T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

mercoledì 21 febbraio 2024

Editoria e storici dell'arte nell'Italia del secondo dopoguerra a cura di Paolo Soddu e Franca Varallo (Viella)

 Tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, gli storici dell’arte ebbero un ruolo importante nel dibattito pubblico e nella politica culturale delle case editrici. Questo volume intende analizzare con nuove ricerche il dialogo intellettuale che ha influito notevolmente su un trentennio di cultura italiana. Attraverso l’approfondimento di singole personalità (Argan, Longhi, Castelnuovo, Magagnato, Menna, Previtali) e le scelte degli editori (Einaudi, Feltrinelli, Neri Pozza, Il Saggiatore) si vuole comprendere quella che è stata la politica che ha caratterizzato gli orientamenti dell’editoria e del mondo accademico a partire dalla metà del Novecento, tra impegno scientifico e sociale, metodologia, divulgazione e progetti.




Presentazione dell'antologia di poesie La Casa della Poesia di Nuno Judice, IQdB 2023

Arte, Smoe Studio: “Progetto Nulla Virtus’ unisce arte e sport” - Il Sole 24 ORE

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L’arte provocatoria di Yoko Ono, tra opere incompiute e partecipate - Linkiesta.it

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A tutta arte, il Rinascimento di Harlem rivive a New York - Arte - Ansa.it

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Kunst.stück, opere d’arte della natura nella cantina Kaltern - la Repubblica

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In mostra a Roma centocinquanta capolavori dell’arte giapponese | Sky Arte

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La mostra “Breasts” sull'arte e seno a Palazzo Franchetti a Venezia

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Milano MuseoCity, i musei e le gallerie d’arte milanesi protagonisti di una cinque giorni di «porte aperte» | Corriere.it

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Elmgreen & Dragset: Warm Regards (2006)

martedì 20 febbraio 2024

IDENTITÀ E DIFFERENZA. Mostra personale dell’artista Andrea Gallotti alla Fabbrica del Vapore di Milano | 8 - 21 marzo 2024 | Spazio Alveare Culturale

IDENTITÀ E DIFFERENZA Mostra personale dell’artista Andrea Gallotti alla Fabbrica del Vapore di Milano

A cura di Barbara Magliocco 

(8 - 21 marzo 2024 - Fabbrica del Vapore, Spazio Alveare Culturale, / Via Giulio Cesare Procaccini, 4 – Milano

Opening: giovedì 7 marzo 2024 dalle ore 18.00


Dall’8 al 21 marzo la Fabbrica del Vapore di Milano (Spazio Alveare Culturale) ospita la mostra personale dell’artista Andrea Gallotti “Identità e Differenza” , a cura di Barbara Magliocco. L’esposizione organizzata daZowe Art con il supporto di IMAGO Art Gallery offre al pubblico l'opportunità di immergersi nel mondo artistico di Andrea Gallotti e di esplorare le complesse interconnessioni tra identità, uguaglianza e ripetizione. Il suo gesto pittorico si basa sulla ripetitività, niente è statico, tutto è in divenire nelle sue opere. 

 

 Gallotti presenta nella sua opera un nuovo modo di affrontare la ripetizione. Secondo l’artista, l'esperienza deve essere la base delle relazioni tra noi e il mondo. I segni emergono come somiglianze, ma mantengono le loro differenze – afferma la curatrice Barbara Magliocco -. L'artista ripete gesti, tratti e movimenti, creando una composizione di infinite variabili e possibilità. La differenza nella ripetizione risiede nel fatto che c'è sempre qualcosa che sfugge nella produzione dell'artista, nel momento della creazione, nel fenomeno del tratto e del gesto”.


Ispirandosi alle teorie di Heidegger, la mostra esplora come l'identità si distingua dall'uguaglianza e come la ripetizione possa rivelare invece che cancellare le differenze. La mostra promette di essere un'occasione stimolante per riflettere sul modo in cui percepiamo e comunichiamo le esperienze nella società contemporanea.

 

La ripetizione di un gesto ne svaluta l'importanza? Come percepiamo le ripetizioni? Queste sono alcune delle domande che hanno mosso Gallotti per la realizzazione dei suoi lavori. Quello dell’artista è un gesto semplice e ripetitivo, mai banale che muta impercettibilmente nelle sue opere. Nella ripetizione sono presenti sempre delle variabili, calcolabili e non, che determinano il risultato finale del gesto. Esposte da Alveare Culturale (Fabbrica del Vapore, Milano) una dozzina di opere realizzate dall’artista. In ogni lavoro, le singole ripetizioni collaborano tra di loro creando composizioni dove ogni traccia ha il suo spazio e dialoga con le altre. Importante, per capire la poetica dell’artista, è la percezione del suo tratto, e di quello che esso può rappresentare.


 In una società dinamica, veloce e piena di stimoli è importante dare il giusto peso ad ogni azione anche se "ripetuta" che compiamo nel nostro quotidiano, poiché ogni azione è e resta unica, non deve esser generalizzata e di conseguenza sminuita ma bensì apprezzata per la sua unicità” – afferma Andrea Gallotti . L’artista trova infatti che nella ripetizione di un singolo ed unico gesto, quasi simbolico, si possa sempre ritrovare qualcosa di nuovo e di grande valore. L’attitudine dell’artista durante la creazione delle sue opere è meditativa; questa lo aiuta a concentrarsi e da questo suo “fermarsi” scaturisce liberamente l’idea. La mostra invita il visitatore a fermarsi, riflettere e pensare per rivalutare le proprie azioni quotidiane che se anche ripetute hanno un grande valore.


