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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

mercoledì 5 febbraio 2025

Yves Klein - Arman | Pioneers of Avant-Garde Art

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martedì 4 febbraio 2025

La Casa Editrice “I Quaderni del Bardo Edizioni e La Biblioteca OSTINATA – Milano sono lieti di annunciarvi la prima nazionale del libro ARCHITETTURA - LA BELLEZZA FUNZIONALE di Donato Di Poce

 La Casa Editrice “I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno” e La Biblioteca OSTINATA sono lieti di annunciarvi la prima nazionale del libro ARCHITETTURA - LA BELLEZZA FUNZIONALE di Donato Di Poce che si terrà presso la Biblioteca Ostinata, in Via Osti 6 a Milano OGGI  4/02/2025 alle ore 18,00. Interventi a cura dell’Arch. Margherita Cavallo e dell’Autore Donato Di Poce

Donato Di Poce (Poeta, Aforista e Critico d’Arte) autore poliedrico e “CreAttivo” è stato definito non a caso da Sergio Dangelo “Poeta dell’Arte” sulla scia di Apollinaire, Breton, Villa, Schwarz, Bonnefoy”.

Infatti, non solo è autore di una trilogia poetica dedicata all’arte e agli artisti: “La Biblioteca del Vento, Campanotto Editore, Udine, 2021, Atelier d'Artista, I Quaderni del Bardo Edizioni, Lecce, 2020, Ut Pictura Poesis, Dot.com Press, Milano, 2017”, ma ha pubblicato 15 libri di Critica d’Arte e Monografie tra cui: Rinascimento: La danza delle idee, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2022 e il recente STREET ART Vandali o Artisti?, I Quaderni del Bardo Edizioni, Lecce, 2024”.

 

Il libro è un saggio storico-critico che contiene oltre al Manifesto della Bellezza Funzionale , una panoramica dei movimenti, idee e poetiche dell’Architettura Contemporanea, ritratti di alcuni maestri amati dall’autore, l’analisi di alcune opere iconiche di fama mondiale,  illuminanti aforismi sull’Architettura, i bellissimi disegni e una postfazione dell’Architetto Alfredo Vacca che scrive tra l’altro: “…Da questo connubio stretto tra il poeta Di Poce  e la passione per l’architettura nasce il suo saggio storico, una serie di domande cui tende a dare delle risposte, un percorso frammentato che, quasi a ricalcare le domande che Walter Benjamin si era poste per la poesia, si dipana su diversi sentieri tortuosi costellati di edifici icone e dei loro architetti-poeti, senza porsi alcun tipo di problema se tra le opere architettoniche richiamate ci fossero o meno delle relazioni e se il loro linguaggio prendesse riferimento dalle forme della letteratura architettonica...”

 

 

(Dalla prefazione dell’Arch. Giovanni Fontana)

“…Donato Di Poce, con questo libro, lancia il suo appassionato segnale personale, che certamente non pretende di risollevare le sorti del mondo, ma invita, sia pure nell’ambito specifico dell’architettura, a guardare la realtà in positivo, per afferrarne i segnali che contano. In prima battuta si pone nell’ottica dell’Arte Totale, che oggi ovviamente trascende la visione wagneriana e, nello stesso tempo, acquista un altro senso rispetto a quello prefigurato nell’epoca delle avanguardie storiche. A distanza di tanti decenni, sia pure nel quadro dell’odierno incessante progresso delle tecnologie, la visione che ancora regge è quella inquadrata teoricamente da Adriano Spatola[1], che pur partendo dalla specificità del suo mondo poetico, risulta funzionale alla generalità dei processi creativi, unitamente agli strumenti messi a disposizione da un altro benemerito della ricerca artistica, Dick Higgins, al quale si deve il concetto di intermedialità,[2] oggi, a distanza di circa sessant’anni, cardine insostituibile della ricerca artistica attuale.

Nella visione totalizzante di Donato Di Poce si fa riferimento all’approccio etico, socialmente responsabile, ecosostenibile, sensibile verso la storia e rispettoso della memoria, fondamentalmente democratico e, perciò, in grado di porre l’uomo al centro del progetto in uno spirito che egli definisce neo-rinascimentale. In sostanza l’autore aspira ad una visione olistica al centro della quale viene considerata quella che è definita, con altro neologismo, «Energia CreAttiva». I modelli cui Di Poce fa riferimento per la sua speculazione poietica sono grandi maestri, che egli definisce come «i miei Architetti preferiti»: Eero Saarinen, Friedensreich Hundertwasser, Frank O. Gehry, Zaha Hadid, Jean Nouvel, Santiago Calatrava, Daniel Libeskind e Renzo Piano. …

