T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

mercoledì 6 marzo 2024

Donnie Molls: Oral Histories / CMay Gallery, Los Angeles

Espressioni urbane. Muri sconciati, writing e street art a cura di Pierpaolo Ascari e Pietro Rivasi (Mimesis)

 Cosa stiamo realmente osservando davanti a un intervento di writing o a un'opera di street art? E qual è il rapporto che questi linguaggi intrattengono con un semplice muro imbrattato? Per tentare di rispondere a queste due domande, abbiamo convocato una serie di ambiti disciplinari che spaziano dagli studi culturali alla criminologia critica e al diritto, dall'educativa di strada all'antropologia, dalla storia dell'arte all'analisi degli stili, con l'obiettivo programmatico di alzare lo sguardo rispetto ai regimi discorsivi che trattengono la rappresentazione della città nel campo delle politiche securitarie e delle strategie di estrazione del valore.




FUTURƏ: AL LICEO PALMIERI DI LECCE SI PARLA DI FEMMINISMI, STEREOTIPI E PROSPETTIVE DI GENERE

Il Liceo classico e musicale Giuseppe Palmieri di Lecce ospita un percorso di formazione, discussione, analisi e condivisione coordinato da Diffondiamo idee di valore e Conversazioni sul futuro. Mercoledì 6 marzo prenderà il via, infatti, il progetto ispirato dal libro "Tutte le ragazze avanti!" di Giusi Marchetta (Add editore). Cinque fasi per circa venti ore di attività che si concluderanno con la redazione di un manifesto frutto delle istanze collettive, maturate e condivise. L’obiettivo è quello di riflettere su patriarcato, parità, diritti e violenza di genere e di creare un’occasione di dialogo aperto.

Cosa significa essere una persona femminista oggi in Italia? Cos’è il patriarcato? Come si riconoscono e si combattono gli stereotipi e le violenze di genere? Quali sono le prospettive future su parità e diritti? Per rispondere a queste e altre domande, centrali nel dibattito pubblico, nasce “Futurə: femminismi, stereotipi e prospettive di genere”, un progetto coordinato da Ottavia Madami per l’associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il festival Conversazioni sul futuro, che da mercoledì 6 marzo coinvolgerà un gruppo di discenti del Liceo classico e musicale “Giuseppe Palmieri” di Lecce.

   

Il percorso di formazione, discussione, analisi e condivisione - articolato in cinque fasi per circa venti ore di attività dentro e fuori la scuola - trae ispirazione da "Tutte le ragazze avanti!", un libro curato dalla scrittrice e insegnante Giusi Marchetta, pubblicato da ADD Editore. Uscito in una prima edizione nel 2018, il libro «era nato dalla generosità e dalla voce di dieci donne che, attraverso la scrittura, la ricerca, l’arte, il cinema, la musica, la danza, l’attivismo, mi hanno insegnato qualcosa sul mio essere al mondo», sottolinea la curatrice nell’introduzione. «Era un punto di arrivo. È diventato punto di partenza. Quel libro ha portato al Tavolo delle ragazze, cui sono seguiti un Manifesto e un podcast. È diventato un piccolo totem di carta, qualcosa da cui partire per raccogliere altre voci e altre storie, per farle sedere attorno a un tavolo, conoscersi, parlare. È cominciato così un altro viaggio che da quel libro porta fino a questo», prosegue Giusi Marchetta. Alle voci originali di Giulia Blasi, Lucia Brandoli, Giulia Cavaliere, Marta Corato, Marzia D’Amico, Claudia Durastanti, Giulia Gianni, Maria Marchese, Giulia Perona, Giulia Sagramola si sono infatti aggiunte quelle di Silvia Grasso, Giada Letonja, Allegra Moreschi, Elisabetta Rossi e della stessa Ottavia Madami.

 

L’obiettivo del progetto è quello di riflettere su patriarcato, parità, diritti e violenza di genere nel contesto attuale, evidenziando gli stereotipi ben radicati  nella società ma spesso impercettibili, e di creare un’occasione di dialogo aperto e paritario, incoraggiando la lotta per una società più equa e giusta. Il primo passo sarà un tavolo di discussione pensato per affrontare varie tematiche legate ai femminismi e agli stereotipi di genere all’interno di un contesto privo di gerarchie con discussioni guidate dalla condivisione di esperienze e saperi  personali. Si cercheranno di vagliare le condizioni iniziali di familiarità con i diversi argomenti per strutturare il lavoro successivo in modo inclusivo e coinvolgente per ciascun partecipante. Dopo la prima fase introduttiva, il percorso proporrà la lettura individuale e collettiva del libro "Tutte le ragazze avanti!". Poi si  esploreranno insieme i temi emersi e affrontati nel libro (corpo, lavoro, educazione, rappresentazione, ambiente). In particolare saranno approfonditi gli stereotipi legati a parità, diritti e violenza di genere per poi avviare un dibattito sui molteplici modi di essere femminista oggi e sulla necessità di un femminismo di tipo intersezionale. Lo step successivo sarà quello di dare vita a un manifesto che rifletta le istanze collettive, maturate e condivise durante il percorso. La forma di questo manifesto, che potrà essere scritto, illustrato, multimediale o digitale, sarà decisa in base alle preferenze del gruppo. Ultima tappa di questo percorso sarà la presentazione del manifesto alla scuola e alla città, in un momento di restituzione del lavoro portato avanti e in modo da promuovere la consapevolezza e la spinta all’azione collettiva per il cambiamento.

 

Info e contatti

segreteria@conversazionisulfuturo.it - 3383094960

www.conversazionisulfuturo.it






Christo and Jeanne-Claude: Interview with Christo

martedì 5 marzo 2024

L’Artusi parla cinese: presentato in Regione il volume “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene”

Felicori e Mammi: “Molto più di un ricettario". Il progetto di traduzione, iniziato nel 2021, realizzato dall’editore cinese Hunan Fine Arts Publishing House con Casa Artusi e il sostegno di Regione, Comune di Forlimpopoli, Ambasciata d’Italia a Pechino, Istituto Italiano di Cultura di Pechino, Aife /Filiera Italiana Foraggi

 

Dopo le diverse edizioni e riedizioni in ben dieci lingue (catalano, francese, giapponese, inglese, olandese, polacco, portoghese, russo, spagnolo, tedesco), ora, “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene”, testo più comunemente chiamato col nome del suo autore, l’Artusi, viene pubblicato in quella cinese.

