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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

sabato 23 dicembre 2023

Esce il libro Triennale. Cento anni di manifesti

In occasione del suo centenario, Triennale Milano ha realizzato il volume Triennale. Cento anni di manifesti, a cura di Mario Piazza ed edito da Marsilio Arte. Un originale repertorio che ripercorre la storia di Triennale attraverso l’evoluzione della progettazione grafica, gli stili e gli autori, gli approcci e le tecniche, la comunicazione e il costume dal 1923 al 2023. Il volume è disponibile in tutte le librerie.

Triennale. Cento anni di manifesti racconta in particolare la storia delle ventitré edizioni dell’Esposizione Internazionale di Triennale dal punto di vista della grafica, fino ad arrivare alla nuova identità visiva dell’istituzione, sviluppata nel 2019 dallo studio Norm di Zurigo. Dagli anni del cartellonismo d’artista, alla grafica progettata, al visual design, il volume consente di ripercorrere, attraverso manifesti e immagini, la storia di Triennale Milano e al contempo di tracciare una storia della progettazione grafica, oltre che della comunicazione e del costume.

Il libro riunisce centinaia di manifesti di grandi nomi, come: 

Aldo Scarzella, Giovanni Guerrini, Marcello Nizzoli, Michele CascellaMario Sironi, Enrico CiutiMax Huber, Ernst ScheideggerMarco Del Corno, Eugenio Carmi, Roberto Sambonet, Massimo Vignelli, Albe Steiner, Giulio Confalonieri, Italo LupiAlberto MarangoniBob NoordaMauro Panzeri, Giorgio Camuffo, Anna Kulachek2x4Pierluigi Cerri, Theo CrosbyWim Crouwel, Michel Folon, Felix Humm, Norm, Massimo PitisLeonardo Sonnoli, Ettore Sottsass, Studio FM MilanoTassinariVetta, George Tscherny, Heinz Waibl, Lance Wyman

Nei lavori di questi protagonisti della grafica internazionale, il manifesto assume quindi una valenza simbolica, rappresentando non solo un supporto informativo, ma anche un elemento in grado di comunicare direttamente visioni e suggestioni legati ai temi e ai progetti.

Il libro, di grande formato e disponibile in italiano e in inglese, si apre con l’introduzione di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e include un saggio di Mario Piazza sulla grafica in Triennale, le schede per i ventitré manifesti delle Esposizioni Internazionali e testi di approfondimento sui manifesti e artefatti grafici legati a mostre, progetti, eventi e campagne di comunicazione, sempre redatti da Piazza. Il progetto grafico della pubblicazione è realizzato dallo studio Norm.

Mario Piazza

Mario Piazza (1954), grafico e architetto, lavora a Milano e si occupa di grafica editoriale, sistemi di identità e allestimento. È docente di Design della comunicazione alla Scuola di Design del Politecnico di Milano. Nel 1996 ha fondato 46xy, studio di grafica e ricerche sulla comunicazione, critica e storia del design. È stato creative director di “Domus” e direttore di “Abitare”. Ha progettato l’immagine dei tascabili Einaudi e curato molte esposizioni. Nel 2008 ha ricevuto l’Icograda Achievement Award.

 

Indice del volume
Cento anni di grafica in Triennale, Stefano Boeri
Cento anni, ventitré manifesti, una storia della grafica, Mario Piazza
1923-2022. Manifesti ufficiali delle Esposizioni Internazionali
Un giacimento di manifesti
I manifesti di Italo Lupi e Alberto Marangoni
L’art direction di Italo Lupi
La grafica di Pierluigi Cerri
Nuove generazioni di progettisti
Un concorso negli anni della contestazione
Verso il Museo del Design
I manifesti del Triennale Design Museum
I manifesti delle grandi mostre in Triennale
La nuova immagine di Triennale Milano
Bibliografia


Elettra Pr
Ludovica Solfanelli
Account Executive
Mobile +39 388 052 8231



Michele & Lorenzo Lupo - Se mi vuoi lasciare (Official Video)

DAL 28 DICEMBRE AL 6 GENNAIO A LECCE “KIDS. FESTIVAL DEL TEATRO E DELLE ARTI PER LE NUOVE GENERAZIONI" FESTEGGIA LA SUA DECIMA EDIZIONE. “CHE LA FESTA COMINCI” PROPORRÀ UN RICCO PROGRAMMA DI TEATRO, DANZA, CIRCO, NUOVE TECNOLOGIE E LINGUAGGI INNOVATIVI DELLA SCENA CONTEMPORANEA E UN VILLAGE CON INCONTRI, LABORATORI, PERFORMANCE E ATTIVITÀ DI FORMAZIONE.

Oltre venti compagnie straniere, italiane e pugliesi con quasi ottanta repliche di spettacoli per piccolissimi, piccoli e grandi spettatori, tra teatro, danza, circo, narrazione e linguaggi innovativi della scena contemporanea, un “village” con incontri, laboratori, performance e attività di formazione: da giovedì 28 dicembre a sabato 6 gennaio a Lecce si rinnova l'appuntamento con KIDS. La decima edizione del Festival del teatro e delle arti per le nuove generazioni torna quest’anno sul tema “Che la festa cominci”, abitando dieci luoghi del capoluogo salentino (Teatro Apollo, Teatro Paisiello, Manifatture Knos, Museo Ferroviario della Puglia, Castello Carlo V, Complesso degli Agostiniani, Convitto Palmieri, Nasca il Teatro, L'Acchiappalibri, Tagghiate Urban Factory).

 

In scena la Compagnie de la libertè del mimo francese Julién Cottereau, considerato l’erede di Marcel Marceau, con Imagine toi! e À fleur de mots, Home della compagnia olandese A Mime Wave production, una storia avvincente con dipinti animati e musica, Vu della francese Compagnia Sacékripa, a metà fra il teatro d’oggetti, il circo in miniatura e un clown involontari, lo spettacolo partecipativo Donne - Moi La Main del francese David Rolland, il teatro d’attore e d’ombre per 25 spettatori a replica con Dentro la tana degli spagnoli Farrés Brothers, Ma solitud con il piccolo circo di Guillem Albà. Dall’Italia ospiti le compagnie Fondazione TRG di Torino con In viaggio con il piccolo principe, Teatro Telaio di Brescia con Arcipelago, Solares Fondazione delle Arti Teatro delle Briciole e Caracò Teatro di Parma con Distanze di Riccardo Lanzarone, la Compagnia TeatroViola con Lo spirito del Natale di Paolo Civati, la Compagnia Dimitri/Canessa e l’associazione Pilar Ternera di Livorno con L’orso felice (Vincitore di Inbox Verde 2023 e Miglior spettacolo Festival Internazionale Teatro di Lugano 2023), l’associazione Culturale Zebra di Verona con la danza di Miss Lala al Circo Fernando con Marigia Maggipinto, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal, storica realtà fondata da Pina Bausch, Meraki Teatro di Genova con Il volo ovvero la signora Ida alla fermata del bus (Premio Vimercate Festival dei Ragazzi 2023).