…Ma il nodo delle riflessioni, delle aspirazioni e delle prospettive lo troviamo nel singolare «Manifesto della Bellezza Funzionale» che impegna il primo capitolo di questo libro. Ho usato l’aggettivo «singolare», perché, contrariamente a quanto è sempre accaduto nei movimenti d’avanguardia e nei gruppi di ricerca e sperimentazione, non costituisce il documento programmatico dell’operatore che intende affrontare in modo nuovo, con tecniche e prospettive alternative, il suo lavoro, magari anche rivoluzionandone le metodologie; bensì è dettato a gran voce da un poeta, che, pur avendo in genere interessi artistici in senso lato, non svolge la professione di architetto. Come considerare allora questo documento? Se non è una piattaforma valida in sede di operatività individuale, in quale chiave dobbiamo leggerlo? Certamente assume un valore critico e si pone come strumento di riflessione teorica; ma nello stesso tempo, a parte la generica funzione culturale svolta nei confronti di un’audience non definita, è da leggere come un appello rivolto dall’esterno verso il mondo dell’architettura, in tutte le sue componenti tecniche e non. Ecco, allora, che la voce del poeta è da ascoltare come parte integrante di un ampio coro, di cui dovranno far parte non solo gli addetti ai lavori, quelli che sul piano strettamente tecnico provvedono alle varie fasi progettuali ed esecutive, ma anche coloro che dall’esterno hanno diritto di parola, se non altro perché al centro delle fasi compositive e realizzative deve essere sempre posto l’Uomo, fulcro di un processo democratico, partecipato, finalizzato alla configurazione di un ambiente dove etica e socializzazione procedano in sintonia perfetta con funzionalità, ecosostenibilità e sensibilità estetica, in un’ottica rigorosamente olistica…

…La profilatura della figura di questo nuovo poietes, l’«Architetto», è coronata dagli aforismi che Donato Di Poce pone in appendice. Uno di questi recita: «I cassetti degli Architetti / Sono come quelli dei poeti / Sempre pieni di sogni futuri». In un altro si legge «Gli Architetti realizzano sogni». Possiamo dire, allora, di poter dormire sonni tranquilli?”

(Dalla Postfazione dell’Architetto Alfredo Vacca)

“…Un’ultima nota (anche se potrebbe essere la prima): il Di Poce ha scelto non a caso come immagine di copertina il Nationale-Nederlanden Office Building a Praga di Frank O. Gehry – Vlado Milunić, del 1992-96, più conosciuto con il soprannome di “Ginger e Fred”, un’immagine che per me assume una doppia valenza simbolica, la prima è quella di una architettura di libertà e la danza di un popolo che ha appena conquistato la democrazia; la seconda, è quella di un edificio magico che si raccorda in continuità con la Praga magica tardobarocca e le sue pieghe leibniziane. Una città conservatasi pressoché intatta e così ben descritta da Angelo Maria Ripellino, sopravvissuta al regime comunista e all’invasione sovietica del 1968: “La musica dell’architettura barocca della città vltavina, è un inesausto discanto di forme convesse e concave”, e che poi non è altro che la stessa Praga dei Frammenti di Franz Kafka: “…per ciò che riguarda l’architettura, non c’è differenza tra un’epoca e l’altra, da moltissimo tempo valgono le stesse regole architettoniche…”. Un saggio–guida, quello di Ripellino, denso di curiosità un po’ come potrebbe essere considerata quest’opera del Di Poce: un saggio-guida, altrettanto curioso e appassionato, sull’architettura poetica.”

 

 

iQdB edizioni di Stefano Donno

(i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 73107 Sannicola (LE)

Mail: iquadernidelbardoed@libero.it

Info Link I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

per link diretto al libro vedere la sezione blog del sito

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

 



[1] Adriano Spatola, Verso la poesia totale, Salerno, Rumma, 1969; poi Torino, Paravia, 1978.

[2] Dick Higgins, Horizons. The Poetics and Theory of the Intermedia, Carbondale, Southern Illinois University Press, 1984, dove il capitolo «Intermedia» riprende il saggio pubblicato in «Something Else Newsletter», vol.1, n° 1, New York, 1966.




Stefania Filo Speziale. Architetta di Chiara Ingrosso (LetteraVentidue)

Stefania Filo Speziale (1905-1988) è una delle figure più interessanti dell’architettura italiana del Novecento, tanto importante quanto ad oggi trascurata. Donna coltissima e tenace, non allineata, è stata autrice di oltre centocinquanta architetture, nonché un’importante docente universitaria che ha contribuito a formare intere generazioni di architetti. Il suo modo moderno di progettare, sempre precisissimo a livello tipologico, funzionale, strutturale e tecnologico, che scaturiva dal paesaggio napoletano, rappresenta un’altra declinazione, fortemente meridiana, di un lessico per troppo tempo visto come universale. Questo libro, che inaugura la nuova collana Femminile Singolare, racconta la sua storia, ma soprattutto le sue opere, approfondendo quattro progetti: il Palazzo della Morte (1951-57), il Grattacielo della Società Cattolica Assicurazione (1954-58), le palazzine in via Nevio (1954-1958), il condominio di Parco Grifeo (1955-59).



