L’attuale congiuntura globale impone una riconsiderazione radicale delle nostre pratiche quotidiane, orientandole verso una sostenibilità che superi la logica economica per abbracciare l’intricata interdipendenza degli ecosistemi ambientali. In un simile contesto, la responsabilità di coloro che intervengono attivamente nella configurazione del mondo materiale si estende oltre la funzionalità e l’efficienza immediata: implica una prospettiva ecocentrica, che riconosca il valore intrinseco del pianeta e della complessa trama di vita che lo abita, includendo non solo le società umane, ma anche le comunità animali e vegetali. Da dove possono trarre ispirazione architetti e designer per andare in questa direzione? Come si può inserire la natura stessa nel processo creati - vo che porta a nuovi progetti e nuove possibilità? Con questo libro, Andrea Staid offre alcune risposte e indica molteplici direzioni di ricerca. L’innovativo concetto di “design multinaturalista” di Staid ci invita a riconsiderare le ontologie del design, superando una visione antropocentrica che confina la capacità di progettazione alla sola sfera umana. Attraverso una prospettiva etnografica sul design, Staid evidenzia come diverse specie non umane esercitino una forma di agency materiale che incide sull’organizzazione dell’ecosistema. È degno di nota come molte società contemporanee incarnino un sapere ecologico pratico: imitano le soluzioni progettuali offerte dalla natura e sviluppano sistemi produttivi intrinsecamente connessi al loro ambiente, rivelando un’epistemologia del design radicata in relazioni interspecie. Raccontando con attenzione poetica e rigore antropologico le esperienze di viaggio e studio che ha effettuato negli ultimi anni, Staid fornisce in questo libro una serie di vivide illustrazioni della possibilità, oltre che della necessità, di cambiare paradigma nelle professioni creative che hanno la responsabilità di dare continuamente nuove forme a questo antico mondo
T.A.Z. Weblog Party
martedì 27 maggio 2025
lunedì 26 maggio 2025
La Cattiva Moglie: The Bad Wife di Micheline Maylor (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
La cattiva moglie di Micheline Maylor è un resoconto intimo e poetico su come rovinare un matrimonio. È una storia di divorzio, di amore e di ciò che avrebbe dovuto essere e non è stato, raccontata con voce coraggiosa e senza reticenze. Le poesie di Micheline irretiscono il lettore in un vortice sensuale di colpevolezza, risentimento e piacere
domenica 25 maggio 2025
Leonardo. Il ritmo del mondo. Ediz. illustrata di Daniel Arasse (Jaca Book)
Una lettura rivoluzionaria di Leonardo, geniale anche nel pensiero che guidava la sua mano di artista. La riflessione di Daniel Arasse, uno dei più noti e innovativi teorici dell'arte e della cultura e influente divulgatore, si divide in due grandi parti, una consacrata alle ispirazioni, alle ricerche scientifiche ed estetiche di Leonardo, l'altra dedicata esclusivamente al suo lavoro di pittore. Arasse cerca così di capire il processo intellettuale di Leonardo da Vinci, le profonde motivazioni che lo guidano nella trascrizione di ciò che lui stesso vedeva come "ritmo del mondo", analizzando le opere pittoriche, i disegni architettonici, botanici, anatomici, geografici e militari. In Leonardo schizzi, disegni e dipinti riflettono un medesimo approccio, combinato con il desiderio di sperimentazione e innovazione. Il ritmo interiore della creazione e la necessità di seguirlo costituiscono un elemento essenziale della sua produzione e incarnano una pratica estrema, tutta «moderna» di modulazione incessante della forma, una dinamica trasformativa che combina ordine e disturbo, laboratorio e officina, introspezione ed estroversione. Per Leonardo l'intelletto è pittorico!
sabato 24 maggio 2025
Cantico degli amanti - Dalla parte del marito di Sabatina Napolitano ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Il ‘‘sentimento totalizzante verso l’amato finisce per assumere un significato metafisico, non possiede un nome proprio, o li possiede tutti, diventa figura, amante-marito-padre, col quale persino scambiarsi identità e ruolo; diventa topos, gesto, azione. Il catalizzatore di questo processo è un’indomabile devo- zione alla poesia. L’io poetico diventa un dio poetico generoso e accogliente. [...] Disancorato da ogni archetipo – nello stesso istante in cui lo sperimenta – il corpo-poetico della Napolitano aderisce ad un tutto che gioca con tutto/ nella universale danza (Luzi). Allo stesso modo la sua poesia – fuori da ogni canone post-ermetico o neo-sperimentale – è in un perenne e antistorico transito’’.