 

Prima ancora che una persona, Artusi è il libro di cucina per eccellenza, quello che codifica la cucina italiana moderna e segna la storia dell’identità gastronomica nazionale. E non solo: il celebre manuale è anche un progetto linguistico e politico, dato che la condivisione degli usi gastronomici e di una lingua comune, concreta come quella che si parla in cucina, pareva a Pellegrino Artusi un tassello importante nel processo di unificazione della cultura nazionale allora in corso. Ma sicuramente l’autore de “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene”, nato a Forlimpopoli nel 1820 e morto a Firenze nel 1911, che ne curò direttamente le prime quindici edizioni, dal 1891 al 1911, non pensava che il suo libro sarebbe stato continuamente rieditato, copiato, tradotto, diventando nella contemporaneità l'ambasciatore della cucina italiana nel mondo.

 

Oggi in Regione è stato presentato il volume tradotto in cinese, nel corso di una conferenza stampa cui erano presenti gli assessori regionali alla Cultura, Mauro Felicori, e all’Agricoltura, Alessio Mammi, insieme alla presidente della Fondazione Casa Artusi, Laila Tentoni, alla sindaca di Forlimpopoli, Milena Garavini, al presidente Associazione Italiana Foraggi Essiccati Gian Luca Bagnara e a Federico Roberto Antonelli, direttore Istituto Italiano di Cultura di Pechino (in collegamento video). La traduzione è stata curata dal prof. Wen Zheng, responsabile del dipartimento di Lingua italiana presso l'Università di Lingue straniere a Pechino, oltre che accademico della Crusca che negli anni ha tradotto importanti scrittori italiani, da Boccaccio a Calvino, a Umberto Eco.

 

“L’Artusi non è solo un ricettario, è un’opera collettiva che l’autore scrisse e sperimentò con i suoi lettori di tutto il Paese. Le ricette sono accompagnate da storie, curiosità e aneddoti che lo rendono un intramontabile bestseller apprezzato in tutto il mondo- hanno detto Felicori e Mammi-. È indubbiamente il libro più famoso e letto sulla cucina italiana, fonte di ispirazione per generazioni di grandi cuochi, e non solo. È molto più di un semplice ricettario, un'opera che è parte integrante della storia e della cultura italiane, ed è per questo che continua a essere sempre più apprezzata all'estero. Del resto- aggiungono- il cibo non è solo nutrimento del corpo, ma è cultura. Attraverso il cibo si racconta l’identità dei nostri territori e delle comunità: l’alimentazione fa parte della nostra storia di esseri umani ed è un valore collettivo”.

Il progetto di traduzione, iniziato nel 2021, è stato realizzato dall’importante editore cinese Hunan Fine Arts Publishing House con Casa Artusi, grazie al sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlimpopoli, Ambasciata d’Italia a Pechino, Istituto Italiano di Cultura di Pechino, Aife /Filiera Italiana Foraggi.

 

“Oggi- ha sottolineato Laila Tentoni- si aggiunge una tappa fondamentale al progetto di Casa Artusi nella diffusione dell’opera del gastronomo forlimpopolese nel mondo. L’Artusi è un testo di riferimento insostituibile per chi ama la cucina italiana e la sua traduzione in cinese sostiene lo scambio tra due grandi culture. Ringrazio con piena soddisfazione tutti coloro che hanno reso possibile questo rilevante lavoro”.

“Siamo orgogliosi di aver partecipato alla sponsorizzazione di questo volume- ha aggiunto Gian Luca Bagnara-. Il nostro contributo ci offre un’ulteriore opportunità per valorizzare sui mercati internazionali la filiera produttiva agroalimentare nazionale che rende così importante nel mondo la cucina italiana, dove tradizioni, territorio, agricoltura, zootecnia e biodiversità costituiscono un unicum inimitabile e irripetibile”.




Pierluigi Pusole - Pralina N° 25. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Le grandi artiste della street art. Ediz. a colori di Alessandra Mattanza (White Star)

 Dalle proteste contro la discriminazione razziale e di genere di Tatyana Fazlalizadeh alla provocatoria sensualità delle figure di Miss Van, fino alle innovative creazioni di Lady Aiko, che uniscono Pop Art e tradizione iconografica giapponese: questo volume raccoglie 24 ritratti di grandi street artist donne, che raccontano la propria vita e la propria arte attraverso le interviste realizzate da Alessandra Mattanza. I loro volti e - soprattutto - le loro opere mostrano l'essenza stessa dell'empowerment femminile, espresso in una forma d'arte che incarna perfettamente il concetto di ribellione.


Random International: Rain Room at Barbican Centre, London

lunedì 4 marzo 2024

In mostra gli oggetti appartenuti alle persone migranti decedute nel naufragio a Lampedusa del 3 ottobre 2013 all’eremo di Santa Caterina del Sasso dal 5 marzo al 9 aprile

 La mostra La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo verrà inaugurata all’Eremo di Santa Caterina del Sasso martedì 05 marzo 2024. L’apertura dell’esposizione, inizialmente preventivata per mercoledì 28 febbraio, è stata rimandata di una settimana per poter garantire un percorso espositivo il più completo possibile. Ad aprire la mostra, che sarà poi visitabile fino a martedì 09 aprile, una visita guidata con i curatori rivolta a tutti co inizio alle ore 16.00 di martedì 05 marzo.

La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo è un progetto di Carta di Roma e Zona e gode patrocinio del comune di Leggiuno e Musa e ha il supporto di Archeologistics, impresa sociale impegnata nella valorizzazione dei beni culturali.

 

La mostra raccoglie e presenta gli oggetti appartenuti alle persone migranti decedute nel naufragio del 3 ottobre 2013, le fotografie di Karim El Maktafi e i video di Valerio Cataldi, giornalista Rai ora corrispondente per l’Africa subsahariana.

 

All’alba del 3 ottobre 2013, un vecchio peschereccio con oltre 500 persone a bordo naufraga a ridosso dell’isola di Lampedusa. Vengono recuperati 368 corpi di persone di nazionalità eritrea. Per la prima volta, i corpi dei naufraghi sono visibili al mondo intero. È un evento che cambia la percezione dei naufragi e che scatena una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale.
La mostra tramanda la memoria della tragedia del mare con gli oggetti, le fotografie e le testimonianze di chi ha vissuto il naufragio del 3 ottobre 2013.
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, la cui storia prende avvio da un naufragio, ospita la mostra dopo il primo allestimento del Memoriale della Shoah di Milano, grazie alla collaborazione di Provincia di Varese, Archeologistics srl e Fraternità Francescana di Betania.

 

Dalla tragedia di Lampedusa del 2013 ad oggi, si contano oltre 31.000 persone morte nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere l’Europa. Gli arrivi via mare fanno parte del nostro immaginario delle migrazioni. Eppure, a distanza di dieci anni, l’opinione pubblica italiana sembra essersi assuefatta ai naufragi e alle morti in mare. 

