T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

domenica 29 settembre 2024

Da cimeli a beni culturali. Fonti per una storia del patrimonio scientifico italiano di Elena Canadelli e Paola Bernadette Di Lieto (Editrice Bibliografica)

Strumenti scientifici, collezioni naturalistiche ed erbari sono oggi considerati degli elementi chiave nello studio della storia delle scienze e delle tecniche. Il loro contributo è imprescindibile perché ci restituisce le testimonianze materiali dello sviluppo delle scienze nel corso del tempo. L'Italia vanta collezioni scientifiche eccezionali. Ciononostante, il patrimonio storico-scientifico italiano soltanto di recente è stato riconosciuto, anche dal punto di vista legislativo, come patrimonio culturale nazionale a tutti gli effetti. Attraverso una raccolta di testi comprendente trascrizioni di fonti a stampa oggi difficilmente reperibili e documenti inediti d'archivio trascritti per la prima volta, questo volume si propone di mettere in luce i principali avvenimenti storici, politici e culturali, nonché le attività di studiosi e istituzioni che hanno avuto un ruolo importante nel complesso processo di riconoscimento del patrimonio storico scientifico italiano. Da cimeli a beni culturali, le collezioni scientifiche italiane consentono di raccontare un'altra faccia della storia della scienza in Italia, mettendo a fuoco la natura e le potenzialità di un patrimonio spesso trascurato.



Città foresta umana. L’empatia ci aiuta a progettare di Mario Cucinella, Serena Uccello (Einaudi)

Mario Cucinella, uno degli architetti e designer italiani di maggior fama internazionale, si racconta, descrivendo al contempo la sua idea di progetto.


Un filo rosso che lega l’intera sua riflessione è quello della sostenibilità; le piante sono infatti una fondamentale fonte di ispirazione nel progettare, anche per la loro straordinaria capacità di adattamento. In questo Cucinella è un pioniere e sembra interpretare perfettamente lo spirito del nostro tempo: l’attenzione verso la natura e contro il consumo di risorse. Parlare di sostenibilità oggi significa parlare di empatia. È proprio l’empatia con i luoghi, con lo studio del clima e della materia che ci permette di adattare una forma alle condizioni che la circonderanno. In questo senso le sue opere sono un laboratorio di empatia con la natura. Un libro che è sia un viaggio per svelare il proprio lavoro, sia nei luoghi della città: la scuola, l’ospedale, il carcere, il museo, la chiesa, la casa, l’ufficio.



venerdì 27 settembre 2024

La signora Bauhaus di Jana Revedin (BEAT)

Germania, maggio 1923. La ventiseienne Ise Frank siede tra i banchi dell’Università tecnica di Hannover, sebbene non sia un architetto, né tantomeno una studentessa di quell’ateneo. Ise, che lavora come libraia, giornalista e critica letteraria a Monaco, si trova lì per assistere all’insolita conferenza in programma quel giorno. Sul palco c’è un uomo con un vestito di lana pettinata grigio scuro, un papillon di seta bordeaux e un portamento da capitano di cavalleria. Si chiama Walter Gropius ed è il fondatore del Bauhaus, una scuola di arte e architettura il cui obiettivo principale è quello di operare una conciliazione tra arti e artigianato in un nuovo linguaggio legato alla produzione industriale, impostando nuovi canoni estetici per l’architettura e il design moderni. Colpita dall’audacia con cui Gropius espone il suo innovativo progetto e affascinata dall’idea che l’architettura possa essere una missione creativa e al tempo stesso sociale e persino politica, Ise si ritrova, nei giorni successivi, a ripensare spesso a quell’uomo dal piglio ribelle e dagli occhi da volpe. Grande è, perciò, il suo stupore, quando due mesi dopo Walter Gropius si reca a Monaco per incontrarla e invitarla all’inaugurazione della prima mostra del Bauhaus, prevista per il 15 agosto a Weimar. Da quel momento la vita di Ise è destinata a cambiare per sempre.



L'autunno. Visto dai maestri della stampa giapponese. Ediz. illustrata di Anne Sefrioui (L'Ippocampo)

Tra foreste rosseggianti, squillanti crisantemi e dame baciate dalla luna, ogni immagine diviene oggetto di contemplazione e fonte di bellezza.


