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mercoledì 28 maggio 2025

Monica Gorini. Dal linguaggio all’arte multisensoriale : Un percorso sinestetico nel paesaggio francese tra colori, suoni, poesia e natura (Vanilla Edizioni)

La LUCE è quella della Normandia, con i suoi vapori e i riflessi diafani, costantemente sottomessa ai capricci del vento e ai repentini passaggi delle nuvole. L’ACQUA è quella del bassin di Giverny, il lago che Claude Monet si è fatto costruire e che poi ha più volte dipinto. I PETALI son quelli delle ninfee, quei fiori orientali che nascono da acque torbide e sbocciano a pelo d’acqua come un piccolo miracolo e che ancora oggi vengono coltivati a Le Temple-sur-Lot, nel vivaio di Latour Marliac, anche per rifornire il laghetto di Giverny. È lì che il viaggio sinestetico di Monica Gorini è iniziato, dopo lunghe giornate di studio, incrociando i dati visivi con quelli cromatici, le conoscenze matematiche con quelle artistiche, le sensazioni tattili con i dati emozionali. Lì sono nate alcune centinaia di PALETTE: listelli di legno simili ai tasti di un pianoforte, sui quali l’artista ha mappato mutamenti di quel meraviglioso paesaggio in un estenuante lavoro tecnico e speculativo, ma anche filosofico e poetico, che ha portato alla concettualizzazione del colore (non più legato all’impressione, dunque, ma al raziocinio, alle leggi della matematica e della chimica), alla creazione di una sorta di codice a barre dal quale poter poi partire per dare un nuovo ordine, un nuovo significato e nuova vita alle azioni percettive. La ricerca di Monica Gorini trova una regola nella varietà delle forme euclidee, in quelle che appartengono alla natura (dai frattali omotetici dei fiori all’albero di Pitagora, dalla spirale di Archimede alla sequenza di Fibonacci), che ci raccontano l’ordine preciso con cui si dispongono i petali, le forme ordinate delle corolle, le linee delle foglie, le leggi numeriche del micro e del macro cosmo sia nella natura sinestetica della sua percezione come dettagliatamente racconta nel libro, attraverso stralci di diario, versi poetici, testimonianze, riflessioni e decine di fotografie. Le opere diventano esperienze visive e sensoriali, concepite per diventare ambiente, per rimodulare gli spazi in nuove armonie, trasformandoli in luoghi dove il colore si fa musica, turbamento, respiro, ricordo ed energia.

Per lei l’arte è come la vita: un’esperienza totalizzante, da godere con tutti gli organi percettivi di cui disponiamo, ma anche con la conoscenza, il sesto senso che l’essere umano impara a coltivare e di cui non può più fare a meno.







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