L’arte contemporanea riparte da Art Genève - Il Sole 24 ORE

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Un mese di arte contemporanea cinese alla Gnamc - - Il Giornale dell'Arte

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Fondazione Brodbeck: nuove forme di vita e creature ibride alla mostra di Barbara Cammarata - Juliet Art Magazine

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frida kahlo e i miti dell’arte contemporanea: ticket ridotto in occasione dei festeggiamenti agatini!

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Miart, arte e cultura con lo sguardo sul mondo a Milano - il Giornale

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Inside A $23,000,000 Mega-Mansion On An Island | On The Market | Architectural Digest

lunedì 3 febbraio 2025

"Effetto Bilbao" | Templi della Cultura | ARTE.tv Documentari

La Biennale di Venezia 19. Mostra Internazionale di Architettura Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva. | LiberalCafe' (since 2004)

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House in a Garden di Atelier Mey a Coconut Grove, Miami, Florida, 2022

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XNL Piacenza: arte, fotografia e architettura per raccontare l’identità urbana - Artuu Magazine

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In un borgo sardo, una piccola architettura ritrovata, tra memoria e contemporaneità

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Suiren

domenica 2 febbraio 2025

Memorie di Adriano, fotografo. Nuova ediz. di Adriano Bartoloni (People)

 Fotografo, o meglio: paparazzo. O meglio ancora: il primo dei paparazzi. Le fotografie di Adriano Bartoloni ripercorrono la storia del nostro paese attraverso uno sguardo dal campo. Dalle prime negli anni cinquanta, con le quali si inventò il mestiere, fino ad arrivare alla nascita del gossip. E poi il Vajont, Jacqueline Kennedy e la carbonara a Roma, Walter Chiari ed Enzo Tortora in prigione, i Rolling Stones, i Papi, Alfredino, la morte di Pasolini, il terremoto ad Assisi nel 1997. In questo libro Bartoloni ripercorre la sua vita, alternandola con gli scatti e intrecciandola con la storia d'Italia




La vita di Gustavo Pulitzer Finali un viaggio nell’architettura e nel design triestino - Valtellina news

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Inside An $85,000,000 Estate With A Two-Story Chandelier | On The Market | Architectural Digest

sabato 1 febbraio 2025

QuattroTerzi Architecture Lab. - FAST

Vicende e imprese dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Fabio Isman (Giunti Editore)

Hanno il compito di difendere la bellezza, l’arte, la cultura – forse la maggiore risorsa del nostro paese – in uno scenario in cui furti d’arte e scavi clandestini alimentano un mercato illecito, gestito dalla malavita e dalle mafie internazionali, inferiore per dimensioni soltanto a quello delle armi, della droga e dei falsi. I carabinieri del comando per la Tutela del patrimonio culturale (TPC) hanno fatto scuola nel mondo. Dal 1969 recuperano circa la metà del maltolto al nostro patrimonio, favoriscono il ritorno dall’estero di capolavori incautamente esposti nei grandi musei, si avvalgono della banca-dati sulle opere da ricercare più fornita al mondo e, per primi, hanno costituito i “Caschi blu della cultura” voluti dall’Onu per intervenire in situazioni di emergenza nelle aree più sensibili del pianeta. Le indagini, i grandi ritrovamenti, la realtà di questo reparto eccezionale sono al centro di un singolare volume d’arte, molto illustrato e dalla lettura appassionante. Il testo, brillante e incisivo, è integrato da rubriche di approfondimento, da un confronto a più voci e da schede storico-artistiche dedicate a capolavori felicemente recuperati o ancora nel mirino




Matteo Montani: primo studio visit di R&P e CdT - Collezione da Tiffany

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La memoria di Giò, l’archivio dove si conserva l’arte di Pomodoro - la Repubblica

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Il borgo in lizza per il premio Flash Art Italia | Attualità PECCIOLI

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Eventi a partire dal 01 febbraio 2025 fino al 28 febbraio 2025 a Bologna

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venerdì 31 gennaio 2025

Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale di Giovanni Carrada (Johan & Levi)

