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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 7 ottobre 2024

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Backrooms: Files / Kunsthalle Zürich

Emily Dickinson: a microcosm of great intuitions by Nicolina Calabrese , Michela Papavassiliou (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

IT - Grazie alla sua grande sensibilità e alle sue spiccate capacità di osservazione, Emily Dickinson è riuscita a cogliere la bellezza e la complessità della natura utilizzando uno strumento poetico potente e interiore. L'ambiente naturale non è per lei solo uno sfondo scenografico, ma uno specchio dove riflettere tutte le sue emozioni, nonché un luogo di discussione e scoperta. Alberi, fiori, uccelli diventano segni universali di vita, morte e solitudine. Nei suoi versi, la natura è spesso animata e personificata, assumendo quasi un ruolo dialogico con la poetessa. Un fiore appassito diventa il simbolo della caducità della vita, mentre un uccello in volo rappresenta il desiderio verso l'ignoto. Emily Dickinson non si limita a descrivere la natura, ma la comprende, la interiorizza e allo stesso tempo la fa sua. Il giardino che circonda la sua casa è un microcosmo, un rifugio sicuro dove riflettere sulla propria esistenza e sul grande mistero del mondo

EN - Thanks to her great sensibility and her keen observation skills, Emily Dickinson has been able to catch the beauty and the complexity of nature using a powerful and an inner poetic language tool. The natural setting is not only a stage scenery for her, but a mirror where to reflect all her  emotions, and also a discussion and discovery place. Trees, flowers, birds become universal signs of life, deatn and loneliness. In her lyrics, nature is often animated and personified, assuming almost a dialogic role with the poet.  A withered flower becomes the symbol of the life caducity, while a flying bird represents the longing towards the unknown. Emily Dickinson doesn't only describe nature, but she understans it, she interiorizes it and at the same time she makes her own. The garden that surrounds her home is a microcosm, a safe shelter where to think about her own  existence and about the  big mystery of the world.

IT - Questo libro si propone di entrare nel microcosmo ciclopico di Emily Dickinson, fatto di piccole grandi cose, di sottilissime illuminanti intuizioni e di cogliere attraverso le Sue poesie anche ciò che non viene esplicitamente rivelato, celato fra le righe. La Sua personalità racchiude tutte le fragilità di questo genio poetico insieme a quelle problematiche spirituali che attanagliano anche l’uomo moderno. Emily è simile ad una carpa tenace che viaggia controcorrente tra i flussi di un ribollente fiume in piena, alla ricerca di un posto sicuro dove depositare le sue candide uova, eccola vestita di bianco aggirarsi quieta nella sua stanza di reclusa, nutrendosi di frugali bocconcini come un indifeso uccellino, mentre il fuoco della creazione le esplode nell’animo.

EN - This book has the aim to enter Emily Dickinson's cyclopic microcosm, made of tiny, huge things and great intuitions. I wanted to highlight  through her lyrics  what it isn't revealed or hidden inside them and also  to go deeper into her life to understand how the important events of her life influenced her behaviour.  In  her personality we can  find  all  the fragilities  of her poetic  genius  together with the spiritual  troubles  gripping  a new born modern society  too. Emily's life is like a tenacious  carp that swims  backwards  among the flows  of a full  raging river, searching a safe  cave to lay down its white eggs, or  wandering  in her white dress , feeding  herself  with frugal  bite s  like  an unprotected little  bird, while  the fire of the  poetic creation is  bursting into her soul.

 

IT - Nicolina Calabrese, docente di lingua e letteratura inglese, studiosa di Emily Dickinson dal 1976 e autrice del saggi critici: "Aspetti e tematiche" (1976) e "Emily Dickinson: un microcosmo di grndi intuizioni(2003). Ha collaborato con L'Università Americana "Franklin College" di Lugano per la realizzazione di seminari di studio e dissertazioni a tema(2005). Ha fondato l'associazione culturale no-profit "Diotima"promuovendo arte e poesia(2009). Ha pubblicato diversi saggi sulla poesia e sull'arte (20019). Ha tradotto in inglese e ampliato questo libro: "Emily Dickinson: a microcosm of great intuitions" (2021).

