T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

lunedì 10 febbraio 2025

Inside A Multicolor $13M Maximalist Mansion | On The Market | Architectural Digest

Inside the Creative World of Chappell Roan's Set Designer, Maris Jones | Architectural Digest

Arteinfiera, mostra d’arte contemporanea in occasione della Mostra nazionale di San Giuseppe a Casale Monferrato - ATNews.it

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Modena: Rossano Ferrari. Le Maschere della Vita - Mostra d'arte contemporanea in Emilia Romagna

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La programmazione 2025 per il 25° del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone - Arte.Go: Mostre, Eventi, Corsi e Concorsi

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Si conclude Arte Fiera 2025 a Bologna. Il bilancio delle gallerie presenti| Artribune

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domenica 9 febbraio 2025

Inside ‘The Bear’ Star Matty Matheson's Stylish New Restaurant | Open Door | Architectural Digest

La pecora di Giotto di Luciano Bellosi (Abscondita)

 «Il titolo del libro allude, naturalmente, al popolare aneddoto illustrato anche su certe scatole di matite colorate che accompagnano tanti ricordi della nostra infanzia. La popolarità di questo aneddoto è dovuta al fatto che lo racconta il Vasari: un fatto che è anche la causa della sua mancata considerazione da parte della critica. Ma il Vasari non fa che parafrasare un succinto passo del secondo Commentario del Ghiberti: “Nacque uno fanciullo di mirabile ingegno il quale si ritraeva del naturale una pecora; in su passando Cimabue pictore per la strada a Bologna vide el fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora Cimabue menò seco Giotto e fu discepolo di Cimabue”. Ora, un aneddoto raccontato dal Ghiberti non può essere liquidato come uno dei tanti aneddoti raccontati dal Vasari, per il quale essi avevano la funzione di artifici retorici utili a dare compiutezza al racconto storico, secondo una concezione della storia che egli condivideva con i contemporanei. Lo scritto del Ghiberti appartiene a un genere letterario diverso e non ha le preoccupazioni del Vasari. Del secondo Commentario, le cui notizie che si possono controllare risultano sostanzialmente attendibili, va preso sul serio tutto e io credo che anche il raccontino della pecora di Giotto, al di là del suo significato letterale, alluda almeno a due aspetti reali. Uno è il rapporto da maestro ad allievo tra Cimabue e Giotto: rapporto che è venuto in luce con molta chiarezza lungo il cammino a ritroso condotto in questa ricerca, partendo dalla enucleazione di quei dati arcaici che costituiscono l'elemento diversificatore più profondo degli affreschi di Assisi da quelli di Padova, ma che giustificano anche questa diversità in ragione di un prima e di un dopo, nella prospettiva naturale dello sviluppo di una grande personalità artistica, al di là del confronto meramente sincronico operato dai “separatisti”. Ma l'aneddoto raccontato dal Ghiberti vuole anche alludere alla portata innovatrice della pittura di Giotto di rivalutazione degli aspetti reali e mondani del visibile, con un totale ribaltamento del significato del cosiddetto “realismo” medievale. È l'aspetto per cui i contemporanei – tra i quali si incontrano personaggi del calibro di un Petrarca e di un Boccaccio – ammiravano incondizionatamente Giotto»





ARCHITETTURA E CONFRONTO TRA MODELLI URBANI: SPUNTI DA SANREMO PER LA RIGENERAZIONE DI CATANIA - imgpress

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Piazza Cortevecchia come caso di studio, il progetto tra le migliori riqualificazioni d'Italia

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Dalle città spugna alle tecnologie per dare spazio all'acqua: così l'architettura ripensa Ravenna dopo l'alluvione

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Brutalismo: Le 10 Architetture Più Iconiche e Affascinanti del Pianeta

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sabato 8 febbraio 2025

Inside The Final Home Designed By Frank Lloyd Wright | Architectural Digest

Platform Architecture_ I nuovi luoghi dell'abitare_BLEND Studio

Bologna, tutto il bello di Arte Fiera | Vanity Fair Italia

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Art Paris 2025: la fiera d'arte contemporanea torna al Grand Palais di Parigi: ecco le date - Sortiraparis.com

