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martedì 15 luglio 2025
Ogni martedì | MELPIGNANO | Visite guidate alla mostra Il Mito – Unconventional Archive che racconta i 50 anni di storia del Canzoniere Grecanico Salentino
CANZONIERE GRECANICO SALENTINO
Fondato nel febbraio 1975 per volontà della scrittrice Rina Durante, il Canzoniere Grecanico Salentino ha avuto un ruolo determinante nel preservare e valorizzare la cultura popolare del Salento, contribuendo a trasformare la pizzica in un fenomeno di rilevanza internazionale. Fin dai primi album (Canti di Terra d'Otranto e della Grecìa Salentina, Concerto 1, Come farò a diventare un mito, Concerto 2), il CGS ha lasciato un’impronta profonda nella scena musicale dagli anni ’80 fino ai giorni nostri. Dal 2007, sotto la direzione di Mauro Durante, che ha raccolto l’eredità del padre Daniele Durante (scomparso nel 2021), il gruppo ha conquistato il panorama internazionale, ricevendo recensioni entusiastiche da testate come The Guardian, The New York Times, The New Yorker e Libération, e ottenendo importanti riconoscimenti in Europa, Nord America, Asia e Oceania. Nel 2018 è stato insignito del premio come Miglior Gruppo di World Music al mondo ai Songlines Music Awards. Composto da alcuni dei più rappresentativi protagonisti della scena musicale pugliese, il Canzoniere Grecanico Salentino reinterpreta in chiave contemporanea le tradizioni della pizzica tarantata, antico rito musicale che, attraverso musica, trance e danza, aveva il potere di guarire dal morso della leggendaria Taranta. Grazie alla capacità di innovare pur restando fedele alle radici, il CGS è oggi la realtà italiana di world music più acclamata a livello globale, come sottolineato anche dal critico musicale giapponese Shinya Matsuyama. Recentemente, David Byrne – artista statunitense di origini scozzesi, fondatore e frontman dei Talking Heads, creatore dell’etichetta Luaka Bop, nonché produttore, fotografo, regista e autore – ha inserito tre brani del Canzoniere Grecanico Salentino nella sua playlist di musica italiana preferita.
CGS 50 - Il Mito è ideato e organizzato dal Canzoniere Grecanico Salentino, con la direzione artistica di Mauro Durante, con il sostegno di Regione Puglia, nell'ambito delle azioni in collaborazione con Puglia Culture, in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Fondazione La Notte della Taranta, Comune di Melpignano, Ponderosa Music & Art, MediaSoft, AMelpignano, Razmataz Live, Coolclub, Xgraph, Multiservice-Eco, Caroli Hotels, La Stalla di Pegaso, Sprech, Agorà Design, Lumino, Masseria Sant’Angelo, Le Nuove Fibre Salento, Amnesty International Italia, Fondazione Erri De Luca, Blogfoolk.
