Amsterdam: di certo non una terra, ma l’invenzione di una vita strappata al mare da certi ostinati. Qui, dove l’acqua allaga le intenzioni e le finestre senza tende sono un altolà per chi guarda, la città è una figura della discrezione. Un’entità che si rannicchia, si piega. E nelle sue ritirate incassa fatti, episodi, vicissitudini, permettendo che nel silenzio accada quello che tutti sanno accadere. Questo libro è un invito a immergersi, come fa un palombaro, per scandagliare la stratigrafia dell’anima di Mokum Alef. Un viaggio tra i reperti del suo fiume-deposito e le vite di chi, come Van Gogh, cercò di mostrare “cosa c’è nel cuore di uno strano”. Seguendo le tracce che lui non ha lasciato, mentre per strada passano falsari, filosofi, rivoltosi, anatroccole e biciclette rubate. Un giallo rarefatto a due voci che, come un autentico falso, svela la linea che corre tra ciò che si vede e ciò che si nasconde. In una città che si rivela solo a chi sa guardare oltre la superficie. Forse...
T.A.Z. Weblog Party
un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale
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