T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 4 dicembre 2023

Poesia/Eresia: La sovversione non sospetta dei poeti eretici, outsider e underground di Donato Di Poce (Eretica Edizioni)

Poesia/Eresia (la sovversione non sospetta dei poeti eretici, outsider e underground), di Donato Di Poce, appartiene a un genere letterario non frequente: il ritratto di artista. Qui non leggiamo saggi critici compiuti ma incontri improvvisati, disparati, appassionati, con opere e vite di artisti non canonici. Si parli di Artaud, di Villa, di Pasolini, di Daino o di altri contemporanei, il libro è il diagramma dei gusti dell’autore, esposti con una libertà compositiva anarchica e irriverente. Di Poce ama frequentare, ricordare, esaltare le parole dei Grandi Eretici, ma è altrettanto vero che il libro riporta anche testimonianze di poeti e scrittori italiani del tutto rimossi dalla storia della nostra letteratura e che pochi ricordano, come Ulisse Casartelli, Giuseppe Battaglia, Nicola Manicardi, Marco Vetrugno. Un libro come Poesia/Eresia assembla nomi diversi e di diverso peso letterario all’interno di una costellazione poetica che si oppone ai canoni della storia della letteratura e propone un approccio diverso al gesto eretico dell’artista outsider, non seguendo il metro della ricerca storiografica ma inventando improvvisazioni poetiche sul tema. Marco Ercolani


Donato Di Poce, (Sora,1958) vive a Milano dal 1982. Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo, Studioso del Rinascimento Italiano, Critico Letterario, Artista poliedrico, innovativo ed ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività. Ha pubblicato oltre 45 libri (tradotti anche in inglese, arabo, rumeno e spagnolo), 20 ebook e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Dal 1998 è teorico, promotore e collezionista di ©Archivio Internazionale Taccuini d’Artista e Poetry Box.
 
 

Rachel Mason Performance at Kunsthalle Zurich

domenica 3 dicembre 2023

Yüksel Arslan: Artures. Retrospective at Kunsthalle Zurich

La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro di Heinrich W. Pfeiffer (Jaca Book)

 Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all’iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale. L’aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l’intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma filosofico-teologico, anticipa e determina l’intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo. La pubblicazione è anche l’occasione per mostrare la Sistina con un’eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d’arte risulti “squadernato” di fronte agli occhi del lettore ma anche “decodificato” nei significati e persino nell’uso dei colori di ciascuna scena. 

 


 

Prende il via ’MostrAbilità’, la mostra che unisce arte e disabilità. Oggi l’inaugurazione

Prende il via ’MostrAbilità’, la mostra che unisce arte e disabilità. Oggi l’inaugurazione

“Il tuo cuore batte come il mio” L’Arte che unisce

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Ranjani Shettar al Barbican Conservatory di Londra

Ranjani Shettar al Barbican Conservatory di Londra

Le Veneri Italiche di Fazzini: il punto di incontro tra arte e innovazione | Vanity Fair Italia

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sabato 2 dicembre 2023

Fotonica, il festival tra arte e luce torna nella Capitale

Fotonica, il festival tra arte e luce torna nella Capitale

"Antologia scelta 2024": nelle sedi di Tornabuoni Arte si punta in alto fino a novembre del prossimo anno - BeBeez

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Al Centro d’arte Raffaello la prima personale pittorica di Marco Favata

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Top 100 dell’arte contemporanea, in vetta c’è la fotografa americana Nan Goldin - la Repubblica

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Vienna Art Week: un link tra il sistema dell’arte austriaco e il mondo - Il Sole 24 ORE

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Mostra Internazionale di Arte Presepiale

Mostra Internazionale di Arte Presepiale

I borghi del regime. Insediamenti nel latifondo in Sicilia (1939-1943) di Francesco Paolo Campione, Valentina Certo, Laura Ieni (Kalós)

Uno dei punti cardine della propaganda del regime fascista fu il ripopolamento delle campagne, nel corpo di un progetto che intendeva ruralizzare tutta la penisola italiana. Specialmente in Sicilia, il tentativo di superare l'istituto del latifondo si concretizzò nella costruzione di decine di borghi rurali, autentiche piccole città che - formalmente - dovevano essere autosufficienti. Oggi molti di questi insediamenti, costruiti tra gli anni Venti e gli anni Quaranta (ma il progetto continuò anche dopo la caduta del fascismo), sono divenuti delle città fantasma, fossilizzate in architetture metafisiche simbolo di un'utopia destinata al fallimento e all'incuria. Queste pagine - corredate dei potenti scatti in bianco e nero del fotografo Francesco Baudo - accompagnano il lettore nella Sicilia più sconosciuta, in strade immerse nel verde e lontane dal clamore dei grandi centri urbani: un viaggio nell'entroterra rurale ammirando paesaggi inaspettati, e spesso abbandonati, contemplando architetture austere, godendo del silenzio e della pace di luoghi che tramandano storie che, se fossero posti in essere adeguati progetti di riqualificazione, potrebbero riprendere a vivere. Fotografie di Francesco Baudo. 