Il volo delle gru, i covoni di riso nei campi, il vermiglio degli aceri... Nella girandola delle stagioni, l’autunno occupa un posto d’onore e ispira da sempre l’immaginario artistico e poetico del Giappone. In questo nuovo cofanetto della collana dedicata ai maestri dell’ukiyo-e, oltre 60 stampe realizzate da artisti del calibro di Hokusai, Hiroshige, Chikanobu e Toshikata ritraggono gli ultimi mesi dell’anno in una grande varietà di scene e sfumature.



giovedì 26 settembre 2024

Icone by Oscar. Ediz. illustrata (L'Ippocampo)

Per la prima volta un volume riporta alla luce il tesoro di Oscar Abolafia, composto da oltre 300 000 fotografie che ritraggono icone del cinema, della musica, dell’arte, dello spettacolo e della politica.


Ritratti intimi e sorprendenti a tutta pagina, capaci di mostrarci questi personaggi da punti di vista inediti. Fra i protagonisti del libro: David Bowie, Grace Kelly, Muhammad Alì, Liza Minnelli, Andy Warhol, Madonna, Salvador Dalí, Marlene Dietrich, Jack Nicholson, John Lennon, Cher, Michael Jackson, Whoopi Goldberg, Sophia Loren, Woody Allen, Janis Joplin, Paul Newman, Jimi Hendrix e tantissimi altri... Oscar Abolafia (1935-2020) è stato un fotografo americano noto per gli eccezionali scatti delle celebrità che hanno costellato gli anni Sessanta e Settanta. I suoi lavori sono apparsi sulle pagine di riviste celebri in tutto il mondo, quali People Magazine, Vanity Fair e Harper’s Bazaar, e in oltre cinquant’anni di attività ha stretto amicizia con alcune delle maggiori star dell’epoca, tra cui Liz Taylor, Elvis Presley, Frank Sinatra e i membri della famiglia Kennedy.



Il racconto dell'architettura. Scrittura e narrazione nell'opera di Stefano Boeri di Matheus Cartocci (Quodlibet)

Nel dopoguerra italiano a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, la ricerca teorica diventa il distintivo di un gruppo di architetti e intellettuali che occuperà la scena culturale nazionale e internazionale per alcuni decenni, impiegando la scrittura nella pratica architettonica come strumento di riflessione e di innovazione progettuale. La generazione successiva, formatasi sui loro testi, sarà però «pronta a rinnegare le parole, le frasi e gli strumenti dei padri». È la generazione di Stefano Boeri, probabilmente l’architetto italiano più presente sulla scena mediatica attuale, ma anche fra i meno studiati. Il volume inquadra dunque il lavoro dell’architetto milanese in tutte le sfaccettature della sua molteplice attività di professionista, intellettuale, organizzatore di eventi e alla testa di varie istituzioni culturali. Nel corso degli anni, infatti, Boeri è stato direttore delle riviste «Domus» e «Abitare», attraverso le quali ha raccontato e comunicato l’architettura a un pubblico sempre più vasto, utilizzando un nuovo linguaggio mediatico che merita di essere esaminato approfonditamente. Il testo studia perciò il costituirsi, a inizio millennio, di una nuova tensione comunicativa, analizzando quindi lo sviluppo di un efficace metodo esplicativo del progetto, un metodo che si serve di schemi narrativi, di neologismi e di una vera e propria «overdose di varietà» visiva: tutte caratteristiche che precedono di molto il Bosco Verticale, inaugurato giusto dieci anni or sono. Per tutte queste ragioni, l’autore – che ha lavorato per un periodo in Stefano Boeri Architetti – ha riservato un’attenzione particolare alla collaborazione di Boeri con Rem Koolhaas, architetto e scrittore che senza dubbio è stato un punto di riferimento e un suo interlocutore privilegiato.



mercoledì 25 settembre 2024

La continuazione degli occhi. Ecfrasi e forma-Galeria nelle poesie della Neoavanguardia (1956-1979) di Chiara Portesine (Scuola Normale Superiore)