Andrea Gallotti  è nato a Monza il 25 aprile 1993. Sin da piccolo si appassiona al disegno e questo lo porta negli anni a voler comprendere sempre più a fondo il mondo dell'arte e la pittura. Terminati gli studi liceali ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel suo percorso di studi si è scontrato con quello che era il metodo classico di fare ed insegnare la pittura e, non trovandolo stimolante, ha preferito una visione più aperta e flessibile, con altre parole più attuale e vicina all'arte e alle problematiche odierne. Il desiderio di conoscere le varietà di linguaggi artistici lo ha portato nel tempo a viaggiare per incontrare e rapportarsi in modo diretto in Italia e all'estero, nello specifico, la sua collaborazione con IMAGO Art Gallery a Lugano rappresenta un importante passo avanti nella sua carriera, offrendo una piattaforma per esporre il suo lavoro a un pubblico più ampio e internazionale.

www.andrea-gallotti.com

 

Barbara Magliocco è curatrice e direttrice creativa. Laureata in Arte Visive e specializzata nella gestione dei beni culturali, porta il suo vivace spirito sudamericano nel panorama artistico di Milano. Proveniente da San Paolo, Barbara ha portato la sua passione per l'arte in Italia. Come forza trainante dietro il progetto curatoriale Zowe Art, collabora con artisti in tutto il mondo per creare connessioni significative tra culture e contesti artistici diversi. La sua visione inclusiva e il suo impegno nel sostenere il talento emergente hanno contribuito a creare un ponte tra artisti di varie origini, promuovendo la diversità e l'innovazione nel panorama artistico contemporaneo. 

www.zoweart.com

 

IMAGO Art Gallery  è stata fondata nel 2007 nel cuore del centro culturale di Londra. Sin dall'inizio, ha mirato a diventare un punto di riferimento internazionale per l'arte italiana in una città che per molti anni è stata il fulcro dei migliori talenti artistici e creativi a livello mondiale. La Galleria è nata con lo scopo di continuare una tradizione che per tre generazioni non si è limitata solo al commercio d'arte, ma si è dedicata anche alla ricerca del panorama dell'arte contemporanea e alla scoperta di giovani artisti destinati ad ottenere riconoscimenti futuri. Nel 2011, IMAGO ha aperto una nuova sede nel cuore di Lugano, in Svizzera, al fine di continuare il prestigioso percorso iniziato anni prima, e nel 2018 la Galleria ha celebrato l'apertura del nuovo prestigioso quartier generale nella via più lussuosa di Lugano, Via Nassa.

www.imago-artgallery.com 


INFORMAZIONI MOSTRA

IDENTITÀ E DIFFERENZA

Mostra personale dell’artista Andrea Gallotti

A cura di Barbara Magliocco

8 - 21 marzo 2024

Fabbrica del Vapore (Spazio Alveare Culturale) | Via Giulio Cesare Procaccini, 4 – Milano