 


 

Heimo Zobernig: Ohne Titel (in Red) / Kunsthalle Zürich

venerdì 1 dicembre 2023

Inaugura sabato 2 dicembre ore 18.00 la mostra di Paolo Maggis "TREMORE" | Pescherie della Rocca Estense, Lugo

Paolo Maggis presenta la mostra personale TREMORE a cura di Massimiliano Fabbri presso lo spazio espositivo delle Pescherie della Rocca Estense dal 2 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024.

 

In occasione della mostra verrà presentato il nuovo libro dal titolo Paolo Maggis / TREMORE pubblicato da ZEL edizioni che raccoglie le opere degli ultimi anni dell’artista, dedicate alla ricerca sull’essere umano. Il libro conterrà i testi di Massimiliano Fabbri, curatore della mostra, e del poeta Davide Rondoni.

 

TREMORE tratta della forza vitale dell’essere che anima l’essere corpo. La pelle e la carne dei soggetti rappresentati sembra tremare scossa da una pittura gestuale e nervosa. E se la pelle è, in primo luogo, l’incarnato attraverso il quale vedere e sentire le vibrazioni del corpo animato da sentimenti, emozioni e pensieri, in secondo luogo indica la superficie della pittura che diventa pelle a sua volta, introducendo lo spettatore ad una visione più complessa ed articolata.

 

A noi il compito di ricomporre la visione, decifrare l'immagine e ridefinire costantemente la mappa di questo panorama. Come ha fatto il pittore prima di noi – afferma il curatore Massimiliano Fabbri. Entriamo e torniamo indietro con lui, grazie a lui, ripercorrendo il processo attraverso cui l'immagine è affiorata, si è costruita e definita, emergendo dalla notte interna della volta del cranio, o dalla nebbia con bagliori e ombre della memoria, o dal bianco senza fine della tela, che sono poi quasi la stessa cosa. Segno dopo segno, pennellata dopo pennellata, superficie accanto a superficie, pelle su pelle. Sovrapposizioni e geologie. Costellazioni. Flusso inarrestabile di immagini che ci travolge. Cosa salvare?”.


La pittura vive in armonia con il soggetto pur mantenendo la sua indipendenza, arrivando a volte a annullare i limiti che separano lo spazio dallo stesso soggetto, un soggetto che si apre a molteplici interpretazioni senza mai trovarne una definitiva. Le opere di Paolo Maggis scuotono perché, pur mantenendo una forte estetica, introducono elementi di rottura, frammenti, interferenze e distorsioni, preferendo il sublime al bello, cioè quella bellezza ferita, che porta con sé un dolore profondo o una tragedia.

 

Paolo Maggis è un artista italiano che lavora prevalentemente nell’ambito della pittura. Nasce a Milano il 29 dicembre 1978. Tra il 1996 e il 2000 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera frequentando il corso di pittura con il professore ed artista Beppe De Valle. Terminati gli studi inizia la sua carriera espositiva e nel 2005 si trasferisce a Berlino (Germania) sino agli inizi del 2008 anno in cui si sposta a Barcellona (Spagna) dove tutt’ora vive e lavora. Su Paolo Maggis sono stati pubblicati diversi cataloghi: Paolo Maggis- Monito(r) pubblicazione Skira; Paolo Maggis, Cacho a Cacho e In Nodum Coacti pubblicazione Silvana Editoriale. Nel settembre 2011 viene presentato presso le sale del Pan di Napoli il libro Paolo Maggis pubblicazione Carlo Cambi Editore sui primi dieci anni di lavoro dell’artista in occasione della mostra omonima. Nel 2012 viene presentato sempre il nuovo libro BIONERS – Paolo Maggis, Bigas Luna a cura di Roberta Bosco. Nel 2013 lo stesso editore pubblica il libro Earth/Stars che racchiude al suo interno le immagini del ciclo omonimo. Del 2019 Zel Editore pubblica Close-Up che racchiude le opere dipinte a partire dal 2015 che trasformano l’immagine in un circuito astratto di elementi che si allontanano dalla forma a volte per perdersi ed altre per ricostruirla. Fondamentale per lo sviluppo del suo lavoro l’amicizia con l’artista e cineasta Bigas Luna. Paolo Maggis inoltre ha scritto di arte e cultura per vari blog e giornali, nel gennaio 2018 viene pubblicato da Samuele Editore il suo libro di poesie Il nome di Dio ed attualmente scrive a quattro mani con Davide Rondoni la rubrica Arte e libertà per il magazine di letteratura Satisfiction. Nel 2020, Paolo Maggis inizia a registrare in casa i suoi brani dando origine così a tHE cRAVING rOOTS, un progetto musicale ed artistico che ha come finalità la partecipazione di chiunque voglia entrarne a far parte. Il primo album Indigo è stato pubblicato il 31 settembre 2022. Nel 2023 presenta in occasione della rassegna Milano é Viva presso il Castello Sforzesco di Milano il suo primo progetto scenografico dedicato allo spettacolo “Non potevamo che incontrarci qui, mia danzatrice…” tratto dai testi di davide Rondoni, coreografia di Ornella Sberna e Compagnia di Danza OrmarsLab di cui attualmente é responsabile tecnico e scenografo.