 

Le due compagnie di casa presenteranno alcune novità: Principio Attivo Teatro sarà sul palco con La favola di Peter che scoprì il peso dell’ombra con Silvio Gioia mentre Factory Compagnia Transadriatica proporrà Piccolo sushi, coprodotto con Fondazione Sipario Toscana (Cascina). Le altre realtà pugliesi coinvolte saranno la Compagnia La Luna nel Letto di Ruvo di Puglia e il Teatro Le Giravolte di Aradeo. Un focus dedicato alla produzione residente sarà curato dalle compagnie che compongono il centro di residenza teatrale pugliese Trac (Bottega degli Apocrifi, Crest, Factory compagnia Transadriatica, La luna nel letto e Principio attivo teatro) che scelgono di continuare a investire sul teatro per le giovani generazioni. In programma un incontro e gli spettacoli Evelina Vien dal Mare di Elisabetta Aloia e Habitat Kids della Compagnia Fika di Firenze. Un secondo focus sarà invece dedicato al teatro delle idee del regista e drammaturgo Fabrizio Pallara che, da più di vent’anni, con la compagnia Teatro delle apparizioni propone spettacoli tout public. Appuntamento dunque con le Fiabe da tavolo (Cappuccetto rosso, I tre porcellini, La teiera e il brutto anatroccolo), Kafka e la bambola viaggiatrice, un contributo nelle narrazioni di In viaggio con le storie e un incontro al Teatro Nasca, occasione per ragionare attorno alle forme e ai linguaggi che permettono di parlare alle nuove generazioni, e agli adulti che hanno accanto.

 

Giovedì 28 dicembre alle 20:30 da non perdere al Teatro Apollo la "Kids Chorus band",  la festa concerto per celebrare i dieci anni del Festival e il bambino che è in ognuno di noi attraverso un viaggio nelle canzoni di un tempo e di oggi. Gran finale sabato 6 gennaio alle 19:30 alle Manifatture Knos con Circus cabaret a cura di CirKnos – Scuola di Circo in collaborazione con Compagnie Tau e Compagnia Los Filonautas.

   

Il 29 e 31 dicembre, 3 e 5 gennaio (ore 10:45 e 11:45) sui treni storici del Museo Ferroviario della Puglia immancabile appuntamento con In viaggio con le storie, piccolo festival della narrazione per l’infanzia. Ad accogliere gli spettatori, un capostazione clown e il suo immancabile assistente e tre vagoni pronti a trasformarsi in teatri e scenari straordinari per ogni storia. Con Dario Cadei, Chiara Saurio, Rocco Cadei, Jacopo Rollo ci saranno Nunzia Antonino, Angela De Gaetano, Maria Tucci, Fabrizio Pallara, Francesco Stefanizzi, Daria Paoletta, Renato Grilli.

 

Dal 28 al 30 dicembre e dal 2 al 5 gennaio (info 3207087223) la biblioteca Acchiappalibri ospiterà le tante attività del Kids Village, una moltitudine di sguardi differenti sul mondo dell’infanzia, a cura di BlaBlaBla in collaborazione con Fermenti Lattici, Zero Meccanico, Spazio Natura, Tribù Digitale, Tina Aretano, Maria Rosaria De Benedittis, Raparossa, WWF Salento, Cirknos. Uno spazio di incontro, aperto a bambine e bambini, a idee, visioni e progetti, a partire dalle diversificate esperienze di tutti gli ospiti che abitano questo villaggio creativo. Intrecciando persone e approcci differenti, si esplorano infinite possibilità ludiche, a partire dall’uso di materiali e tecniche molto diverse tra di loro per dare vita ad un’esperienza circolare che ci accompagna in un viaggio tra i libri, arte, scienza, natura e tecnologia. Il 29 dicembre, 2 e 4 gennaio, invece, al Knos appuntamento con il laboratorio di arti circensi.

 

Kids, nell’ambito del progetto Chain Reaction, ospiterà anche momenti di scambio e incontro come le masterclass Pasta Madre: esperienze di scambio dal vivo e trasmissione del sapere per artisti, professionisti, operatori e operatrici culturali che, così come nella magia della moltiplicazione del lievito madre con acqua e farina, da una cellula iniziale moltiplicano conoscenze e competenze. In particolare il 4 gennaio alle 15 nel Convitto Palmieri interverranno la turca Servet Aybar (direttrice per i teatri statali turchi e fondatrice e creatrice del festival internazionale di teatro per bambini “Little Ladies, Little Gentlemen” di Ankara) e l’israeliano Alain Baczinsky. Grazie a Tandem, progetto di collaborazione tra artisti italiani e internazionali nato sempre all’interno di Chain Reaction, si confronteranno la compagnia francese Cie Tau e la scuola Cirknos.

 

Le Manifatture Knos ospiteranno una mostra delle illustrazioni realizzate per ogni edizione del festival a cura dell'artista Ilaria Guarducci e una selezione dei momenti più belli di questi dieci anni attraverso lo sguardo dei fotografi ufficiali Eliana Manca e Giovanni William Palmisano. Ritornano anche l’Operazione Robin Hood, il biglietto sospeso che rende Kids ancora più inclusivo, e il laboratorio per piccoli critici teatrali.

 

Kids. Festival del teatro e delle arti per le nuove generazioni è ideato e organizzato da Factory Compagnia Transadriatica e Principio attivo teatro con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Comune di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese, Trac – Teatri di residenza artistica, Futuro Presente, Fondazione Nuovi mecenati in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Assitej Italia, Chain Reaction, BlaBlaBla, le biblioteche L’AcchiappaLibri e OgniBene, CPK Lecce, Manifatture Knos e Cirknos.

 

Info

www.kidsfestival.it





L'arte delle luminarie nel centro storico di Scorrano

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Solarpunk, lo sguardo dell'arte sulla crisi climatica

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Le storie dietro le opere d’arte: i Musei Vaticani svelano i misteri del restauro- Corriere TV

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ARTE Graffitismo e street artalla scuola Bergognone - Cultura

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Everlasting Plastics / Pavilion of the USA at Venice Architecture Biennale 2023

venerdì 22 dicembre 2023

Academy, Museum of motion pictures, Los Angeles. Ediz. italiana e inglese di Renzo Piano a cura di Lia Piano e Giovanna Langasco (Fondazione Renzo Piano)

“Il mondo del cinema mi ha affascinato anche nel suo funzionamento: produrre un buon film richiede che molti fattori diversi collaborino e funzionino tra loro. Non basta una buona storia, ci vuole un buon regista, bravi attori, un bravo direttore della fotografia. Ci vuole una buona colonna sonora, e un buon montaggio può cambiare radicalmente le sorti di un film. In questo somiglia al lavoro del costruire edifici, dove collaborano architetti, ingegneri, tecnici, impresa. Infatti, in questo lavoro, il committente ha subito capito perfettamente come nel progetto dovessero accordarsi voci diverse. Entrambe le discipline, cinema e architettura, sono un misto di arte e tecnica. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences già nel nome contiene le due cose che coesistono e collaborano. Come nell’architettura, nel cinema la tecnologia non è avulsa dalla creatività. C’è una continua tensione tra gesto tecnico e risultato emotivo”. Con queste parole Renzo Piano, nell’intervista esclusiva contenuta in questo volume, racconta la storia della nascita della nuova Academy Museum of Motion Picture, il più importante museo cinematografico del mondo. Nato nel famoso “Miracle Mile”, nel cuore di Los Angeles, all’incrocio tra Wilshire Boulevard e Fairfax Avenue. Il museo conserva il May Company, ex grande magazzino del 1939, e gli da nuova vita con un edificio sferico, il David Geffen Theatre da 1000 posti e la Dolby Family terrace con vista su Hollywood. Il volume, curato e pubblicato dalla Fondazione Renzo Piano all’interno della collana monografica dedicata ai progetti iconici realizzati da Renzo Piano e dal Renzo Piano Building Workshop, racconta per immagini l’intero percorso della progettazione e costruzione del nuovo museo. La storia è raccontata cronologicamente attraverso disegni, schizzi inediti, modelli, prototipi, annotazioni e foto di cantiere. Il libro rappresenta un taccuino di viaggio che accompagna il lettore in ogni fase di quella straordinaria avventura che è il mestiere di progettare e costruire edifici. Il materiale utilizzato è in larga misura inedito e proviene dagli archivi della Fondazione Renzo Piano. Immagini: 111 disegni di cui 48 schizzi di Renzo Piano; 28 modelli; 66 foto di cantiere e 50 foto del finito.