Opening: giovedì 7 marzo 2024 dalle ore 18.00

Orari: mercoledì - venerdì 10:00 - 19:00 / sabato e domenica 14:00 - 19:00

Ingresso gratuito




ANYA PESCE - Fold Fetish / A cura di Stefania Carrozzini

Opening:  martedì 5 Marzo, 2024
Ore 18.00 – 20.00
dal 5 Marzo al 19 Marzo, 2024
 
Via Giovanni Boccaccio 24,
20123 Milano
 
Mymicrogallery, è lieta di presentare dal 5 al 19 Marzo 2024, “Fold Fetish”, la prima personale dell’artista australiana Anya Pesce. In mostra ventuno opere monocrome realizzate appositamente per lo spazio espositivo della galleria.
Il lavoro di Anya Pesce si è evoluto dalla pittura astratta, procedendo nel corso degli anni verso una ricerca formale incentrata sulle possibilità espressive del  polimetilmetacrilato. Il suo percorso inizia con la plastica dipinta, con installazioni di grandi volumi, per focalizzarsi successivamente sulla plasticità del materiale. Le opere di Anya Pesce sono intrise di movimento e dinamismo e di un senso di meraviglia per le Illimitate possibilità che la plastica scultorea offre. L’artista si rivolge alla natura e all’energia del mondo inorganico e al potenziale creativo che si sprigiona dalla materia plastica.
Pur praticando concetti associati alla pittura, il  lavoro di Anya Pesce si identifica più come scultura. I temi esplorati accennano al mondo della moda e del design, fanno riferimento al movimento Finish Fetish, uno stile legato al LA Look, alla pop art, al minimalismo, alla luce e allo spazio, nato nel sud della California negli anni Sessanta, caratterizzato dall’utilizzo dei materiali industriali dalle superfici lucide, brillanti e riflettenti.
Per creare le sue opere l’artista riscalda il polimetilmetacrilato   in un forno industriale e poi procede con la lavorazione a mano;  una volta che è  riscaldato, il materiale ha un tempo di elaborazione limitato finché è malleabile. E’ in questo breve lasso temporale che l’artista procede a piegare la materia plastica, fino a quando non raggiunge la forma desiderata, con un approccio alla creazione che valorizza l’unicità e l’individualità dell’opera stessa, manipolando il materiale in modo non replicabile, in quanto le sculture non vengono realizzate in base a prototipi preesistenti.
L’artista si concentra sulla superficie, la pelle esterna dell'opera, che manipola liberamente attraverso la texture, ottenendo vari effetti tra opaco lucido e satinato. L’intenzione è quella di esprimere  una sorta di iper-realtà intrinseca della materia,  di esaltarne la bellezza, la percezione  sensoriale e le  qualità visive e tattili. 
Il colore è spesso scelto per associazione simbolica come il rosso, con la sua energia radiante e vitale, la preziosità dell’oro e il richiamo alla trascendenza, la purezza del bianco in contrasto con la profondità del nero. Questi sono i colori principali utilizzati dall’artista dal 2015 che ora ha ampliato la tavolozza includendo l'intero spettro.
Le forme circolari organiche sono in contrasto con la rigida geometria costruttiva dei quadrati e creano una partitura visiva che, seppure nelle reciproche differenze, condivide un’armonia di fondo e ci parla di un’arte come crescita che si sviluppa e si modifica, sempre suscettibile di variazioni. La loro fluidità agisce in diretto contrasto con le lastre rettilinee di acrilico nel loro stato originale perché lo scopo dell’artista è anche quello di mimetizzare la natura industriale del materiale; le pieghe poi suggeriscono il tessuto e creano drammaticità aumentando la luce riflessa e i contrasti  sulla  superficie dell'opera. 
Anya Pesce nella sua ricerca plastica  indaga la sensualità delle forme e la lucentezza seduttiva del materiale in termini di colore, luce e spazio; sono sculture che appaiono abitate da una forza interna, da un magma pulsionale, libero e fluttuante. In questa prospettiva l’oggetto feticcio il “fold fetish”,  è l’opera che decostruisce la sua aura tradizionale, la qualità illusoria, per risplendere come oggetto in sé, celebrando la sacralità della materia assoggettata al desiderio dell’artista.
E’ un linguaggio che sposta l’attenzione sulla rilevanza della carica vitale del gesto forgiante attraverso la verità e la spontaneità del momento creativo. Le sue opere sono superfici in movimento che oscillano tra solidità e trasparenza, geometria e casualità, pieno e vuoto, in un’estetica percepita nell’istante in cui il corpo dell’opera viene alla luce, e su cui l’artista ripropone ritualmente l’avventura della vita, sempre alla ricerca della perfezione.
 
Anya Pesce vive e lavora a Sidney in Australia. Espone dal 2011. Tra le mostre recenti si segnalano: 2023 Art & Design Florence Biennale, Florence. Italy; 2023 Art In Mind, Brick Lane Gallery, London UK; 2023 Sydney Contemporary, Carriageworks, Sydney. Australia;  2023 Surface Fetish, Mostra personale M Contemporary, Sydney, Australia; 2022 Finish Fetish, Personale M Contemporary, Sydney, Australia; 2021 Oceania and Auckland Art Fair, FHE Galleries, New Zealand;  2021 Only Women, International Biennale of Non-Objective Art (Satellite Blue Mountains), Factory 49, Sydney, Australia; 2020 Anya Pesce COVID-19. Personale M Contemporary, Sydney; 2021 Orbit, Mona Foma, Tasmania; 2019 30 x30: pret-a-porter.  Abstract Gallery Space, Paris, France; 2019 New Modern RNOP-The Road Paintings. Fivewalls, Melbourne, Australia; 2017 Supermarket Art Fair, Stockholm, Sweden. I suoi lavori fanno parte di numerose collezioni nazionali e internazionali, pubbliche e private. 
 
dal 5 Marzo al 19  Marzo 2024
su appuntamento. T + 39 338 4305675
Per informazioni:
stefaniacarrozzini@gmail.com  
www.mymicrogallery.com



Phraseology / The Bass Museum of Art, Miami Beach

lunedì 19 febbraio 2024

Nelle vene del mondo (poesie 2020 – 2022) di Donato Di Poce oggi lunedì 19 febbraio alla Biblioteca Ostinata di Milano

 Presentazione del volume “Nelle vene del mondo (poesie 2020 – 2022) di Donato Di Poce, lunedì 19 febbraio 2024 ore 18,00 presso la Biblioteca Ostinata, via Osti n.6 – Milano. Presentano il volume e dialogano con l’autore Laura Cantelmo e Antonella Prota Giurleo

Nella vasta bibliografia di Donato di Poce, ricca di raccolte poetiche, di aforismi e di saggi sull’Arte e sulla Letteratura, questo recente volume delinea, come si conviene a un’autoantologia, il ritratto dell’artista, evidenziando le predilezioni creative e di ricerca dell’Autore ed enucleando i principi di poetica elaborati lungo il suo percorso di scrittura e di esperienza umana.