 

Sponsor

Mare Combinato SL

Fabbrica Eos

 

Con il supporto tecnico di

Mare Combinato SL

Quadrifoglio -Agenzia UnipolSai

OrmarsLab

 

INFORMAZIONI MOSTRA

Paolo Maggis / TREMORE

A cura di Massimiliano Fabbri

Con la partecipazione di Davide Rondoni

Dal 3 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024

Inaugurazione: sabato 2 dicembre, dalle ore 18.00

Pescherie della Rocca Estense | P.za Giuseppe Garibaldi, 2, 48022 Lugo RA

Orari di apertura: giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30

sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30


Mostra aperta: l’8 dicembre e il 6 gennaio

Mostra chiusa: il 25, il 26 dicembre e l’1°gennaio

Ingresso gratuito

 

museobaracca@comune.lugo.ra.it | tel. 0545 299105 - 0545 299111

 


 

 

Mosaici di Ravenna di Jutta Dresken-Weiland (Jaca Book)

I mosaici di Ravenna sono considerati patrimonio artistico tra i più importanti del mondo. La loro qualità e gli splendidi colori hanno incantato appassionati e visitatori fin dai tempi della loro realizzazione, tra il V e il VII secolo. Il presente volume si propone di analizzare il valore profondo di questa arte figurativa, le sue peculiarità e i messaggi veicolati agli spettatori attraverso i secoli, esplorandone il significato nel contesto liturgico dell’epoca tardoantica. Scritto in un linguaggio semplice e chiaro, sulla base dello stato attuale delle conoscenze, il volume offre una nuova e preziosa analisi di uno dei più suggestivi cicli di immagini del cristianesimo delle origini, e la campagna fotografica, appositamente realizzata per questo libro, ci immerge nello splendore e nella varietà di questi mosaici, consentendoci di ammirarli nel dettaglio, in un’esperienza visiva altrimenti impossibile in situ. Il risultato è una sintesi estremamente curata e al tempo stesso scorrevole delle conoscenze su uno dei patrimoni figurativi più straordinari della tarda antichità: quel momento in cui l’eredità antica si travasa nelle forme medievali, in cui la nuova temperie culturale cristiana elabora una nuova estetica a partire dall’esperienza artistica romana. 


 

Liam Gillick: Three Perspectives and a Short Scenario / Kunsthalle Zürich

Le poesie visive del Gruppo 70 alla Galleria d'Arte Moderna di Roma

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A Glasgow andrà all'asta «AGILE», l'opera d'arte di Banksy dedicata alla resistenza ucraina - Open

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Arte, ecco il «Catalogo» dedicato agli italiani dal primo Novecento a oggi- Corriere.it

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“Paesaggi d’arte”: a Palazzo Orsini una mostra per celebrare i 130 anni della scuola più antica del Salento

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Triennale Milano svela tutte le mostre del 2024 | Sky Arte

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giovedì 30 novembre 2023

Prologo celeste. Nell'atelier di Anselm Kiefer. Ediz. illustrata di Vincenzo Trione (Einaudi)

Vincenzo Trione ci consegna un originale racconto critico in cui accompagna il lettore dentro gli atelier in un vero viaggio alchemico. Animato da una vocazione epica, Kiefer, di volta in volta, si fa Prometeo, Efesto e Sisifo. Sono, queste, le tre grandi figure del mito che, come in una costellazione, orientano un’indimenticabile traversata dei cieli di Anselm Kiefer.


Atelier come fucina creativa, laboratorio scientifico, antro alchemico, biblioteca, archivio personale, wunderkammer, dispositivo, poligono, piccola città in cui l’immaginazione diventa pensiero e gesto. Tra i massimi artisti contemporanei, Anselm Kiefer è riuscito a fare qualcosa che, per grandiosità e ambizione, ha pochi paragoni: dando voce a una profonda vocazione epica, ha trasformato i suoi studi, gli spazi in cui materialmente crea quadri e sculture, in opere d’arte interminabili. In un libro unico, arricchito da più di settanta fotografie (molte delle quali dello stesso Kiefer), Vincenzo Trione visita questi luoghi misteriosi e inaccessibili come un pellegrino incantato, accompagnando il lettore in un privilegiato itinerario nella mente-atelier dell’artista. A Barjac e Croissy, in Francia, Kiefer ha costruito da solo musei-laboratori-archivi-città dove, come un moderno Prospero, plasma e rende reali le sue visioni. Tra torri simili ai celebri "Sette Palazzi Celesti" e catacombe scavate nella roccia, tra teatri che ricordano quelli della Grecia antica e hangar adibiti per mostre ipotetiche, Kiefer ha allestito autentiche cosmogonie che sembrano mimare i meccanismi della mente. In esse, gli incubi del ventesimo secolo si affiancano a illuminazioni di futuri alternativi. È difficile descrivere a chi non li ha visitati cosa siano questi luoghi, la potenza che ingabbiano, la debordante varietà di materiali che custodiscono. E sono pochi quelli che li hanno abitati: tra loro, Vincenzo Trione che, con "Prologo celeste", scrive un libro unico, arricchito da più di settanta immagini (molte delle quali dello stesso Kiefer). Come un viaggiatore curioso e sebaldianamente divagante, capace di porre in risonanza la storia dell’arte con la filosofia, la mistica, la letteratura e la scienza, Trione fa emergere le infinite suggestioni sottese alle opere. 