lunedì 14 luglio 2025
Papa Clemente XIII Rezzonico. Il ritratto di Anton Raphael Mengs. Ediz. italiana e inglese di Steffi Roettgen (Artemide)
In questo volume, la grande studiosa tedesca Steffi Roettgen prende in esame – critico e storico artistico – il ritratto di papa Clemente XIII Rezzonico di Anton Raphael Mengs, (Il «più bel quadro forse mai dipinto da Mengs»), oggi in collezione Fondazione Marignoli di Montecorona, a Spoleto. Sin dal Cinquecento il ritratto del papa ricopre un ruolo essenziale ed eccellente nella percezione dell’autorità e dell’onnipresenza del successore di S. Pietro. Tuttora ne danno testimonianza i ritratti della quasi ininterrotta serie della basilica romana di San Paolo fuori le mura, basati su una tradizione iconografica risalente al Medioevo. Il ritratto ufficiale era un atto programmatico sia artistico che politico. Per merito di Raffaello e di Tiziano si affermò nel ’500 una tipologia per il ritratto ufficiale del pontefice che rimase valida per tutto il ’600 e il ’700 in modo tale da renderlo distinguibile da qualsiasi altro ritratto di un dignitario ecclesiastico o profano. Un ruolo decisivo nell’aggiornamento barocco del ritratto pontificio spetta a Diego Velázquez che nel 1650 ha immortalato Innocenzo X Pamphilj in un dipinto di straordinaria bellezza e bravura pittorica. Il famoso Anton Raphael Mengs, il nuovo Raffaello, fu chiamato dopo la metà del Settecento, a fare il ritratto ufficiale di papa Rezzonico, Clemente XIII
domenica 13 luglio 2025
Le rovine di Parigi. La Comune, l'amore, la guerra e la nascita dell'Impressionismo di Sebastian Smee (Rizzoli)
Tra l'estate del 1870 e la primavera del 1871 - l'«anno terribile», secondo la celebre definizione di Victor Hugo - Parigi affrontò due disastri politici e militari: prima l'assedio da parte delle forze prussiane, poi l'esperienza della Comune, repressa dall'esercito francese con sanguinosi scontri nelle strade del centro cittadino. Nelle pagine di "Le rovine di Parigi", il critico d'arte premio Pulitzer Sebastian Smee rivela come, a fare da sfondo alla nascita del movimento impressionista, non fu un mondo di placidi giardini ed eleganti ninfee, ma furono proprio quei giorni tumultuosi. Con una prosa coinvolgente e ricca di aneddoti, Smee racconta i mesi drammatici del 1870-71 attraverso gli occhi dei protagonisti dell'Impressionismo: Manet, Morisot e Degas, intrappolati a Parigi durante l'assedio; Renoir e Bazille, arruolati nei reggimenti fuori dalla capitale; Monet e Pissarro, fuggiti dal Paese appena in tempo. E ancora Hugo, Gambetta, Baudelaire, Nadar, Zola - figure che intrecciano politica, arte, letteratura e giornalismo nel panorama intellettuale densissimo di una città in trasformazione -, tra salotti borghesi e barricate, palloni aerostatici e opere d'arte imballate per fuggire dal Louvre. E, al centro del racconto, una storia d'amore ritratta con toccante precisione: quella tra due artisti - Édouard Manet, repubblicano militante e figura centrale dell'avanguardia, e Berthe Morisot, l'unica donna a ricoprire sin dall'inizio un ruolo centrale nel gruppo degli impressionisti - che scelgono di reagire al caos con una rivoluzione silenziosa: reinventare la pittura per dare forma a un nuovo sguardo sul mondo. L'Impressionismo, infatti, preferendo la luce, il presente, il transitorio alla rappresentazione della violenza e delle rovine del suo tempo, assorbe e sublima la precarietà della condizione umana. E proprio quel senso di transitorietà, che si riflette nel mutare delle stagioni e nell'impermanenza di tutte le cose, diventerà il più grande contributo del movimento alla storia dell'arte
sabato 12 luglio 2025
Fare una mostra Fare una mostra di Hans Ulrich Obrist (UTET)
venerdì 11 luglio 2025
giovedì 10 luglio 2025
L'occhio sintetico. La trasformazione della fotografia nell’era dell’intelligenza artificiale di Fred Ritchin (Einaudi)
Fred Ritchin scrive un’analisi lucida e documentata sul destino della fotografia nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
L’occhio sintetico è uno strumento imprescindibile per interpretare criticamente il nuovo contesto visivo contemporaneo.
mercoledì 9 luglio 2025
martedì 8 luglio 2025
Opposizioni. Architettura tra Nomos e Téchne di Davide Rubbini, Xavier Costa, Alberto Polacco (LetteraVentidue)
MILANO CITTÀ CHE SALE - 2° episodio > Giovanni Testori e i Segreti di Milano: il caso dell’Arialda > 11- 31 agosto 2025 > Fabbrica del Vapore Milano
Dall’11 al 31 agosto 2025 , presso la Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne di Milano, andrà in scena il secondo episodio della mostr...