L’arco di tempo copre una curva non indifferente: 2000-2022, partendo dai giovanili testi di argomento amoroso e giocosamente erotico, nei quali si intrecciano, fondendosi, la ricerca della parola e della verità del discorso poetico, che sono i principi di riferimento di questo Poeta. L’autenticità del linguaggio, a suo parere, deve di necessità evitare orfismi e parole innamorate-modalità ormai un po’ usurate che nei decenni precedenti avevano dominato la scena letteraria nel nostro paese, senza mai scomparire del tutto.

Rivelatori sono i primi versi del testo d’inizio, Orizzonte d’attesa: “Nell’orizzonte d’attesa/ restano le parole che non trovo/ mentre nella mia terra perdo il respiro/e schegge d’oscura passione/ dilegua il mio cuore/ e quel che taccio/ ha sempre il sapore dell’incanto”. L’apparizione di una figura sublimata di donna collega i testi alla tradizione allegorica medievale della lirica d’amore – “…Te nei borghi persa/ annidata nel cappottino rosa” – rappresentando l’indagine sul linguaggio e i meccanismi dell’ispirazione poetica: ”Se tu mi baci/ le ciglia della vita si aprono”.

Il pensiero viene sempre filtrato dalla corporeità e dalle emozioni, come nel poema L’origine du monde (2004), altro esplicito esempio di poesia erotica, dove il corpo è protagonista dei “miei esercizi d’amore”, mentre “nell’anima lievita la visione del corpo/ E io sono l’angelo d’amore/ Che raccoglie le gocce del piacere”. Echi della poesia medievale, ma persino del Cantico dei Cantici risuonano nei giochi d’amore, rappresentati con un realismo che allude, non a caso, al dedicatario del poemetto, il pittore francese Courbet, al suo realismo immune da ridondanti simbolismi. L’esplosione ludica del piacere si carica qui di un vitalismo che ben raffigura tutte le sfumature e le richieste del sogno, del desiderio e dei tormenti amorosi.

L’ambiguità tra la tematica dell’amore fisico e quella della fatica dell’espressione poetica – “desideri incompiuti” – riaffiora in modo più evidente ne Il gorgo dei desideri (2004):” Le poesie sono pietre posate sull’anima” afferma il Poeta nell’attesa, finché qualcosa si muove dentro di lui:” Ora sento, c’è la parola/non è ancora fatta lingua/” “E venne il giorno infine/…/ Dal cuore uscivano parole nuove/ ed io non sapevo parlare.”

Il principio oraziano “Ut pictura poesis”, fondamento della sua indagine linguistica e del realismo descrittivo, è frutto dell’intreccio dei suoi interessi pittorici e letterari. Eleggendolo a norma, il Poeta lo sceglie anche come titolo di una raccolta di ritratti di poete e di poeti, nella cui personalità artistica spesso lui stesso si rispecchia: “E non so spiegare/ Perché i tuoi segni/ Toccano le pareti della mia anima”, dice rivolgendosi a Mario Benedetti (Ut Pictura poesis, 2016).

Ė nell’aprirsi alla realtà esterna, alla memoria e al male del mondo che Di Poce approda a una fase di maturità e di consapevolezza civile sulle orme di P.P. Pasolini e di Enrico Mattei, come modelli di opposizione al potere: “Noi cercheremo/Quella verità che sgorga dal vero/E quella poesia che fa sognare/Un nuovo mondo e un nuovo futuro./ Noi combatteremo l’orgia dei poteri” (Lampi di verità, 2017).

Già nel poemetto sul dramma del Muro di Berlino, Lungo la East Side Gallery (2008/2009), alternando toni lirici ed epici, la narrazione ripercorreva con profonda commozione la storia di violenza e di dolore di “migliaia di spiriti liberi/…/ Durante il tentativo di fuga/ che non era una fuga/Ma un ritorno alla vita”. La denuncia della brutale divisione del cuore di una città come Berlino e della Germania stessa coinvolgeva tutti i muri eretti nel mondo come espressione di odio. A ciò si univa il pericolo della cancellazione della memoria o della sua banalizzazione nella volgarità dei souvenirs destinati a orde di” turisti chiassosi, irriverenti e indifferenti/ Che calpestano le tracce del muro/ E non sanno che i muri sono loro.”. Non stupirà che persino nell’aspirazione alla libertà il Poeta si esprima qui in termini erotici: “E cercherò come un seno da accarezzare/ I germogli di vita che crescono/ Ai bordi della Storia.”

La poetica si va poi consolidando, come già detto, grazie all’analisi di altri linguaggi – la Pittura e il Teatro: “Bisogna uscire dal Sé/Dal proprio buio/Dalla propria assenza”, recita un verso nella raccolta dedicata alla controversa personalità di Carmelo Bene, L’altro dire (2020). In un tempo di diffusa autoreferenzialità la ricerca di un “altro dire” significa: “Uscire dalle trappole del proprio genio/ Dalle trame del quotidiano/Scardinare le porte del proprio buio/…/ E camminare sul mare del proprio vuoto.” per approdare a un’ aperta speranza: “Cercare un altro dire/Oltre le rovine del tempo/Dove c’è un tempo nuovo da vivere/…/Io l’ho visto nascere/…/Negli occhi stellati dei bambini/…/C’è stato il tempo degli eroi/…/Ma ora è giunto il tempo dei giusti”. Il linguaggio profondamente emotivo palesa l’amore per il sogno e per l’utopia seguendo un percorso articolato che si è andato arricchendo nel tempo e lungo il quale gli interessi intellettuali si affiancano sempre più a temi civili (v. “Binario 21” sulle deportazioni nei lager nazisti) e a riflessioni filosofiche sulle profondità della psiche di altri Autori e Autrici contemporanei, tra cui anche la milanese Alda Merini. Sorge da qui l’interrogazione pressante sul valore etico della Poesia e dell’Arte che resta al centro della sua scrittura.