 


 

STATO DELL'ARTE - Raffaella Carrà tra moda e mito e la “Prima Monna Lisa”

Natale della Gen Z: Luci d'Artista - Generazione Z 19/12/2023

Yayoi Kusama: I Spend Each Day Embracing Flowers / David Zwirner New York

giovedì 21 dicembre 2023

Newsha Tavakolian. Photo Grant 2023. Connections di Denis Curti (24 Ore Cultura)

Il volume raccoglie e presenta le fotografie di Newsha Tavakolian, vincitrice della prima edizione del Photo Grant di Deloitte, il nuovo concorso fotografico internazionale promosso da Deloitte Italia, con il patrocinio di Fondazione Deloitte, in collaborazione con 24 ORE Cultura e con la direzione artistica di Denis Curti. Le opere sono in mostra al Mudec di Milano dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024. Il concorso si è posto l’obiettivo di stimolare la produzione artistica legata al mondo della fotografia e promuovere il tema delle “Connections”, invitando a interpretare attraverso le immagini cosa significhi essere connessi a livello umano, professionale, economico e ambientale. 

 


 

Moroni in mostra alle Gallerie d'Italia di Milano

COLORI ARTE: Micheal Stipe a Milano

Napoli, una mostra-omaggio a Domenico Morelli al Palazzo Reale (15.12.23)

mercoledì 20 dicembre 2023

The world's best Typography (Hoaki)

 Un libro per designer e studenti che desiderano scoprire le ultime tendenze della tipografia. "The World’s Best Typography: The Yearbook of the Type Directors Club of NY" è un testo sacro di ispirazione per professionisti e cultori della tipografia. All’interno delle sue pagine, i più illustri creativi, ma anche gli editori e gli studenti, potranno trovare i modelli di riferimento, le tendenze più recenti, contenuti stimolanti e nuove fonti di ispirazione. I lettori saranno ispirati dall’incontro tra artigianato e creazione, abilità classiche e innovazioni all’avanguardia. Come illustrato in modo chiaro dai 750 design premiati e dai 35 font di nuova creazione, questo libro individua e stabilisce le tendenze del settore. Guadagnarsi un posto nella pubblicazione costituisce materia di concorrenza tra i designer di tutto il mondo. Suddiviso dapprima in due rami di competizione, uno dedicato al Design della comunicazione e l’altro al Design del carattere tipografico, il programma si compone oggi di un’unica gara, composta da tre discipline: Type Design, Tipografia e, per la prima volta, Lettering, disciplina dotata di una giuria a parte. Il Certificato di Eccellenza Tipografica rappresenta un biglietto per le migliori agenzie su scala globale. L’annuario riflette altresì le ultime tendenze nel settore della tipografia, stabilisce gli standard, rappresenta un articolo per collezionisti e contraddistingue i suoi possessori come leader del pensiero visivo. 

 


 

TG7 Basilicata Potenza "La Grande Mostra" Michele Carpignano alla collettiva d'Arte "Imagines Loqui"

Inaugurata a Isernia la mostra 'I giorni dell'arte' - 19/12/2023

ArtRise 2023 _premio d'arte visiva contemporanea

Monika Sosnowska / Zentrum Paul Klee

martedì 19 dicembre 2023

Saggi per un'altra storia dell'arte. Vol. 2: Da Turner a Pollock di Francesco Arcangeli (La nave di Teseo)

Un viaggio che inizia nell’Ottocento italiano ed europeo (i macchiaioli, Segantini, Manet, Turner) e prosegue, tra capolavori e accostamenti inediti, nel Novecento di Morandi e Burri, di Cézanne e Pollock, Picasso e Soutine.


“Francesco Arcangeli ha scritto su un’arte contemporanea che, per lui come per Roberto Longhi, era una cosa sola con l’arte antica, un ‘organon’, un unico e ininterrotto percorso, da Wiligelmo a Morandi, sempre corpo azione fantasia, senza interruzioni, scadenze, distinzioni tra Medioevo e Novecento, ma per inequivocabili e implacabili ‘tramandi’. Questo apprendevamo, da studenti, nelle sue lezioni all’Università di Bologna, e questo è rimasto in noi per sempre. Un modo nuovo, per noi e in assoluto, di intendere la continuità dell’arte nella storia. In questi saggi Arcangeli distrugge Guttuso e preferisce parlare di Friedrich, di Blake, di Goya, di Philipp Otto Runge: egli ci invita a fare un viaggio nel tempo portando la storia nel presente, con immediatezza e una seduttiva forza di persuasione. Da Turner a Pollock, Arcangeli rovescia le facili suggestioni dell’impressionismo francese, ci mette davanti agli spazi infiniti di Turner e di Friedrich, a quel ‘sublime naturale’ che ci travolgeva anche nelle misere proiezioni di diapositive in bianco e nero. Sulla parete grigia dell’aula apparivano improvvisamente dipinti lontani, di cui Arcangeli ci mostrava l’intima consonanza: ecco che, sorprendentemente, affiancava Mondrian a Piero della Francesca e noi ne sentivamo, a distanza di secoli, la sostanziale, assoluta, incontrovertibile, affinità.” Vittorio Sgarbi Per decenni Piero Del Giudice, allievo di Francesco Arcangeli, si è dedicato all’opera del suo maestro, lavorando a una raccolta organica dei suoi scritti d’arte. Ne ha seguito le tracce, reperendo lezioni, conferenze, interventi e articoli, saggi dispersi, presentati per la prima volta in questo volume per comporre “un’altra storia dell’arte”. Introduzione di Vittorio Sgarbi. 