 I rapporti con la pittura, la fotografia e il teatro hanno segnato il percorso della Neoavanguardia ancora prima della fondazione del Gruppo 63. Esplorando gli archivi dei pittori, le corrispondenze private, le riviste d’arte, questo libro si interroga su un genere – quello della ‘poesia da catalogo’ – e sulla dialettica tra scrittura sperimentale e immagini nella creazione progressiva di un mito interdisciplinare. A partire dalla produzione dei Novissimi (soprattutto di Edoardo Sanguineti e Nanni Balestrini) e dal ‘distaccamento emiliano’ della Neoavanguardia (Corrado Costa, Giulia Niccolai e Adriano Spatola), il volume si apre anche alle poesie di un critico d’arte (Cesare Vivaldi) e ai testi di un artista (Gianfranco Baruchello), cercando di intrecciare, in chiave interdisciplinare, tema e metodologia




Michael Kenna Venezia. Memorie e tracce. Ediz. illustrata a cura di Sandro Parmiggiani (Skira)

Una Venezia da (ri)scoprire attraverso l'obiettivo di Michael Kenna. Questo splendido libro offre un'indagine approfondita dei capolavori in bianco e nero del virtuoso fotografo inglese, la maggior parte dei quali sono riprodotti nello stesso formato delle stampe originali. La tecnica fotografica di Kenna è caratterizzata da lunghi tempi di esposizione, che possono durare fino a diverse ore, che rivelano dettagli inediti del paesaggio veneziano. Il suo obiettivo cattura una vasta gamma di soggetti: cupole avvolte dalla nebbia, stelle cadenti nel cielo sopra i campanili, maestosi porticati di palazzi, prue di gondola, ponti e statue, pali contorti che emergono dalla laguna nera e che ricordano figure antiche. Le fotografie di Michael Kenna giocano sapientemente con luci, ombre e riflessi per mostrare l'intensità poetica di Venezia. Dalle mostre personali in prestigiosi musei alle retrospettive che attraversano i continenti, questa suggestiva raccolta di immagini veneziane aggiunge un nuovo capitolo all'illustre carriera di Kenna. Testimonianza della sua impareggiabile capacità di catturare il fascino senza tempo di Venezia, il volume offre al lettore un'esperienza unica e coinvolgente attraverso l'obiettivo di un grande maestro. Michael Kenna è uno dei maggiori fotografi di paesaggio del nostro tempo, tra i pochi a scattare esclusivamente in analogico su pellicola. Nato in Inghilterra nel 1953, dopo avere a lungo sognato di dedicarsi alla pittura, studia fotografia al London College of Printing; alla fine degli anni settanta si trasferisce a San Francisco dove inizia a lavorare con Ruth Bernhard (1905-2006), sensibile fotografa di nudi e di nature morte, della quale diventa assistente, maturando una grande esperienza in camera oscura. Fin dagli esordi, Michael sceglie il paesaggio come tema elettivo delle sue fotografie, avviando una infaticabile ricognizione sugli infiniti volti segreti del pianeta, e arrivandone a toccare tutti i continenti; gli esiti di questi viaggi e soggiorni, determinati da commissioni o da scelte personali, sono stati pubblicati in monografie e cataloghi di mostre a lui dedicati.





martedì 17 settembre 2024

La spada e la memoria. Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino: i condottieri del Duomo di Firenze fra storia, arte e conservazione a cura di Lorenzo Fabbri (Officina Libraria)

 Nel Duomo di Firenze i laici non avevano diritto alla sepoltura, a meno che non si trattasse di personalità di spicco, che per particolari benemerenze avessero meritato il pubblico riconoscimento di eroi della patria. È il caso di due grandi condottieri, l’inglese John Hawkwood (alias Giovanni Acuto) e il marchigiano Niccolò da Tolentino, che fra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento perirono mentre erano al servizio della repubblica gigliata. Tuttavia la riconoscenza di Firenze andò oltre l’assegnazione del prestigioso luogo di sepoltura, giacché a distanza di pochi decenni la rappresentazione dipinta dei loro cenotafi, sormontati dalle loro figure a cavallo, fu commissionata a due grandi artisti come Paolo Uccello e Andrea del Castagno, i cui rispettivi capolavori a fresco decorano ancora oggi la parete sinistra di Santa Maria del Fiore. Nelle pagine di questo libro l’analisi storico-artistica e la ricostruzione della vicenda conservativa dei due dipinti si uniscono nel richiamare l’attenzione sulla loro straordinaria «capacità di esprimere la valenza non solo civica ma perfino patriottica della cattedrale fiorentina».




