Gli scritti sull’arte di uno dei maggiori poeti in lingua italiana del Novecento, raccolti in un agile volume con 23 illustrazioni a colori.
Nella sua lunga vita Giorgio Orelli, tra i
maggiori poeti di lingua italiana del secondo Novecento, è stato più
volte sollecitato da musei, gallerie e soprattutto dai suoi stessi amici
artisti a scrivere e a leggere in pubblico testi di presentazione per
mostre e cataloghi, poi ripresi da giornali e riviste. Per parlare di
pittura, scultura, incisione e disegno senza tuttavia improvvisarsi
critico d’arte, Orelli inventa le sue metafore e i suoi modi di dire, e
una forma saggistica ora concentrata, ora più divagante e pronta a
sconfinare nel racconto. I testi qui raccolti da Ariele Morinini
rivelano un’idea di arte in cui trovano posto anche artisti poco
conosciuti, ma che dimostrano di possedere, oltre alle indispensabili
conoscenze tecniche, una vera visione, perseguita senza lasciarsi
distrarre dalle tendenze del momento o dalle lusinghe della facilità. Il
volume comprende un inserto a colori con riproduzioni di una ventina di
opere degli artisti esaminati (Ubaldo Monico, Giuseppe Bolzani, Italo
Valenti e Carlo Carrà, per citarne alcuni) e un saggio del curatore che,
oltre a contestualizzare la “critica d’arte” di Orelli, mostra come la
pittura sia entrata nella sua poesia, in un processo di scambio tra arte
dei colori e delle forme spaziali e arte della parola.
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