 


 

L'installazione permanente di Tomás Saraceno a Matera | Sky Arte

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Le opere del frontman dei R.E.M. in mostra a Milano | Sky Arte

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Milano, a rischio museo Leonardo in Galleria. La surreale lite col Comune per 10 mq e un ascensore da cui passano milioni di euro - Il Fatto Quotidiano

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Milano, via Montenapoleone è la seconda strada più lussosa del mondo: dietro solo alla Fifth Avenue di New York

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Christopher Williams / Kunsthalle Zürich

mercoledì 29 novembre 2023

Reena Spaulings: How to Cook a Wolf / Kunsthalle Zurich

Chine. Ediz. illustrata di Altan (Nives Edizioni)

Questo catalogo raccoglie e ordina, per la prima volta, la serie di 64 disegni realizzati da Francesco Tullio Altan nei primi anni ‘70 – la maggior parte durante il suo soggiorno in Brasile – tutti provenienti dall’archivio personale dell’autore. Quaranta di questi furono esposti nell’ottobre del 2005 in una mostra presso il Centro di Cultura “La Medusa” di Este (PD), allora diretto da Salvatore “Turi” Fedele: quella rimase l’unica occasione per far conoscere al pubblico un particolare e significativo aspetto della produzione artistica di Altan. I titoli e le didascalie che accompagnano le tavole sono stati aggiunti dallo stesso Altan appositamente per questa edizione. Testi introduttivi di Marco Belpoliti, Marco Fragonara e Paolo Castelnovi; postfazione di Giorgio Poppi.  

 

ARTE AL CENTRO TORNA A ELNÒS SHOPPING Fondazione Brescia Musei e Lorenzo Mattotti protagonisti del nuovo capitolo di ARTE AL CENTRO

Fondazione Brescia Musei torna protagonista di ARTE AL CENTRO, la struttura di engagement multimediale allestita in una delle gallerie principali di ELNÒS Shopping, con la promozione della mostra LORENZO MATTOTTI – STORIE, RITMI, MOVIMENTI attualmente in corso al Museo di Santa Giulia.

 

Con la regia di Ellisse – Communication Strategies, ideatrice e realizzatrice di ARTE AL CENTRO, il progetto - che ha l’obiettivo di creare un “ponte” ideale fra cultura e commercio - propone nuovamente una installazione multimediale di forma e contenuti però rinnovati (rispetto alla “mandorla” protagonista del primo ciclo di eventi).

 

Grande protagonista è infatti l’intelligenza artificiale, a cui l’agenzia bresciana ha affidato un compito assai particolare: far parlare e far muovere le creazioni dell’illustratore Lorenzo Mattotti, oggetto della importantissima mostra omaggio che Fondazione Brescia Musei ha allestito fino al 28 gennaio 2024 al Museo di Santa Giulia.

 

“Lo stesso Lorenzo Mattotti ha collaborato al progetto, consentendo con entusiasmo che alcune sue creazioni venissero trattate in modo creativo dall’intelligenza artificiale – ha spiegato Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei – L’operazione rientra pienamente nella strategia di comunicazione e di avvicinamento al territorio che la nostra Fondazione ha portato avanti in questi ultimi anni, proponendosi alla comunità in modo innovativo e utilizzando spesso linguaggi contemporanei e attualissimi”.

 

Nell’installazione, ospitata in una delle gallerie di ELNÒS Shopping, i visitatori del Centro verranno invitati dagli stessi protagonisti della mostra a recarsi in Santa Giulia a vedere di persona loro e tutti i loro “amici”, più di 200 opere.

 

Giovanni Umberto Marzini, Meeting Place Manager ELNÒS Shopping, ha sottolineato come “la proposta di ARTE AL CENTRO confermi ancora una volta l’intenzione del Centro di essere sempre più vicino al proprio pubblico ma anche di non sottrarsi al compito di essere promotore in prima persona di operazioni di qualità attualissime e di forte ingaggio e coinvolgimento.”

 

ARTE AL CENTRO è un progetto pensato e realizzato dall’agenzia EllisseCommunication Strategies di Brescia. Elena Pagani, Presidente della società, ha affermato come “l’intelligenza artificiale sia ormai un fattore importante nel processo lavorativo di una agenzia di comunicazione” ma ha anche sottolineato con forza “il ruolo di ideatore, timoniere e controllore che l’uomo riveste a pieno titolo, come l’operazione Mattotti – con la collaborazione dell’artista, degli uffici comunicazione di Brescia Musei ed ELNÒS Shopping e di una nutrita serie di fornitori di servizi digitali e manuali, ha dimostrato con successo”.

 

L’installazione di ARTE AL CENTRO al Centro Commerciale di Roncadelle resterà esposta fino al 28 gennaio 2024, giorno in cui chiuderà ufficialmente anche la mostra di Lorenzo Mattotti al Museo di Santa Giulia a Brescia. L’accesso alla struttura è completamente libero e gratuito.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 28 novembre 2023

Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana di Melania G. Mazzucco (Einaudi)

Con uno straordinario intreccio di sapienza narrativa e documentazione storica raccolta in più di dieci anni di ricerche, Melania Mazzucco ha scritto la prima importante biografia mai apparsa in Italia di un pittore immenso, inquieto, modernissimo.


