T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 15 settembre 2025

Amore e libertà. Per una filosofia del desiderio di Pietro Del Soldà (Feltrinelli)

 Amore e libertà è un libro che mette in crisi le nostre certezze, ci spinge a pensare oltre gli stereotipi e offre una visione lucida e vitale della passione che dà senso alla vita. Amare significa essere liberi? O la passione è per sua natura una prigione?

Amare significa essere liberi? O la passione è per sua natura una prigione?


Il desiderio, quando è autentico, ci spinge verso ciò che ci manca, ma non per possederlo. Verso ciò che ci affascina, ma non per dominarlo. È forse questa la sfida più grande per l’amore oggi: rinunciare all’idea del controllo, del possesso, della fusione tra gli amanti. Ma anche vincere la paura di lasciarsi andare e l’illusione d’essere felici senza vivere passioni travolgenti. In un tempo in cui le relazioni si rivelano fragili e domina il culto dell’“io”, Pietro Del Soldà prova a rispondere a una domanda antica e urgentissima: che cosa significa davvero amare? Amore e libertà è un viaggio tra filosofia, letteratura e storie di vita sulle tracce del “divino Eros”. Le parole di Diotima e Socrate, Plotino, Lucrezio, bell hooks, Merleau-Ponty, Eshkol Nevo sono messe a confronto con i punti critici della nostra vita sentimentale: il maschilismo, il terrore della dipendenza, il narcisismo, il conformismo, la reificazione del corpo e della bellezza, l’ossessione per l’identità. Per scoprire che l’amore non è un rifugio ma uno spazio fragile e dinamico che ci apre al mondo. Con una scrittura limpida e coinvolgente, Pietro Del Soldà – filosofo e voce tra le più riconoscibili del panorama culturale italiano – propone un’originale filosofia del desiderio, in grado di parlarci senza mai cadere nella semplificazione






Superani Studio Tour with Hyun Jin Kim

L'arte di Rosy Daniello

Giuseppe Alletto: mito, bellezza e energia cosmica nell’arte contemporanea siciliana

Hopper Piano Trio apre VivaVerdi 2025 a Matera: romanticismo e giovani talenti in scena

venerdì 12 settembre 2025

L'ultimo segreto di Dan Brown (Rizzoli)

L'attesissimo ritorno di Robert Langdon.
A otto anni dal suo ultimo libro, Origin, Dan Brown torna con un thriller di grande forza.
Una nuova, travolgente storia del maestro assoluto del genere.

«Per anni Brigita Gessner aveva deriso i pazienti che affermavano di essere stati a un passo dalla morte e di ave poi fatto ritorno. Ora si trovò a pregare di poter ingrossare le file di quelle rare anime. Ma era troppo tardi, lo sapeva. La sua vita si era conclusa.»


Mentre si trova a Praga con Katherine Solomon, studiosa di scienze noetiche e sua compagna, Robert Langdon si ritrova all’improvviso in un incubo: Katherine è sparita dalla camera d’albergo senza lasciare traccia. E non si tratta di un banale rapimento: forze occulte, attive dall’alba della storia, sono responsabili della scomparsa.

Tra antichi castelli, grandi cattedrali e labirinti sotterranei, Langdon si trova a esplorare il lato oscuro della città, deciso a portare alla luce segreti rimasti celati per secoli. Ma la sfida che gli si para davanti si rivelerà diversa, e ancora più difficile, di quelle che ha vinto in passato. Una sfida per salvare non solo la propria vita e quella di Katherine, ma il destino dell’umanità intera





10th Artist's Book Triennial at the Leipzig Book Fair 2024

Exhibition "BECOME THE OWNER OF MEDITATION"

Vilnius Academy of Arts. Вильнюсская академия искусств. Тресотлетняя история академии Вильнюс.

giovedì 11 settembre 2025

La potenza dello sguardo. Sulla fotografia di Luigi Ghirri di Riccardo Panattoni (Marsilio Arte)