 


 

L’installazione di Jakob Kudsk Steensen ad Haarlem | Artribune

L’installazione di Jakob Kudsk Steensen ad Haarlem | Artribune

Arte al femminile - Comune di Palermo

Arte al femminile - Comune di Palermo

90 animali d'artista "invadono" Bologna | Sky Arte

90 animali d'artista "invadono" Bologna | Sky Arte

Annalaura di Luggo. Oscurità e sommersione. Palermo, Palazzo Steri. 22 Dicembre 2023

a cura di Aldo Gerbino

coordinamento generale di Marcello Palminteri

Mostra collaterale organizzata in occasione della
“Giornata della divulgazione della Scienza, in memoria di Piero Angela”

22 DICEMBRE 2023 – 13 GENNAIO 2024

Inaugurazione
venerdì 22 dicembre 2023, ore 12.00

interventi di
Massimo Midiri, Magnifico Rettore Università degli Studi di Palermo
Marcello Ciaccio, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Palermo
Aldo Gerbino, curatore della mostra

 

Palazzo Chiaromonte, Complesso Monumentale dello Steri
Piazza Marina
PALERMO

Ingresso libero

***
PALERMO. Venerdì 22 dicembre 2023 alle ore 12.00 presso la Sala delle Verifiche del Complesso Monumentale dello Steri (Palazzo Chiaromonte, Palermo, Piazza Marina), nell’ambito della “Giornata della divulgazione della Scienza, in Memoria di Piero Angela” si inaugura la mostra “Oscurità e sommersione”, opere recenti di Annalaura di Luggo, a cura di Aldo Gerbino, con il coordinamento di Marcello Palminteri.

La mostra, promossa con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo, dalla Scuola di Medicina e Chirurgia, dall’Accademia di Scienze Mediche di Palermo “G.F. Ingrassia”, del Sistema Museale di Ateneo e con la collaborazione dello JUS Museum di Napoli, presenta una selezione di opere recenti di Annalaura di Luggo, artista napoletana il cui lavoro si muove tra la ricerca fotografica, multimediale ed installativa e quella cinematografica.

Sono esposte quaranta opere recenti in cui lamine stratificate celano occhi che appaiono come rivelazione di luce, ma anche come “specchi” in cui scorgersi, in cui ritrovare la consapevolezza della storia e di se stessi, nella dimensione doppia del vedere e dell’essere visti. Come scrive Aldo Gerbino nel testo introduttivo del catalogo, “la sommersione, dal submergere, vige in questi lavori: un esser sommersi dalla stessa esigenza creativa, illuminando gli ultimi istanti di un’opera che s’impone nel luogo di una pupilla tormentosamente estesa, di un’iride spalancata alla luce, a volte espellendo la sua stessa materia per quel voler sfuggire al buio di molte pagine d’esistenza accompagnate (leggiamo in video sperimentali di Annalaura di Luggo) da un suono, da una voce affannosa quasi a ricordarci delle forme di asfissia in cui sia anche possibile rischiarare, e rischiare, immagini inattese. C’è un’asfissia medica che uccide ed un’asfissia creativa che gestisce il confine di un desiderio ancora amorfo, ansimante, teso a ritrovare altri esiti iconici. Allora la sommersione visita l’oscurità alla ricerca di feritoie in cui stabilire e ordinare le tessere musive della propria conoscenza, della propria identità.

La mostra rimarrà aperta, fino al 13 gennaio 2024, secondo gli orari del Complesso Monumentale dello Steri (musei.unipa.it/complesso.html). L’accesso alla mostra è gratuito.

 

Annalaura di Luggo | Note biografiche

Annalaura di Luggo (1970) è nata a Napoli dove vive e lavora. Presente alla 58.ma Biennale di Venezia (Pad. Repubblica Dominicana - Palazzo Albrizzi-Capello) e alle Nazioni Unite di New York, il suo percorso si muove prevalentemente tra fotografia, video, ricerca multimediale e cinematografia. Le sue opere e le sue installazioni, realizzate attraverso la fusione di tecnologia e manualità, dialogano, per complessità e varietà, con il fruitore che è protagonista dell’azione concettuale e stimolano il dialogo su questioni sociali. Ha, con destrezza ed empatia, affrontato i diritti umani (“Never Give Up”, Carcere Minorile di Nisida; “Human Rights Vision” per la Fondazione Kennedy di New York), la cecità (“Blind Vision” presentato alle Nazioni Unite ed al Consolato Italiano di NY), le questioni ambientali (“Sea Visions / 7 punti di vista”), la natura e la biodiversità (“Genesis” per la 58ma. Biennale di Venezia). Per il progetto artistico Napoli Eden, ha utilizzato l’alluminio riciclato per costruire quattro gigantesche installazioni pubbliche site-specific che hanno incoraggiato il dibattito sulla sostenibilità nella sua città: Napoli. Questo progetto ha ispirato la creazione del docufilm “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella che ne racconta il processo creativo. “Napoli Eden” si è qualificato per la “Consideration” per le nominations agli Oscar 2021 nella categoria Best Documentary Feature. L’alluminio riciclato e la monumentalità ritornano anche in “Collòculi > We Are Art”, una gigantesca iride scultorea che trasmette contenuti multimediali ed immersivi, presentata in anteprima presso la Fondazione Banco Napoli del capoluogo campano e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli | MANN è il focus del documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura”, diretto dalla stessa artista, la cui narrazione oscilla tra video arte e cinema sperimentale. Il documentario si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023, nella categoria Best Documentary Feature e Best Song. Vasta la sua bibliografia, con interventi dei maggiori critici d’arte e personalità internazionali del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui Paul Laster, Stephen Knudsen, Rajsa Clavijo, Timothy Hardfield, Paco Barragan, Stefano Biolchini, Hap Erstein, Francesco Gallo Mazzeo, Aldo Gerbino, Giulia Gueci, Marcello Palminteri, Gabriele Perretta, Vincenzo Trione, Andrea Viliani. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Ha realizzato installazioni permanenti (Museo dell’Istituto P. Colosimo di Napoli, Museo del Carcere di Nisida), temporanee ed interattive (Nazioni Unite, New York; Art Basel/Scope a New York a Basilea e a Miami; MANN | Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Banco Napoli, Salone Nautico Internazionale di Genova; Torino Artissima/The Others Fair) volte a modificare la percezione dello spazio e le coordinate visive del reale. www.annalauradiluggo.com

 


 

Venerdì 22, sabato 23 e mercoledì 27 dicembre - Andrea Sabatino presenta Melodico con Vince Abbracciante ad Arnesano (Le), Acquaviva delle Fonti (Ba) e Brindisi

Ascolta online bfan.link/melodico


Prodotto da Maria Agostinacchio per l’associazione Festinamente e da Maurizio Bizzochetti per l'etichetta Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei principali store online da Believe, arriva “Melodico” di Andrea Sabatino. Nel nuovo progetto discografico il jazz creativo e moderno del trombettista salentino si fonde con l’eleganza classica e raffinata del fisarmonicista Vince Abbracciante. Il disco sarà presentato ufficialmente venerdì 22 dicembre alle 20 nel Palazzo Marchesale di Arnesano, in provincia di Lecce, sabato 23 dicembre alle 22 al Club 1799 di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, e mercoledì 27 dicembre alle 21 all’Enoteca Fedele di Brindisi. Il duo propone la rivisitazione di otto brani che hanno fatto la storia della musica italiana: Cos'hai trovato in lui di Bruno Martino, due grandi successi cantati da Mina come Noi due, firmata da Alberto Testa e Augusto Martelli, e Brava del direttore d'orchestra, compositore, arrangiatore e paroliere Bruno Canfora, La strada di Nino Rota, dalla colonna sonora dell'omonimo film di Federico Fellini, Ho capito che ti amo e Angela di Luigi Tenco, L'ultima occasione di Jimmy Fontana e Un giorno ti dirò di Gorni Kramer, brano portato al successo, tra gli altri, dal crooner Nicola Arigliano. Prossimi appuntamenti al Duke JazzClub di Bari (13 gennaio), al Biella Jazz Club (2 aprile), al Bonaventura Club di Milano (3 aprile), al Neruda Cafè di Torino (4 aprile), al Varese Jazz Club (5 aprile) e al Countbasie JazzClub di Genova (6 aprile).

