T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 28 aprile 2025

Vi racconto Van Gogh

La quarta natura della città. Le Corbusier, Burle Marx, Halprin di Barbara Boifava (Quodlibet)

 La riflessione sul concetto di “quarta natura”, la natura della città, prende le mosse dall’indagine di una moderna dimensione urbana riconosciuta nell’opera di Le Corbusier, Roberto Burle Marx e Lawrence Halprin. Una nuova poetica della natura si unisce alle tre diverse categorie descritte nella letteratura degli studi sul paesaggio, in un processo in cui una “prima natura” di ciceroniana memoria, nella sua forma selvaggia e incontaminata, evolve nel paesaggio antropizzato della “seconda natura”, per culminare nel giardino, immagine di una “terza natura” plasmata a fini estetici e concepita come una equilibrata combinazione tra natura e cultura. Il racconto tracciato attraverso le opere di tre figure fondamentali nella progettazione del paesaggio urbano moderno evidenzia la necessità di ri-considerare il diritto della natura alla città. La scena urbana diventa così il campo di sperimentazione di approcci fortemente innovativi che, nella ville verte di Le Corbusier, nella cidade parque di Burle Marx e nella granite forest messa in scena da Halprin, evocano consolidati processi naturali, convalidando riflessioni formali e ideologiche dal profondo significato ecologico




Addio a Barbato, una vita per l’arte. E’ morto in un incidente stradale a 55 anni

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L’arte trafugata in Italia | Sky Arte

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Inaugura a Scicli il MACC, Museo d’Arte Contemporanea del Carmine. Isgrò per la prima mostra| Artribune

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'Alchimie d'Arte' a Palazzo Burbon del Monte con le opere di Biasi, Macerata e Chiassai - La Gazzetta del Mezzogiorno

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Una riflessione sull’insegnamento della storia dell’arte | Artribune

Una riflessione sull’insegnamento della storia dell’arte | Artribune

giovedì 24 aprile 2025

Le visioni metafisiche della Bellezza di Ennio Bencini (inaugurazione - 25/26/27 aprile 2025 e 1/2/3/4 maggio 2025

Inaugurazione 25 aprile 2025 ore 18,00 con Donato Di Poce che presenterà il suo libro edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo ENNIO BENCINI: Le visioni metafisiche della bellezza di Donato Di Poce. E’ previsto inoltre l’intervento musicale del Maestro Pino Mancuso

Le visioni metafisiche della Bellezza di Ennio Bencini nelle seguenti date  25/26/27 aprile 2025 e 1/2/3/4 maggio 2025 prenderanno vita presso la  Gesa Vegia in via San Carlo 5  a Ronco Briantino (orari 10,30 /12,30 – 16,00719,00).  L’evento ha il Patrocinio del Comune di Ronco Briantino e della Fondazione Granata Braghieri. L’inaugurazione prevista per il 25 aprile 2025 ore 18,00 sarà caratterizzata dalla presenza del poeta e critico d’arte Donato Di Poce che presenterà il suo libro edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo ENNIO BENCINI: Le visioni metafisiche della bellezza di Donato Di Poce. E’previsto inoltre l’intervento musicale del Maestro Pino Mancuso.

Preparatevi a mettere in discussione la vostra percezione della bellezza. L’opera di Ennio Bencini, un artista che ha saputo dare un’anima alla materia e materialità alla luce, è finalmente disponibile in una pubblicazione che promette di essere un’esperienza trasformativa. “Le visioni metafisiche della bellezza” non è solo un libro, è un viaggio iniziatico nel cuore dell’arte, un’esplorazione delle profondità dell’anima umana attraverso la lente di un genio creativo.

Dimenticate dunque tutto ciò che pensate di sapere sull’arte. Bencini non è un semplice pittore, è un alchimista della visione, un esploratore dell’invisibile. Le sue opere, descritte come “reperti estetici”, sono portali verso un’altra dimensione, dove il tempo si dissolve e la materia si trasforma in spiritualità.

Immaginate allora la sabbia nera dell’Elba che diventa un tappeto spirituale, le pietre di Cortona che si trasformano in scudi araldici di bellezza primordiale, i cancelli dorati che si ergono come cattedrali di luce nel deserto. Bencini non dipinge quadri, crea mondi. Ogni opera è una storia, un’emozione, un’esperienza.

In un mondo saturo di immagini effimere, l’arte di Bencini si distingue per la sua profondità, la sua spiritualità, la sua capacità di connettere l’uomo con il sacro. Bencini non segue le tendenze, le crea. La sua opera è un’isola di autenticità in un mare di banalità.

Definito da critici d’arte come “spirituale”, “metafisico”, “simbolico”, “sacro”, Bencini ha saputo conquistare il cuore di esperti e appassionati. La sua arte è stata paragonata a quella di Burri, dell’Arte Povera, di Kiefer, ma con una voce unica e inconfondibile.