“Ospitare questa mostra all’Eremo – dice Elena Castiglioni di Archeologistics, attuale gestore dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso – significa mettere in connessione storie di naufràgi antichi, cui possiamo guardare con relativo distacco, e di nàufraghi contemporanei, sui quali non possiamo chiudere gli occhi. Oggi per i visitatori dell’Eremo l’acqua del lago è soprattutto sinonimo di benessere ed intrattenimento, ma la stessa acqua può diventare per altri limite insuperabile”. 

In mostra si potranno ascoltare anche, sui dispositivi personali, ed in uno spazio appositamente identificato dove lo sguardo volge verso l’acqua, gli audio delle richieste di soccorso di quel 3 ottobre 2013.

E’ inoltre previsto un programma di interventi con relatori di riconosciuta autorevolezza. Tr questi il primo è proprio quello del 5 marzo alle ore 16.00, con la visita guidata accompagnata da Valeria De Berardinis e Paola Barretta, di Zona e Carta di Roma.

Nella seconda settimana di marzo (la data è in via di definizione) un dialogo fra’ Roberto Fusco della Fraternità francescana di Betania, comunità religiosa che risiede all’Eremo di Santa Caterina e il prof. Michele A. Riva professore associato di Storia della Medicina dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. L’appuntamento sarà dedicato alle figure di San Gerardo, San Giulio e del Beato Alberto, fondatore dell’Eremo: vite esemplari di santi legate all'acqua.

Venerdì 22 marzo 2024, ore 15.30: l’Eremo ospita la prof.ssa Cristina Cattaneo, direttrice del Labanof - Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense e del Museo universitario delle scienze Antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani (Musa) dell’Università Statale di Milano.  L’appuntamento sarà dedicato al lavoro della prof.ssa Cattaneo nella restituzione dell’identità alle persone migranti morte nel Mediterraneo, proprio a partire dalla tragedia di Lampedusa del 2013.

 

La mostra è visitabile durante gli orari di apertura dell’Eremo di Santa Caterina:

  • Dal 05 marzo al 15 marzo 2024: dal lunedì al venerdì dalle ore 13.30 alle 18.00; sabato, domenica e festivi dalle ore 9.30 alle 19.30
  • Dal 16 marzo al 09 aprile 2024: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 19.30
    Aperture straordinaria su richiesta, in particolare per le scuole.

 

INFORMAZIONI

sito web: www.eremosantacaterina.it

email: info@eremosantacaterina.it

 tel.: 0332.647014 /  3288377206







Giuliano della Casa - Pralina N° 24. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Muri di Sardegna. Luoghi e opere della street art a cura di Asteras (Flaccovio Dario)

 La Sardegna non è solo sinonimo di coste incantevoli, natura incontaminata, archeologia e arte. Nelle principali città, come Cagliari Sassari Oristano e Nuoro, ma anche nei centri urbani del territorio, recuperati ad un uso consapevole delle tradizioni, spiccano opere d'arte urbana sulle pareti delle abitazioni e degli edifici pubblici. Si tratta di un fenomeno artistico di rilievo, che allinea l'isola al contesto internazionale. La guida vuole offrire al viaggiatore uno strumento utile per la ricerca e la comprensione degli elementi più emblematici: dai rinomati Murales di Orgosolo e di San Sperate alla nuova street art di San Gavino Monreale. Dagli anni Sessanta del Novecento sino agli anni Duemila. Grandi interpreti e giovani utopie: un circuito affascinante, istruttivo e ricco di sorprese. Un piccolo Atlante iconografico dei sentimenti, delle visioni e delle speranze di un popolo.





Sandra Peters: Bilateral, Diagonal, Cubical at Aanant and Zoo Gallery, Berlin

domenica 3 marzo 2024

Robert Gligorov - Pralina N° 23. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Eric Serafini - Pralina N° 22. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

A regola d'arte. La street art tra didattica della legalità e paradosso della trasgressione di Donatella Fantozzi (Edizioni ETS)

 Il volume propone un approccio all'educazione civica, alla cittadinanza e alla legalità, attraverso il paradosso della trasgressione dato dalla cosiddetta street art, che permette di trasformare la regola infranta in possibilità inedite e creative di espressione di sé, ma anche del senso di appartenenza alla comunità nella quale si è inseriti. Contaminando l'intervento istituzionale canonico con forme espressive e strategie comunicative non contemplate dai curricoli scolastici, è possibile favorire lo sviluppo di competenze necessarie per affrontare con spirito critico le sfide che la vita propone. Perché ciò si realizzi occorre fare breccia nella rigidità della certificazione istituzionale e riconoscere che la formazione si alimenta di moltissime agorà fisiche e virtuali, spesso esterne ai percorsi canonici, ma non per questo estranee. Attraverso la street art le pareti degli edifici pubblici, in particolare di quelli scolastici, possono diventare lo scenario di una vera e propria mostra di strada permanente a cielo aperto, un'espressione artistica a futura memoria, oltre a rappresentare, contemporaneamente, un gesto di appropriazione reale, da parte dei giovanissimi studenti, del contesto scolastico e del territorio di vita. È così possibile alimentare, inconsapevolmente, magari, e tuttavia in maniera profonda, il sentimento di appartenenza, di condivisione, di reciprocità e di rispetto.




15 Years Fondation Beyeler. Interview with Director Sam Keller

sabato 2 marzo 2024

La libera maniera in mostra a Casa Bruschi

2024-03-01 PRATO - 2ª EDIZIONE DI APRTO, MUSEO DIFFUSO ARTE CONTEMPORANEA

Enrico Robusti - Pralina N° 21. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

La street art ai tempi del coronavirus. Ediz. illustrata di Xavier Tapies (L'Ippocampo)

 C'è stata un'esplosione di street art in risposta alla crisi globale del coronavirus. C'è qualcosa in quest'arte che la rende unica nel documentare i nostri sentimenti contrastanti. Alcuni dei più noti artisti di strada - Pøbel, Gnasher, Ragazzini, Rasmus, Balstrom - hanno tratto ispirazione dalla pandemia e dal lockdown per ideare audaci capolavori. Ma sono emersi anche tanti nuovi talenti, da San Paolo a Teheran fino a Shanghai. Questo volume raccoglie i più significativi messaggi tracciati sui muri in questi strani tempi, che di certo lasceranno il segno. Ancora una volta la street art dimostra la sua pertinenza... e impertinenza.




Street art in Italia. Viaggio fra luoghi e persone di Anastasia Fontanesi, Anna Fornaciari (Polaris)

 Un viaggio attraverso 58 destinazioni, in 17 regioni italiane, per scoprire come l'arte urbana ha trasformato la geografia e lo skyline delle città e dei borghi del nostro paese. In questa guida di viaggio l'arte urbana, effimera per definizione e in continua evoluzione, diventa un filo che traccia legami invisibili ma al tempo stesso indelebili tra territori e persone, attraverso graffiti writing, street art, neo-muralismo fino ad arrivare alle installazioni. Un viaggio tra periferie rurali e urbane, accompagnato da foto, aneddoti e consigli pratici per scoprire progetti di arte pubblica, aperti a tutti, al di là dei soliti itinerari. Nel libro sono presenti anche sette contributi di professionisti del settore culturale contemporaneo, per offrire un racconto a più voci della realtà dell'arte urbana in Italia.