Bruce Weber in Triennale

Il 21 e il 22 settembre 2024, in occasione della Milano Fashion Week, Triennale Milano presenta due serate dedicate al fotografo e regista statunitense Bruce Weber, protagonista indiscusso della fotografia internazionale di moda e non solo. Nel corso della sua carriera Bruce Weber ha fotografato per le più importanti riviste e ha pubblicato cinquantatré libri. Le sue fotografie sono state esposte in oltre novanta mostre in gallerie e musei in tutto il mondo. Ha inoltre realizzato otto film, premiati e apprezzati dalla critica.

Triennale rende omaggio al grande fotografo e regista presentando due dei suoi film più significativi. Il primo che verrà proiettato sabato 21 settembre alle ore 21.00 è The Treasure of His Youth: The Photographs of Paolo Di Paolo (2022), documentario sulla vita e la carriera del fotografo Paolo Di Paolo che Weber ha realizzato dopo essersi imbattuto per caso in un suo scatto di Pier Paolo Pasolini in una piccola galleria romana. Classe 1925, Di Paolo ha lavorato intensamente come fotoreporter negli anni Cinquanta e Sessanta, ritraendo gente comune ma anche i protagonisti del cinema e della cultura dell’epoca, da Anna Magnani a Grace Kelly, da Ezra Pound a Pier Paolo Pasolini, da Giuseppe Ungaretti a Giorgio de Chirico. Tra i principali fotografi del settimanale “Il Mondo”, diretto da Mario Pannunzio, e con la chiusura della rivista nel 1966 e l’avvento del giornalismo degli scandali e dei paparazzi, si ritirò in campagna e abbandonò completamente la fotografia.

Il secondo documentario, in programma domenica 22 settembre alle ore 21.00, è LET’S GET LOST (1988), secondo film di Bruce Weber, in cui racconta la vita del grande musicista jazz scomparso Chet Baker e che gli è valso una candidatura agli Oscar come miglior documentario. Alla sua uscita il documentario si è rivelato un evento nei numerosi festival cinematografici ai quali ha partecipato, tra cui la Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Premio della critica, e la rassegna del MoMA di New York “New Directors/New Films” del 1989. LET’S GET LOST, che è anche il titolo di un brano di Baker rimasto a lungo fuori catalogo, trasmette efficacemente l'energia espressa da Baker e dalla sua musica.

Sabato 21 settembre la proiezione sarà preceduta dall’introduzione di Carla Morogallo, Direttrice generale di Triennale Milano, e da una conversazione con Bruce WeberSilvia Di Paolo, figlia di Paolo di Paolo, Luca Stoppini, consulente scientifico del dipartimento moda di Triennale Milano, e Angelo Flaccavento, giornalista e critico di moda.

Le due serate sono parte del public program e delle attività che Triennale Milano dedica alla moda e alla sua relazione con il design. Le diverse iniziative – che includono progetti espositivi, incontri, giornate di studio, proiezioni, workshop e altre attività – confluiscono nel dipartimento moda di Triennale, che si occupa di studiare, esporre e valorizzare archivi e patrimoni legati alla moda e di promuovere percorsi formativi in dialogo con scuole e università.

 



mercoledì 11 settembre 2024

SEGNO IN ARCHITETTURA - Collettiva a cura di Rosella Fusi

 SEGNO IN ARCHITETTURA

Collettiva

a cura di Rosella Fusi

14-28 settembre

Inaugurazione 14 Settembre alle 18.00

Con il patrocinio del Comune di Monza

 

ARTISTI: 

Cristina Cassanmaniago - Architetture di carta

Silvia Brambilla

Daniele Garofalo

Michele Rigoni

Laura Rossi

Kazuto Takegami

 

Comunicare attraverso i segni è sempre stato e sempre sarà il tema dominante  di ogni esperienza di architettura. 