EN - Nicolina  Calabrese , a teacher of English  and  a schloar  of Emily Dickinson  since 1976. She has published  two critic essays: "Emily Dickinson : aspetti e tematiche (1979) and Emily Dickinson: un microcosmo di grandi intuizioni(2003).  She  has  collaborated  with the American Franklin  College  to organize  seminaries  about different  themes  (2005).  She has founded  a no-profit cultural association  "Diotima"  dealing  with art and  poetry (2009). She has   published  several  essays  about  poetry  and  art  (2019). She has  translated  in english  and edited  this  book:" Emily Dickinson a microcosm of great intuitions " in 2021.

IT - Michela Papavassiliou autrice della novella "Come pioggia al sole". Ha curato numerosi libri e cataloghi d'arte tra cui "Gli Artisti sul Lario" Scheiwiller (2000)," Arte nella piazza di Portofino" (2005) e "Omaggio a De Chirico" (2006) Skirà. In copertina,

EN - Michela Papavassiliou   author of the novel "Like rain in the sunshine". She  curated numerous books and  art catologs incuding "Artisti sul Lario"  Scheiwiller (2000), Arte nella piazza  di Portofino " (2005) and "Omaggio a De Chirico" (2006) Skirà. On the cover, Arlequin of the two Masters2023 oil on canvas Mikaya Petros.

Arlequin of two Masters 2023 oil on canvas Mikaya Petros.

INFO

I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

 

OVER& PLUS SERVIZI

https://www.overeplusservizi.com/


sabato 5 ottobre 2024

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Nessun dipinto mi spezzerà il cuore di Sabrine El Mayel (Becco Giallo)

Trasformando ogni tela in una storia viva e universale, Nessun dipinto mi spezzerà il cuore non è solo un meraviglioso viaggio nell’arte ma una celebrazione della sua capacità di parlare al cuore di ognuno di noi.


Immagina di entrare in un mondo in cui ogni pennellata racconta una storia nascosta, dove i colori sussurrano emozioni profonde e le figure dipinte sembrano vivere oltre la tela. Tra la vita e la morte, Ofelia di Millais galleggia in un fiume di fiori, dove la tristezza si fonde con una bellezza struggente. Il dramma esplode ne L’esecuzione di Lady Jane Grey di Delaroche, un momento tragico sospeso nel tempo in cui il terrore e la dignità di una giovane regina creano un contrasto di emozioni profonde. Nel cielo vorticoso della Notte stellata di Van Gogh, il tumulto interiore dell’artista prende forma, mentre le stelle sembrano danzare avvolte in un turbinio di luce e oscurità. E poi c’è l’intimità fragile e senza tempo catturata da Toulouse-Lautrec ne Il bacio a letto, dove due corpi si uniscono in un gesto d’amore tanto dolce quanto eterno. Ogni capitolo diventa una porta su un universo di sofferenze e gioie; le pennellate rivelano le ombre interiori di artisti come Edvard Munch, che dà forma all’angoscia nell’urlo più potente che l’arte abbia mai conosciuto, o come Frida Kahlo, che trasforma il suo dolore in simboli di resistenza e identità. Sabrine El Mayel, in arte Je Suis Sabrine, ti invita a vivere le storie nascoste dietro ogni sguardo, ogni ombra e ogni luce, rivelando l’intima connessione tra l’anima dell’artista e quella di chi osserva.



Fiori di Andrea Giannetti (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Camelia, Anemone, Lilium, Peonia, Azalea: cinque fiori come espressione del pudore, dell’omaggio alla memoria e del riscatto. I protagonisti del romanzo Fiori partecipano a un programma terapeutico sperimentale della commissione Pegaso, impegnandosi a elaborare nei successivi trenta mesi una sorta di diario della loro vita quotidiana. Per tutelare la privacy del dolore che li accomuna, ai cinque partecipanti è lasciata la libertà di sostituire, o meno, il nome del proprio figlio deceduto con quello di un fiore. L’unica condizione è che ciascuno di loro includa nel testo una riflessione sul proprio futuro. Le storie s’intrecciano con continui richiami e allusioni. Ogni personaggio arricchisce la narrazione con dettagli e riflessioni personali, contribuendo a una visione collettiva e, al contempo, individuale dell’esperienza del lutto. Luigi Benotti, dopo anni, riprende la sua attività di liutaio. Molti dei suoi clienti sono ragazzi che arrivano al laboratorio con le loro chitarrine da riparare e le loro inquietudini adolescenziali. Presto, Luigi diventa un mentore per questi giovani. Con un profondo senso di pentimento, Luigi cerca di colmare la distanza che lo separava da suo figlio, imparando a comunicare meglio con i ragazzi della stessa età che aveva Anemone quando è morto.  Una teoria sostiene che alcune antiche popolazioni inviassero i giovani in guerra per liberarsene.