Questo libro è il tentativo di illuminazione di una vita – anzi, di molte vite: quella di Jacomo Tintoretto, il «più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura», di Marietta, la prediletta, e degli altri suoi figli, del padre, della giovane moglie Faustina, dei nipoti rinnegati, e di un’intera città, Venezia. Ed è un libro «scritto alla sua maniera: violando la prospettiva e ogni distinzione gerarchica tra generi e stili, tra margine e centro, dettaglio ed essenziale, tempo e spazio. Frugando nell’oscurità dei secoli che ci separano, senza trascurare nulla. Lasciando talvolta cadere un fiotto di luce là dove sembrerebbe non ci sia nulla da vedere. Tintoretto, del resto, faceva altrettanto». Jacomo Tintoretto disegnava i protagonisti dei suoi enormi teleri un personaggio alla volta, sulla carta azzurra, con il carboncino: «non era interessato tanto all’anatomia, come un medico, quanto al gesto (e al suo effetto sul pubblico), come un regista e un attore. Perché una delle prime regole che gli avevano insegnato, o che aveva subito imparato da sé, è che la pittura deve “muovere” – dunque emozionare, turbare, coinvolgere. Poi, quando aveva trovato il gesto, trasferiva il personaggio sulla tela. Non “trascriveva” la pittura copiandola dalla natura o dall’arte, ma la “scriveva” come da un’immagine della mente, intravista in sogno, trovandola nel suo farsi – e solo nel farla la vedeva». Pittore immenso, artista inquieto e geniale, uomo dalla vita piena di chiaroscuri quanto le sue opere – colto e popolare, libero e devoto, eccentrico e spregiudicato –, Tintoretto emerge dalle pagine di Melania Mazzucco come i suoi personaggi affiorano dall’ombra dei suoi immensi teleri sparsi nelle chiese di Venezia o nei quadri appesi nei musei di tutto il mondo: enigmatico, umano, complesso, guizzante di vita, figlio del suo tempo eppure modernissimo regista di corpi, di luci, di emozioni. “Jacomo Tintoretto & i suoi figli”, che qui si presenta in una nuova edizione, è uno degli oggetti letterari più affascinanti e originali della produzione italiana degli ultimi anni: accuratissima e fedele biografia, la prima importante apparsa in Italia del pittore veneto, precipitato di una raccolta di materiali durata più di dieci anni, grandioso affresco storico brulicante di personaggi – Tintoretto ovviamente, ma anche i figli, il padre, la moglie e tanti altri –, ritratto di una città, Venezia, fin nelle sue rughe più intime, narrazione che ricorre a stili e registri diversi per raggiungere il suo obiettivo: erigere un monumento al «più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura». 

 


 

Un capolavoro di Caravaggio eccezionalmente in mostra ad Asti | Sky Arte

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L’arte e i collectible di lusso fondamentali per il portafoglio del futuro - Il Sole 24 ORE

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Monopoli, il parco Skate diventa un'opera d'arte

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Un muro per unire: arte sostenibile

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Mezzo secolo di Arte Povera in un documentario su Sky Arte - la Repubblica

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Merlata Bloom Milano: ecco i primi numeri del lifestyle center dal cuore verde

Grande successo di pubblico per Merlata Bloom Milano. Inaugurato lo scorso 15 novembre, il lifestyle center dal cuore verde, sito nel quadrante nord ovest di Milano all’interno del più grande progetto di rigenerazione urbana italiana, ha già accolto, nei primi dodici giorni di apertura, oltre 600.000 visitatori, che hanno apprezzato le 210 unità commerciali, di cui 43 unità food & beverage, avvolte dal suggestivo “winter garden” in legno e vetro con ampi affacci sul parco circostante. Con la sua offerta di shopping, food & beverage e gli inediti format leisure e di intrattenimento, Merlata Bloom Milano rappresenta tre destinazioni in un solo indirizzo: per questi motivi è un unicum nel panorama dei centri commerciali con numerose prime aperture internazionali, o format inediti per il mercato italiano, o all’interno di un mall.

Come: Ric (Gruppo Cremonini), Neat Burger, la catena di ristoranti 100% plant-based, nata nel 2019 nel Regno Unito e famosa per i testimonial Leonardo di Caprio e Lewis Hamilton, Kebhouze, la catena di kebab che ha aperto oltre 20 store nel 2022 che vede Gianluca Vacchi tra i suoi investitori, e Poke House, il leader globale nella categoria delle healthy bowl tutti presenti nella food court del lifestyle center.

Hanno scelto Merlata Bloom Milano per la prima apertura in un mall diversi brand del comparto food (Caffè Caruso, Cipiace, Fresco&Cimmino, Hamerica's, Hiromi Cake, Macha café, Martinucci Laboratory, Pasticceria Sessa, Poldo, Rinaldini e Starbox), fashion (Bomboogie, Colmar, Jaggy, Only e Paragon, oltre che Reserved e Mohito, i brand di moda del Gruppo LPP, leader internazionale con oltre 30 anni di esperienza nella creazione, produzione e distribuzione di abbigliamento alla moda e trasversale per stili ed età) e beauty (Arabian Oud, il marchio internazionale di profumeria con oltre 1.000 negozi in molte parti del mondo, inclusi i flagship store sugli Champs-Élysées a Parigi, a Oxford Street a Londra e a Times Square a New York).