Ed è smascherando con critiche acute e salaci il falso impegno e la disonestà di molti operatori e di sedicenti intellettuali nell’ambito della letteratura di consumo (“I Poetocrati”, in La poesia è un diamante grezzo, 2022), che con spietato sarcasmo Di Poce fustiga i falsi amici, gli opportunisti, i calunniatori e gli invidiosi, riconoscibili in una burlesca lista di proscrizione redatta con nomi di fantasia.

La coerenza verso i principi finora esposti valorizza la sua personalità di saggista e sostiene la sua ricerca poetica. (Nota di Lettura di Laura Cantelmo – Ass. Culturale Milano Cosa)

Info Donato Di Poce

https://donatodipoce.blogspot.com/

Mail – I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

iquadernidelbardoed@libero.it

 

Les Innombrables: A Bag in the Park

sabato 17 febbraio 2024

Giorgio Albertini - Pralina N° 07. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

DOMENICA 18 FEBBRAIO LA LIBRERIA LIBERRIMA DI LECCE OSPITA IL FIRMACOPIE DI ALESSANDRO BARICCO E UN INEDITO DIALOGO SU CHET BAKER TRA ROBERTO COTRONEO E PAOLO FRESU

 Domenica 18 febbraio la libreria Liberrima in Corte dei Cicala a Lecce ospita una lunga giornata di emozioni con lo scrittore Roberto Cotroneo e il trombettista e compositore Paolo Fresu, protagonisti di un inedito dialogo su Chet Baker (ore 11) e Alessandro Baricco con il firmacopie del suo visionario romanzo Abel, uscito per Feltrinelli (ore 16).


Si parte alle 11 (ingresso libero), in collaborazione con Diffondiamo idee di valoreConversazioni sul futuro e Good Vibes, con un inedito dialogo tra Paolo Fresu e Roberto Cotroneo sull’incredibile vita di Chet Baker. Un genio bellissimo e maledetto del jazz, uomo capace tanto di distruggere il proprio corpo con la schiavitù dall’eroina, quanto di far salire fino al cielo le note della sua tromba. Nel romanzo Chet (pubblicato nel 2022 da Neri Pozza e uscito per la prima volta nel 2011 con il titolo "E nemmeno un rimpianto"), lo scrittore si immerge nell'esistenza di questo mito del jazz: raccontando i suoi successi, l’antagonismo di sempre con Miles Davis, la sua fragilità umana. Fresu invece con il fortunato progetto "Tempo di Chet. La versione di Chet Baker" ha fatto rivivere uno dei protagonisti più controversi e discussi del Novecento, tra composizioni originali e standard cari al jazzista tanto maledetto quanto leggendario. Fresu è nel capoluogo salentino per presentare il progetto “Ferlinghetti”. Dopo i due sold out di sabato 17, sempre affiancato da Daniele Di Bonaventura (bandoneón), Dino Rubino (pianoforte) e Marco Bardoscia (contrabbasso), il musicista e compositore sardo si esibirà in serata alle 20 e alle 22 (info 3895359459 - goodvibesassociazione@gmail.com) da Nasca - Il teatro a Lecce, ospite dell'associazione Good Vibes - Musica Cultura Ambiente.

Alle 16, a oltre cinque anni dalla sua ultima visita a Lecce sempre da Liberrima, Alessandro Baricco sarà in libreria per il firmacopie di Abel, nuovo romanzo dello scrittore piemontese edito da Feltrinelli. Ha ventisette anni, Abel, quando diventa leggenda. Ha messo fine a una rapina sparando simultaneamente con due pistole contro obiettivi diversi. Un colpo detto il Mistico, che pochi sono in grado di mettere a segno con la sua precisione. È lo sceriffo della cittadina di un Ovest immaginario ed è innamorato di Hallelujah Wood, una donna che ha addosso una specie di mistero, mani piccole e labbra orientali. Anche lei lo ama: ogni tanto parte senza che lui sappia dove va – “passiamo senza fermarci, è inteso così” –, ma torna sempre. La madre di Abel, invece, anni prima se n’è andata per non tornare mai più. Ha preso i quattro cavalli migliori e ha lasciato lui, i fratelli e la sorella al loro destino. Una bruja una volta gli ha detto: “Sarà molto doloroso, ma un giorno, Abel, te lo prometto, nascerai”. Alessandro Baricco dà vita a uno straordinario romanzo che è una storia spirituale, sapienziale, e al tempo stesso un western dove la scrittura è geometrica e il racconto visionario.







Inga Sempé in conversazione con Paolo Ulian

20 febbraio 2024, ore 18.30

Ingresso libero previa registrazione: triennale.org


Martedì 20 febbraio, alle ore 18.30, Triennale Milano presenta un incontro con Inga Sempé e Paolo Ulian sulle costanti del mestiere del designer: la ricerca, l'innovazione, lo studio dei materiali, il rapporto con la committenza e le manifatture, la logica del servizio, la volontà di rispondere a un'idea rotonda di funzione.

