato, 4, 10131 Torino

Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.30

Sabato dalle 11.00 alle 19.30

info@gliacrobati.com

www.gliacrobati.com



Mauro Gottardo
Nato a Bardonecchia nel 1965, vive e lavora in proprio a Torino.
Ha frequentato l’Istituto Professionale Franco Balbis dove si è specializzato in grafica e in diverse tecniche di stampa. In seguito ha tenuto corsi di serigrafia per le scuole. Durante un periodo di lavoro come tipografo ha scoperto l’amore per l’arte grafica e il lettering. Ha partecipato negli anni 1995 e 1996 a diverse mostre collettive in Italia e presso: Begijnof Centrum voor Kunsten, Bruxelles; Galeria Posada del Corregidor, Santiago del Cile; Biola University, La Miranda (California); Queens College, Cambridge (Inghilterra). Da allora alterna esposizioni personali a lunghi periodi di silenzio.

Tra le personali: Effetti collaterali (2018) a cura di Bianca Tosatti, Maroncelli 12, Milano; La biro o la fine del mondo (2012) a cura di Alfredo Accattino, Teatro Palladium dell'Università degli Studi Roma Tre; Sphaerula vagula (2007), a cura di Enzo Biffi Gentili, doppia personale con Luciano Lattanzi, MIAAO - Museo Internazionale Arti Applicate Oggi, Torino; Skeptik Sindrome (2006), NSK Art Institute, Lubiana; Inverno scettico (2004) e Rotoli (2003), Alice Van Dam, Torino.
Collettive recenti: Fabbricanti di universi. Artisti visionari e outsider dell’immaginario fantastico moderno (2019) nell’ambito di AxTO - Azioni per le periferie urbane della Città di Torino e Presidenza del Consiglio dei Ministri, a cura di MUFANT - Museolab del Fantastico e della Fantascienza e Forme in Bilico; Fuoriserie (2017) a cura di Daniela Rosi e Tea Taramino, PARI - Polo delle Arti Relazionali e Irregolari, Palazzo Barolo, Torino.


La Galleria

La Galleria Gliacrobati nasce nel 2017 da un’idea dell’associazione Onlus Fermata d’Autobus per proporre uno spazio espositivo che guarda alle complessità e fragilità dell’esistente – volto al dialogo internazionale fra arte contemporanea mainstream e non per indagarne le preziose, porose e frastagliate aree di confine. A tale scopo si valorizzano le ricerche di autori e autrici che operano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte, in modo indipendente o in luoghi protetti: autodidatti, outsider o artistә che provengono da zone di guerra o da aree di crisi economica e culturale. Particolare voce viene data all’arte contemporanea come strumento di riflessione e di contrasto alle violazioni dei diritti umani e alla violenza di genere.

La galleria è diretta dal Team Gliacrobati (una équipe di professionisti tra cui artisti, critici, storici dell’arte, psicoterapeuti, arte terapeuti, sociologi, ecc.

Il nostro lavoro si pone inoltre l’obiettivo di tessere trame di riconnessione fra l’Arte e la sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche, funzione che pur non costituendo necessariamente il fine della vocazione creativa, ne è certamente una delle sue conseguenze più dirette. I progetti da noi realizzati investigano il concetto di Arte in relazione con la sua capacità di sublimare lacerazioni, intercettare fragilità, scavare dentro le emozioni, porre interrogativi e attivare quei processi di visione che l’immaginario collettivo tende a dissimulare sotto l’ordinarietà del quotidiano, recuperando così una dimensione sociale dell’Arte e restituendo all’Artista il suo ruolo di inventore di nuovi mondi e creatore di ponti tra il nostro vissuto e la complessa profondità dell’esistenza.
Oltre all’attività espositiva, la Galleria Gliacrobati sostiene un atelier-laboratorio aperto ad artisti e pazienti psichiatrici con doppia diagnosi, coordinato da Carola Lorio arte terapeuta foto-arte terapeuta e Francesco Sena, realizzato in collaborazione con le comunità terapeutiche Fermata d’Autobus e Fragole Celesti (vedi Collettivo Gliacrobati) e organizza anche laboratori temporanei per altri pubblici: bambini, anziani e pubblico adulto.

In un momento storico in cui la bellezza sembra perdere terreno per il prendere spazio di una quotidianità brutalizzata e strozzata dalla violenza, proprio l’esperienza artistica, con il suo guardare dentro e portare fuori, può essere strumento di resistenza e fornire una nuova chiave di lettura dei rapporti umani.