Le arti visive si sono sempre ispirate  all'architettura dagli affreschi italiani  risalenti fino al secolo a.C. con imitazioni di elementi architettonici:

Da oltre mezzo secolo la pittura aveva tracciato il cammino delle arti visive  e gli architetti avevano seguito le orme, 

dall'espressionismo architettonico ai fenomeni culturali del secondo dopoguerra che hanno prodotto significativi sviluppi

stilistici nell'ambito della ricerca  e del rinnovo del linguaggio architettonico e figurativo, agli anni 50 con l'informale come rapporto 

formativo-comunicativo  linguistico del vissuto hic et nunc e riscontro segnico gestuale,

Un complesso rapporto fra segno grafico e utilizzo della qualità della superficie  con il Manifiesto Blanco di Lucio Fontana 

e il manifesto dello spazialismo  di Burri.

 

SEGNO IN ARCHITETTURA narra il segno architettonico come metafora, dalla dimensione semantica alla costruzione del linguaggio espressivo.

Linguaggi visivi e contaminazioni avvengono in diversi livelli e in più direzioni.

 

21 SETTEMBRE ALLE 18,00 CONFERENZA

IMMAGINARE L'ARCHITETTURA. Creare e raccontare attraverso il disegno

Relatore Architetto Massimiliano Spadoni, Responsabile cultura 

Ordine degli architetti  paesaggisti e conservatori della provincia di Monza e Brianza

Intervento di 

Silvia Brambilla artista , "IL FARE DELL'ARTISTA"

Cristina Cassanmagnago artista, "ARTE E ARCHITETTURA"

 

28 SETTEMBRE ALLE 18.30  FINISSAGE 

ARTE E ARCHITETTURA: LA BELLEZZA FUNZIONALE 
Donato Di Poce poeta e critico  d'arte

Appunti per una teoria della bellezza funzionale da Gaudì a Jean Nouvel.

Presentazione del libro scritto dal poeta Donato Di Poce di prossima pubblicazione

 

 


ARTI<>STA

...................................

Associazione Culturale no profit

Rosella Fusi  Vice  Presidente 

T.+39 3386246178

 




MIRA BRTKA - allestimento/setting /11.07.24. Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma

Mostra d'Arte ArtVision

giovedì 5 settembre 2024

Piccola storia della fotografia di Walter Benjamin (Abscondita)

Questo breve e fulminante testo di Walter Benjamin fu pubblicato nel 1931 sulla rivista «Die literarische Welt»; per molti aspetti annuncia il celebre «L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica», del 1936. Vi appare per la prima volta la celebre definizione che l’autore diede di «aura»: quell’aura dell’opera d’arte che con l’avvento della riproducibilità tecnica – in primo luogo la fotografia – è destinata irrimediabilmente ad essere distrutta. Ma la tecnica, e dunque la fotografia, conserva comunque un potenziale di liberazione: Benjamin, riprendendo una suggestione di Brecht, oppone infatti alla fotografia cosiddetta «creativa» – asservita alla moda e alla pubblicità –, una fotografia che sia consapevolmente «costruttiva», ossia che sappia ricostruire artificialmente la realtà, in modo da conferirle senso. E nel sostenere questa tesi Benjamin analizza l’opera di alcuni tra i più emblematici fotografi, da Atget a Sander, da Berenice Abbot a Gisèle Freund. Il volume è arricchito da un vastissimo excursus delle più celebri fotografie dagli albori al ventesimo secolo.



mercoledì 4 settembre 2024

L'AFORSIMA POETICO a cura di Donato Di Poce domani 5 settembre 2024 alla Biblioteca Ostinata di Milano

Lo scrittore, poeta, saggista e critico d’arte Donato Di Poce (che cura per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno la collana di aforismi Dissensi dove hanno trovato ospitalità autori come Marco Ercolani, il messicano Hiram Barrios, Angelo Gaccione, lo spagnolo Fernando Menendez), sarà domani giovedì 5 settembre 2024 ospite della Biblioteca Ostinata in via Osti 6 a Milano, per un incontro seminariale su L’Aforisma Poetico. Il Nostro sarà in dialogo con Francesca Maria Federici.

L'aforisma poetico, gemma scintillante nel panorama letterario, rappresenta una sfida tanto affascinante quanto complessa. In poche parole, riesce a condensare un'idea, un sentimento, una verità universale, in una forma linguistica tanto concisa quanto incisiva. Ma cosa lo distingue da una semplice frase efficace? E perché continua ad affascinarci, nonostante la sua apparente semplicità?