Partendo da alcune corrispondenze nel metodo e nella progettazione dei due protagonisti, l’incontro vuole mettere a confronto pratiche ed estetiche dei designer, creando delle incursioni tra di loro, nella loro produzione, per scoprire punti di contatto ed elementi ricorrenti nei loro approcci.

In dialogo con i designer anche Chiara Novello e Alessia Pessano, titolari dello studio A/C, che firmeranno l'allestimento della mostra su Inga Sempé, La casa imperfetta, visitabile in Triennale a partire dal 16 aprile.

L’incontro sarà moderato da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, e curatore della mostra La casa imperfetta.




Art Cologne Talks Lounge 2022 – Sven Fischer (The Art of the Racing Bike)

venerdì 16 febbraio 2024

Asae Soya: Sora / Hebel_121, Basel

Oggi Venerdì 16 febbraio 2024, ore 18.30 Presentazione del libro "La casa della poesia" di Nuno Júdice

 Evento online su piattaforma Zoom

per accedere alla video troverete il link  di accesso qui

https://www.lacasadellapoesiadicomo.com/post/16-02-24-presentazione-del-libro-la-casa-della-poesia-di-nuno-j%C3%BAdice

 

Sulle pagine Facebook della Casa della Poesia di Como e de I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno saranno pubblicati 48 ore prima dell’incontro link e codice d’accesso all’evento on line su Zoom

Link 1

https://www.facebook.com/Casapoesiacomo

Link 2


L’autore dialogherà con Emilio Coco, traduttore dell’opera,

Stefano Donno, editore de IQdB Edizioni, Roberto Galaverni, critico letterario,

Laura Garavaglia, direttrice della collana “Altri incontri” e presidentessa de La Casa della Poesia di Como.

Modera l’incontro Antonia Depalma, saggista.

 

“Protagonista indiscussa della poesia di Nuno Júdice è la parola. Quasi non c’è poesia che non la contenga e con la quale il poeta alimenta le sue passioni, i suoi paradossi, le sue riflessioni. È essa che gli ispira le metafore e le allegorie più belle, con esse viaggia e riempie la sua valigia. Possono essere parole vecchie, relegate in un angolo del dizionario, ma quando le mette insieme, quando le unisce nel verso, risplendono di nuova luce. Ama le parole esatte, dure come gli oggetti che designano, parole che si uniscono e si sovrappongono a quelle già usate, che devasta, frantuma in sillabe, incendia, ne raccoglie i resti, gli aggettivi, gli avverbi, le preposizioni, per creare altre parole, perché la voce non si bruci e poco importa che le frasi perdano il senso, purché resti inalterato il nome delle cose. Come fa la casalinga con i panni che mette ad asciugare al sole, così fa il poeta con le parole, le attacca nel verso con le mollette, le spiana con il ferro della retorica, senza bruciarle, le sistema nel tiretto della strofa per poi tirarle fuori quando servono per fare o leggere poesia, ed esse seguono il loro percorso, sporcandosi col fango della strada, riempendosi della muffa delle case chiuse, respirando il sudore degli amanti. Si lavano, si asciugano e tornano a sporcarsi in continuazione perché fanno parte del mondo e della vita”. (EMILIO COCO)

Nuno Júdice è nato il 29 aprile 1949 a Mexilhoeira Grande, in Portogallo. Si è laureato in Filologia romanza all’Università di Lisbona e ha conseguito il dottorato nel 1989 con una tesi sulla letteratura medievale. Dal 1997 al 2004 è stato addetto culturale dell’Ambasciata portoghese a Parigi e direttore dell’Istituto Camões sempre a Parigi. È stato docente di Letteratura portoghese e francese presso l’Universidade Nova de Lisboa fino al 2015, quando è andato in pensione. Ha pubblicato studi sulla teoria della letteratura e sulla letteratura portoghese. Poeta e romanziere, è stato redattore letterario di Tabacaria, pubblicato dalla Casa Fernando Pessoa, e commissario per l’area della letteratura portoghese in rappresentanza della 49° Fiera del Libro di Francoforte, che aveva come tema il Portogallo. Le sue opere non riguardano solo la poesia e la narrativa, ma anche saggi, teatro, edizioni critiche e antologie. Dal 2009 è direttore di “Coló- quio-Letras”, rivista letteraria della Fondazione Calouste Gulbenkian. Tra gli altri premi, nel 2013 ha ricevuto il Premio di Poesia Reina Sofia per la poesia iberoamericana. In Italia, ha ricevuto i premi Europa in Versi nel 2016, Camaiore nel 2017 e Carlo Betocchi-Città di Firenze nel 2022.

 

Info link:

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/10/la-casa-della-poesia-di-nuno-judice.html


Giovanni Sesia - Pralina N° 06. Capire l'arte contemporanea con Sergio M...

