Giovedì 11 gennaio alle
ore 18:00, Cramum insieme a Verga 1947 e Borghesi Associati presenta
"Private Collection Vol.1 - Lorenzo Marini" alla MyOwnGallery |
Superstudio Più, Via Tortona 27 (Milano). La mostra dedicata al maestro della
Type Art, ideata e curata da Sabino Maria Frassà, rappresenta il primo di una
serie di progetti espositivi volti a raccontare e condividere con il pubblico e
la collettività il ruolo e il "risultato" del collezionismo in
Italia.
Quale, dunque, è il ruolo
del mecenatismo e del collezionismo oggi?
Il mecenatismo e il
supporto all’arte fanno parte del DNA di Milano, città che da sempre ha avuto
in privati cittadini illuminati uno dei principali motori sociali ed economici.
Si tratta di un supporto discreto e tempestivo alle eccellenze artistiche nella
fase di progettazione e produzione. Questo rapporto virtuoso tra mecenate e
artista, tuttavia, presenta il limite di rischiare di essere elitario e
accessibile solo a pochi privilegiati, che frequentano tali fortunate
abitazioni. Cramum, pertanto, dà vita con questa mostra a una forma di
"restituzione collettiva" e di condivisione della bellezza alla
società.
Come ricorda l'artista
"L'arte senza il mercato non sarebbe nulla. Trovare, perciò, un proprio
pubblico e un proprio collezionismo rispettoso della propria poetica è un
elemento fondamentale nella carriera di ogni artista. Devo molto alle persone
che, senza pretesa di influenzarmi, hanno creduto in me e alla mia crescita.
Questa mostra è un racconto bellissimo di un decennale rapporto di stima e di
amicizia, che ha accompagnato la maturazione della mia arte nella liberazione
delle lettere, delle parole e, infine, del pensiero."
LE OPERE IN MOSTRA DI LORENZO MARINI
"Private Collection
Vol.1 - Lorenzo Marini" offre un’opportunità unica per esplorare le opere
dell'artista raccolte nel corso degli anni da un noto e lungimirante
collezionista milanese, che ha scelto di mantenere l’anonimato. Molti dei
lavori non sono mai stati esposti al pubblico prima, in quanto si trovano in
diverse residenze, non solo milanesi.
Sabino Maria Frassà
introduce la mostra spiegando che “il percorso espositivo indaga il potere
delle lettere come fondamento del nostro pensiero e della nostra esistenza:
dalla gioia espressa nei primi alfabeti all’annichilimento visualizzato nelle
opere più recenti, i cosiddetti “Buchi Neri”. La mostra si apre con la
presentazione di questi ultimi lavori intitolati in modo suggestivo
dall’artista “Where Unspoken Words End”. Appena presentati a Miami questi
quadri rivelano un profondo interrogativo sul futuro della comunicazione,
trasversale a tutta la ricerca espressiva di Marini, il quale non può che
interrogarsi oggi dove finiscano le moltitudini di parole dette: che senso
hanno? Sono promesse dimenticate o semplicemente dissipate nell’aria? Il buco
nero, presente nelle nostre galassie, diventa un simbolo che assorbe sia lo
spazio che il tempo, aprendo a interpretazioni suggestive sulla natura delle
parole e sulla loro possibile scomparsa in una dimensione sconosciuta. In
queste opere le lettere, “liberate” da secoli di contestualizzazioni, si
uniscono in vortici senza formare parole complete. L’assenza di punteggiatura
contribuisce a creare un discorso apparentemente impossibile, una
destrutturazione delle lettere che, unite, formano un non senso dominante nelle
nostre vite. Tuttavia, l’artista cerca anche di intravedere una speranza nello
stesso “buco nero”, inteso come un punto catartico della nostra comunicazione.
Potrebbe essere un portale verso un’altra dimensione, dove le parole liberate
trovano una destinazione sconosciuta, diventando simboli e portatori di una
pura bellezza, nuova protagonista della nostra esistenza”.
La mostra perciò unisce i
tantissimi dubbi dei giorni d’oggi con una visione pragmatica e fiduciosa
nell’avvenire. Un messaggio che Cramum fa proprio in questa operazione di
“restituzione” artistico-sociale alla collettività.
L’ARTE DI LORENZO MARINI
“La ricerca artistica di
Lorenzo Marini si basa su anni di esperienza come creative director e
pubblicitario, dove il linguaggio, le parole e la comunicazione sono stati e
continuano a essere gli strumenti principali […] Caposcuola della Type Art dal
2016, Marini, con il movimento da lui fondato, si propone di liberare le
lettere, ponendo l’attenzione sull’estetica e sul significato del segno
grafico. Questo movimento è parte di una più ampia indagine sul futuro della
comunicazione e del linguaggio. Ogni lettera nelle opere di Marini diventa un
elemento di un puzzle che racconta storie, suscita emozioni e solleva
interrogativi. Invita gli spettatori a sperimentare la magia delle lettere,
coglierne il significato più profondo e riflettere sul potenziale comunicativo
e stimolante delle stesse. L’artista sfida a guardare oltre le parole, a
scoprire nuovi modi di comunicare e interpretare il mondo, sempre più visivo ma
anche sempre più divisivo. [...] Attraverso le sue opere, Marini invita a
riflettere sulla velocità della trasformazione del linguaggio e sulla fusione
tra sintassi tradizionale, immagini, loghi e persino emoticons”. (Sabino Maria
Frassà)
LORENZO MARINI (SHORT
BIO)
Lorenzo Marini è un
artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Sviluppa
la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo avers tudiato
Architettura all’Università di Venezia. Dopo Miami e New York, nel l2014, la
Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato
vent’anni di lavori. Nel 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della
Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola. Questa
nuova corrente, in cui riscopre il colore, può essere definita come
l’esaltazione dello studio dell’alfabeto e in particolare delle fonti dei
caratteri grafici. Dopo la mostra Personale al Gaggenau di Milano e alla
Fondazione Bevilaqua La Masa, alla Biennale di Venezia ha partecipato al
padiglione Armenia, presentando un’ulteriore evoluzione della TypeArt, il
passaggio alla terza dimensione, con installazioni dedicate ad altrettante
lettere dell’alfabeto. Nel 2021 vince il premio AVI per la mostra di
contemporary art più visitata dell’anno tenuta al Complesso Museale Santa Maria
della Scala di Siena.
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