«La musica di questo disco è un fiore raro, nato dalla passione, dalla creatività e dalla cura di Andrea Sabatino e Vince Abbracciante. La scelta dei brani, oculata e molto originale, serve da ponte di lancio per una serie di improvvisazioni di altissimo livello», sottolinea Enrico Rava nelle note di copertina. «È un grandissimo piacere constatare il percorso di Andrea che, da quando l'ho conosciuto 10 anni fa, si è trasformato da trombettista emergente molto dotato in un musicista  maturo e molto interessante, con un controllo invidiabile sullo strumento e un senso per la melodia fuori dal comune. Questa è anche l'occasione per me di conoscere un musicista unico e straordinario come Vince Abbracciante. È un viaggio nella grande musica italiana di cui si sentiva il bisogno».

Andrea Sabatino inizia lo studio della tromba a cinque anni, a nove intraprende gli studi al Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce, dove nel 1999, appena diciassettenne, consegue il Diploma in tromba con il massimo dei voti. Partecipa a vari concorsi e rassegne nazionali esibendosi come trombettista classico. L’incontro nel 2000 con Fabrizio Bosso, spinge il giovane musicista a intraprendere lo studio del jazz. Partecipa ai seminari estivi di “Umbria Jazz 2001”, dove è premiato come “Miglior talento”, e “Siena Jazz”. Nel 2003 è selezionato per partecipare al “Premio Nazionale Massimo Urbani”, dove si classifica tra i finalisti e vince una borsa di studio per “Nuoro Jazz 2003”. Nel 2004 consegue il Diploma in Jazz sempre al Conservatorio di Lecce e contemporaneamente alterna la sua attività con lavori in Orchestre e in varie trasmissioni televisive Rai. Nel maggio del 2006 arriva “Pure Soul”, debutto discografico prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune. Nei brani è affiancato da Vincenzo Presta (sax tenore), Ettore Carucci (piano), Giuseppe Bassi (basso), Mimmo Campanale (batteria) e dall’ospite Fabrizio Bosso. Nel 2015, sempre per la Dodicilune, esce “Bea” con Gaetano Partipilo al sax, Ettore Carucci al piano, Francesco Angiuli al contrabbasso e Giovanni Scasciamacchia alla batteria. Nel corso di questi anni ha collaborato, tra gli altri, con Dee Dee Bridgewater, Sergio Cammariere, Mario Biondi, Mario Rosini, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Daniele Scannapieco, Marco Tamburini, Giovanni Amato, Javier Girotto, Roberto Gatto, Fabio Zeppetella, Dario Deidda, Massimo Morricone, Gianni Cazzola, Paolo Di Sabatino, Roberto Ottaviano, Giuseppe Bassi, Alessandro Di Puccio, Stefano “Cocco” Cantini, Salvatore Bonafede, Nico Morelli, Piero Odorici, Arthur Miles, Maurizio Gianmarco solo per menzionarne alcuni. Il suo playing, seppur profondamente rispettoso della tradizione jazzistica, si caratterizza per la ricerca di un suono personale che emana calore, impreziosito da un fraseggio agile, limpido, da una sensibilità comunicativa genuina e generosa.

“Chi più mi ha impressionato è un giovane italiano, originario della Puglia: si chiama Vince Abbracciante. In ogni brano mi ha imbarcato in una storia e commosso”, disse di lui Richard Galliano (Jazzman, 2005). Ostunese, classe 1983, Vince Abbracciante a otto anni intraprende gli studi musicali con il padre Franco. Diplomato in musica jazz al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli sotto la guida di Gianni Lenoci e laureato in fisarmonica classica con lode e menzione speciale al Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera con Gian Vito Tannoia, ha frequentato master class, seminari, corsi. Si è esibito in festival e jazz club in tutto il mondo suonando con numerosi musicisti (Juini Booth, John Medeski, Richard Galliano, Marc Ribot, Javier Girotto, Gabriele Mirabassi, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Peppe Servillo, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Heidi Vogel). Nel 2006 si avvicina anche alle tastiere vintage. Nel 2009 progetta insieme a Carlo Borsini un nuovo sistema per il cambio dei registri della fisarmonica, che permette di ampliare la gamma sonora del suo strumento. Ha scritto colonne sonore per i film del regista Gianni Torres e ha pubblicato vari cd con The Bumps (trio completato da Davide Penta e Antonio Di Lorenzo) e con Paola Arnesano (Tango! - 2012 , MPB - 2017, Opera! - 2022). Dopo “Introducing”, nel quale è affiancato dal leggendario bassista newyorkese Juini Booth (2012, Bumps Records) ha pubblicato per l’etichetta Dodicilune i due cd “Sincretico” (2017) e “Terranima” feat. Gabriele Mirabassi (2019). Nella sua carriera ha conquistato numerosi premi nazionali e internazionali. Dal 2000 è testimonial delle fisarmoniche Borsini di Castelfidardo. Dal 2017 il calco della sua mano destra viene conservato presso il “Museo Internazionale delle Impronte dei Fisarmonicisti” di Recoaro Terme (VI). Nel 2021 (ex aequo con Simone Zanchini) e 2002 (grazie al cd "Santuario", in coppia con Javier Girotto – Dodicilune 2021) ha vinto  l'Orpheus Award nella categoria jazz. Nel 2022 ha firmato gli arrangiamenti del progetto "Io che amo solo te. Le Voci di Genova" di Serena Spedicato (canto, voce recitante) e Osvaldo Piliego (testi originali), prodotto da Dodicilune, Eskape e Coolclub.

L’etichetta pugliese Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 350 produzioni discografiche (cd, vinili, dvd) di artisti italiani e stranieri. Grazie a Ird e Believe i dischi sono distribuiti in Italia e all'estero nei migliori negozi di musica, nelle principali catene (Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Mondadori, Melbookstore) e su 60 piattaforme di download/streaming digitale in circa 80 paesi in tutto il mondo (iTunes, Spotify, Deezer, AppleMusic, Amazon, Qobuz, Tidal).

Info e contatti
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Instagram.com/dodicilune
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Dodicilune - Edizioni Discografiche & Musicali
Via Ferecide Siro 1/E - Lecce
0832091231 - info@dodiciluneshop.it
www.dodiciluneshop.it
 

 

Raumfahrt VII – Natacha Donzé, Laila Kaletta, Vicente Lesser / Museum Langmatt, Baden

lunedì 18 dicembre 2023

8 Reasons Why Artists Don’t Need To Move To A Big City

QUESTO È TUTTO DI QUI: IL BESTIARIO SALENTINO DI OSVALDO PILIEGO ALLE ERGOT DI LECCE

Martedì 19 dicembre alle 19 le Officine Culturali Ergot ospitano la presentazione ufficiale del nuovo libro di Osvaldo Piliego. I testi dello scrittore leccese sono affiancati dalle illustrazioni di 31 artiste e artisti pugliesi con il coordinamento di Brizzo, le introduzioni di Mauro Marino e Alessio Fasano e il cover design di Erik Chilly. Una mostra immaginaria, un quaderno di schizzi e bozze, una fotografia non esaustiva dello stato dell’arte di “qui”. Non la solita guida ai luoghi e ai sapori di Puglia ma una mappatura degli ultimi, un bestiario fatto di animali veri e fantastici, un albo illustrato per adulti.