Qualcosa di simile sembra permeare la mente di Marika Persio, a giudicare dalla sua morbosa passione per i diorami militari, che allestisce con tenacia ed emotiva partecipazione: raffigurazioni tridimensionali in miniatura di battaglie storiche. Marika sembra trarre piacere dal controllo spazio-temporale che può esercitare sugli schieramenti contrapposti, formati da soldatini dall’aspetto di giovani guerrieri, decidendo a suo piacimento il momento dello scontro.

Francesca Liverzani continua a evocare il suo mitico viaggio di nozze a Parigi, già raccontato nei minimi dettagli molti anni prima al suo Giglio.

Patrick Holmes, convinto di poter attenuare il terrore per l’oscurità di sua figlia defunta, ottiene il permesso di fare running quotidiano nel cimitero in cui è sepolta la sua Peonia.

Arturo Merzario affoga il proprio dolore nell’alcol e cerca di fuggire il più lontano possibile dai suoi ricordi.

Mentre la personalità di ciascun personaggio si delinea sempre più chiaramente attraverso dettagli e riflessioni, l’esperimento della commissione Pegaso rivela la sua ragion d’essere solo verso il finale, svelando una realtà sconvolgente che cambierà definitivamente la prospettiva e il giudizio del lettore.

“Corro per non pensare a chi sono. Corro per pensare esclusivamente a raggiungere con la mente. Non m’importa che appaia come una stravaganza. È qualcosa di cui non posso fare a meno, per non soccombere all’orrore: non una sensazione puntuale e fugace in me, ma un sottofondo permanente.  Raggiungo con la mente e con lo spirito mia figlia, ferma nel passato e nel mondo ultraterreno in cui si trova.  Finché sarò in grado di correre, le terrò compagnia a modo mio, per mitigare lo smarrimento, il terrore che starà provando da sola, là dove si trova! Finché vivrò, le starò vicino come posso, attraverso altri che si trovano nella sua stessa dimensione, integrandomi empaticamente nell’attivazione narrativa della loro vita passata.

L’azione, infatti, dev’essere mediata. Non potrei mai farlo io direttamente. Nathalie, si spaventerebbe ancora di più!  Dopodiché, quando la raggiungerò perché sarà arrivata la mia ora, il problema non si porrà più. (un estratto dal libro)

ANDREA GIANNETTI – Filologo e scrittore, vive a Roma e insegna Filologia romanza presso l’Università degli Studi Roma Tre. È autore di romanzi, Per farti venire alla finestra, Robin editore, Roma 2012; Phosphorus, Italic, Pequod, Ancona 2019; e di una raccolta di racconti, Miliadusso e altre storie di espiazione, Italic, Pequod, Ancona 2013. Per la rivista “Nuovi argomenti” ha pubblicato i seguenti racconti. A papà glielo dico domani, NA, n. 58, aprile-giugno 2012; Visita ai laghi, NA, n. 72, ottobre-dicembre 2015; Quel che so di lei, NA, n. 62, aprile-giugno 2013. Con Fiori, nel 2023, ha vinto il “Premio Europa in versi e in prosa”, per romanzi inediti. È inoltre autore di volumi e articoli di carattere scientifico; in particolare, di edizioni critiche di testi letterari medievali provenzali e italiani.

venerdì 4 ottobre 2024

Monet. L'arte più grande di Anne Sefrioui (L'Ippocampo)

Maestro del plein air, in contrasto con l’Accademia, Monet ha rivoluzionato l’arte anticipando gli azzardi dell’astrazione e lasciandoci un’opera di vibrante modernità.