Non siate semplici spettatori, diventate protagonisti di un’esperienza estetico editoriale che cambierà il vostro modo di vedere il mondo. “Le visioni metafisiche della bellezza” è più di un libro, è un investimento per la vostra anima.

La storia artistica di Ennio Bencini (Forlì 1942) che vive in Lombardia dal 1972 prima a Milano, e oggi a Bellusco, è costellata di mostre e presenze in più città italiane ed estere, che hanno messo a fuoco la sua poetica, il suo spirito innovativo per un’arte non materiale ma sacrale e simbolista. Tanto che la critica più qualificata ne ha individuato i paletti importanti di queste scelte operate, e le sue opere sono ormai in collezioni italiane ed estere come in prestigiosi Musei del mondo. Nel suo curriculum spicca la monografia che nel 1991 uscì da Mazzotta a cura di Marco Lorandi, mentre nel 2008 ha vinto, segnalato dall’illustre critico Prof. Carlo Franza, il Premio delle Arti Premio della Cultura, XX edizione, al Circolo della stampa di Milano. La sua pittura cresce per dire qualcosa, indicare, accennare, movimentare la realtà attraverso simboli sacrali, e pertanto, elementi come l’acqua, la terra e il fuoco diventano tracce che ci portano oltre l’infinito. Sostenuto dalla riflessione, dalla poesia, dalla bibbia, dalla religiosità, dall’etica e dalla sacralità della vita, Ennio Bencini ha trovato nella pittura una sorta di tavola della legge, così che l’esistenza si spiega come viaggio doloroso verso l’Eterno, transito dalla terra al cielo. Persino la movimentazione dei simboli trova casa nell’immagine del tempio, il dolore nelle spine e nei chiodi, il sangue nell’esistenza e nei drammi, per farne degli esempi, eppoi il sentiero terrestre e la scala del cielo. Opere che contemplano un approccio di pensiero colto e alto, di getto filosofico, dove ogni motivo, pur nella materia pittorica e negli aggettanti materiali che corredano talvolta le sue installazioni, offrono una poetica visione d’insieme grazie anche ai colori scelti di volta in volta dall’artista e che sono caldi, netti e infuocati a volte, talaltra -come negli azzurri- portano a serafici riquadri di mistero

L’Autore – Donato Di Poce, ama definirsi autoironicamente, “un ex poeta che gioca a scacchi per spaventare i critici”. Nato a Sora – FR – nel 1958, residente dal 1982 a Milano. Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo, Studioso del Rinascimento e dell’Architettura Contemporanea. Artista poliedrico, innovativo ed ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività. Ha al suo attivo oltre 45 libri pubblicati (tradotti anche in Inglese, Arabo, Rumeno, Esperanto e Spagnolo), 20 ebook e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Dal 1998 è teorico, promotore e collezionista di Taccuini d’Artista. Ha realizzato ©L’Archivio Internazionale TACCUINI D’ARTISTA e Poetry Box di Donato Di Poce, progetto espositivo itinerante.

Queste le sue ultime pubblicazioni di Critica d’Arte:

  • ARCHITETTURA -La Bellezza Funzionale, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2025
  • STREET ART: Vandali o Artisti?I Quaderni del Bardo, Lecce, 2024
  • Rinascimento: La danza delle idee,I Quaderni del Bardo, Lecce, 2022
  • Anna Boschi: ContaminAzioni, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2022
  • Taccuini d’Artista: da Leonardo da Vinci a Basquiat, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2020
  • Mauro Rea: Icone Pop, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2020

 

Info link

https://www.donatodipoce.it/

 

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

(trovate le pubblicazioni nella sezione blog del sito)

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

 




Rene Magritte: The Man in the Hat - Exploring the Mind of a Surrealist

5 Luoghi per l'Arte Contemporanea a Pisa

Come Artsper sta rivoluzionando l’acquisto di arte contemporanea online - L'intervista esclusiva

lunedì 21 aprile 2025

Wouter van Wessel has been voted the Artist of the Month (February 2025)

Mimmo Jodice. L'enigma della luce. Ediz. a colori (Contrasto)