 Perché ogni volta che si scorre la produzione di Luigi Ghirri emergono tratti talmente peculiari da rivelare sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato, che ci consente di farlo uscire dal cliché in cui si corre il rischio di collocarlo? E perché, mentre guardiamo una delle sue fotografie, viene voglia di vederle tutte in sequenza, ognuna mostrando un lato irrinunciabile del nostro stesso modo di guardarle? Per indagare sul mistero che le opere di Ghirri non cessano di evocare, Riccardo Panattoni prende le mosse da quattro tra le più celebri e, mescolando percezioni visive e riflessione filosofica, mette in discussione le modalità di esperire e di pensare il tempo, lo spazio, le relazioni e il paesaggio come «nostra cifra epocale». Si interroga sul permanere dell'umano in un mondo in cui la moltiplicazione delle immagini a un ritmo sempre più vertiginoso è ormai assurta a paradigma e che l'opera di Ghirri costringe a tornare sulla linea di confine tra conosciuto e ignoto, tra assenza e presenza, tra memoria e futuro. Nella speranza che la fotografia possa continuare a essere anche oggi quello che è stata fin dall'inizio per Luigi Ghirri: «una grande avventura, del pensiero e dello sguardo, un giocattolo magico che riesce a coniugare il grande e il piccolo, le illusioni e la realtà, il tempo e lo spazio, la nostra adulta consapevolezza ed il fiabesco mondo dell'infanzia»



SECONDA PARTE COLLETTIVE OPERE D' ARTE EX POSTE BARI 2025

TERZA PARTE COLLETTIVE OPERE D' ARTE EX POSTE BARI 2025

mercoledì 10 settembre 2025

Grazie Islam! Quelle poche, piccole cose che l'Occidente deve al mondo musulmano di Franco Cardini (PaperFIRST)

L'Islam ci appartiene. Ha le nostre stesse profonde radici: la cultura ellenistico-mediterranea e il monoteismo abramitico; i suoi profeti sono i medesimi dell'ebraismo e del cristianesimo. La sua scienza e la sua filosofia, certo originali, restano impensabili senza le nostre. L'Islam è l'Occidente dell'Oriente. I fondamenti della sua cultura, radicati in quella ellenistica passata a Roma e a Bisanzio, sono arrivati alla nostra esattamente come le merci provenienti dall'Asia profonda giungevano in Europa. All'Islam, attraverso l'Asia Minore, il Delta Nilotico, l'Africa sahariana, il Maghreb e la penisola iberica, dobbiamo i fondamenti della nostra matematica, della nostra logica, della nostra astronomia, della nostra cartografia, della nostra geografia, della nostra fisica, della nostra medicina. Le nostre università medievali sono nate nell'XI-XII secolo come "studia" monastici e diocesani vivificati dall'esempio che proveniva loro dalle città musulmane, in molte delle quali esisteva una "bait al-Hikmah" dove s'imparava a pagamento: l'innovazione delle "universitates" medievali, corporazioni professionali dove la scienza si trasmette come una merce. Dante ci rammenta che Avicenna e Averroè sono padri del nostro sapere al pari di Platone e di Aristotele, d'Ippocrate e di Galeno; il Saladino è il nostro grande eroe cavalleresco. E non ci sono guerre, non ci sono atrocità, non ci sono fanatismi che tengano. La violenza e le infamie passano: ma le civiltà, i saperi, le scienze, le culture, rimangono. Come l'arcobaleno sulla cascata. Gloria all'Islam




Il violino d'oro di Francesco Herczeg #podcasts #podcasting #podcastlife #podcastclips #podcast

East meets West in Budapest as Chinese art exhibition opens

From Courbet to Baselitz. Collection of International Art after 1800

artBIAS Returns: Enjoy art in the heart of Budapest

martedì 9 settembre 2025

L'infinito piacere della matematica di Alessandro Maccarrone (Blackie)

“La matematica è l’architettura dell’universo. Quando è spiegata bene, diventa facile e incredibilmente divertente”. Le grandi idee matematiche spiegate graficamente. Un libro originale e appassionante che sfata i luoghi comuni sulla difficoltà di questa meravigliosa scienza esatta. I concetti e le regole fondamentali per comprendere i segreti della matematica e innamorarsi della sua straordinaria bellezza (e utilità). Contiene: Teorema di Pitagora - Equazioni - Strategie di calcolo - Fibonacci - Proporzioni - Leggi di Newton e molto, molto altro. Illustrazioni di Luis Paadín



Judy Suh: A Window of Time / Dimin Gallery New York

20F (simultaneità): Shirley, Kizys, Lisnet presso la Sylvia Wald e la Po Kim Gallery

U-Haul Art Fair New York 2025

lunedì 8 settembre 2025

Il potere degli errori. Trasformare ogni passo falso in un'occasione di crescita di Alberto Varriale (Il Sole 24 Ore)