Non la solita guida ai luoghi e ai sapori di Puglia ma una mappatura degli ultimi, un bestiario fatto di animali veri e fantastici, un albo illustrato per adulti: martedì 19 dicembre alle 19 (ingresso libero) le Officine Culturali Ergot di Lecce ospitano la presentazione ufficiale di Questo è tutto di qui - Bestiario salentino dello scrittore leccese Osvaldo Piliego. Nel libro, pubblicato da Edizioni Ergot, i testi sono affiancati dalle illustrazioni di 31 artiste e artisti pugliesi con il coordinamento artistico di Brizzo, le introduzioni di Mauro Marino e Alessio Fasano e il cover design di Erik Chilly. Le parole dell’autore e i disegni di Chiara Rescio, Egidio Marullo, Chekos, Andy Trema, Paola Rollo, Alberto Giammaruco, Mauro Curlante, Samuel Mello, Francesco Cuna, Frank Lucignolo, Valeria Puzzovio, Boris Colorblind, Nessuno Niemand, Efrem Barrotta, Carmelo Garofalo, Brizzo, Sasori Komomo, Emilia Ruggiero, Alessandro Romita, Chiara Spinelli, Fergs, Elisa Costa, Laurenji Bloom, Andrea Merenda, Betti Greco, Giancarlo Nunziato, Massimo Pasca, Luisa Carlà, Gianni Cudazzo, Gabriele Conte, Veronica La Greca danno vita a una galleria di personaggi e luoghi del Salento. Una mostra immaginaria, un quaderno di schizzi e bozze, una fotografia non esaustiva dello stato dell’arte di “qui”. «Il “qui” è la mia ossessione, la mia personale malattia, ed è forse anche la causa del mio essere uno “scrivente” di periferia, fuori moda, lontano dai meccanismi dell’editoria di oggi. Non ci resta che fare artigianato, quello che un tempo chiamavamo autoproduzione», sottolinea l’autore. Dopo l'anteprima al Castello Volante di Corigliano d'Otranto per Bazart e la presentazione ufficiale alle Officine Culturali Ergot di Lecce con Giulia Maria Falzea, Piliego sarà nelle prossime settimane (calendario ancora in via di aggiornamento) da Macarìa a Gallipoli (21 dicembre alle 20), al Lug - Centro Culturale Ex Macello di Corsano per Canti e incanti (26 dicembre alle 20), al Fondo Verri di Lecce per le Mani e l'ascolto (2 gennaio alle 18:30), a Casa dei Kalimeriti di Calimera (4 gennaio alle 19) e al Caffè Greco di Caprarica (9 gennaio alle 19:30). Info redazione@ergot.it - 0832246074. 


IL LIBRO
Nei periodi bui sono le parole il luogo del conforto, poco importa dove vanno poi, l’importante è che arrivino. Il lento metterle insieme una accanto all’altra è il costante lavorio che mi distrae da me e mi fa stare bene. In questi anni recenti, tra chiusure forzate e isolamenti spontanei, ho abbozzato una serie di piccoli ritratti, incipit di possibili storie, romanzi mai nati, prove tecniche di racconti. L’ho fatto per condividerle subito con gli altri, quasi a dire, tra un libro e l’altro che fatica a uscire, che comunque non ho smesso, che il vizio di scrivere, come gli altri del resto, ancora non mi è passato. Non l’ho fatto pensando che finissero sulla carta, erano appunti digitali e nulla più. Se non fosse stato per Simone Rollo e Brizzo questo libro non ci sarebbe. Sono stati loro a immaginarlo così com’è: una galleria di personaggi e luoghi di questa terra, uno spazio popolato da tante persone che hanno scelto di regalarmi una porzione del loro tempo e del loro talento. E così quello che non poteva essere un libro è diventato qualcos’altro, una sorta di catalogo di una mostra immaginaria di 31 artisti salentini con le “didascalie” scritte da me, un quaderno di schizzi e bozze, una fotografia non esaustiva dello stato dell’arte di “qui”. Il “Qui” è la mia ossessione, la mia personale malattia, ed è forse anche la causa del mio essere uno “scrivente” di periferia, fuori moda, lontano dai meccanismi dell’editoria di oggi. Non ci resta che fare artigianato, quello che un tempo chiamavamo autoproduzione. Non è la solita guida ai luoghi e ai sapori di Puglia ma una mappatura degli ultimi, un bestiario salentino fatto di animali veri e fantastici, un albo illustrato per adulti.

L'AUTORE
Operatore culturale e scrittore, Osvaldo Piliego si occupa di progettazione e produzione di eventi. Socio fondatore della Cooperativa Coolclub di Lecce, dal 2004 al 2011 ha diretto la rivista Coolclub.it. Nel corso degli anni ha collaborato con varie testate e siti nazionali (Rockerilla, All Music, The Guide). Nel 2010 ha lavorato con Giancarlo Susanna alla realizzazione della biografia di Fred Buscaglione "Nientepopodimenoche Fred" (Arcana). Ha pubblicato i romanzi “Fino alla fine del giorno” nel 2011 e “La città verticale” nel 2015, entrambi per Lupo Editore, la raccolta di poesie “Justalovesong” per Fondo Verri (2016). Negli anni ha pubblicato racconti su varie raccolte (Post, Kunstwollen, Una frisella sul mare, 50 sfumature di fritto, Cucinare con i piedi, Inchiostro di Puglia). Nel 2019 pubblica il suo terzo romanzo “Se tu fossi una brava ragazza” per Manni editori e scrive i testi per lo spettacolo “Io che amo solo te, le voci di Genova” di Serena Spedicato, poi uscito in cd per Dodicilune.