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Umbria, percorso alla scoperta della Foligno Contemporanea: con “Arte da Inciampo” si scopre il bello della città - Turismo Italia News

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La storia del Grande Ferro R di Alberto Burri a Ravenna | Artribune

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A Bologna la 'secret breakfast' dedicata all'arte contemporanea | Living

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venerdì 7 febbraio 2025

ART/ARCHITECTURE - Le Corbusier

Servizi di ingegneria e architettura: il MIT conferma l’esclusione dell’anticipazione del prezzo | Appalti e Contratti

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In Svizzera apre una grande mostra dell’architetto-artista Le Corbusier

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Premi architettura: la medaglia d'oro RIBA allo studio SANAA | Living

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Archi-tour: Vicenza (oltre Palladio) in 10 progetti | Elle Decor

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Inside A $43M Private Resort Mansion With A Car Showroom | On The Market | Architectural Digest

giovedì 6 febbraio 2025

The Most Beautiful White Park Model with Gorgeous Walk-in Shower

Poli – Mostra collettiva - Arte.Go: Mostre, Eventi, Corsi e Concorsi

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L'occidente sta perdendo la presa sull'arte contemporanea? Annamaria Maggi, Gabriele Perretta, Stefano Raimondi - ArtsLife

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Peggy Franck. La pittura come spazio sensibile a Bologna - Artuu Magazine

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Biennale Venezia 2026: Fiona Pardington e l’identità della Nuova Zelanda

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Flora, il fascino senza tempo dei fiori nell’arte italiana alla Fondazione Magnani-Rocca

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'Chantier 1' - Pascal Battus, Bertrand Gauguet, Eric La Casa

mercoledì 5 febbraio 2025

Yves Klein - Arman | Pioneers of Avant-Garde Art

Wood Architecture Prize 2025: premiate le eccellenze del legno

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La chiesetta di Sant'Agostino della Cella: storia, architettura e progetto di riqualificazione

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Inside Sienna Miller's Secluded Country Cottage | Open Door | Architectural Digest

Filla è la novità architettonica da non perdere a Bologna per Art City | Sky Arte

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Vanvitelli, intitolata ad Alfonso Gambardella l’Aula Magna di Architettura

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martedì 4 febbraio 2025

La Casa Editrice “I Quaderni del Bardo Edizioni e La Biblioteca OSTINATA – Milano sono lieti di annunciarvi la prima nazionale del libro ARCHITETTURA - LA BELLEZZA FUNZIONALE di Donato Di Poce

 La Casa Editrice “I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno” e La Biblioteca OSTINATA sono lieti di annunciarvi la prima nazionale del libro ARCHITETTURA - LA BELLEZZA FUNZIONALE di Donato Di Poce che si terrà presso la Biblioteca Ostinata, in Via Osti 6 a Milano OGGI  4/02/2025 alle ore 18,00. Interventi a cura dell’Arch. Margherita Cavallo e dell’Autore Donato Di Poce

Donato Di Poce (Poeta, Aforista e Critico d’Arte) autore poliedrico e “CreAttivo” è stato definito non a caso da Sergio Dangelo “Poeta dell’Arte” sulla scia di Apollinaire, Breton, Villa, Schwarz, Bonnefoy”.

Infatti, non solo è autore di una trilogia poetica dedicata all’arte e agli artisti: “La Biblioteca del Vento, Campanotto Editore, Udine, 2021, Atelier d'Artista, I Quaderni del Bardo Edizioni, Lecce, 2020, Ut Pictura Poesis, Dot.com Press, Milano, 2017”, ma ha pubblicato 15 libri di Critica d’Arte e Monografie tra cui: Rinascimento: La danza delle idee, I Quaderni del Bardo, Lecce, 2022 e il recente STREET ART Vandali o Artisti?, I Quaderni del Bardo Edizioni, Lecce, 2024”.