Dipingere l’istante, le cangianti forme della natura e soprattutto la luce: questo è lo scopo dell’infaticabile ricerca di Claude Monet. Con i suoi tocchi rapidi e frammentati, il capofila del movimento impressionista ha saputo restituire sulla tela l’atmosfera dei litorali normanni e il vento tra gli alberi, il baluginio del sole sulla Senna e l’abbagliante bellezza delle coste del Sud. Fino alle inesauribili variazioni delle serie dedicate alla Cattedrale di Rouen, ai covoni nei campi, ai pioppi di Giverny e alle celebri ninfee del suo giardino acquatico.



mercoledì 2 ottobre 2024

Le ville venete di Andrea Palladio (Abscondita)

 "Leggendo questo trattato, è facile accorgersi di quanto Palladio ami le ville. L'architetto non è un grande letterato: il suo stile è piuttosto faticoso, le frasi si dipanano con lentezza, ma, quando scrive delle ville, il suo linguaggio si fa più sciolto. Egli, principale esponente di un nobile classicismo, affronta con disinvoltura e, si direbbe, quasi con piacere, temi banali: dalle zanzare alla bollitura dei legumi, dal tipo di piante che crescono lungo i corsi d'acqua al problema del puzzo dei letami. Così facendo, dimostra la sua grande concretezza, il senso pratico che lo porta ad agire sempre «sul campo», mai in modo astratto, ma anzi verificando personalmente ogni dettaglio. Si comprende così come le ville siano nate esattamente per il luogo in cui si trovano: non sono oggetti interscambiabili fra loro o (come è invece spesso avvenuto, specie nel mondo anglosassone) ricalcabili e «trapiantabili» altrove. Il genius loci caratterizza e indirizza ogni progetto, in un rapporto inscindibile con il contesto naturale e con la volontà del committente. Poiché, conclude Palladio con una punta di autoironia, «spesse volte fa bisogno all'architetto accommodarsi più alla volontà di coloro che spendono, che a quello che si devrebbe osservare»." (dalla postfazione di Stefano Zuffi)




India's Outsider Artist, Looking In: Bharti Kher | Brilliant Ideas Ep. 8

domenica 29 settembre 2024

Da cimeli a beni culturali. Fonti per una storia del patrimonio scientifico italiano di Elena Canadelli e Paola Bernadette Di Lieto (Editrice Bibliografica)

Strumenti scientifici, collezioni naturalistiche ed erbari sono oggi considerati degli elementi chiave nello studio della storia delle scienze e delle tecniche. Il loro contributo è imprescindibile perché ci restituisce le testimonianze materiali dello sviluppo delle scienze nel corso del tempo. L'Italia vanta collezioni scientifiche eccezionali. Ciononostante, il patrimonio storico-scientifico italiano soltanto di recente è stato riconosciuto, anche dal punto di vista legislativo, come patrimonio culturale nazionale a tutti gli effetti. Attraverso una raccolta di testi comprendente trascrizioni di fonti a stampa oggi difficilmente reperibili e documenti inediti d'archivio trascritti per la prima volta, questo volume si propone di mettere in luce i principali avvenimenti storici, politici e culturali, nonché le attività di studiosi e istituzioni che hanno avuto un ruolo importante nel complesso processo di riconoscimento del patrimonio storico scientifico italiano. Da cimeli a beni culturali, le collezioni scientifiche italiane consentono di raccontare un'altra faccia della storia della scienza in Italia, mettendo a fuoco la natura e le potenzialità di un patrimonio spesso trascurato.



Città foresta umana. L’empatia ci aiuta a progettare di Mario Cucinella, Serena Uccello (Einaudi)

Mario Cucinella, uno degli architetti e designer italiani di maggior fama internazionale, si racconta, descrivendo al contempo la sua idea di progetto.


Un filo rosso che lega l’intera sua riflessione è quello della sostenibilità; le piante sono infatti una fondamentale fonte di ispirazione nel progettare, anche per la loro straordinaria capacità di adattamento. In questo Cucinella è un pioniere e sembra interpretare perfettamente lo spirito del nostro tempo: l’attenzione verso la natura e contro il consumo di risorse. Parlare di sostenibilità oggi significa parlare di empatia. È proprio l’empatia con i luoghi, con lo studio del clima e della materia che ci permette di adattare una forma alle condizioni che la circonderanno. In questo senso le sue opere sono un laboratorio di empatia con la natura. Un libro che è sia un viaggio per svelare il proprio lavoro, sia nei luoghi della città: la scuola, l’ospedale, il carcere, il museo, la chiesa, la casa, l’ufficio.



venerdì 27 settembre 2024

La signora Bauhaus di Jana Revedin (BEAT)

