T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

mercoledì 31 luglio 2024

Be Your myth. Arte del profumo: intervista a Cristopher DiCas | Espoarte

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Se la memoria è produzione: i due inconsci di Louise Bourgeois | Espoarte

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Quattro visioni “laterali” per raccontare Peccioli | Espoarte

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Una collezione difettosa: Kuśmirowski al MAMbo | Espoarte

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Quando l’arte fa breccia nelle imprese. Intervista a Ilaria Bonacossa e a Antonio Matonti | Espoarte

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Pascali attraverso la fotografia. Tra pellicole animate, sperimentazioni polimateriche, ritratti e performance | Espoarte

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lunedì 29 luglio 2024

Lo storico dell'arte che ha trovato (per caso) sui social un ritratto perso di Enrico VIII - Open

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Gli italiani e i musei, identikit di una passione per l'arte - Arte - Ansa.it

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La mostra “Risonanza” dell’artista cinese Zeng Zhenwei è un'esplorazione intima del mondo interiore attraverso l'ambiente circostante | Comune di Venezia - Live - Le notizie di oggi e i servizi della città

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5 mostre da vedere in Toscana questa estate | Sky Arte

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Arte, i conti del primo semestre: bene le case italiane, in calo le grandi «maision» | Corriere.it

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Creativologia. Boškov, lucertole, capezzoli, xanax e l'affascinante caso degli albi illustrati di Sergio Olivotti (SABIR)

 Da dove arrivano le idee? Esiste un metodo progettuale? L’ipotesi che il progetto segua un processo lineare e deterministico ha ancora senso? Benché le risposte siano eterogenee è comunque possibile suggerire un approccio etico al progetto. Con tono ironico e divulgativo Olivotti propone riflessioni, ipotesi e soluzioni all’atavica questione del progettare, con un focus particolare sul design dell’albo illustrato per l’infanzia.


lunedì 22 luglio 2024

L'uso delle rovine. Ritratti ossidionali di Jean-Yves Jouannais (Johan & Levi)

Mentre rade al suolo Cartagine, Scipione Emiliano rievoca il pensiero di Eraclito: «Un cumulo di macerie gettate a caso, il più bell'ordine del mondo». Ogni guerriero, si convince Scipione, è l'artigiano di una nuova armonia universale. Eppure, stando ad Albert Speer e Victor Hugo, non tutte le rovine sono uguali, e farle bene è un'arte. Il primo plasma edifici destinati a produrre belle vestigia; il secondo, “critico d'arte marziale”, rimane folgorato alla vista di una torre sventrata, tanto da farne la matrice della nuova estetica romantica. Le rovine forniscono modelli all'arte, ma accade anche il contrario, se è vero che le bombe alleate si ispirano alle Rovine della vecchia Kreuzkirche, dipinte da Bernardo Bellotto nel 1765, per decidere il volto che avrà Dresda il mattino del 15 febbraio 1945. Neanche una promessa di distruzione può interrompere lo spettacolo della guerra. Così, nel bel mezzo di un raid aereo, la gestora di un cinema tedesco rimuove le macerie che impediscono la proiezione di un film di propaganda nazista. A pochi chilometri da lei, il Merzbau di Kurt Schwitters è tornato al suo stato originario di scorie disseminate per le strade della città, da dove l'artista le ha raccolte anni prima per elevarle a opera d'arte. Quello che Jean-Yves Jouannais ci presenta in queste pagine è un cenacolo esclusivo di eroi ossidionali - ovvero ossessionati dagli assedi - che, senza rinnegare il loro impegno alla causa bellica, ne hanno emendato le leggi, sentendosi più inclini all'arte. Dall'antichità ai giorni nostri, abitano spazi spettrali, costellati di detriti che l'autore descrive con allucinato realismo, tanto che al lettore sembrerà di toccare con mano la materia incandescente delle rovine di Berlino, Ebla, Halberstadt, Luoyping, Amburgo, Dura Europos o Stalingrado.