Interview with Yann Follain of WY-TO Architects

venerdì 1 marzo 2024

Dario Ghibaudo - Pralina N° 20. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Bruno Chersicla - Pralina N° 19. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

"Arte e Follia": Vincent Van Gogh raccontato da Maurizio Ganzaroli

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Perché il mondo dell'arte sta boicottando Israele? Una spiegazione - HuffPost Italia

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L’arte è un gioco di coppia- Corriere.it

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Con Bolìa racconti d’arte su tela

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Arte, cultura e sostenibilità: l’imprenditoria virtuosa di Veronica De Angelis con Yourban 2030 - Economia e Finanza - Repubblica.it

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Arte queer, un'identità che è politica: la necessità di raccontarsi è fondamentale - Il Fatto Quotidiano

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Da giovedì 7 a domenica 10 marzo - Valentina Notarberardino presenta "Operazione bestseller. Dietro le quinte del successo editoriale" ad Andria, Cutrofiano, Lecce, Alessano e Bari

Un viaggio curioso, chiarificatore ed entusiasmante dietro le quinte dell'editoria italiana, la maggior industria culturale del Paese: da giovedì 7 a domenica 10 marzo la scrittrice ed esperta di comunicazione editoriale Valentina Notarberardino sarà in Puglia (Andria, Cutrofiano, Lecce, Alessano e Bari) per presentare il suo nuovo libro "Operazione bestseller. Dietro le quinte del successo editoriale", da poco uscito per Ponte alle grazie. Il volume racconta la vita materiale (dalla tipografia al comodino) e immateriale (dall’anonimato alle stelle) del libro. E lo fa avvalendosi del contributo di protagoniste e protagonisti del mondo editoriale e delle loro testimonianze esclusive. Il minitour - coordinato e promosso da Diffondiamo idee di valore, Conversazioni sul futuro e Coolclub -  partirà giovedì 7 marzo alle 19 dal Museo Diocesano di Andria. Nel primo incontro, a cura del Circolo dei Lettori di Andria, l'autrice, che da alcuni mesi cura anche uno spazio di approfondimento su Rai 1 dedicato alle copertine dei libri, dialogherà con Gigi Brandonisio, manager culturale e direttore artistico del Festival della Disperazione. Dalla Bat al Salento, venerdì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, appuntamento alle 19 nelle Scuderie di Palazzo Filomarini a Cutrofiano, in collaborazione con il progetto "Titolo Collettivo - Una rete per le biblioteche di comunità" con la partecipazione dell'assessora alla cultura Maria Lucia Colì. Sabato 9 marzo in programma un doppio incontro: alle 16:30 alla Biblioteca OgniBene nel Complesso degli Agostiniani a Lecce, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Lecce e Libreria Liberrima, e alle 19:30 alla Libreria Idrusa di Alessano dove l'autrice dialogherà con la libraia e operatrice culturale Michela Santoro. Domenica 10 marzo alle 11, Valentina Notarberardino  - dialogando con Fulvio Colucci (giornalista La Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore) - concluderà il suo tour pugliese alla Libreria Liberrima di Via Calefati a Bari, nell'ambito del progetto "Blind Book Bari – Sensazioni in libreria", finanziato dal bando pubblico "Un negozio non è solo un negozio", nell’ambito del programma d_Bari 2022 – 2024.

Perché certi libri hanno successo e altri no? Perché di alcuni si capisce presto che finiranno tra i «libri dell’anno» mentre altri passano in sordina? Come arrivano gli amati tomi in libreria? Come si partecipa ai premi letterari, chi vota e, soprattutto, perché vince chi vince? E chi perde, come la prende? Si può vivere di sola scrittura? Perché ogni anno in Italia si pubblicano così tanti titoli? Come funzionano i festival letterari e le fiere del libro? Che cosa riesce a fare un bravo libraio per il successo di un libro? Che impatto hanno i social? I podcast? Le trasmissioni radio e tv? Come funzionano le classifiche? Come si rilevano le vendite, e chi lo fa? Insomma: che cosa fa vendere i libri? Operazione bestseller prova a rispondere a tutte queste domande. Valentina Notarberardino è nata a Fondi nel 1981 e vive a Roma dove lavora nel settore editoriale da oltre quindici anni, molti dei quali come responsabile dell'ufficio stampa e della comunicazione di Contrasto. Ha collaborato come coordinatrice didattica con il Master in Editoria, giornalismo e management culturale della Sapienza, dove tiene un corso dedicato al paratesto e alla comunicazione dei libri. Ha uno spazio di approfondimento su Rai 1 dedicato alle copertine dei libri. Co-curatrice del volume Libero de Libero. Le poesie (Bulzoni, 2011), dopo "Fuori di testo. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie" (Ponte alle Grazie, 2020) arriva in libreria con "Operazione bestseller. Dietro le quinte del successo editoriale" (Ponte alle Grazie, 2024).








Jake & Dinos Chapman at PinchukArtCentre in Kyiv, Ukraine

giovedì 29 febbraio 2024

Shahryar Nashat "Streams of Spleen" | 17 marzo – 18 agosto 2024 | MASI Lugano, sede LAC

 Il MASI Lugano presenta la più grande mostra personale in Svizzera di Shahryar Nashat: “Streams of Spleen”. Per l’occasione, l’artista è intervenuto con un progetto site specific sullo spazio della sala ipogea del MASI stravolgendone completamente l’atmosfera. Le opere esposte – quasi tutte nuove produzioni – sono messe in relazione con l’architettura modificata e danno vita a un ambiente multisensoriale coeso, un’unica grande installazione che il pubblico è invitato ad esplorare.

 

Nel lavoro di Shahryar Nashat il corpo umano, le sue percezioni e rappresentazioni svolgono un ruolo centrale. Attraverso video, sculture e installazioni, l’artista crea esperienze sinestetiche che evocano emozioni e stati d'animo difficili da esprimere razionalmente. Evitando interpretazioni definitive, Nashat esplora tematiche come il desiderio, la mortalità, l'istinto animale e l'arte stessa, sfere che sfuggono a una comprensione completa. Artista attento a come l’arte viene presentata e fruita nei contesti istituzionali, Nashat spesso interviene più o meno esplicitamente sullo spazio espositivo mettendo in luce i meccanismi, le contraddizioni e la retorica che spesso accompagnano la presentazione dell’arte.


