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un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

sabato 5 ottobre 2024

VI ASPETTIAMO lunedì 7 ottobre 2024 a Milano - Start h.18,00 BIBLIOTECA OSTINATA

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Nessun dipinto mi spezzerà il cuore di Sabrine El Mayel (Becco Giallo)

Trasformando ogni tela in una storia viva e universale, Nessun dipinto mi spezzerà il cuore non è solo un meraviglioso viaggio nell’arte ma una celebrazione della sua capacità di parlare al cuore di ognuno di noi.


Immagina di entrare in un mondo in cui ogni pennellata racconta una storia nascosta, dove i colori sussurrano emozioni profonde e le figure dipinte sembrano vivere oltre la tela. Tra la vita e la morte, Ofelia di Millais galleggia in un fiume di fiori, dove la tristezza si fonde con una bellezza struggente. Il dramma esplode ne L’esecuzione di Lady Jane Grey di Delaroche, un momento tragico sospeso nel tempo in cui il terrore e la dignità di una giovane regina creano un contrasto di emozioni profonde. Nel cielo vorticoso della Notte stellata di Van Gogh, il tumulto interiore dell’artista prende forma, mentre le stelle sembrano danzare avvolte in un turbinio di luce e oscurità. E poi c’è l’intimità fragile e senza tempo catturata da Toulouse-Lautrec ne Il bacio a letto, dove due corpi si uniscono in un gesto d’amore tanto dolce quanto eterno. Ogni capitolo diventa una porta su un universo di sofferenze e gioie; le pennellate rivelano le ombre interiori di artisti come Edvard Munch, che dà forma all’angoscia nell’urlo più potente che l’arte abbia mai conosciuto, o come Frida Kahlo, che trasforma il suo dolore in simboli di resistenza e identità. Sabrine El Mayel, in arte Je Suis Sabrine, ti invita a vivere le storie nascoste dietro ogni sguardo, ogni ombra e ogni luce, rivelando l’intima connessione tra l’anima dell’artista e quella di chi osserva.



Fiori di Andrea Giannetti (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Camelia, Anemone, Lilium, Peonia, Azalea: cinque fiori come espressione del pudore, dell’omaggio alla memoria e del riscatto. I protagonisti del romanzo Fiori partecipano a un programma terapeutico sperimentale della commissione Pegaso, impegnandosi a elaborare nei successivi trenta mesi una sorta di diario della loro vita quotidiana. Per tutelare la privacy del dolore che li accomuna, ai cinque partecipanti è lasciata la libertà di sostituire, o meno, il nome del proprio figlio deceduto con quello di un fiore. L’unica condizione è che ciascuno di loro includa nel testo una riflessione sul proprio futuro. Le storie s’intrecciano con continui richiami e allusioni. Ogni personaggio arricchisce la narrazione con dettagli e riflessioni personali, contribuendo a una visione collettiva e, al contempo, individuale dell’esperienza del lutto. Luigi Benotti, dopo anni, riprende la sua attività di liutaio. Molti dei suoi clienti sono ragazzi che arrivano al laboratorio con le loro chitarrine da riparare e le loro inquietudini adolescenziali. Presto, Luigi diventa un mentore per questi giovani. Con un profondo senso di pentimento, Luigi cerca di colmare la distanza che lo separava da suo figlio, imparando a comunicare meglio con i ragazzi della stessa età che aveva Anemone quando è morto.  Una teoria sostiene che alcune antiche popolazioni inviassero i giovani in guerra per liberarsene.

Qualcosa di simile sembra permeare la mente di Marika Persio, a giudicare dalla sua morbosa passione per i diorami militari, che allestisce con tenacia ed emotiva partecipazione: raffigurazioni tridimensionali in miniatura di battaglie storiche. Marika sembra trarre piacere dal controllo spazio-temporale che può esercitare sugli schieramenti contrapposti, formati da soldatini dall’aspetto di giovani guerrieri, decidendo a suo piacimento il momento dello scontro.

Francesca Liverzani continua a evocare il suo mitico viaggio di nozze a Parigi, già raccontato nei minimi dettagli molti anni prima al suo Giglio.

Patrick Holmes, convinto di poter attenuare il terrore per l’oscurità di sua figlia defunta, ottiene il permesso di fare running quotidiano nel cimitero in cui è sepolta la sua Peonia.

Arturo Merzario affoga il proprio dolore nell’alcol e cerca di fuggire il più lontano possibile dai suoi ricordi.