C’è qualcosa di profondamente umano nell’errore, un aspetto che sfugge alla fretta di correggerlo, alla tentazione di archiviarlo come un inciampo. L’errore non è una distrazione, ma un movimento. Non è un punto fermo, ma un cambio di direzione che nasce quando l’intenzione si scontra con l’imprevisto, quando il piano perfetto devia, scivolando fuori traiettoria. È lì, in quel momento di sbandamento, che accade qualcosa di straordinario: l’errore ci spinge a muoverci, a cercare nuove rotte, a rivedere il senso del nostro cammino. E se la direzione giusta non fosse quella che credevamo? E se, proprio grazie a quella deviazione, scoprissimo paesaggi che non avremmo mai immaginato? L’errore ci costringe a errare, nel senso più nobile del termine. Ci porta a vagare, a sondare i confini delle nostre convinzioni. Non è un fallimento, ma un invito. Un invito a perdersi per ritrovarsi, a smarrire l’equilibrio per imparare a danzare con l’incertezza




'In Women's Words': Exhibition in Tehran highlights female artistry

Capturing a Complex Emotional Side | Portrait Artist of the Year UK

ART ON PAPER NEW YORK 2025, VIP PREVIEW @ARTNYC

10 Surreal Painters Today You Need To Know

domenica 7 settembre 2025

Decidono le femmine. Evoluzione e bellezza maschile di Daniele Derossi (Einaudi)

Spesso in natura i maschi sono più appariscenti delle femmine: hanno colori più sgargianti, o presentano strutture vistose come corna e criniere. Per spiegare questo fenomeno Darwin introdusse la teoria della selezione sessuale: le femmine guidano l’evoluzione della bellezza maschile scegliendo i tratti ornamentali che preferiscono. Alla sua pubblicazione, la teoria fu quasi unanimemente rifiutata da opinione pubblica e mondo scientifico; occorsero quasi cento anni prima che si tornasse a discuterne. L’insuccesso iniziale è soprattutto legato agli stereotipi di genere dell’epoca vittoriana e al timore degli scienziati di essere associati ai movimenti femministi. Gli stessi stereotipi di genere orientarono anche i cambiamenti della moda occidentale già a partire dalla fine del Seicento. Mentre le donne continuano a vestirsi in modo appariscente, la moda maschile sobria e scura, perdura ancora oggi. Ma storicamente non è sempre stato così. Basta guardare i ritratti del Rinascimento o le scene di vita nei quadri del Medioevo per rendersi conto che anche i maschi di “Homo sapiens” occidentale un tempo erano vistosi e colorati




Scatti di scena: a Palazzo Della Marra il teatro si fa immagine con la mostra di Magliocca

31 AGOSTO 2025 - SPECIALE: CORATO, TALENTI EMERGENTI NELLA MOSTRA CONCORSO "IL PENDIO"

sabato 6 settembre 2025

La luce e l'onda. Cosa significa insegnare? di Massimo Recalcati (Einaudi)

Questo libro è un elogio del maestro. In modo originale Massimo Recalcati torna a interrogare la pratica dell’insegnamento.


Incontrare un maestro è incontrare una luce e un’onda. Dieci anni dopo “L’ora di lezione”, Recalcati ritorna sul grande tema della Scuola. Ogni maestro è una luce e un’onda nello stesso tempo: è una luce perché allarga l’orizzonte del nostro mondo sospingendoci verso la necessaria soggettivazione del sapere; è un’onda poiché incarna l’impatto dell’allievo con qualcosa che resiste, con una differenza che non può essere pareggiata e che, proprio per questo, ci costringe a trovare un nostro stile singolare: quello che è stato scolasticamente acquisito deve essere ripreso in modo singolare, riaperto, reinventato. Se questi due movimenti del maestro non sono attivi, il sapere si devitalizza. Poi c’è il grande capitolo della Scuola al quale questo libro dedica molta attenzione. Come è possibile conservare nel suo dispositivo istituzionale la grazia della luce e dell’onda? Come è possibile non ridurre la sua azione a quella di una trasmissione tecnica di saperi più o meno specializzati per salvaguardare invece il suo compito più ampiamente formativo che è quello di contribuire in modo decisivo a dare una forma singolare alla vita dei nostri figli?