(Pasquale Vitagliano)
‘‘Questa raccolta, coraggiosa e intenzionalmente a tratti scentrata dal proprio tempo, nonostante l'utilizzo talvolta di lemmi 'social', è in realtà un viaggio nella divergenza del sentire dove tutti i numi tutelari personali della poesia d'amore, orientali e occidentali, vengono convocati benché sfiorati, vengono invocati per salvare il nostro tempo dall'assenza d'Amore. In virtù e in correlazione con il Cantico delle origini, il marito e la moglie potrebbero sia essere maschio e femmina reali, sia coppia idealizzata o adamitica, nonchè estrema metafora, ossia rimanderebbero a Dio che ha in sposa la Terra/Umanità. Sabatina Napolitano, che può vantare una rara e sedimentata conoscenza letteraria contemporanea in rapporto alla giovane età, sia per il suo percorso personale che per la sua evoluzione e trasversalità in scrittura, è da ritenersi senza alcun dubbio, e questa raccolta lo conferma, tra le più autentiche poetesse italiane della sua generazione’’.
(Gianpalo G. Mastropasqua)
Sabatina Napolitano, classe ‘89, è una poetessa, scrittrice, insegnante. Suoi testi sono apparsi nella rivista Gradiva, su La poesia e lo Spirito, Nazione Indiana, Neobar, Poesia del nostro tempo e diverse altre testate. La sua prima raccolta poetica è del 2010. Ha pubblicato un romanzo e otto libri di poesia.
In copertina: Jules Joseph Lefebvre (1836 - 1911)
Servant, particolare
venerdì 23 maggio 2025
giovedì 22 maggio 2025
EPIGENETIC POETRY: GIOVANNI FONTANA intervento di Donato Di Poce
Giovanni Fontana, (Poeta epigenetico, Performer, Architetto, Artista) in breve un poliartista, militante del gesto creativo umanizzante, molto creAttivo, vive ad Alatri (FR), ma ha girato e respirato il mondo con la sua Arte e Poesia. Le sue performance sonore e verbovisive sono note in tutto il mondo, ha conosciuto di persona miti della poesia contemporanea e teorici d’arte e della poesia totale (sua l’opera su A. Spatola, OPERA, Dia.Foria Edizioni).
In un’intervista del 2022 così rispondeva a
una domanda sulla necessità della performnace e della voce verso una poesia
totale:
“La finalità è quella di
garantire al gesto creativo la sua integrità. In questo senso il superamento
delle barriere disciplinari è una necessità. Ormai costituisce una pratica
ampiamente applicata, non solo nel mondo dell’arte. D’altra parte sappiamo bene
che caratterizzava già la poesia delle origini, dove la parola sostenuta dalla
voce, la musica, la danza e le relazioni con il pubblico definivano un evento
totalizzante. Ma il concetto di “poesia totale”, così come espresso dal poeta
Adriano Spatola, si spingeva oltre il semplice superamento degli ambiti
disciplinari, procedendo verso forme sempre più aperte alla collaborazione con
il pubblico.”
Del resto i suoi contatti
personali con A. Spatola e gli artisti della poesia visiva e fluxus, risalgono
agli anni ’60. Già nel 1977 A. Spatola scriveva a proposito della poesia di
Fontana splendide parole:
“LE SCRITTURE DI GIOVANNI
FONTANA
Il fatto è che la
trascrizione segnica di un universo verbale comporta un ulteriore dato che
Fontana ha saputo utilizzare perfettamente: si tratta di una variabile, ossia
di un adeguamento grafico alle varie presenze della parola come immagine, o
dell'immagine come parola/segno. Tale adeguamento grafico segue l'andamento dei
significati, naturalmente non soltanto per esaltarli ma anche per contraddirli,
e si snoda di pagina in pagina lungo un percorso irto di ostacoli, di
tergiversazioni che a volte è facile enucleare dal contesto e a volte invece si
stemperano nel mare magno dell'accumulazione linguistica che è poi, in
trasparenza, la sconnessa filigrana del testo. Se pensiamo alla pagina come al
frammento di un corpus esposto a una dissertazione filologica inesauribile,
maniacale, vediamo che il suo esserci in superficie rende vitale il suo esserci
in profondità, e che i due stati di esistenza possono confluire tanto nel
verbum che nel signum: i frammenti sono nel primo caso elementi costitutivi di
una concatenazione di apparenze logiche (il discorso come argomentazione), nel
secondo caso invece si costruiscono in uno spazio vuoto, astratto, che è anche
mentale. Fontana lavora dentro questo spazio a più dimensioni (non si tratta
dunque soltanto dello spazio bidimensionale della carta) proprio in quanto
tiene presente l'insoddisfazione dell'orecchio rispetto all'occhio, ovviamente
sempre privilegiato nel caso di un testo visuale. Il che non vuol dire che il
poema/partitura ha esigenze irrinunciabili, tra le quali non esiterei a
collocare una eventuale sonorizzazione, sempre ammesso che tale sonorizzazione
fosse in grado di rispettare non soltanto il procedimento di notazione (e cioè
l'analisi grafica del materiale linguistico) ma anche la tessitura dei significati,
questa volta considerati in sé, quasi indipendenti dal segno. La contraddizione
non è affatto casuale, anzi si spiega benissimo ricorrendo di nuovo al concetto
di discorso parlato, e di "lettura parlata". ADRIANO SPATOLA, 1977.