Germania, maggio 1923. La ventiseienne Ise Frank siede tra i banchi dell’Università tecnica di Hannover, sebbene non sia un architetto, né tantomeno una studentessa di quell’ateneo. Ise, che lavora come libraia, giornalista e critica letteraria a Monaco, si trova lì per assistere all’insolita conferenza in programma quel giorno. Sul palco c’è un uomo con un vestito di lana pettinata grigio scuro, un papillon di seta bordeaux e un portamento da capitano di cavalleria. Si chiama Walter Gropius ed è il fondatore del Bauhaus, una scuola di arte e architettura il cui obiettivo principale è quello di operare una conciliazione tra arti e artigianato in un nuovo linguaggio legato alla produzione industriale, impostando nuovi canoni estetici per l’architettura e il design moderni. Colpita dall’audacia con cui Gropius espone il suo innovativo progetto e affascinata dall’idea che l’architettura possa essere una missione creativa e al tempo stesso sociale e persino politica, Ise si ritrova, nei giorni successivi, a ripensare spesso a quell’uomo dal piglio ribelle e dagli occhi da volpe. Grande è, perciò, il suo stupore, quando due mesi dopo Walter Gropius si reca a Monaco per incontrarla e invitarla all’inaugurazione della prima mostra del Bauhaus, prevista per il 15 agosto a Weimar. Da quel momento la vita di Ise è destinata a cambiare per sempre.



L'autunno. Visto dai maestri della stampa giapponese. Ediz. illustrata di Anne Sefrioui (L'Ippocampo)

Tra foreste rosseggianti, squillanti crisantemi e dame baciate dalla luna, ogni immagine diviene oggetto di contemplazione e fonte di bellezza.


Il volo delle gru, i covoni di riso nei campi, il vermiglio degli aceri... Nella girandola delle stagioni, l’autunno occupa un posto d’onore e ispira da sempre l’immaginario artistico e poetico del Giappone. In questo nuovo cofanetto della collana dedicata ai maestri dell’ukiyo-e, oltre 60 stampe realizzate da artisti del calibro di Hokusai, Hiroshige, Chikanobu e Toshikata ritraggono gli ultimi mesi dell’anno in una grande varietà di scene e sfumature.



giovedì 26 settembre 2024

Icone by Oscar. Ediz. illustrata (L'Ippocampo)

Per la prima volta un volume riporta alla luce il tesoro di Oscar Abolafia, composto da oltre 300 000 fotografie che ritraggono icone del cinema, della musica, dell’arte, dello spettacolo e della politica.


Ritratti intimi e sorprendenti a tutta pagina, capaci di mostrarci questi personaggi da punti di vista inediti. Fra i protagonisti del libro: David Bowie, Grace Kelly, Muhammad Alì, Liza Minnelli, Andy Warhol, Madonna, Salvador Dalí, Marlene Dietrich, Jack Nicholson, John Lennon, Cher, Michael Jackson, Whoopi Goldberg, Sophia Loren, Woody Allen, Janis Joplin, Paul Newman, Jimi Hendrix e tantissimi altri... Oscar Abolafia (1935-2020) è stato un fotografo americano noto per gli eccezionali scatti delle celebrità che hanno costellato gli anni Sessanta e Settanta. I suoi lavori sono apparsi sulle pagine di riviste celebri in tutto il mondo, quali People Magazine, Vanity Fair e Harper’s Bazaar, e in oltre cinquant’anni di attività ha stretto amicizia con alcune delle maggiori star dell’epoca, tra cui Liz Taylor, Elvis Presley, Frank Sinatra e i membri della famiglia Kennedy.



Il racconto dell'architettura. Scrittura e narrazione nell'opera di Stefano Boeri di Matheus Cartocci (Quodlibet)