È una sensazione di disagio e al contempo di fascinazione quella che si prova entrando nella sala sotterranea del MASI. L’intero pavimento è rivestito con delle piastrelle viniliche, e il tono delle luci è alterato. Al centro della sala una costruzione dal soffitto basso si impone nello spazio come un volume scultoreo, in cui il pubblico è obbligato ad entrare, mentre il suono di un lamento indecifrabile si diffonde e scandisce il ritmo del percorso.

Il cuore pulsante della mostra è il nuovo video Streams of Spleen (2024). Integrato nell’architettura del volume al centro della sala, il video è trasmesso in loop su una grande parete di schermi luminosi. In quest’opera, che vede protagonisti i lupi, Shahryar Nashat esorta ad allontanarsi dalla prospettiva umano-centrica e ad assumere il punto di vista animale. Anche se gli animali -filmati nel loro habitat naturale, disegnati digitalmente o ricreati con l’intelligenza artificiale- trasmettono un senso di vigore e vitalità, rimane una sensazione di inquietudine, rafforzata dalla composizione musicale: una sinfonia di lamenti, un pianto animale che allo stesso tempo è umano.

 

Il corpo umano – esplorato nei suoi limiti fisici e possibilità di estensione e nelle sue percezioni concrete e mentali - è al centro delle altre opere in mostra. Ad esempio, le nuove sculture della serie Bone In, a cui l’artista lavora già dal 2019, sembrano veri pezzi di carne di origine sconosciuta e richiamano i processi dell’industria alimentare.


Anche nelle sculture in fibra di vetro Boyfriend_14.JPEGBoyfriend_15.JPEG e Boyfriend_16.JPEG l’artista pare fondere la carnalità a strutture geometriche intervenendo con imperfezioni che sembrano rivelare un tessuto muscolare o scheletrico. Queste mutilazioni trasmettono vulnerabilità, ma allo stesso tempo infondono la sensazione di trovarsi di fronte a un oggetto vivo a cui potersi relazionare. L’associazione al corpo si ritrova anche in due stampe a getto d’inchiostro, Brother_03.JPEG e Brother_07.JPEG, che rappresentano una cassa toracica, mentre il rivestimento in gelatina acrilica fa pensare a secrezioni organiche. “Il corpo -la carne- diventa oggetto, presentato secondo le forme tradizionali di esposizione e rappresenta la dimensione concreta -materiale- dell’essere, in un’epoca digitalizzata in cui sia il corpo che l’oggetto artistico sono spesso mediati da schermi” spiega Francesca Benini, curatrice della mostra.

 

Nonostante il suo approccio sperimentale, Nashat è un attento osservatore della storia dell’arte e talvolta include nel suo lavoro tecniche e materiali dalla tradizione secolare, come nel caso delle sculture in marmo Hustler_23.JPEG e Hustler_24.JPEG. Nell’immaginario collettivo, il marmo evoca infatti opere che vanno dall’antichità al periodo moderno e come nessun altro materiale è da sempre stato utilizzato per rappresentare il corpo umano. Considerando questa memoria, Hustler_23.JPEG e Hustler_24.JPEG il riferimento al corpo è rafforzato dalle venature e dai toni arancio-rosati del Rosa Portogallo.

 

Il catalogo che accompagna la mostra può essere considerato anch’esso un’operazione artistica: concepito da Shahryar Nashat in collaborazione con il graphic designer Sabo Day e lo scrittore Kristian Vistrup Madsen, si presenta a prima vista come un manuale d’istruzioni, ma si rivela un poetico percorso che riflette sull’esistenza umana e su ciò che significa essere un artista. Con la sottile ironia e l’irriverenza che lo caratterizzano, l’artista presenta 17 capitoli intesi come 17 possibilità, 17 modi per realizzare opere, per essere, per stare al mondo. Il libro si chiude con un testo critico di Francesca Benini e Gioia Dal Molin ed è co-prodotto da MASI Lugano, Istituto Svizzero, Roma e Lenz Press.

 

L’esposizione è realizzata in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma.


Shahryar Nashat è un artista visivo. Ha esposto in mostre personali presso l'Art Institute di Chicago (2023), la Renaissance Society dell'Università di Chicago (con Bruce Hainley, 2023), al Museum of Modern Art di New York (2020), allo Swiss Institute di New York (2019), alla Kunsthalle di Basilea, Svizzera (2017), al Portikus di Francoforte, Germania (2016) e allo Schinkel Pavillon di Berlino (con Adam Linder) (2016). Nashat è rappresentato da Rodeo, London/Piraeus, David Kordansky, Los Angeles/New York e Gladstone Gallery, New York/Bruxelles.






Matteo Basilé - Pralina N° 18. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Mark Kostabi - Pralina N° 17. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Sulla fotografia di Man Ray a cura di Janus (Abscondita)

 Man Ray è indiscutibilmente uno dei più grandi e rivoluzionari esponenti di questa «giovane» arte. Inventò e portò a perfezione nuove tecniche, come il rayograph e la solarizzazione, ed è autore di famosissimi ritratti di artisti e scrittori. La sua filosofia come fotografo è racchiusa nella celebre frase: «Dipingo quello che non può essere fotografato, fotografo quello che non voglio dipingere». In questo volume sono raccolti tutti gli scritti di Man Ray sulla fotografia, che costituiscono una tappa fondamentale nella definizione teorica di questa forma artistica




Mike Meiré for Dornbracht / The Farm Project / Interview 1/

mercoledì 28 febbraio 2024

Giovanni Cavaliere - Pralina N° 16. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Guglielmo Castelli a Villa Medici per Art Club #38, a cura di Pier Paolo Pancotto (1° marzo - 19 maggio 2024)

 Per il prossimo incontro del ciclo Art Club, Villa Medici invita il pittore torinese Guglielmo Castelli.  Ispirandosi alla letteratura, al teatro e alla storia dell’arte, Guglielmo Castelli sviluppa un universo in cui miscela figure umane e animali, frammenti di paesaggio, elementi naturali e scene quotidiane. Con uno stile figurativo in cui aree magmatiche e monocromatiche convivono con soggetti fluidi, allestisce storie in perpetuo movimento, quasi cinematografiche.

 

La cornice che accoglie queste storie è quella dei giardini di Villa Medici: nell’Atelier Balthus, nello Studiolo di Ferdinando de’ Medici e nella gipsoteca sono presentate cinque opere di Castelli.  Si tratta di quattro oli su tela: il dittico I Believe in The Nights (2021); Buon Vento (2023); Le Jardin des Refusés e The mutiny's space (2022), oltre a un arazzo realizzato con plastica riciclata e fili naturali, Dorofoco. Bonotto for A collection (2020). Questo insieme di opere propone ai visitatori un viaggio cromatico dove ogni opera sembra contenere un enigma da risolvere.