La brevità è la caratteristica distintiva dell'aforisma. Tuttavia, questa non è mera concisione, ma una ricerca attenta della parola giusta, capace di evocare mondi interi. L'aforisma è un distillato linguistico, dove ogni parola è pesata e scelta con cura. La sua forza risiede nella capacità di suggerire più di quanto non dica esplicitamente, di stimolare l'immaginazione del lettore e di invitare alla riflessione.

L'aforisma, pur essendo un'espressione concisa, non rinuncia alla dimensione poetica. La scelta delle parole, le figure retoriche, il ritmo e la musicalità del linguaggio contribuiscono a creare un'esperienza estetica intensa. L'aforisma, infatti, non si limita a trasmettere un concetto, ma lo fa in modo emotivamente coinvolgente, suscitando nel lettore reazioni profonde e personali.

Le origini dell'aforisma possono essere rintracciate nell'antica Grecia, dove i filosofi come Socrate e Aristotele utilizzavano brevi sentenze per esprimere le loro verità. Tuttavia, è nel periodo romantico che l'aforisma conosce un nuovo splendore, grazie all'opera di autori come Goethe, Novalis e Schlegel, che ne esplorano le potenzialità espressive.

Nel XX secolo, l'aforisma si afferma come genere autonomo, grazie al contributo di autori come Karl Kraus, Paul Valéry e Giorgio Manganelli. Questi autori, attraverso aforismi spesso amari e ironici, offrono una critica lucida e impietosa della società e della condizione umana.

Oggi, l'aforisma continua a essere una forma espressiva molto apprezzata, sia in letteratura che in altri ambiti, come la filosofia, la psicologia e la comunicazione. La sua capacità di sintetizzare idee complesse e di stimolare il pensiero lo rende uno strumento efficace per affrontare le sfide della contemporaneità.

L'aforisma può essere considerato un genere letterario a sé stante, ma può anche essere inserito all'interno di opere più ampie, come romanzi, saggi o poesie. In quest'ultimo caso, l'aforisma funge da fulcro attorno al quale si sviluppa l'intera opera, offrendo al lettore una chiave di lettura privilegiata.

L'aforisma poetico è un genere affascinante e complesso, che continua a stimolare la curiosità dei lettori e degli studiosi. La sua capacità di condensare un'idea in poche parole, la sua dimensione poetica e la sua attualità lo rendono uno strumento espressivo di grande valore

Donato Di Poce, ama definirsi un ex poeta che gioca a scacchi per spaventare i critici. (Nato a Sora – FR – nel 1958, residente dal 1982 a Milano). Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo. Artista poliedrico, innovativo ed ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività. Donato Di Poce, ama definirsi autoironicamente, “un ex poeta che gioca a scacchi per spaventare i critici”. (Nato a Sora - FR - nel 1958, residente dal 1982 a Milano).

 

Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo, Studioso del Rinascimento e dell’Architettura Contemporanea. Artista poliedrico, innovativo ed ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività. Ha al suo attivo oltre 45 libri pubblicati (tradotti anche in Inglese, Arabo, Rumeno, Esperanto e Spagnolo), 20 ebook e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Dal 1998 è teorico, promotore e collezionista di Taccuini d’Artista. Ha realizzato ©L’Archivio Internazionale di TACCUINI D’ARTISTA e Poetry Box di Donato Di Poce, progetto espositivo itinerante. Tra le diverse collaborazioni con case editrici italiane si annoverano: Heretica Edizioni, Edizioni Helicon , Onirica Edizioni, Libros del Fresno, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

Info

info@bibliotecaostinata.com




Fotografia di moda e beauty. Tecniche e strumenti per ritrarre la bellezza di Azzurra Piccardi (Apogeo)

Una guida esaustiva, arricchita dall'illustrazione di 20 schemi di luce da cui prendere spunto per ricreare set e realizzare i propri scatti di moda e bellezza.