Altri autorevoli
protagonisti della poesia visiva e
concreta come Arrigo Lora Totino, hanno subito evidenziato l’originalità
innovativa di Fontana: “ Sia in Radio/Dramma che nel
recente Le lamie del labirinto, Giovanni Fontana immerge una sorta di
monologo interiore in un denso ambiente fono-visuale. La voce dell’io si perde
e si ritrova nella labirintica babele dei segni, dramma opprimente dello
smarrimento in una selva “culta” che ti ghermisce d’ogni lato con richiami
storici e protostorici. ARRIGO LORA TOTINO 1984
e Paul Zumthor
: “E' così che si può, con Giovanni Fontana, assicurare che la poesia non
solo è con la voce e nella voce, ma dietro la voce, all'interno del proprio
corpo, da dove vengono dominati il canto, i sospiri, i soffi, gli ansiti e
tutto ciò che, al di qua e al di là del dire, è segnale dell’inesprimibile,
coscienza primordiale dell'esistenza. Giovanni Fontana parla in questo senso di
poesia dilatata…” Paul Zumthor, 1990, o Eugenio
Miccini: “Giovanni Fontana, delle cui "poesie sonore" mi sono
altre volte occupato, ha fatto spesso incursioni in quel territorio, appunto,
della "poesia visiva" con la competenza e l'eleganza dell'architetto
e del grafico che manipola e combina scritture e immagini. Questi
suoi Paysages sono la prova di una tensione o di una convergenza fra
codici eterogenei, che lui stesso designa, con una varia e sintomatica
nomenclatura, come "sensi confusi", qui proprio nel senso di fusi
insieme, "frontiera", "incroci", "confini",
"inganni" [...]. EUGENIO MICCINI, 1996.
Fontana ha raccolto gli
stimoli della poesia visiva, sonora e totale e sembra andare oltre… Il poeta si
trasforma, in poliartista, creAttivo, intermediale, epigenetico:
utilizzando tutte le tecniche, tutti i supporti, tutti gli spazi, senza
rinunciare a ricondurre all’àmbito creativo il suo stesso corpo, quindi il suo
gesto e la sua voce. Il poeta poliartista si appropria delle pratiche
elettroniche, videografiche, del cinema, della fotografia, dell’universo sonoro
(oltre la musica), della dimensione teatrale (oltre il teatro), dell’universo
ritmico. Agisce poieticamente, dando luogo a una nuova energia creAttiva,
innestando, contaminando il testo che diventa una partitura teatrale, la
dizione diventa azione, la poesia va oltre il corpo e il testo, la voce e
l’immagine.
In un suo testo teorico,
Fontana mette a fuoco la sua poetica multiprospettica, danzante, energetica.
Stiamo parlando di La poesia epigenetica: Urtext in
espansione. Manifesto su testi, voci e luoghi dell’azione poetica in
cui tra l’atro, l’autore scrive: “…non si può non considerare, in poesia, il
valore della vocalità, che ha il potere di innescare istantaneamente nel
momento performativo le vampe melopeiche, logopeiche e fanopeiche, ma secondo
livelli variabilmente sovrapposti e talora fortemente distanti. È infatti la
voce, come corpo dinamico, che in forma, con-forma, configura la poesia nello
spazio-tempo”.
Epigenetico è
un attributo che proviene dalla biologia e indica le mutazioni cellulari che
non alterano la struttura. Poesia epigenetica è dunque quella che utilizza il
testo-base in modo fluido, sottoponendolo di volta in volta a interventi
singolari, al modo di una partitura, di un pre-testo che deve essere investito
e proprio “innervato” da tutta la corporeità del poeta, concentrata in particolare
nell’uso della voce. Le sue performance sonore/visive/poetiche vanno oltre
persino le deliranti, visionarie identificazioni recitative di Carmelo Bene, i
suoi testi diventano pre-testi Creattivi che recuperano scarti di parole e di
visioni. Il suo corpo è un corpo vivo e denso che parla e agisce sensi e
dissensi, visioni e segni oralità e silenzio, il corpo macchina creattiva che
diventa artificiere di sensi, di scarti, di singhiozzi dell’umanità, insomma lo
avete capito un vero grande rivoluzionario della poesia Internazionale
sperimentale, tra i pochi a saper realizzare un’opera intermediale, plurale e
d’azione.