 

Il libro è un saggio storico-critico che contiene oltre al Manifesto della Bellezza Funzionale , una panoramica dei movimenti, idee e poetiche dell’Architettura Contemporanea, ritratti di alcuni maestri amati dall’autore, l’analisi di alcune opere iconiche di fama mondiale,  illuminanti aforismi sull’Architettura, i bellissimi disegni e una postfazione dell’Architetto Alfredo Vacca che scrive tra l’altro: “…Da questo connubio stretto tra il poeta Di Poce  e la passione per l’architettura nasce il suo saggio storico, una serie di domande cui tende a dare delle risposte, un percorso frammentato che, quasi a ricalcare le domande che Walter Benjamin si era poste per la poesia, si dipana su diversi sentieri tortuosi costellati di edifici icone e dei loro architetti-poeti, senza porsi alcun tipo di problema se tra le opere architettoniche richiamate ci fossero o meno delle relazioni e se il loro linguaggio prendesse riferimento dalle forme della letteratura architettonica...”

 

 

(Dalla prefazione dell’Arch. Giovanni Fontana)

“…Donato Di Poce, con questo libro, lancia il suo appassionato segnale personale, che certamente non pretende di risollevare le sorti del mondo, ma invita, sia pure nell’ambito specifico dell’architettura, a guardare la realtà in positivo, per afferrarne i segnali che contano. In prima battuta si pone nell’ottica dell’Arte Totale, che oggi ovviamente trascende la visione wagneriana e, nello stesso tempo, acquista un altro senso rispetto a quello prefigurato nell’epoca delle avanguardie storiche. A distanza di tanti decenni, sia pure nel quadro dell’odierno incessante progresso delle tecnologie, la visione che ancora regge è quella inquadrata teoricamente da Adriano Spatola[1], che pur partendo dalla specificità del suo mondo poetico, risulta funzionale alla generalità dei processi creativi, unitamente agli strumenti messi a disposizione da un altro benemerito della ricerca artistica, Dick Higgins, al quale si deve il concetto di intermedialità,[2] oggi, a distanza di circa sessant’anni, cardine insostituibile della ricerca artistica attuale.

Nella visione totalizzante di Donato Di Poce si fa riferimento all’approccio etico, socialmente responsabile, ecosostenibile, sensibile verso la storia e rispettoso della memoria, fondamentalmente democratico e, perciò, in grado di porre l’uomo al centro del progetto in uno spirito che egli definisce neo-rinascimentale. In sostanza l’autore aspira ad una visione olistica al centro della quale viene considerata quella che è definita, con altro neologismo, «Energia CreAttiva». I modelli cui Di Poce fa riferimento per la sua speculazione poietica sono grandi maestri, che egli definisce come «i miei Architetti preferiti»: Eero Saarinen, Friedensreich Hundertwasser, Frank O. Gehry, Zaha Hadid, Jean Nouvel, Santiago Calatrava, Daniel Libeskind e Renzo Piano. …

…Ma il nodo delle riflessioni, delle aspirazioni e delle prospettive lo troviamo nel singolare «Manifesto della Bellezza Funzionale» che impegna il primo capitolo di questo libro. Ho usato l’aggettivo «singolare», perché, contrariamente a quanto è sempre accaduto nei movimenti d’avanguardia e nei gruppi di ricerca e sperimentazione, non costituisce il documento programmatico dell’operatore che intende affrontare in modo nuovo, con tecniche e prospettive alternative, il suo lavoro, magari anche rivoluzionandone le metodologie; bensì è dettato a gran voce da un poeta, che, pur avendo in genere interessi artistici in senso lato, non svolge la professione di architetto. Come considerare allora questo documento? Se non è una piattaforma valida in sede di operatività individuale, in quale chiave dobbiamo leggerlo? Certamente assume un valore critico e si pone come strumento di riflessione teorica; ma nello stesso tempo, a parte la generica funzione culturale svolta nei confronti di un’audience non definita, è da leggere come un appello rivolto dall’esterno verso il mondo dell’architettura, in tutte le sue componenti tecniche e non. Ecco, allora, che la voce del poeta è da ascoltare come parte integrante di un ampio coro, di cui dovranno far parte non solo gli addetti ai lavori, quelli che sul piano strettamente tecnico provvedono alle varie fasi progettuali ed esecutive, ma anche coloro che dall’esterno hanno diritto di parola, se non altro perché al centro delle fasi compositive e realizzative deve essere sempre posto l’Uomo, fulcro di un processo democratico, partecipato, finalizzato alla configurazione di un ambiente dove etica e socializzazione procedano in sintonia perfetta con funzionalità, ecosostenibilità e sensibilità estetica, in un’ottica rigorosamente olistica…