Il patrimonio storico e artistico italiano ha un problema tanto ingombrante e ovvio che finiamo per non notarlo neppure: non parla a chi lo visita. Salvo fortunate eccezioni, i nostri musei non aiutano a far capire e a far godere le loro collezioni, i parchi archeologici le loro rovine, i monumenti il nostro passato. Per i sette italiani su dieci che non ci mettono mai piede, l’arte e il passato sono solo noia. Mentre gli altri, che affollano soprattutto i luoghi più famosi, tornano spesso a casa con una meraviglia generica ed effimera, senza che nulla di nuovo sia nato dentro di loro. Il motivo per cui il nostro patrimonio culturale non ci parla, come il Mosè di Michelangelo nella leggenda, è semplice: quasi mai può farlo da solo. E fino a ieri non ci siamo preoccupati di dargli voce. Così oggi siamo fra i più bravi nello studio, nella tutela e nel restauro, ma non abbiamo ancora imparato a “interpretare”, e quindi a regalare al pubblico nuove conoscenze, curiosità, emozioni. Ad accendere la sua immaginazione. A far venire voglia di vedere e sapere di più. Giovanni Carrada propone di partire da questo libro per cominciare a costruire una nuova competenza, essenziale a chi opera nel mondo dei beni culturali, se non addirittura una nuova professione. Perché la valorizzazione – quella vera – non si misura in euro o in biglietti staccati, ma nel numero di persone arricchite dall’esperienza che hanno vissuto. Prefazione di James M. Bradburne.




Milano “firmata”: 15 progetti di archistar e premi Pritzker - Domus

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La mostra “Differenti con metodo” al Museo Bailo di Treviso | Artribune

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Due ferraresi in lizza per la ’miglior architettura’

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L’ipocrita avversione per l'architettura moderna di Donald Trump

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Ciro Marco Musella è il nuovo guest curator del canale Architettura di Elledecor.it | Elle Decor

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Inside Emma Chamberlain's Radiant New Home | Open Door | Architectural Digest

giovedì 30 gennaio 2025

All'interno di questo rifugio glamping in una riserva forestale | Design

Inside A £170M 18th-Century London Mansion Owned By An Heiress | On The Market

Florence Biennale 2025: a Tim Burton il Premio “Lorenzo il Magnifico”

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Il segno dell’arte nelle imprese • GRAND HOTEL MIRAMARE e VILLA MONTALLEGRO - - Il Giornale dell'Arte

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Tra educazione al bello e promozione del territorio: torna Picta, la rassegna di arte contemporanea

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Riapre a Milano la Fondazione Adolfo Pini: nuovo allestimento e apertura all’arte contemporanea

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Il bistrot Stella Café alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino

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mercoledì 29 gennaio 2025

Laura Andreini, Archea - FAST

Roberto Longhi. Il mito del più grande storico dell'arte del Novecento di Tommaso Tovaglieri (Il Saggiatore)

Questo libro è il tentativo di ricostruire nelle sue varie sfaccettature il profilo storico e biografico di Roberto Longhi (1890-1970), il più grande studioso d’arte del XX secolo: un resoconto documentato e approfondito che non solo ne racconta le scelte e intuizioni, le amicizie e rivalità, ma testimonia anche il peso della sua eredità culturale sulle generazioni successive. Quando si affronta Longhi, è difficile uscire dalla mitologia che dopo la morte ha ammantato la sua figura. Come ci mostra in queste pagine Tommaso Tovaglieri, infatti, lungo la sua parabola esistenziale il critico ha toccato le vite di molti tra gli intellettuali più rilevanti del Novecento, trasmettendo a ognuno di essi qualcosa di fondamentale: dalla moglie Anna Banti all’allievo Pier Paolo Pasolini, da Gianfranco Contini ad Alberto Arbasino, da Giulio Carlo Argan ad Alberto Mondadori. Per riuscire a comprendere appieno come abbia raggiunto una tale influenza sul suo tempo, Tovaglieri lo segue passo dopo passo nel suo percorso: gli anni della formazione con mostri sacri quali Adolfo Venturi e Bernard Berenson; il periodo di insegnamento universitario a Bologna – quando esigeva dai suoi studenti che riconoscessero un artista da una porzione di dipinto delle dimensioni di un francobollo –; la fondazione di Paragone; la rivalutazione e consacrazione, da critico, di artisti quali Caravaggio, Piero della Francesca o il coevo Giorgio Morandi. Setacciando interviste e articoli, lettere e documenti privati, Tovaglieri dà vita a una biografia esaustiva e curiosa, da leggere come «un’allegoria dello studio della storia dell’arte». Un’opera che ci permette come mai prima non solo di riscoprire Roberto Longhi da una nuova prospettiva, ma soprattutto di fare nostro lo sguardo unico e inimitabile con cui ha letto e amato l’arte in tutta la sua storia




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MILANO (ITALIA)