Inoltre, Esselunga con il suo nuovo superstore che porterà agli abitanti dell’area offerta e servizi di alta qualità, con la consueta attenzione per la convenienza che contraddistingue Esselunga. Il superstore, con accesso diretto dall’interno del mall, comprende il Bar Atlantic e si completa con l’elegante beauty store eb®.

Per tutti gli amanti del cinema, e non solo, NOTORIOUS Cinemas porta un moderno tempio dedicato alla magia del grande schermo: dieci sale e mille posti a sedere, per un incontro di tecnologia, comfort e coscienza green che rappresenta lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica.

Anche di questo si parlerà all’edizione 2023 di MAPIC Cannes, l’evento annuale dedicato al mercato immobiliare retail, che si svolge dal 28 al 30 di novembre nella cornice della Costa Azzurra.

Merlata Bloom Milano è un progetto della società Merlata Mall S.p.A., co-finanziato da Ceetrus, ImmobiliarEuropea e SAL Service, gestito e commercializzato da Nhood Services Italy sin dalla fase progettuale. Costituisce l’ulteriore tassello del futuro completamento di un nuovo distretto urbano sostenibile: il mall, infatti, è “cerniera” spaziale e funzionale tra il quartiere residenziale UpTown di Cascina Merlata e il distretto dell’innovazione MIND, la straordinaria sfida del post Expo 2015 che mese dopo mese sta crescendo nelle ex aree dell’Esposizione Universale

 


 

Mostra personale di pittura Mino di Summa 1 - 10 dicembre 2023, Galleria E. Maccagnani LECCE

Verrà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.30, presso la Galleria E. Maccagnani, sede della Società Operaia di Lecce in Corso V. Emanuele n. 56, la mostra personale di Mino di Summa, artista originario di Francavilla Fontana, noto a livello internazionale.

 

L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 10 dicembre, è composta da 50 opere che riguardano il figurativo, con le sue donne eteree e senza tempo, la natura morta, con composizioni che entrano nell’anima di chi le osserva, e i paesaggi dedicati alla penisola salentina che rievocano legami ancestrali tra l’uomo e la natura.

 

Alla base della pittura di Mino di Summa c’è lo studio dal vero del soggetto, la consapevolezza che nella natura, negli oggetti e nella figura si celano aspetti segreti che solo un occhio attento può svelare, dando vita a dipinti che vanno oltre la stessa realtà rappresentata, raggiungendo l’anima di chi li osserva, emozionando e ricordando la semplicità dell’essere umano e dei suoi sentimenti.

 

Con le sue opere Mino Di Summa fa ritornare chi le osserva a meravigliarsi davanti a una nuvola, un fiore, lo sguardo di un bambino, cose semplici ma profonde, che rendono dignità all’esistenza dell’essere umano.

Mino di Summa è allievo del pittore Luciano Regoli, fondatore della Scuola della Valle di Lazzaro presso l’Isola d’Elba, che persegue la missione di insegnare e tramandare i valori della Grande Pittura, quella classica figurativa italiana sempre più dimenticata, della quale è orgogliosa sostenitrice. Dal 2001 partecipa a molteplici Incontri nazionali e internazionali di arte madonnara, nei quali trova una dimensione espressiva tale da potersi affermare in prestigiosi festival tenutisi in Francia, Germania, Florida, Georgia, Messico, oltre che in Italia. Negli ultimi anni ha partecipato a rassegne di murales in Italia, realizzando opere sulle grandi pareti esterne di edifici pubblici e privati, riscuotendo recensioni positive da diverse riviste di settore.

 

La mostra si avvale del patrocinio della Provincia di Lecce e dell’Associazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso (A.I.S.M.S.) e sarà accessibile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21, con ingresso libero.

 


 

Cheryl Donegan: My Plastic Bag / Kunsthalle Zürich

lunedì 27 novembre 2023

Donato Di Poce parla del suo ultimo lavoro Nelle vene del mondo / Poesie 2000 - 2022 edito da iQdB

Galleria Previtali presenta la personale di Stefania Langfelder

Inaugurazione: lunedì 4 dicembre 2023 ore 19.00

fino al 20 gennaio 2024
MEMORIE E IMPRESSIONI - La produzione di Stefania Langfelder è caratterizzata, per la maggior parte delle sue opere, da campiture dimezzate, bianche, rosse e azzurre, abitate da aggregati di figure all'apparenza filiformi, schierate lungo perimetri areali della coscienza impegnata risolutamente a districarsi dall'enigma del quotidiano. Un mistero fitto e stratificato sull'asse portante del proprio destino, dipinto come forma scolpita nel legno o incastonato nel marmo lucido e freddo di un'esistenza liquida e informe. Il movimento dei corpi metamorfizzati, scrutato dall'occhio anfibio, è collocato spazialmente nell'etere dell'indecisione, gerarchicamente disposto non secondo valori di sostanza ma catturato dall'intensità etica di uno sguardo che sconfina nell'ambiente disteso dal dolore.
In alcune tele s'intravedono poi grumi di verità alla deriva, dalla tinta rosso violaceo, che galleggiano tra arcipelaghi di passione per annunciare l'inizio delle danze urbane accompagnate da un florilegio di volti goffi, segni dell' immaginaria inconsistenza oggettivata in polveri dalle tinte cirrotiche. Figure evanescenti in dialogo, consumate dal tempo, tra borbottii e coaguli di pensieri, svaporati in reticoli di cristalli esagonali pieni di turbamento, sullo sfondo di epifaniche dolcezze che irritano l'incoscienza ma che incantano.
Galleria Previtali  via lombardini 14 - 20143 Milano  
www.galleriaprevitali.it  / ORARI: martedi'-sabato: 16.00 - 19.30