Nel dopoguerra italiano a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, la ricerca teorica diventa il distintivo di un gruppo di architetti e intellettuali che occuperà la scena culturale nazionale e internazionale per alcuni decenni, impiegando la scrittura nella pratica architettonica come strumento di riflessione e di innovazione progettuale. La generazione successiva, formatasi sui loro testi, sarà però «pronta a rinnegare le parole, le frasi e gli strumenti dei padri». È la generazione di Stefano Boeri, probabilmente l’architetto italiano più presente sulla scena mediatica attuale, ma anche fra i meno studiati. Il volume inquadra dunque il lavoro dell’architetto milanese in tutte le sfaccettature della sua molteplice attività di professionista, intellettuale, organizzatore di eventi e alla testa di varie istituzioni culturali. Nel corso degli anni, infatti, Boeri è stato direttore delle riviste «Domus» e «Abitare», attraverso le quali ha raccontato e comunicato l’architettura a un pubblico sempre più vasto, utilizzando un nuovo linguaggio mediatico che merita di essere esaminato approfonditamente. Il testo studia perciò il costituirsi, a inizio millennio, di una nuova tensione comunicativa, analizzando quindi lo sviluppo di un efficace metodo esplicativo del progetto, un metodo che si serve di schemi narrativi, di neologismi e di una vera e propria «overdose di varietà» visiva: tutte caratteristiche che precedono di molto il Bosco Verticale, inaugurato giusto dieci anni or sono. Per tutte queste ragioni, l’autore – che ha lavorato per un periodo in Stefano Boeri Architetti – ha riservato un’attenzione particolare alla collaborazione di Boeri con Rem Koolhaas, architetto e scrittore che senza dubbio è stato un punto di riferimento e un suo interlocutore privilegiato.



mercoledì 25 settembre 2024

La continuazione degli occhi. Ecfrasi e forma-Galeria nelle poesie della Neoavanguardia (1956-1979) di Chiara Portesine (Scuola Normale Superiore)

 I rapporti con la pittura, la fotografia e il teatro hanno segnato il percorso della Neoavanguardia ancora prima della fondazione del Gruppo 63. Esplorando gli archivi dei pittori, le corrispondenze private, le riviste d’arte, questo libro si interroga su un genere – quello della ‘poesia da catalogo’ – e sulla dialettica tra scrittura sperimentale e immagini nella creazione progressiva di un mito interdisciplinare. A partire dalla produzione dei Novissimi (soprattutto di Edoardo Sanguineti e Nanni Balestrini) e dal ‘distaccamento emiliano’ della Neoavanguardia (Corrado Costa, Giulia Niccolai e Adriano Spatola), il volume si apre anche alle poesie di un critico d’arte (Cesare Vivaldi) e ai testi di un artista (Gianfranco Baruchello), cercando di intrecciare, in chiave interdisciplinare, tema e metodologia




Michael Kenna Venezia. Memorie e tracce. Ediz. illustrata a cura di Sandro Parmiggiani (Skira)

Una Venezia da (ri)scoprire attraverso l'obiettivo di Michael Kenna. Questo splendido libro offre un'indagine approfondita dei capolavori in bianco e nero del virtuoso fotografo inglese, la maggior parte dei quali sono riprodotti nello stesso formato delle stampe originali. La tecnica fotografica di Kenna è caratterizzata da lunghi tempi di esposizione, che possono durare fino a diverse ore, che rivelano dettagli inediti del paesaggio veneziano. Il suo obiettivo cattura una vasta gamma di soggetti: cupole avvolte dalla nebbia, stelle cadenti nel cielo sopra i campanili, maestosi porticati di palazzi, prue di gondola, ponti e statue, pali contorti che emergono dalla laguna nera e che ricordano figure antiche. Le fotografie di Michael Kenna giocano sapientemente con luci, ombre e riflessi per mostrare l'intensità poetica di Venezia. Dalle mostre personali in prestigiosi musei alle retrospettive che attraversano i continenti, questa suggestiva raccolta di immagini veneziane aggiunge un nuovo capitolo all'illustre carriera di Kenna. Testimonianza della sua impareggiabile capacità di catturare il fascino senza tempo di Venezia, il volume offre al lettore un'esperienza unica e coinvolgente attraverso l'obiettivo di un grande maestro. Michael Kenna è uno dei maggiori fotografi di paesaggio del nostro tempo, tra i pochi a scattare esclusivamente in analogico su pellicola. Nato in Inghilterra nel 1953, dopo avere a lungo sognato di dedicarsi alla pittura, studia fotografia al London College of Printing; alla fine degli anni settanta si trasferisce a San Francisco dove inizia a lavorare con Ruth Bernhard (1905-2006), sensibile fotografa di nudi e di nature morte, della quale diventa assistente, maturando una grande esperienza in camera oscura. Fin dagli esordi, Michael sceglie il paesaggio come tema elettivo delle sue fotografie, avviando una infaticabile ricognizione sugli infiniti volti segreti del pianeta, e arrivandone a toccare tutti i continenti; gli esiti di questi viaggi e soggiorni, determinati da commissioni o da scelte personali, sono stati pubblicati in monografie e cataloghi di mostre a lui dedicati.