Della sua sterminata
bibliografia voglio ricordare e segnalare tre libri:
· Giovanni
Fontana, un classico d’avanguardia a cura di Patrrizio Peterlini e Lello Voce,
Agenzia x 2022.
· Il
Corpo Denso, Giovanni Fontana, Campanotto Editore, 2021.
· Controcanti,
Fontana, Molesini Editore Venezia, 2024
mercoledì 21 maggio 2025
IO NON SONO IL MIO SINTOMO di Renzia D’Incà (collana Fuochi a cura di Ottavio Rossani)
Renzia D’Incà con Io non sono il mio sintomo ha scritto una raccolta/specchio: una poesia dopo l’altra si vede e si sente passare un’esperienza complessa, inattesa e sofferente, ma anche sorprendente, drammatica, allegra, desiderata. Tuttavia, mentre l’autrice si guarda, controlla, constata, non c’è certezza che l’apparenza sia sostanza. Le parole affermano una verità, ma gli occhi e i suoni subito, insieme, la mettono in dubbio, e in certi momenti la contestano. Le variazioni sono inseguite, e mai risolutive. Sembra un gioco del dire e del dubitare, in realtà è l’analisi dello scompenso tra realtà e finzione. L’Io si espone, e subito dopo si nega. Sembrerebbe tutto semplice, ma il gioco diventa ossessione. (dalla nota di Ottavio Rossani)
martedì 20 maggio 2025
Il Fuji di Hokusai. Tutte le duecentosei vedute. Ediz. illustrata di Hideto Fuse , Frank Feltens, Kyoko Wada (L'Ippocampo)
lunedì 19 maggio 2025
domenica 18 maggio 2025
sabato 17 maggio 2025
venerdì 16 maggio 2025
giovedì 15 maggio 2025
mercoledì 14 maggio 2025
Cantico degli amanti - Dalla parte del marito di Sabatina Napolitano ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Il ‘‘sentimento totalizzante verso l’amato finisce per assumere un significato metafisico, non possiede un nome proprio, o li possiede tutti, diventa figura, amante-marito-padre, col quale persino scambiarsi identità e ruolo; diventa topos, gesto, azione. Il catalizzatore di questo processo è un’indomabile devo- zione alla poesia. L’io poetico diventa un dio poetico generoso e accogliente. [...] Disancorato da ogni archetipo – nello stesso istante in cui lo sperimenta – il corpo-poetico della Napolitano aderisce ad un tutto che gioca con tutto/ nella universale danza (Luzi). Allo stesso modo la sua poesia – fuori da ogni canone post-ermetico o neo-sperimentale – è in un perenne e antistorico transito’’.
(Pasquale Vitagliano)
‘‘Questa raccolta, coraggiosa e intenzionalmente a tratti scentrata dal proprio tempo, nonostante l'utilizzo talvolta di lemmi 'social', è in realtà un viaggio nella divergenza del sentire dove tutti i numi tutelari personali della poesia d'amore, orientali e occidentali, vengono convocati benché sfiorati, vengono invocati per salvare il nostro tempo dall'assenza d'Amore. In virtù e in correlazione con il Cantico delle origini, il marito e la moglie potrebbero sia essere maschio e femmina reali, sia coppia idealizzata o adamitica, nonchè estrema metafora, ossia rimanderebbero a Dio che ha in sposa la Terra/Umanità. Sabatina Napolitano, che può vantare una rara e sedimentata conoscenza letteraria contemporanea in rapporto alla giovane età, sia per il suo percorso personale che per la sua evoluzione e trasversalità in scrittura, è da ritenersi senza alcun dubbio, e questa raccolta lo conferma, tra le più autentiche poetesse italiane della sua generazione’’.
(Gianpalo G. Mastropasqua)
Sabatina Napolitano, classe ‘89, è una poetessa, scrittrice, insegnante. Suoi testi sono apparsi nella rivista Gradiva, su La poesia e lo Spirito, Nazione Indiana, Neobar, Poesia del nostro tempo e diverse altre testate. La sua prima raccolta poetica è del 2010. Ha pubblicato un romanzo e otto libri di poesia.
In copertina: Jules Joseph Lefebvre (1836 - 1911)
Servant, particolare