 Mimmo Jodice è uno dei grandi protagonisti della storia della fotografia italiana. Fotografo d’avanguardia fin dagli anni Sessanta, attento alle possibilità espressive del linguaggio fotografico, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successiva mente all’affermazione e al riconoscimento della fotografia italiana anche in campo internazionale. Il libro ripercorre gli elementi che hanno caratterizzato tutta la sua ampia produzione artistica: le prime sperimentazioni, in cui Jodice combina elementi astratti e figurativi, interviene sulla carta attraverso il collage e lo strappo e, ancor prima, nella camera oscura, imponendo movimento a soggetti statici; il progressivo allontanamento dalla figura umana, sostituita da paesaggi metafisici in cui realtà e immaginazione si sovrappongono; lo studio del passato e della memoria attraverso i reperti archeologici, collocati in uno stato di sospensione atemporale, e le statue corrose dai secoli, dove l’archeologia diventa una meditazione per immagini sul farsi e disfarsi della forma; il Mediterraneo, dove il tempo e la storia sono assenti per la predominanza indiscussa del mito. Mimmo Jodice è un viaggiatore incantato. Non scatena subito la fotocamera, ma attende il manifestarsi della meraviglia, del mondo, di quell’inarrestabile energia umana che dà un’impronta alle cose, una forma agli oggetti, agli edifici, agli spazi architettonici che sopravvivono attraverso il tempo, anni e secoli dopo la scomparsa degli uomini. Per Jodice la fotografia può rappresentare senza limitarsi a documentare, ed è per questo che le sue immagini sono come antichi oracoli sibillini. Questa raccolta di quasi cento immagini, che restituisce l’importanza di un artista senza tempo, è accompagnata da saggi di Roberto Koch, Alessandra Mauro e Jean-Luc Monterosso e da un ampio apparato biobibliografico




Spunta a Trastevere il nuovo murale di Harry Greb "L'Angelo"

ArteAtelier 19 Aprile 2025 - Pittura moderna e contemporanea

Come i grandi artisti danno un titolo alle loro opere (e anche tu puoi farlo)

domenica 20 aprile 2025

Corpi moderni nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Dürer, Tiziano, Michelangelo. Ediz. a colori (Marsilio Arte)

"Corpi moderni" è un viaggio attorno al tema del corpo nella prima età moderna. Racconta del nostro corpo, di come lo conosciamo, lo proteggiamo e lo presentiamo per andare nel mondo partendo da un punto distante: il Rinascimento. Nel Cinquecento, per la prima volta, la concezione del corpo si avvicina alla nostra, diventa cioè moderna perché è insieme campo d’indagine, oggetto di desiderio, espressione di sé. Questo studio indaga quello che accade nel Rinascimento dentro e attorno al corpo, l’anatomia e le tecniche di costruzione di sé, avvicinando così la storia dell’arte alla storia della scienza e della cultura materiale. Grandi maestri come Leonardo, Giovanni Bellini, Albrecht Dürer, Giorgione, Tiziano, vengono messi a confronto andando oltre le forme e lo stile. Affiancando dipinti, sculture, miniature e disegni a libri, strumenti scientifici, abiti, oggetti d’uso e di cura del sé, Corpi moderni racconta il corpo attraverso le cose. Si parla del corpo nella vita, avvicinando i lettori a questioni che dominano le scienze, le arti e i miti di oggi come di allora: la natura e il futuro dell’umanità, la sessualità e la riproduzione, la bellezza e l’invecchiamento, i confini dell’umano, la rappresentazione e l’identità



È stato un caso di Massimiliano Fuksas (Mondadori)

Autore di opere emblematiche come la Nuvola all'EUR e il Peres Center for Peace di Giaffa, Fuksas ha fatto dell'incontro con l'altro la sua filosofia di vita. L'architettura, per lui, non può essere solo forma. È spazio vissuto, gesto politico, relazione umana. Ma soprattutto, è un atto di generosità.


Massimiliano Fuksas ha sempre vissuto l'architettura come un atto di esplorazione. Un modo di attraversare il mondo senza barriere, portando con sé idee, incontri e visioni. Cresciuto tra Roma e l'Austria, in una famiglia di origini lituane ed ebraiche, ha imparato presto il valore del movimento, del cambiamento, il superamento dei confini. A Roma, il destino lo mette sulla strada di Giorgio Caproni, maestro e poeta, con cui instaura un legame profondo. Da ragazzo, il suo percorso sembra portarlo verso la pittura. Nella bottega di Giorgio De Chirico osserva, sperimenta. Inizia a vendere i propri quadri per mantenersi. Ma a decidere del suo futuro è un'imposizione materna: deve andare all'università. Impulsivamente, per puro caso, sceglie Architettura. Londra è il primo punto di svolta. Nel laboratorio visionario di Archigram scopre un'idea di architettura che non ha nulla di accademico o convenzionale. Intanto il Sessantotto esplode e lui è in prima linea. Partecipa agli scontri di Valle Giulia, si unisce ai pastori di Pratobello nella loro lotta contro l'esproprio. Da Londra a Copenaghen, dove lavora con Jørn Utzon, fino a Parigi, dove apre il proprio studio e insegna all'École Spéciale d'Architecture con un approccio radicale: «per insegnare architettura bisogna insegnare se stessi». La sua carriera prende il volo, ma il nomadismo resta la sua cifra esistenziale. Perché solo chi non si àncora a un luogo può davvero comprendere il mondo



La verità sull'arte che nessuno ti ha mai raccontato

MILANO (ITALIA)