Fotografare e comunicare la bellezza: questo è l'obiettivo della fotografia di moda e di beauty, due generi gemelli che valorizzano l'eleganza di visi e corpi, lineamenti e figure, cosmetici, abbigliamento e accessori. In questo manuale Azzurra Piccardi insegna come esaltare luce e colori in ogni scatto e come gestire tutto il processo di realizzazione di campagne commerciali ed editoriali di successo. Si parte con un'introduzione alla storia e al linguaggio della fotografia di moda e beauty, per passare poi all'analisi dell'attrezzatura, delle tecniche di illuminazione, composizione e scatto, fino alla post-produzione. Infine vengono forniti consigli per creare un portfolio, cercare clienti e diventare fotografi professionisti.



martedì 3 settembre 2024

Lo stato dell'arte. Reportage tra vizi, virtù e gestione politica dei beni culturali di Francesco Erbani (Manni)

In questo libro si parla di musei e di archivi, di aree archeologiche e di biblioteche, di soprintendenze e di centri storici. Si mettono in evidenza gli elementi innovativi che tendono a configurare il bene culturale come un servizio pubblico. Si narrano gli sforzi di comunità e di associazioni che prendono in carica il recupero, la custodia e la messa a valore sociale e culturale di un bene mal curato o abbandonato e che invece può assicurare persino il riscatto di un territorio. Si prova a raccontare un fenomeno che rappresenta l’altra faccia della popolarità assunta dai beni culturali: il loro utilizzo, in certi casi l’indebito sfruttamento, a fini commerciali, cerimoniali o di mondanità o anche di pubblicità o di promozione aziendale. Si raccontano le sofferenze, i drammatici paradossi, le miserevoli dotazioni finanziarie o di personale messe a disposizione a dispetto di proclami e inconcludenti retoriche



LA MANO CHE CREA. LA GALLERIA PUBBLICA DI UGO ZANNONI – L’esperienza di Clotilde Forte

lunedì 2 settembre 2024

LA MANO CHE CREA. LA GALLERIA PUBBLICA DI UGO ZANNONI – L’esperienza di Andrea Chesini

Il fuoco sacro della terracotta di Marco Scansani (Tre Lune)

Il fuoco sacro della terracotta è un viaggio attraverso un filone meno noto del Rinascimento e la riscoperta di uno dei suoi protagonisti. La scultura in terracotta, una tipologia assai presente nell'antichità ma pressoché dimenticata nel Medioevo, ritornò in auge nel Quattrocento. Nella valle del Po, dove l'argilla non manca, trovò consacrazione grazie alla sua versatilità e alla sua umiltà, venendo apprezzata soprattutto per i contesti sacri. Il libro ricostruisce per la prima volta l'intera vicenda critica, biografica e artistica di Giovanni de Fondulis riconoscendo il peso straordinario che ebbe per la storia dell'arte lombarda e veneta: fu infatti tra queste due regioni che l'artista visse e operò nel corso del XV secolo. Le opere in terracotta del cremasco e dei suoi seguaci hanno riempito le chiese, gli oratori, i palazzi del Nord Italia di statue, altari, rilievi, decorazioni: nel volume vengono finalmente esaminate, riprodotte a colori, e dunque valorizzate, riallacciando il loro rapporto con la storia, i documenti, i contesti, gli artisti e i committenti. Un volume di grande formato e riccamente illustrato dedicato a un grande artista



domenica 1 settembre 2024

Rimini - 44° 3' 27 di Andrea Shinigami (NFC Edizioni)

Queste sono le coordinate geografiche della città di Rimini, dove si sviluppa questo progetto. Una sorta di viaggio differente da quelli canonici e consueti, che guarda la città osservandone il lato urban. L’autore ha educato il proprio sguardo attraverso l’esercizio della street photography, indagando, nel corso di innumerevoli progetti, lo scorrere della vita, imprevedibile, accidentale, accogliendola nelle sue rivelazioni spontanee, secondo l’assunto che le cose appaiono se qualcuno le vede: non c’è autonomia tra osservatore e osservato - il rapporto, per quanto inconsapevole e involontario, è estremamente intimo. Non c’è gerarchia, ma incontro paritario ed esperienza di armonia. Grazie anche alla lavorazione in bianco e nero la realtà esce dal quotidiano ed è osservata con un occhio centrato e concentrato. Uno sguardo verso ciò che, al di fuori delle “mura” cittadine, è poco conosciuto, contribuendo a ridefinire la natura della città, nata e “vissuta” grazie al mare, rendendone evidenti le infinite declinazioni che fuori dalla traccia consueta e ufficiale vengono comunque praticate e che in questa occasione sono restituite a un valore icastico.



LA MANO CHE CREA. LA GALLERIA PUBBLICA DI UGO ZANNONI – L’esperienza di Giorgia Altea