DI QUANTE COSE È UNA CITTÀ Mauro Marino
Nella lateralità sta la vita vera, sul margine. La prova quotidiana, inesorabile, macina le ore. Vale per tutti, per quelli “ammassati in un luogo come la gente nei paesi”, e per quelli “impilati come le persone nelle grandi città” ancora di più vale per chi, le ore, le attraversa in bilico e osa la caduta, fondendo la regalità del proprio pudore con il coraggio. Questa sostanza, questa luce, abita gli uomini e le donne che incontreremo leggendo queste pagine. Di quante cose è un paese, una città, mille e mille accadimenti, di quante individualità soprattutto: il suo respiro è il respiro di tutti, un insieme indistinguibile, tutto si mischia e accade nella sfida dello stare a vivere. Un’energia corale dove, andare a cercare la particolarità, è mettersi in cammino e allenarsi alla sosta per meglio guardare e dare luogo alla traccia degli incontri, per meglio comprendere l’umanità e le singolarità che la abitano. Non esiste lo sciamano, l’incantamento seduttivo dell’artista, l’unica via è l’incontro, sguardo con sguardo così l’innamoramento svezza la scrittura, nella relazione ogni storia evoca fantasticherie, affabula, tesse la trama di vicende altrimenti inenarrabili. Fare sosta, cogliere, su quel bilico che è la vita, chi resiste, chi trova la via nonostante la fatica convocata nell’allerta del cuore, nonostante la routine, le melanconie dell’ordinario, i ripensamenti affollati nei sì e no delle ossessioni, nell’arco sempre teso dei corpi. La felicità pare sia un attimo, trascorre, non fa mai pausa, ci abita per un istante e poi va via. Questa fugacità pare animare il popolo di “Questo è tutto qui”, un popolo capace - come l’Edoardo che incontriamo nelle pagine di Osvaldo Piliego - di “liberarsi in un’altra dimensione”, di muoversi nel presente vissuto come in un altrove denso di umanità, di stupore, capace di interpretare il Tempo presagendo un'intensità sconosciuta ai più, alla pretesa normalità degli “altri”, di una maggioranza priva di affettività, di sincerità, di solidarietà. È amaro ammetterlo, ma è questo il Mondo, quello del nostro vivere e quello passato, difficile presagirne un altro se non nella separazione, nella “latitanza” dal soffoco dalla consuetudine. “La verità ha tante sfumature, a volte basta solo cambiare nome alle cose” leggo. Sì! È questo mimetismo la fascinazione che muove la vita, lo stare al mondo, la libertà di scegliere, anche la caduta, il baratro di esiti distruttivi e autodistruttivi. Della “clandestinità” raccontano queste pagine quella dei comportamenti, quella dei luoghi della separatezza come il Samarcanda in una San Cataldo, “luogo di passaggio per anime (sempre) in transito”, anime capaci di rituali definitivi, di brindare ogni giorno a quello che resta. Nonostante tutto. Un vitalismo assoluto tira l’elastico dell’ordinario, le storie si infilano leste pagina dopo pagina, come folgorazioni, una galleria di vite eroiche, uniche, nel dare al destino l’inatteso della conseguenza, farfalle sempre sulla soglia, pronte, sul punto di fuga.

PUNTI DI VISTA Alessio Fasano
Scrivo questa introduzione sul mio computer. Per poter arrivare al punto di premere i pulsanti sulla tastiera ho premuto un pulsante fisico, immediatamente lo schermo si è illuminato a mostrare la scritta Lenovo bianca su sfondo nero, mi sono ritrovato sul mio desktop, dove le innumerevoli (troppe, sono piuttosto disordinato) icone mi suggerivano i programmi o i file a cui avrei potuto avere un accesso diretto, ho deciso di cliccare sull’icona che mi serviva, la rappresentazione di un foglio rettangolare che sfuma da un blu scuro verso un celeste quasi ceruleo. Ho cliccato e finalmente eccomi qui a scrivere questa apparentemente inconcludente introduzione. Ho premuto su immagini (icone) che mi hanno dato accesso ad altre immagini e anche adesso mentre scrivo altre piccole rappresentazioni danzano nella mia visuale periferica. Siamo subissati di immagini, viviamo in un mondo fatto di figure, icone, copertine di video, immagini del profilo e pubblicità. Niente di nuovo, niente di sorprendente. Sorprendente è invece quanto poco parliamo di immagini, di quello che raccontano, di quello che ci lasciano a livello emotivo e percettivo. Non solo siamo circondati ma contribuiamo a questo infinito flusso visuale con le nostre, di immagini. Non solo i nostri selfie, ma anche le storie instagram di cui possiamo scegliere lo sfondo, il font, dove posizionare le scritte e via dicendo con un editor che nel tempo diviene più complesso man mano che la media delle persone comuni diventa abile ad utilizzarlo. Ma nessuno parla mai di immagini e del fatto che esse abbiano un codice e di come questo influenza la nostra percezione. Il mondo dell’editoria vede il disegno come un corredo del testo e niente di più, qualcosa che serve a rendere più “preziosa” l’edizione, e in questo non c’è niente di male chiariamoci. Tutti noi, non addetti ai lavori delle immagini, non grafici, non storici dell’arte, viviamo un forte straniamento nei confronti dell’immagine, in quanto questa si pone a noi senza filtri e apparentemente non ci richiede alcuna analisi. Quando siamo di fronte a un quadro di Caravaggio vediamo l’immagine e per noi è come se fosse sempre esistita, in qualche modo, nel mondo. Certo molti di noi si lasciano sfuggire fra i denti un “che bravo Caravaggio” perché pensano al fatto (miracoloso) che l’ immagine che hanno davanti un tempo, prima di essere dipinta, semplicemente era una tela bianca. Ecco che l’arte visiva si pone a noi nel peggiore dei casi come un qualcosa di dato (in quanto apparentemente è dato in modo subitaneo ai nostri sensi) e nel migliore come un atto di creazione (quasi divino) più che creativo. È questo tipo di atteggiamento nei confronti dell’immagine che pone poi, molte persone (in modo non colpevole) nella posizione di chiedersi se l’arte non rappresentativa sia davvero arte. Ecco perché operazioni varie come quella che state per leggere sono fondamentali per riportare all’occhio dei lettori l’immagine non come mero accompagnamento dello scritto, ma come operazione sinergica e organica. Per ogni frammento letterario troverete una rappresentazione che riesce a svolgere ogni volta una funzione differente nei confronti del racconto: riassumendolo, ampliandolo o proseguendolo. Quella che vi apprestate ad osservare non è soltanto una catalogazione di immagini ma anche un vero è proprio spaccato sullo stato di salute che l’arte figurativa vive attualmente intorno a noi. Passiamo con agilità attraverso stili e materie dell’arte completamente diverse, dal realistico all’astratto dal collage all’acquerello, dal pennarello al disegno grafico di matrice pubblicitaria. Le ispirazioni sono innumerevoli, dall’espressionismo alla pop art fino alla grafica pubblicitaria di fine secolo passando per la rappresentazione futuristica e il fumetto di matrice italiana (un realismo molto sintetico e impattante). Un’altra occasione che il volume che abbiamo in mano ci fornisce è quella di vedere i soggetti e come si ripetono e reinterpretano nella storia. La donna, ad esempio, è figlia di tantissime visioni e sperimentazioni, dalla donna mistica a quella conturbante alla donna spaventosa ed evocativa. I ritratti e le scene di vita quotidiana, oggi ritornati alla ribalta grazie agli strumenti che ne hanno determinato la fine un secolo e mezzo fa (ovvero la fotografia). Come spesso succede quando una nuova tecnologia invade l’arte immediatamente viene utilizzata quanto più possibile per poi tornare indietro successivamente, quando lo stile o lo strumento sono stati sufficientemente esplorati non solo dal pubblico ma anche e soprattutto dagli artisti. Un esempio quotidiano lo vediamo nella differenza di design delle insegne dei negozi fra gli anni novanta e oggi. Trent’anni fa si preferiva una grafica bombata, in 3D, che uscisse fuori dall’insegna e dimostrasse flessioni e contorsioni varie. I programmi di grafica avevano da poco perfezionato questa opzione potenziandola e mettendola nelle mani di ogni grafico di provincia che non poteva esimersi dall’usare l’ultima arma apparsa nel suo arsenale. Oggi invece preferiamo scritte minimali e loghi semplici e piatti, che dovranno abbinarsi alla nostra pagina web e dovranno essere riconoscibili nelle piccole icone dei cellulari. Non ci interessa più utilizzare le tre dimensioni nel design di uso quotidiano, e non solo perché “non sono più di moda” ma perché i grafici lo hanno esplorato e utilizzato mentre i programmi, migliorandolo sempre di più e rendendolo sempre più semplice da rendere, così semplicemente, per qualche pionieristica ragione, hanno perso di senso. Questo fenomeno succede spesso e fa parte del processo creativo, una corrente, una direzione in cui la generazione d’artisti si muove. Oggi questo tipo di tendenza esiste ancora, ma il numero di artisti con una certa padronanza della tecnica è divenuto così alto e le tecniche da loro individuate sono così tante che non è facile seguire l’onda che guida questa generazione di artisti, e forse è proprio questo il fenomeno interessante, centinaia di visioni del mondo alimentate da migliaia di immaginari e punti di vista differenti. Una raccomandazione, infine, ai lettori che sono riusciti ad arrivare indenni alla fine di questa prefazione: spesso guardiamo le immagini in grande velocità senza fermarci un attimo dicendo semplicemente che sono belle o meno, credendo di averle assorbite, il consiglio potrebbe sembrare banale ed è il seguente: contate fino a venti, fino a trenta e intanto guardare l’immagine senza lasciarsi distrarre dal mondo rumoroso e pressantemente circostante. Vi accorgerete che si tratta di tutta un’altra esperienza e che le immagini man mano che le si guarda si lasciano percepire in modo differente, svelandoci la loro magia.