La mia Venezia africana tra vita e arte - la Repubblica

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Il concetto di bellezza nell’arte del presente | Artribune

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Musica, arte, tipografie e una ex fabbrica di dirigibili La Ciriè che non ti aspetti a soli 22 chilometri da Torino - La Stampa

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giovedì 15 febbraio 2024

Davide Coltro - Pralina N° 05. Capire l'arte contemporanea con Sergio Mandelli

Domenica 18 febbraio - Les Trois Lézards al Fondo Verri di Lecce

 Domenica 18 febbraio (ore 20 - posti limitati - ingresso su prenotazione 3273246985 - 3392063444 - fondoverri@tiscali.it) al Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso a Lecce la rassegna di musica e parole Tutti Solo, con la direzione artistica di Giorgia Santoroospita un evento speciale promosso da Nuovo IMAIE. Il quartetto Les trois lézards presenterà i brani del cd d'esordio “Gli uomini poetici”, prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune (nella collana editoriale Controvento), distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital. Il gruppo formato dal fisarmonicista, compositore e cantante francese ma da molti anni attivo nel Salento Emmanuel Ferrari (già anima del progetto Les Troublamours) e dai tre pugliesi Giovanni Chirico (sax alto e baritono, voce), Giorgio Distante (tuba, tromba, euphonium, voce) e Roberto Chiga (tamburello, grancassa, voce) propone dieci canzoni originali di musica popolare dell’ipoetico paese della Tadjiguinia. «In questo stato di spirito non si parla tadjiguino ma italese, franciano, l’altro-salentino, il gattico, il melodico… e soprattutto si suona», raccontano i quattro musicisti. «Ci vive un principe non-principe, Ninour il vagabondo principale. Ninour ha tante storie tadjiguine da raccontare, come quella d’amore con Carmelina o il viaggio di Gino, l’emigatto. Ninour narra l’ubriacatura oceanica di Théodule il funambolo e l’inscontro con Magda la trapezista, la passione per le erbe aromatiche di Leone il nano saggio e l’innamoramento infelino di Gino. E poi spiega, a chi sa ascoltare, perché in Tadjiguinia non ci sono uomini politici ma uomini poetici». I brani di Les trois lézards sono dinamici e ritmici. Improvvisazione e assoli fanno parte del gioco e portano l’ascoltatore a essere sempre al centro della musica come accerchiato dalle note e dagli strumenti. Che sia valzer o quadriglia, che sia ska o funky, la voglia è sempre quella di ballare. Gli strumenti utilizzati sono semplici, acustici e non hanno ausilio di macchine digitali e sequencer ma il suono che ne viene fuori potrebbe far pensare il contrario. Le linee di basso guidate dai fiati di Giovanni Chirico e Giorgio Distante e le ritmiche sul tamburello di Roberto Chiga viaggiano insieme compatte, richiamano atmosfere funk, disco-music, house, techno e hip-hop; le melodie di Emmanuel si intrecciano ad esse tra il romanticismo del valzer francese e i ritmi dispari di Grecia e Balcani.




Sabato 17 febbraio - Andrea Sabatino presenta Melodico con Vince Abbracciante ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce

 Sabato 17 febbraio (ore 20:45 - ingresso 10 euro | ridotto 5 euro - biglietti su Vivaticket.it - info 08322422000) i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce ospitano il concerto di presentazione di “Melodico”. 

Nel suo nuovo progetto discografico il jazz creativo e moderno del trombettista salentino Andrea Sabatino si fonde con l’eleganza classica e raffinata del fisarmonicista Vince Abbracciante. Prodotto da Maria Agostinacchio per l’associazione Festinamente e da Maurizio Bizzochetti per l'etichetta Dodicilune, il cd è distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei principali store online da Believe. Il duo propone la rivisitazione di otto brani che hanno fatto la storia della musica italiana: Cos'hai trovato in lui di Bruno Martino, due grandi successi cantati da Mina come Noi due, firmata da Alberto Testa e Augusto Martelli, e Brava del direttore d'orchestra, compositore, arrangiatore e paroliere Bruno Canfora, La strada di Nino Rota, dalla colonna sonora dell'omonimo film di Federico Fellini, Ho capito che ti amo e Angela di Luigi Tenco, L'ultima occasione di Jimmy Fontana e Un giorno ti dirò di Gorni Kramer, pezzo portato al successo, tra gli altri, dal crooner Nicola Arigliano. Prossimi appuntamenti live al Biella Jazz Club (2 aprile), al Bonaventura Club di Milano (3 aprile), al Neruda Cafè di Torino (4 aprile), al Varese Jazz Club (5 aprile) e al Countbasie JazzClub di Genova (6 aprile).


«La musica di questo disco è un fiore raro, nato dalla passione, dalla creatività e dalla cura di Andrea Sabatino e Vince Abbracciante. La scelta dei brani, oculata e molto originale, serve da ponte di lancio per una serie di improvvisazioni di altissimo livello», sottolinea Enrico Rava nelle note di copertina. «È un grandissimo piacere constatare il percorso di Andrea che, da quando l'ho conosciuto 10 anni fa, si è trasformato da trombettista emergente molto dotato in un musicista  maturo e molto interessante, con un controllo invidiabile sullo strumento e un senso per la melodia fuori dal comune. Questa è anche l'occasione per me di conoscere un musicista unico e straordinario come Vince Abbracciante. È un viaggio nella grande musica italiana di cui si sentiva il bisogno».