 

Guglielmo Castelli è rappresentato da Mendes Wood DM e Rodeo London / Piraeus.

 

Dal 2016, il ciclo Art Club, a cura di Pier Paolo Pancotto, presenta il lavoro di artisti contemporanei internazionali sotto forma di interventi visivi e plastici negli spazi storici di Villa Medici: le logge, i giardini e la gipsoteca. Integrati ai percorsi di visita guidata di Villa Medici, questi interventi rinnovano e arricchiscono l’esperienza di un luogo che è allo stesso tempo storico e contemporaneo, propizio a dialoghi artistici inaspettati. Tra gli artisti invitati di recente vi sono Caroline Mesquita, Rosa Barba, Jean-Marie Appriou, Giuseppe Penone, Katinka Bock, Namsal Siedlecki, Achraf Touloub...

Info su ArtClub: www.villamedici.it/art-club



Guglielmo Castelli, nato nel 1987, vive e lavora a Torino. Tra le sue mostre personali: Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa (2024); Berlino, Künstlerhaus Bethanien (2018). Tra le collettive: Diario notturno, L’Aquila, Maxxi (2023); Mutanti sotto un cielo che implode, Torino, OGR (2023); Italian painting today, Milano, Triennale (2023); A lover’s discourse, Aspen, Art Museum (2023); Espressioni con frazioni, Torino, Castello di Rivoli (2022); Roma, Quadriennale (2020).


Pier Paolo Pancotto è il curatore del programma espositivo Art Club presso Villa Medici dal 2016.  È stato curatore del ciclo espositivo “Fortezzuola” del Museo Pietro Canonica di Roma dal 2016 al 2018, di progetti artistici del Palais de Tokyo di Parigi, dell’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, della Galleria nazionale d’arte di Tirana, del Lateral Art Space di Cluj, del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes di Napoli, della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, del Museo H.C. Andersen, Roma, del Museo Carlo Bilotti, Roma, della Nomas Foundation, Roma, del Museo Correr e del Museo di Palazzo Mocenigo, Venezia, e di La Fondazione, Roma. È autore di pubblicazioni, fra cui: Artiste a Roma nella prima metà del ’900 (2006); Arte contemporanea: dal minimalismo alle ultime tendenze (2010); Arte contemporanea: il nuovo millennio (2013).


Accademia di Francia a Roma – Villa Medici

 

Fondata nel 1666 da Luigi XIV, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’istituzione culturale francese avente sede dal 1803 a Villa Medici, villa del XVI secolo circondata da un parco di sette ettari e situata sulla collina del Pincio, nel cuore di Roma.

 

Ente pubblico dipendente dal ministero della Cultura francese, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici svolge tre missioni complementari: ospitare artisti e artiste, creatori e creatrici, storici e storiche dell’arte di alto livello in residenza annuale o per soggiorni più brevi; realizzare un programma culturale ed artistico che interessa tutti i campi dell’arte e della creazione e che si rivolge ad un vasto pubblico; conservare, restaurare, studiare e far conoscere al pubblico il proprio patrimonio architettonico e paesaggistico e le proprie collezioni.

 

Direttore dell'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici è Sam Stourdzé.





ALITEIA. The Ballad Tour 2024 | Mostra itinerante a cura di Alisia Viola | OPENING TOUR 29 FEBBRAIO 2024

 Dopo il successo della prima esposizione di Alice Babolin, in arte Aliteia, a Milano presso la Fabbrica del Vapore, The Ballad of Human Mutations diventa un progetto itinerantea cura di Alisia Viola e organizzato in partnership con ACMT-Rete per la Malattia di Charcot-Marie-Tooth. Aliteia porta nell’arte un progetto che tramite la Charcot-Marie-Tooth - la più comune delle neuropatie ereditarie ma al contempo una patologia rara e poco conosciuta - racconta un manifesto di corpi-non-conformi volto a integrare nuovi valori estetistici nella società contemporanea. L'obiettivo del progetto è infatti quello di creare un mito rivoluzionario del diverso e del fragile a partire dal corpo: suscitare uno sguardo nuovo, capace di inglobare ogni forma di fragilità come fonte inesauribile di potenzialità e di autentica bellezza umana.

 

The Ballad Tour 2024 fa il suo esordio il 29 febbraio 2024, data scelta in quanto giornata mondiale delle malattie rare. La prima tappa del progetto itinerante è la storica Villa Fantoni Borromeo a San Giorgio in Brenta (PD) che apre al pubblico dal 2 al 17 marzo. L’esposizione si sposterà nel mese di aprile a Riccione e a Venezia. Nella città romagnola sarà la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ad ospitare il progetto dal 12 al 19 aprile; all’interno delle sale dell’istituzione liberty verrà creato un percorso immersivo con l’integrazione di nuove opere site-specific. A Venezia il progetto verrà presentato il 16 aprile mediante una performance realizzata in Giudecca e proiettata negli spazi di CREA Cantieri del Contemporaneo durante i giorni dell’opening della Biennale di Venezia. Il tour proseguirà in altre città italiane ed europee che verranno comunicate nel corso dei prossimi mesi.


The Ballad of Human Mutations unisce svariati medium contemporanei quali fotografia, scultura, video, scelti in quanto indicatori di espressione di un manifesto che pone il valore della fragilità, della diversità e della libertà di essere al centro della ricerca di Aliteia - afferma Alisia Viola, curatrice del progetto -. The Ballad of Human Mutations si trasforma e si lascia plasmare dai contesti espositivi che ospiteranno il progetto nel corso del 2024, avviando così un profondo dialogo tra il contenuto e il contenitore, tra le opere in mostra e il pubblico. Lo spazio diviene un giardino dove poter coltivare la propria unicità e coesistere all’interno dello stesso racconto. Aliteia è un’artista poliedrica che lavora su più livelli e più linguaggi, riuscendo a creare al contempo un’identità singolare e inconfondibile.”

 

L’esposizione vede infatti la contaminazione di svariate discipline che comunicano fra loro quali: performance, fotografia, videoarte e scultura. La rassegna indaga la bellezza, l’unicità e la forza di individui con corpi lontani dai modelli sia classici che contemporanei, mettendo a nudo le loro non-perfezioni, che sono maggiormente evidenti nelle deformità di mani e piedi, tipiche della Charcot-Marie-Tooth. Aliteia è riuscita nel suo intento primario di immortalare i turbamenti di tutte le persone coinvolte e fotografate nel corso del cerchio, pratica performativa dell’artista, la quale guida i presenti verso l’accettazione e il raggiungimento della massima espressione di sé stessi. Le opere diventano dunque la testimonianza di come ognuno possa avere il coraggio di superare la propria vergona e vivere per quello che davvero si è senza nascondersi. Allo stesso tempo, l’artista è riuscita a creare mediante la pratica performativa un clima straordinario dove sentirsi pienamente liberi, mostrando il proprio mondo interiore ed esteriore senza confini e senza paura del pregiudizio.