 

Giuliana Susterini alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, da Sabato 30 settembre 2023

La Galleria Arianna Sartori di Mantova (via Cappello, 17) presenta la personale dell’artista friulana Giuliana Susterini che espone in quest’occasione una selezione di dipinti eseguiti negli ultimi anni. L’esposizione sarà inaugurata Sabato 30 settembre alle ore 17 con presentazione di Silvio Fuso alla presenza dell’Artista. La mostra, curata da Arianna Sartori, resterà aperta al pubblico fino al 12 ottobre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi. 

«Giuliana, che ben conosce la mia considerazione per il suo lavoro (la prima volta che ne vidi un dipinto fui singolarmente, stranamente affascinato), mi scuserà se “userò” la sua pittura come prezioso pretesto per alcune riflessioni sul significato del fare artistico contemporaneo… o, meglio, su un possibile significato. La tecnica artistica innanzitutto e il maestro, il pittore Donizetti, chiavi di volta della poetica e degli intenti di Guliana, danno conto di una scelta consapevole dell’artista per il campo di un’estetica “forte”, continentale, per usare il gergo filosofico. E qui si fa strada una prima riflessione, è davvero cori scontata l’accezione “analitica” dell’arte? Siamo d’accordo con Dickie nel definirla solo ed esclusivamente in relazione al “mondo dell’arte” inteso come istituzione sociale? Ho sintetizzato una serie articolata di posizioni, scegliendo la più estrema, certamente però è quella di cui davvero si servono gallerie, curatori, addetti di vario titolo e genere… ahimè usata anche, talvolta, nella variegata galassia dei musei. Ma forse è ancora possibile invece ricorrere a un pensiero diverso, che faccia perno sul lavoro, sul processo carsico, difficoltoso che conduce alle realizzazioni dell’arte. Mi soccorrerà, ancora una volta, il mio ineludibile riferimento, Dino Formaggio maestro indiscusso alla cattedra di Estetica a Padova che, al problema del farsi arte ha dedicato la sua opera più cara e, forse, più importante: “La fenomenologia della tecnica artistica”. Fin dalle prime pagine il lungo saggio è inequivocabile: “Essa diventa la tecnica del compiersi e dell’armonizzarsi di ogni esperienza nell’atto del suo oggettivarsi… ”, concetto radicale e onnicomprensivo in grado di dare autonomia teoretica all’idea stessa di tecnica artistica. Mi sento di aggiungere che, alla luce di tutto ciò, l’artista che si ritrova in questa definizione dovrebbe considerarsi risolto anche sul piano, diciamo cori, esistenziale e offrire agli altri un rifugio di laboriosa stabilità lontana mille miglia da certe caricature romantico/avanguardistiche cui siamo ormai tristemente assuefatti e, ecco un timido accenno critico, proprio questa stabilità io trovo in Giuliana, se la sua pittura mi conduce in un mondo di lucida stranezza, la pittrice mi pare, invece, solida artefice del suo lavoro e del percorso creativo. L’entusiasmo di Formaggio, fervido allievo di Banfi e Baratono, per le risorse che la fenomenologia offre all’analisi del fatto artistico attraversa tutto il libro, ma tocca, nei capitoli dedicati espressamente alla tecnica, il suo acme ermeneutico: “La tecnica artistica sorge nell’uomo come sensibilità e natura; diventa, con l’uso, volontà e coscienza; crescendo su se stessa, diventa intelligenza, umanità”. In questa prospettiva l’impulso a creare e la forza delle materie, la loro stessa inerzia, trovano la naturale convergenza: “Hanno mani curiose e sapienti… vivono con queste materie in connessione sensibile…”. 

Guliana: “Con la pennellessa tonda o normale stendere una quantità abbondante del composto sulla tavola… facendo attenzione a non lasciare in evidenza i «denti»”. E: “la stesura deve essere rapidissima poiché l’uovo coagula velocemente.
Il colore va sfumato nei bordi con pennello pulito e leggermente umido”.
Ne consegue che l’artista sente le forme come un fabbro, un falegname, le sente attraverso i ferri del
mestiere, in rapporto diretto con
l’effetto, con l’emozione estetica. Il legame profondo tra sensibilità,
emozione, comunicazione umana,
così magistralmente analizzato da
Dino Formaggio più di 70 anni fa,
ha trovato conferme recenti negli
studi del ne uro scienziato Antonio Damasio e dovrebbe, in ben altra sede, trovare diffusa trattazione… ci fermiamo qui, rivolgendo ora la nostra attenzione al mondo delle forme, alle immagini, alla loro radicale necessità. I dipinti stessi di Guliana ci conducono in questa direzione: intelletto, ma non concettualità, figurazione “accanita” che mai scade in una sorta di anacronistico narcisismo… e quindi? Di nuovo un riferimento alla tecnica, il disegno, in questo caso, conoscenza e creazione (traduco, male, dallo splendido francese di Jean Clair): “l’occhio penetra, al primo sguardo, in un terreno ricco e confuso, caotico, quello della sensibilità. Ma già tracciare una linea, saggiare, per tirar fuori un filo, un senso da questo guazzabuglio, vuol dire fare lo sforzo di capire ciò che si ha sotto gli occhi, chiarire, portare alla luce quello che non era mai stato visto, compreso…”. I materiali, la perizia, le conoscenze della tradizione, i colori e il disegno dove hanno portato Giuliana Susterini? Cosa ci comunicano e donano le sue opere? A dei “luoghi impossibili”, nelle sue stesse parole, dove fiori, frutti della terra, figure si radicano nelle pietre, pietre che sono avatar di Giuliana stessa, teatri della sua memoria; ci comunicano una vita agìta nell’ombra e nel silenzio… matrice di nostre nuove, inattese immagini che, assieme all’artista, prenderanno dimora, come scrive, commosso, Tullio Pericoli a proposito dell’arte ispirata, in un “interstizio, un vuoto d’aria che esiste tra tutte le cose razionali e il resto del mio corpo, del mio organismo vitale. Forse è lì che abita la Musa”». (Silvio Fuso)