Andrea Sabatino inizia lo studio della tromba a cinque anni, a nove intraprende gli studi al Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce, dove nel 1999, appena diciassettenne, consegue il Diploma in tromba con il massimo dei voti. Partecipa a vari concorsi e rassegne nazionali esibendosi come trombettista classico. L’incontro nel 2000 con Fabrizio Bosso, spinge il giovane musicista a intraprendere lo studio del jazz. Partecipa ai seminari estivi di “Umbria Jazz 2001”, dove è premiato come “Miglior talento”, e “Siena Jazz”. Nel 2003 è selezionato per partecipare al “Premio Nazionale Massimo Urbani”, dove si classifica tra i finalisti e vince una borsa di studio per “Nuoro Jazz 2003”. Nel 2004 consegue il Diploma in Jazz sempre al Conservatorio di Lecce e contemporaneamente alterna la sua attività con lavori in Orchestre e in varie trasmissioni televisive Rai. Nel maggio del 2006 arriva “Pure Soul”, debutto discografico prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune. Nei brani è affiancato da Vincenzo Presta (sax tenore), Ettore Carucci (piano), Giuseppe Bassi (basso), Mimmo Campanale (batteria) e dall’ospite Fabrizio Bosso. Nel 2015, sempre per la Dodicilune, esce “Bea” con Gaetano Partipilo al sax, Ettore Carucci al piano, Francesco Angiuli al contrabbasso e Giovanni Scasciamacchia alla batteria. Nel corso di questi anni ha collaborato, tra gli altri, con Dee Dee Bridgewater, Sergio Cammariere, Mario Biondi, Mario Rosini, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Daniele Scannapieco, Marco Tamburini, Giovanni Amato, Javier Girotto, Roberto Gatto, Fabio Zeppetella, Dario Deidda, Massimo Morricone, Gianni Cazzola, Paolo Di Sabatino, Roberto Ottaviano, Giuseppe Bassi, Alessandro Di Puccio, Stefano “Cocco” Cantini, Salvatore Bonafede, Nico Morelli, Piero Odorici, Arthur Miles, Maurizio Gianmarco solo per menzionarne alcuni. Il suo playing, seppur profondamente rispettoso della tradizione jazzistica, si caratterizza per la ricerca di un suono personale che emana calore, impreziosito da un fraseggio agile, limpido, da una sensibilità comunicativa genuina e generosa.

“Chi più mi ha impressionato è un giovane italiano, originario della Puglia: si chiama Vince Abbracciante. In ogni brano mi ha imbarcato in una storia e commosso”, disse di lui Richard Galliano (Jazzman, 2005). Ostunese, classe 1983, Vince Abbracciante a otto anni intraprende gli studi musicali con il padre Franco. Diplomato in musica jazz al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli sotto la guida di Gianni Lenoci e laureato in fisarmonica classica con lode e menzione speciale al Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera con Gian Vito Tannoia, ha frequentato master class, seminari, corsi. Si è esibito in festival e jazz club in tutto il mondo suonando con numerosi musicisti (Juini Booth, John Medeski, Richard Galliano, Marc Ribot, Javier Girotto, Gabriele Mirabassi, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Peppe Servillo, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Heidi Vogel). Nel 2006 si avvicina anche alle tastiere vintage. Nel 2009 progetta insieme a Carlo Borsini un nuovo sistema per il cambio dei registri della fisarmonica, che permette di ampliare la gamma sonora del suo strumento. Ha scritto colonne sonore per i film del regista Gianni Torres e ha pubblicato vari cd con The Bumps (trio completato da Davide Penta e Antonio Di Lorenzo) e con Paola Arnesano (Tango! - 2012 , MPB - 2017, Opera! - 2022). Dopo “Introducing”, nel quale è affiancato dal leggendario bassista newyorkese Juini Booth (2012, Bumps Records) ha pubblicato per l’etichetta Dodicilune i due cd “Sincretico” (2017) e “Terranima” feat. Gabriele Mirabassi (2019). Nella sua carriera ha conquistato numerosi premi nazionali e internazionali. Dal 2000 è testimonial delle fisarmoniche Borsini di Castelfidardo. Dal 2017 il calco della sua mano destra viene conservato presso il “Museo Internazionale delle Impronte dei Fisarmonicisti” di Recoaro Terme (VI). Nel 2021 (ex aequo con Simone Zanchini) e 2002 (grazie al cd "Santuario", in coppia con Javier Girotto – Dodicilune 2021) ha vinto  l'Orpheus Award nella categoria jazz. Nel 2022 ha firmato gli arrangiamenti del progetto "Io che amo solo te. Le Voci di Genova" di Serena Spedicato (canto, voce recitante) e Osvaldo Piliego (testi originali), prodotto da Dodicilune, Eskape e Coolclub.

L’etichetta pugliese Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 350 produzioni discografiche (cd, vinili, dvd) di artisti italiani e stranieri. Grazie a Ird e Believe i dischi sono distribuiti in Italia e all'estero nei migliori negozi di musica, nelle principali catene (Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Mondadori, Melbookstore) e su 60 piattaforme di download/streaming digitale in circa 80 paesi in tutto il mondo (iTunes, Spotify, Deezer, AppleMusic, Amazon, Qobuz, Tidal).

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