Inside Bobby Flay’s Stylish NYC Home | Open Door | Architectural Digest

Inside Lainey Wilson’s Eclectic Nashville Home | Open Door | Architectural Digest

Inside Christopher Meloni’s Serene NYC Home | Open Door | Architectural Digest

Riz Ahmed Answers Rapid-Fire Questions About How He Lives At Home | Architectural Digest

venerdì 5 settembre 2025

Pensare senza parole. I doni nascosti di chi ragiona per immagini, pattern e astrazioni di Temple Grandin (Adelphi)

Intrecciando illuminanti aneddoti storici – fra i pensatori visivi si annoverano molti degli uomini più geniali d’ogni epoca, da Michelangelo a Einstein fino a Steve Jobs –, esperienze personali ed evidenze tratte dai più recenti studi neuroscientifici, Grandin ci offre un’affascinante analisi di queste divergenti forme di pensiero, e insieme lancia alla società un severo monito, affinché impari a scorgere in menti differenti «non una disabilità ma una risorsa» e non si lasci sfuggire un’irrinunciabile opportunità di arricchimento.

«Il primo passo per capire che le persone hanno modi diversi di pensare è capire che modi diversi di pensare “esistono”. La convinzione, ormai universale, che ognuno di noi è programmato per il linguaggio è forse la ragione per cui ho dovuto sfiorare i trent’anni prima di capire che sono una “visual thinker”, una pensatrice visiva».


Se Temple Grandin non ha potuto accedere alla facoltà di Veterinaria è a causa delle gravi carenze in matematica: il suo modo di pensare per immagini – correlato al disturbo dello spettro autistico – le rende infatti difficile maneggiare concetti astratti quali i numeri. La sua particolare forma mentis, riconosciuta e sviluppata grazie ai corsi pratici un tempo offerti dalle scuole, le ha tuttavia permesso di diventare una stimata progettista di macchinari zootecnici, nonché un’autorevole esperta di comportamento animale – materia che, paradossalmente, oggi insegna proprio agli aspiranti veterinari. L’attrito fra il funzionamento del suo cervello e il mondo circostante, avvertito sin dalla più tenera età, l’ha convinta che noi umani abbiamo «modi diversi di pensare»: al pensiero verbale – sequenziale e fondato sul linguaggio – si oppone infatti, in un continuum di gradazioni intermedie, un pensiero visivo che procede per immagini, e che il sistema educativo e il mondo del lavoro sempre più spesso stentano a valorizzare




Catharine Czudej: God is Good / Meredith Rosen Gallery, New York

The Armory Show 2025 VIP Preview

Beatriz Milhazes: Rigor and Beauty / Guggenheim Museum New York

giovedì 4 settembre 2025

Pop is dead. La storia dei Radiohead di Fernando Rennis (Nottetempo)

I Radiohead esordiscono nel 1992 con Creep, un singolo di grande successo commerciale che finiranno presto per odiare, e da lì in avanti sfidano le convenzioni del pop per diventare, nei decenni successivi, un gruppo imprevedibile e spiazzante, non solo dal punto di vista musicale: l’antitesi delle rockstar, gli interpreti irrequieti di un mondo distopico in radicale cambiamento, un poliedro pieno di contrasti. La loro storia è sorprendente, come la loro discografia, in cui convivono Ok Computer (1997), definito “l’ultimo grande album rock del xx secolo”, Kid A (2000), un disco che spinge sull’elettronica, e In Rainbows (2007), una sintesi sonora pubblicata in digitale sul sito del gruppo, con prezzo a scelta. Un decennio dopo, mentre venivano analizzati in ogni loro aspetto e conquistavano nuove generazioni di fan, i Radiohead si sarebbero eclissati, concentrandosi sui progetti solisti. A quarant’anni dai primi tentativi nelle sale di musica della scuola di Abingdon, la band è ormai circondata da un’aura mitologica e schiere di adepti, ma non cessa di essere “un disturbo, un’anomalia che rischia di incantarci”. Restano aspetti ancora poco conosciuti della storia e del “fenomeno Radiohead”, stereotipi da smontare, contraddizioni da approfondire, indizi da sondare: come ha fatto Fernando Rennis, che da anni è sulle tracce dei cinque di Oxford e ha parlato con i loro insegnanti e compagni di scuola, intervistato musicisti, registi, giornalisti e collaboratori che hanno incrociato le loro vicende. Attraverso una ricerca rigorosa e uno sguardo appassionato, questo libro ci guida in un viaggio documentato e coinvolgente nel cuore inquieto della musica contemporanea




MILANO (ITALIA)