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China Pavilion / Venice Architecture Biennale 2023

sabato 16 dicembre 2023

Alexandre Diop: Hood Rich / Jeffrey Deitch New York

Il cavaliere azzurro di Vasilij Kandinskij, Franz Marc e con la cura di Klaus Lankheit (SE)

“Il Cavaliere Azzurro” (Der Blaue Reiter), un almanacco di grande formato con illustrazioni a colori, uscì a Monaco di Baviera nel 1912. L’iniziativa della pubblicazione fu presa da un gruppo di pittori, musicisti e scrittori d’avanguardia tedeschi e russi che si raccoglieva intorno a Wassily Kandinsky e a Franz Marc. Accolto dalla reazione rabbiosa della critica ufficiale e dall’entusiasmo degli intellettuali più avanzati, il libro-almanacco divenne subito il punto di riferimento obbligato del vasto moto di rinnovamento artistico e culturale degli anni precedenti la prima guerra mondiale. È oggi considerato come il più significativo documento programmatico dell’arte del XX secolo, un «manifesto» estetico e spirituale che ha esercitato un’influenza determinante sulla cultura europea. 


 

Il Muro della Gentilezza arriva a Milano - Donna Moderna

Il Muro della Gentilezza arriva a Milano - Donna Moderna

Cats debutta a Milano al Sistina Chapiteau con Malika Ayane - MilanoFinanza News

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Un capolavoro del Beato Angelico al Museo Diocesano di Milano

Un capolavoro del Beato Angelico al Museo Diocesano di Milano

90° HAPPY BIRTHDAY: DOMENICA 17 DICEMBRE IL CONSERVATORIO DI MUSICA "TITO SCHIPA" DI LECCE CELEBRA IL SUO COMPLEANNO E INAUGURA IL NUOVO ANNO ACCADEMICO AL TEATRO POLITEAMA GRECO CON I CARMINA BURANA

Posti esauriti e grande attesa al Teatro Politeama Greco di Lecce per il concerto ideato per celebrare i 90 anni del Conservatorio di Musica "Tito Schipa" di Lecce. Domenica 17 dicembre alle 18:30 in scena un appuntamento davvero speciale che inaugura il nuovo anno accademico dell'Istituto di Alta Formazione del MUR (settore Alta Formazione Artistica e Musicale italiana). Nato come Liceo musicale salentino, anche per la generosa lungimiranza del celebre ”usignolo di Lecce” Tito Schipa, con Statuto approvato con decreto del Prefetto di Lecce del 21 novembre 1933, attualmente il Conservatorio è presieduto da Luigi Puzzovio e diretto da Corrado De Bernart. Per festeggiare questa ricorrenza, l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio, formata da oltre ottanta elementi tra studentesse e studenti, docenti e alcuni ex allievi, e i circa 100 interpreti de La Chorus (Lucania & Apulia Chorus) e del Coro di voci Bianche Juvenes Cantores (Maestro dei cori Luigi Leo), proporranno la cantata scenica Carmina Burana composta da Carl Orff. Il concerto, con la direzione del Maestro Giovanni Pellegrini (non Michele Nitti come comunicato in precedenza), ospiterà anche i solisti Claudia Urru (soprano), Vincenzo Franchini (controtenore) e Guido Dazzini (baritono). Immagine cardinale di questa cantata teatrale è la ruota della fortuna, che dispensa ora la buona, ora la cattiva sorte. È la parabola della vita umana soggetta a continui cambiamenti: per questo motivo il coro fa appello alla dea della fortuna («O Fortuna, velut luna»), che introduce e conclude la serie dei canti profani. La serata, condotta dal giornalista Marcello Favale, è organizzata con il patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Camera di Commercio di Lecce e, grazie alla collaborazione con Confindustria Lecce, con il sostegno di BBC Terra d’Otranto, Trans Adriatic Pipeline, Sud Gas, Armafer, Ilmea.

«I Carmina Burana sono la prima opera del Trittico dei Trionfi completato dai Catulli Carmina (Ludi Scaenici) e dal Trionfo di Afrodite. Il compositore tedesco Carl Orff venne a conoscenza di 325 testi poetici medievali in latino, in tedesco medio-alto e in francese, redatti fra il XII e il XIII secolo e contenuti nel manoscritto Monacensis Latinus 1660, custodito dal 1803 nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera», scrive la studentessa Maria Grazia Carrozzo nelle note di sala. «Furono chiamati “Burana” in quanto provenienti dall’abbazia bavarese di Benediktbeuern (Bura Sancti Benedicti). Erano giunti a Monaco in seguito all’editto napoleonico che decretava la secolarizzazione dei monasteri. Orff ne rimase così affascinato che compose di getto i primi due dei ventiquattro brani che costituirono il lavoro finale. Orff collaborò con il filologo Michel Hofmann per quanto riguarda la scelta dei carmina: prevalentemente di carattere amoroso e volti alla parodia della tradizione dei Minnesänger. La stesura dei Carmina Burana coprì il biennio dal 1935 all’agosto del 1936. La diffusione di testi è da attribuirsi ai “clerici vagantes”, cioè a studenti girovaghi che vivevano ai margini della società, spostandosi in Europa per raggiungere le varie sedi delle neonate università. Dal punto di vista musicale l'opera è caratterizzata dalla costante presenza ritmica compressa in grandi ostinati».

Conservatorio di Musica Tito Schipa
via Vincenzo Ciardo - Lecce
Info 0832344267 - www.conservatoriolecce.it


 

venerdì 15 dicembre 2023

Vanessa Di Lodovico: «Attraverso l'arte trovo me stessa» - Zonalocale

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Presente e passato del Giappone insieme al Museo d’Arte Orientale di Torino | Sky Arte

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Il quadro-scandalo in Francia e i nudi nell’arte (spoiler: quelli maschili sono spesso più interessanti)- Corriere.it

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Nel centro storico di Bitetto fine settimana nel segno di Vinarte: percorso fra arte, fiori e gusto - la Repubblica

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Nel primo mese quasi 30mila visitatori per Tolkien alla Gnam - Arte - Ansa.it

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