The Ballad diventa così un incubatore di sogni, speranze, libertà e bellezza dell’essere se stessi nella propria autentica natura. Un racconto corale attraverso un’intensa partecipazione attiva da parte di persone che hanno permesso di farsi fotografare e di mettere a nudo parti del corpo soggette a questa malattia estremamente complessa e talvolta evidente. Attraverso il medium fotografico, scultoreo, video e performativo, Aliteia apre una visione inedita della fragilità, intesa come la via per essere sé stessi e come l’autentica e inconfutabile bellezza del singolo individuo e del mondo.


Alice Babolin in arte Aliteia (Padova, classe ’85). Il percorso di Aliteia nasce da una lunga ricerca introspettiva. Questa sperimentazione l’ha condotta nel tempo ad avvicinarsi sempre di più all’arte come veicolo di conoscenza e di trasformazione. Si presenta nel panorama artistico mediante la sua prima mostra personale alla Fabbrica del Vapore, che ha da subito colto il valore tematico, concettuale ed estetico della sua ricerca. Aliteia deriva dalle parole Ali Aletheia (λήθεια): il significato letterale della parola greca ἀλήθεια è «lo stato del non essere nascosto; lo stato dell’essere evidente» e implica anche la sincerità, così come fattualità o realtà. Aletheia è la verità che non si può nascondere, che non si può celare. L’artista è dunque una guida poiché l’evoluzione del sé possa essere un processo fattivo e reale affinché si abbia il coraggio di camminare lungo la propria strada che ci rappresenta a fianco delle nostre fragilità e diversità che sono parte della nostra identità. La fragilità trova dunque una nuova narrazione, non più un aspetto da nascondere e per ma la massima manifestazione d'arte in quanto espressione di sé.

 

ACMT-Rete per la malattia di Charcot-Marie-Tooth OdV è l’associazione formata da persone affette da Charcot-Marie-Tooth o CMT e chi li sostiene. Nata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per (in)formazione, supporto ai pazienti, ricerca e aumento della consapevolezza di questa malattia. La CMT è la neuropatia ereditaria rara più frequente. Colpisce i nervi del sistema nervoso periferico, che veicolano gli impulsi motori e la sensibilità. A seconda del tipo di geni interessati (che differiscono nelle varie forme di CMT), viene progressivamente compromessa la funzione motoria, sensitiva e/o i riflessi. Partendo dai nervi più periferici del nostro corpo e progredendo nel corso del tempo, la malattia causa debolezza, perdita di sensibilità, e/o capacità di controllo dei movimenti inizialmente ai piedi e alla parte distale degli arti inferiori e successivamente, alle mani. L’esordio clinico può verificarsi precocemente, nell’infanzia o nella fanciullezza, o più raramente, in età adulta.

Il risultato della mutazione genetica alla base della CMT è, dunque, l’alterazione del delicato equilibrio di forze tra muscoli e tendini di mani e gambe, che spesso causa la deformità di mani e piedi, sintomo caratteristico di questa malattia poco conosciuta.


Crediti fotografici Elena Andreato 

 

INFORMAZIONI TOUR

The Ballad Tour 2024

Mostra itinerante di ALITEIA

A cura di Alisia Viola

Dal 29 febbraio 2024 (calendario in progress)

  • Opening tour: giovedì 29 febbraio 2024 ore 20:00 alla Villa Borromeo Fantoni | Via Montagnola, 34 – San Giorgio in Brenta (PD)
  • Dal 12 al 19 aprile a Riccione presso GAMC Villa Franceschi
  • Martedì 16 aprile performance negli spazi di CREA Cantieri del Contemporaneo in occasione della Biennale d’arte di Venezia.


L'ATTORE LUIGI D'ELIA IN SCENA CON ZANNA BIANCA DI FRANCESCO NICCOLINI PER LA RASSEGNA TUTTE LE STORIE DEL MONDO

ATeatro Impero di Brindisi prosegue Tutte le storie del mondo, seconda edizione della rassegna domenicale di teatro per famiglie ideata e organizzata da Factory Compagnia TransadriaticaMeridiani Perduti e INTI Tales, all'interno della rete Teatri del Nord Salento, promossa con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Brindisi. Domenica 3 marzo (ore 17:30 - ingresso 6 euro), in collaborazione con Gli amici di Snoopy, l'attore Luigi D'Elia torna nella sua città con “Zanna Bianca - Della natura selvaggia". Scritto da Francesco Niccolini, il monologo (dagli 8 anni) è liberamente ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London.


Nel grande Nord, al centro di un silenzio bianco e sconfinato, una lupa con chiazze di pelo color rosso cannella sul capo e una lunga striscia bianca sul petto, ha trovato la tana migliore dove far nascere i suoi cuccioli. Tra questi un batuffolo di pelo che presto diventerà il lupo più famoso di tutti i tempi: Zanna Bianca. D'Elia e Niccolini tornano nel luogo che amano di più, la grande foresta. Ma se cinque anni fa l'avevano raccontata con gli occhi di un bambino meravigliato e di un nonno esperto e silenzioso, questa volta rinunciano agli esseri umani e alle loro parole, per incontrare chi della foresta fa parte come le sue ombre, il muschio, l’ossigeno: i lupi. Questo è uno spettacolo che ha gli occhi di un lupo, da quando cucciolo per la prima volta scopre il mondo fuori dalla tana a quando fa esperienza della vita, della morte, della notte, dell’uomo, fino all'incontro più strano e misterioso: un ululato sconosciuto, nella notte. E da lì non si torna più indietro. Un racconto che morde, a volte corre veloce sulla neve, altre volte si raccoglie intorno al fuoco. Un omaggio selvaggio e passionale che arriva dopo dieci anni di racconto della natura, a Jack London, ai lupi, al Grande Nord e all’antica e ancestrale infanzia del mondo.


La rassegna proseguirà poi con altri due appuntamenti sempre al Teatro Impero (ore 17:30 - ingresso 6 euro). Domenica 24 marzo il Crest proporrà “Biancaneve, la vera storia” di Michelangelo Campanale (dai 5 anni). Domenica 7 aprile la rassegna si concluderà con "Paloma. Ballata controtempo", spettacolo tout public (dai 5 anni) di e con Michela Marrazzi con musiche di Rocco Nigro, drammaturgia e regia di Tonio De Nitto.