 

Giuliana Susterini è nata a Gorizia ed è stata allieva del pittore Mario Donizetti dove approfondisce lo studio del disegno dal vero, del pastello encaustizzato e della tempera all’uovo. Le sue opere sono realizzate privilegiando la tecnica del pastello encaustizzato su tavola e della tempera al tuorlo d’uovo velata e verniciata. Ha seguito anche un corso di disegno con l’artista Franco Dugo e i seminari della prof. Gerda Fassel presso l’Internationale Sommer Akademie fur Bildende Kunst Salzburg. Ha frequentato il laboratorio e le lezioni del pittore Paolo Kervischer ed il seminario tenuto dal prof. Tigani a Venezia sui “Procedimenti pittorici antichi”. Ha partecipato a diverse esposizioni sia personali che collettive. Tra le prime, la mostra alla Galleria Bocca di Milano nel dicembre 2014, all’Antico Caffè e Libreria San Marco di Trieste nel febbraio 2015 e al Portonat di San Daniele del Friuli nell’aprile dello stesso anno. Tra le collettive, l’esposizione tenuta presso lo Studio Folart di Palazzo Manzioli a Isola d’Istria (Slovenia) nel dicembre 2017; la mostra “Ambientarti” organizzata da Art Space Milano presso il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma nel giugno 2021, alla presenza del Professor Vittorio Sgarbi dal quale ha ricevuto il premio per la migliore opera; l’esposizione “Dreams Ars II” organizzata da Art Space a Milano nel settembre 2021. Ha esposto al Lido di Venezia presso la Galleria delle Cornici per “Ut pictura poesis”, nel novembre 2022 e nel maggio 2023. Vive e lavora a Trieste.

 


 

 

John Russell: DOGGO / Kunsthalle Zürich

domenica 26 novembre 2023

Io che nasco immaginaria di Chiara Boni (Baldini + Castoldi)

Un'autobiografia brillante. Un ritratto complesso, indomito e vitale.


«A Chiara le donne piacciono davvero quando sanno fare squadra.» Non è l’incipit della storia di questa donna eclettica e resiliente, ma le donne, di certo, occupano un posto importante nella vita della stilista toscana. Le amiche sono al suo fianco sin dall’inizio, quando seguiva la mamma in sartoria a Firenze, dove quest’ultima provava modelli e lei, bambina, già imparava i trucchi del mestiere. Poi nella stagione dei balli, o quando Chiara, appena diciottenne, parte per Londra, la città che le insegna a vestirsi libera da qualsiasi condizionamento. Anni dopo, in Italia, l’incontro con Titti, il suo primo marito, la politica, un figlio. Le prime «cose» create e vendute, l’avanguardia architettonica degli UFO – di cui Titti era ideatore – l’influenza dell’arte, del cinema, della musica. E poi la Milano degli anni Ottanta, quando è una giovane donna separata alle prese con una carriera in ascesa. La sperimentazione con il Collettivo Moda Nostra e il successo che arriva quando il suo marchio entra nel GFT, il Gruppo Finanziario Tessile, e lei sceglie di usare un unico tessuto, un jersey elastico, e un unico colore, il nero. Nasce così la sua petite robe, un abito adatto a tutte, che si può ripiegare in una bustina e che rappresenta la sua concezione della moda e della bellezza: un vestito che possa farsi interpretare da ogni corpo, dando a ogni donna la possibilità di esprimersi. Tante persone attraversano la sua vita privata e lavorativa, e amori appassionati – da Cesare Romiti ad Angelo Rovati, a Fabrizio Rindi. E, ancora, il sogno americano, con lo sbarco negli Stati Uniti, seguendo un itinerario funambolico di Stato in Stato, e una vita che mai si ferma, riservandole anche prove dolorose. Questa autobiografia, scritta con Daniela Fedi, si snoda parallela al racconto di un’Italia che cresce e cambia nelle vicissitudini politiche, negli scontri generazionali, nella trasformazione dei costumi. Chiara Boni si svela come donna e come stilista, lasciando che le pieghe più intime del proprio vissuto esprimano sempre un’idea della moda che da quel vissuto origina, rilanciandone un invincibile senso di gioiosa libertà. 

 


 

A Milano apre Spazio HASITA

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