Giovanni
Schiavo Campo è nato nel 1960 a Milano dove vive
e lavora come collaboratore indipendente di periodici e critico d’arte. Come
poeta, dopo il pieghevole Le mandrie del
sole (Monza 1988), ha esordito con L’oro
e il fuoco (All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1995),
mentre tra gli sparsi riferimenti su antologie e riviste si segnalano: Annuale 2, supplemento al n. 2 di Finisterre, Riga (1993), Mondo
giovani/mondo poesia, rassegna antologica del Comune di Milano a cura di
Biagio Cepollaro e Giancarlo Majorino (1993), Anterem – Scritture di fine Novecento (Verona 1998). Singole poesie
sono comparse in cataloghi di mostre e altre pubblicazioni in collaborazione
con artisti: diversi volumetti per le edizioni Il Pulcinoelefante di Alberto
Casiraghi con interventi visivi dello stesso Casiraghi, di Paolo Schiavocampo,
il padre scultore, e di Lamberto Correggiari; una cartella di grafiche dello scultore
Giancarlo Bulli (Persezioni, 1991); E il merlo?, poesia con relativa
traduzione in francese accompagnata da un’acquaforte e acquatinta di Gino Gini
(I libri del Merlo, Il Laboratorio, Nola 2005); laminette incise e altri
esemplari unici d’artista della moglie Jelica Tipic’. Di rilievo teorico,
l’interpretazione di un frammento di Eraclito (Che cosa non nasconde l’oracolo, Manocomete 3, dicembre 1995) e, sul piano dell’elaborazione
poetica, l’intervento Segnatempo:
frammenti sul segno come orientamento pubblicato negli atti del convegno Scritture e realtà – linguaggi e discipline
a confronto a cura di MilanoCosa (Milano 2000). Si inseriscono in un
articolato percorso teoretico, al momento noto in minima parte, condotto anche
attraverso la traduzione dal greco antico: frammenti di Eraclito, Empedocle, ma
in particolare Parmenide, con una versione dell’opera superstite, disponibile
on line (http://cerchioazzurro.blogspot.com),
e contributi saggistici, l’ultimo apparso nel 2012 all’interno di un volume
collettivo (LiminaMentis). Frutto di una ricerca grafico-visiva improntata
all’I Ching, il millenario oracolo cinese, e finalizzata alla grafica del libro
è invece Ausa (2006), esperimento di
autoproduzione editoriale con una ventina di testi riprodotti sia con mezzi
elettronici, sia in versione realizzata con la tecnica di incisione su lastre
di zinco (fotoincisione e acquaforte) in 30 copie, numerate e firmate, tirate a
mano e rilegate dall’autore (www.ausapoesia.blogspot.com). L’elaborazione
grafica del testo è al centro anche di Epigrafi,
volume messo a punto nel 2012 al quale la rivista il Segnale ha dedicato 4 pagine sul numero 92. Ha intrapreso negli
ultimi anni esperienze di videoproduzione
culminate nella realizzazione, tra il 2013 e il 2014, di 3 videopoesie su testi
di Ausa e con commento musicale del
compositore Paolo Ricci (www.youtube.com: Riflesso del testo, Nel centro senza tempo
e Lo spazio oltrepassa la forma). È
tra i 7 poeti antologizzati nello speciale, a cura di Beppe Mariano, Poesia contemporanea. Ricognizioni e
proposte del n. 10/2014 della rivista In
limine (www.inlimine.it/ojs/index.php/in_limine/article/view/329), diretta
da Fabio Pierangeli (Università di Roma Tor Vergata) e Roberto Morena
(Università per stranieri di Perugia), ripubblicato come supplemento della
prestigiosa rivista brasiliana Mosaico.
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