…La profilatura della figura di questo nuovo poietes, l’«Architetto», è coronata dagli aforismi che Donato Di Poce pone in appendice. Uno di questi recita: «I cassetti degli Architetti / Sono come quelli dei poeti / Sempre pieni di sogni futuri». In un altro si legge «Gli Architetti realizzano sogni». Possiamo dire, allora, di poter dormire sonni tranquilli?”

(Dalla Postfazione dell’Architetto Alfredo Vacca)

“…Un’ultima nota (anche se potrebbe essere la prima): il Di Poce ha scelto non a caso come immagine di copertina il Nationale-Nederlanden Office Building a Praga di Frank O. Gehry – Vlado Milunić, del 1992-96, più conosciuto con il soprannome di “Ginger e Fred”, un’immagine che per me assume una doppia valenza simbolica, la prima è quella di una architettura di libertà e la danza di un popolo che ha appena conquistato la democrazia; la seconda, è quella di un edificio magico che si raccorda in continuità con la Praga magica tardobarocca e le sue pieghe leibniziane. Una città conservatasi pressoché intatta e così ben descritta da Angelo Maria Ripellino, sopravvissuta al regime comunista e all’invasione sovietica del 1968: “La musica dell’architettura barocca della città vltavina, è un inesausto discanto di forme convesse e concave”, e che poi non è altro che la stessa Praga dei Frammenti di Franz Kafka: “…per ciò che riguarda l’architettura, non c’è differenza tra un’epoca e l’altra, da moltissimo tempo valgono le stesse regole architettoniche…”. Un saggio–guida, quello di Ripellino, denso di curiosità un po’ come potrebbe essere considerata quest’opera del Di Poce: un saggio-guida, altrettanto curioso e appassionato, sull’architettura poetica.”

 

 

iQdB edizioni di Stefano Donno

(i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 73107 Sannicola (LE)

Mail: iquadernidelbardoed@libero.it

Info Link I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

per link diretto al libro vedere la sezione blog del sito

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

 



[1] Adriano Spatola, Verso la poesia totale, Salerno, Rumma, 1969; poi Torino, Paravia, 1978.

[2] Dick Higgins, Horizons. The Poetics and Theory of the Intermedia, Carbondale, Southern Illinois University Press, 1984, dove il capitolo «Intermedia» riprende il saggio pubblicato in «Something Else Newsletter», vol.1, n° 1, New York, 1966.




Stefania Filo Speziale. Architetta di Chiara Ingrosso (LetteraVentidue)

Stefania Filo Speziale (1905-1988) è una delle figure più interessanti dell’architettura italiana del Novecento, tanto importante quanto ad oggi trascurata. Donna coltissima e tenace, non allineata, è stata autrice di oltre centocinquanta architetture, nonché un’importante docente universitaria che ha contribuito a formare intere generazioni di architetti. Il suo modo moderno di progettare, sempre precisissimo a livello tipologico, funzionale, strutturale e tecnologico, che scaturiva dal paesaggio napoletano, rappresenta un’altra declinazione, fortemente meridiana, di un lessico per troppo tempo visto come universale. Questo libro, che inaugura la nuova collana Femminile Singolare, racconta la sua storia, ma soprattutto le sue opere, approfondendo quattro progetti: il Palazzo della Morte (1951-57), il Grattacielo della Società Cattolica Assicurazione (1954-58), le palazzine in via Nevio (1954-1958), il condominio di Parco Grifeo (1955-59).



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Un mese di arte contemporanea cinese alla Gnamc - - Il Giornale dell'Arte

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MILANO (ITALIA)