"Tutte le storie del mondo" coltiva il sogno che Brindisi, porta d'Oriente, città del sole e dell'Imperatore Federico, terra da sempre di approdi e scambi con l'Est, possa vantarsi con orgoglio di essere un "porto delle storie". Sviluppo, piani strategici, progetti integrati devono essere affiancati da poesia, vento, narrazione perché nulla è più rivoluzionario di una buona storia. La rassegna intreccia dunque storie, alcune vicinissime, altre molto lontane, che nella città adriatica vogliono portare lo stupore, l'incanto, la sospensione magica del racconto, tra terra e mare, tra sogno della notte e luce del giorno. Come la conformazione del suo porto: un po' sole che nasce dal mare, un po' cervo che viene da chissà quali foreste.

Ingresso adulti e bambini 6 euro
Info e prenotazioni 3494490606 o 3387733796



LA STAGIONE PER UN TEATRO UMANO DEL PROGETTO TEATRI DEL NORD SALENTO PROSEGUE CON IL SOGNO DI SHAKESPEARE

 Sabato 2 marzo (ore 20:45 - ingresso 10/8 euro) al Teatro Excelsior Carmelo Bene di Campi Salentina prosegue Per un teatro umano, stagione di teatro e danza del progetto Teatri del nord Salento. In scena Il sogno di Shakespeare della compagnia I Nuovi Scalzi - Teatri di Bari, riadattamento del Sogno di una notte di mezz’estate, tra le opere più celebri e rappresentative di William Shakespeare. Il celebre testo, nella sua costruzione drammaturgica perfetta, ripropone un meccanismo di struttura classico della commedia dell’arte fondato sugli equivoci degli innamorati. Savino Maria Italiano (aiuto regia Olga Mascolo e Marta Franceschelli) firma una commedia dal colore gipsy/blues (con musiche originali) che mette al centro l’attore nel rapporto con il pubblico e con sé stesso, in un crescendo ritmico che porterà la compagnia a svelarsi per quella che è: un gruppo di attori che crede in un sogno. Il regista è in scena con Giorgio Consoli, Lidia Ferrari, Ivano Pich, Piergiorgio Maria Savarese, Thilina Pietro Feminò, Carolina Virginia Eusebietti, le maschere di Aliano e Stefano Perocco da Meduna.


Nello spettacolo gruppo di artigiani si incontrano in un bosco per preparare uno spettacolo per le nozze del Duca, un classico: “La tragica commedia di Piramo e Tisbe” (atto I, scena II). «Quegli artigiani siamo noi, la nostra compagnia che s’incontra in un luogo fuori dal teatro per preparare il Sogno di una notte di mezz’estate per un grande evento: l’incontro con il pubblico. Un impedimento amoroso e un amore non corrisposto costringono quattro innamorati a fuggire dalla città per ritrovarsi in un bosco abitato da spiriti e fate. Il bosco, allegoria della vita, si scopre palcoscenico perfetto dove i personaggi fantastici Puck, Oberon e Titania possono divertirsi con i destini dei malcapitati», racconta il regista. «Come dèi con gli uomini o pupari con i loro pupi, gli abitanti del bosco muoveranno gli innamorati in un continuo e ripetuto scambio di ruolo prima di donar loro il giusto amore. Una giostra che gira al limite tra amore e fantasia, sogno e realtà, attore e personaggio, che metterà tutti a nudo al termine della rappresentazione».

La stagione Per un teatro umano è organizzata nell'ambito del progetto Teatri del Nord Salento, promosso da Factory Compagnia Transadriatica con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese, dei Comuni di Trepuzzi, Campi Salentina, Guagnano, Leverano, Novoli e in collaborazione con Blablabla.


Ingresso 10 euro - ridotto 8 euro
Info 3208607996 - 3207087223 - 3403129308
www.facebook.com/legamiteatridelnordsalento






PIERO MELI PRESENTA "IN PUGLIA. DA ALDA MERINI A MARIO DESIATI" ALLA LIBRERIA PALMIERI DI LECCE

Venerdì 1 marzo (ore 18:30 - ingresso libero) la LibreriaPalmieri di Lecce ospita la presentazione del volume "In Puglia. Da Alda Merini a Mario Desiati" di Piero Meli. Dialogando con il giornalista Pierpaolo Lala, l'autore barese presenterà il libro appena uscito nella collana Passaggi di Dogana di Giulio Perrone Editore, che dal 2012 propone volumi concepiti per dare molto di più al lettore della semplice descrizione di una città e dei luoghi più interessanti da visitare nel mondo.

«Questa regione va declinata al plurale.  È talmente tanta la malia sprigionata che si corre il rischio di restarne abbagliati. Come dal sole in una controra estiva salentina. È un caleidoscopio di immagini e di colori», scrive l'autore. Se pronunciamo a fior di labbra la parola Puglia la mente inizia a vagare. Il pensiero corre verso una regione dai colori vivaci. Al grano, agli ulivi secolari, a vitigni nodosi. A colline boscose con trulli e spiagge cristalline con Santi che vengono dal mare. Ai Rosoni delle Cattedrali, ai castelli di Federico II. Ai merletti e alle luminarie. Eppure non è solo questo. C’è un’altra Puglia, culla di un movimento culturale, che ha regalato alla letteratura italiana degli ultimi trent’anni ben tre Premi Strega. Una regione che è madre, oggi, di una nuova generazione di autori, feconda di un fermento narrativo che si sta diffondendo nell’intera nazione. Con questo libro, Piero Meli ha creato un viaggio emozionale in un caleidoscopio di luoghi e di suggestioni narrative. Dal Gargano con Anna Maria Ortese e Mariateresa Di Lascia, a Taranto con Alda Merini, dal Salento con Omar Di Monopoli e Gabriella Genisi, alla Valle d’Itria con Mario Desiati. E Bari ovviamente, la bolla prossemica dell’autore. Il Capoluogo viene anche raccontato attraverso le parole di Nicola Lagioia e Pier Paolo Pasolini. A impreziosire le soste del viaggio, Piero Meli fornisce indicazioni sui posti da visitare e fotografare. La narrazione di ogni tappa viene arricchita da alcune poesie, melodia invisibile che attraversa tutta la regione.

Barese, classe 1980, Piero Meli è consigliere nell’Associazione culturale #WeAreInBari. Ha partecipato negli ultimi anni come autore a oltre venti antologie di racconti con case editrici di tutta Italia (Besa Muci, Edizioni Dal Sud, PAV, l’Erudita, Rudis, Historica, Affiori). Collabora stabilmente con il magazine «Amazing Puglia» su cui sono pubblicate le sue short story con lo pseudonimo “il tizio dell’alba”. Per lo stesso periodico cura la rubrica Wine&Vinyl. Scrive per la rivista letteraria «Correlazioni Universali» occupandosi della rubrica Wine&Book. Nel 2022 è uscito il suo primo libro "AmoreAmaro: racconti tratti da storie (quasi) vere" (Secop Edizioni).






MILANO (ITALIA)