Mentre la personalità di ciascun personaggio si delinea sempre più chiaramente attraverso dettagli e riflessioni, l’esperimento della commissione Pegaso rivela la sua ragion d’essere solo verso il finale, svelando una realtà sconvolgente che cambierà definitivamente la prospettiva e il giudizio del lettore.

“Corro per non pensare a chi sono. Corro per pensare esclusivamente a raggiungere con la mente. Non m’importa che appaia come una stravaganza. È qualcosa di cui non posso fare a meno, per non soccombere all’orrore: non una sensazione puntuale e fugace in me, ma un sottofondo permanente.  Raggiungo con la mente e con lo spirito mia figlia, ferma nel passato e nel mondo ultraterreno in cui si trova.  Finché sarò in grado di correre, le terrò compagnia a modo mio, per mitigare lo smarrimento, il terrore che starà provando da sola, là dove si trova! Finché vivrò, le starò vicino come posso, attraverso altri che si trovano nella sua stessa dimensione, integrandomi empaticamente nell’attivazione narrativa della loro vita passata.

L’azione, infatti, dev’essere mediata. Non potrei mai farlo io direttamente. Nathalie, si spaventerebbe ancora di più!  Dopodiché, quando la raggiungerò perché sarà arrivata la mia ora, il problema non si porrà più. (un estratto dal libro)

ANDREA GIANNETTI – Filologo e scrittore, vive a Roma e insegna Filologia romanza presso l’Università degli Studi Roma Tre. È autore di romanzi, Per farti venire alla finestra, Robin editore, Roma 2012; Phosphorus, Italic, Pequod, Ancona 2019; e di una raccolta di racconti, Miliadusso e altre storie di espiazione, Italic, Pequod, Ancona 2013. Per la rivista “Nuovi argomenti” ha pubblicato i seguenti racconti. A papà glielo dico domani, NA, n. 58, aprile-giugno 2012; Visita ai laghi, NA, n. 72, ottobre-dicembre 2015; Quel che so di lei, NA, n. 62, aprile-giugno 2013. Con Fiori, nel 2023, ha vinto il “Premio Europa in versi e in prosa”, per romanzi inediti. È inoltre autore di volumi e articoli di carattere scientifico; in particolare, di edizioni critiche di testi letterari medievali provenzali e italiani.

venerdì 4 ottobre 2024

Monet. L'arte più grande di Anne Sefrioui (L'Ippocampo)

Maestro del plein air, in contrasto con l’Accademia, Monet ha rivoluzionato l’arte anticipando gli azzardi dell’astrazione e lasciandoci un’opera di vibrante modernità.


Dipingere l’istante, le cangianti forme della natura e soprattutto la luce: questo è lo scopo dell’infaticabile ricerca di Claude Monet. Con i suoi tocchi rapidi e frammentati, il capofila del movimento impressionista ha saputo restituire sulla tela l’atmosfera dei litorali normanni e il vento tra gli alberi, il baluginio del sole sulla Senna e l’abbagliante bellezza delle coste del Sud. Fino alle inesauribili variazioni delle serie dedicate alla Cattedrale di Rouen, ai covoni nei campi, ai pioppi di Giverny e alle celebri ninfee del suo giardino acquatico.



mercoledì 2 ottobre 2024

Le ville venete di Andrea Palladio (Abscondita)

 "Leggendo questo trattato, è facile accorgersi di quanto Palladio ami le ville. L'architetto non è un grande letterato: il suo stile è piuttosto faticoso, le frasi si dipanano con lentezza, ma, quando scrive delle ville, il suo linguaggio si fa più sciolto. Egli, principale esponente di un nobile classicismo, affronta con disinvoltura e, si direbbe, quasi con piacere, temi banali: dalle zanzare alla bollitura dei legumi, dal tipo di piante che crescono lungo i corsi d'acqua al problema del puzzo dei letami. Così facendo, dimostra la sua grande concretezza, il senso pratico che lo porta ad agire sempre «sul campo», mai in modo astratto, ma anzi verificando personalmente ogni dettaglio. Si comprende così come le ville siano nate esattamente per il luogo in cui si trovano: non sono oggetti interscambiabili fra loro o (come è invece spesso avvenuto, specie nel mondo anglosassone) ricalcabili e «trapiantabili» altrove. Il genius loci caratterizza e indirizza ogni progetto, in un rapporto inscindibile con il contesto naturale e con la volontà del committente. Poiché, conclude Palladio con una punta di autoironia, «spesse volte fa bisogno all'architetto accommodarsi più alla volontà di coloro che spendono, che a quello che si devrebbe osservare»." (dalla postfazione di Stefano Zuffi)




India's Outsider Artist, Looking In: Bharti Kher | Brilliant Ideas Ep. 8

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