Narrazioni atlantiche e arti visive 1949-1972. Sguardi fuori fuoco, politiche espositive, identità italiana, americanismo/antiamericanismo a cura di Lara Conte, Michele Dantini (Mimesis)

Il libro si propone di riflettere sulla complessità degli scambi transatlantici tra il 1949 e il 1972, analizzando momenti di incontro e confronto attraverso i viaggi degli artisti, la circolazione delle informazioni, le politiche culturali, le mostre, le dinamiche del mercato e del collezionismo, nella costante oscillazione tra "attrazione e rifiuto". Lo sguardo "fuori fuoco" definisce la necessità di sondare una zona non completamente cristallina, uno spazio più opaco che implica uno slittamento rispetto alla visione normalizzata veicolata dalla grande narrazione, parallelamente alla costruzione di una dimensione di "identità italiana" e alle dinamiche che sollecitano a prendere in considerazione la questione dell'"americanismo e dell'antiamericanismo", ma anche il tema cruciale dell'internazionalismo, nella divaricazione tra questioni tattiche e necessità motivazionali o in relazione alla rimodulazione dei punti di vista e delle ideologie.



lunedì 15 luglio 2024

L'arte contemporanea in 10 artisti di Giuseppe Nifosì (Laterza)

Pollock, Rothko, Fontana, Burri, Hopper, Bacon, Abramović, González-Torres, Mueck e Hirst. Le vite, le storie e le opere di dieci artisti esemplari ci fanno attraversare e scoprire il volto della scena dell’arte contemporanea.

«Parola d’ordine: divulgare. Diffondere, quindi, il sapere, lo studio, l’approfondimento e la ricerca. Tra la gente comune, ma soprattutto tra i giovani, menti propositive del domani. Giuseppe Nifosì, storico dell’arte e dell’architettura e docente di Storia dell’arte, da sempre incarna la figura del divulgatore e lo fa questa volta attraverso questo libro.» - Valentina Nuzzaci, La Gazzetta del Mezzogiorno


L’arte contemporanea è specchio sensibilissimo delle tensioni, delle contraddizioni, della bellezza e degli orrori del nostro tempo. Un tempo a noi così vicino che può indurre a ritrarci, interrogandoci sul suo senso. Ma basta avvicinarla, con pazienza, ripetutamente, e si impara a conoscerla, se ne trovano le chiavi di lettura, gli intenti.



L'arte di Shepard Fairey. Ediz. illustrata di Giuseppe Pizzuto, Shepard Fairey (Skira)

In occasione dei 35 anni di produzione artistica e della prima personale di Shepard Fairey (Obey) in Italia (curata dall'artista stesso e dalla galleria Wunderkammern), questa monografia presenta un ricco corpus di opere del celebre street artist americano, comprendente i lavori più significativi della sua carriera, affiancati da pezzi unici realizzati appositamente per l'occasione. Shepard Fairey (Charleston, 1970) è l'artista dietro Obey. Noto per il celebre manifesto HOPE, ritraente Barack Obama ed emblema della campagna presidenziale del 2008, Obey si distingue per uno stile essenziale e audace dalla palette minimalista guidato dalle culture dell'hip hop e del punk che hanno insegnato all'artista a mettere in discussione le convenzioni sociali. È questa la poetica con cui Fairey anima tutte le sue opere invitando il pubblico a interrogarsi su tematiche di grande rilevanza sociale. Alle tematiche più rappresentative dell'arte di Shepard Fairey si ispirano le sezioni della monografia: Propaganda; Pace e giustizia; Ambiente; Musica; Nuove opere. Introdotto dai saggi di Giuseppe Pizzuto, Edoardo Falcioni e da uno statement dello stesso Obey, il volume si apre con alcune delle immagini più significative della produzione dell'artista sul tema della propaganda, partendo dall'immancabile HOPE con il volto di Obama che tanto entusiasmo e speranza suscitò nel 2008. Si prosegue poi attraverso i lavori della sezione Pace e giustizia in cui, grazie alla potenza delle immagini, Shepard Fairey pone l'attenzione su tematiche quali diritti umani, abuso di potere, guerra e pace. Suggestive e potenti sono le opere della sezione Ambiente dove l'artista desidera aprire un dialogo con lo spettatore ricordandogli l'importanza della collettività nella salvaguardia del nostro pianeta. Il messaggio universale dell'artista trova espressione anche nella sezione dedicata alla Musica. Di questa forma d'arte Fairey ammira in particolar modo universalità e accessibilità; lui stesso cita come sue fonti d'ispirazione principali gruppi musicali come i Sex Pistols, i Black Flag, Bob Marley e i Public Enemy. La monografia si conclude con le nuove opere, eseguite da Obey tra il 2021 e il 2024, e le illustrazioni Rubylith.



ART GALLERY CHELSEA 20th ST JULY 2024 @ARTNYC

Tomas Redrado, "The Contemporary Art Guru" by City Life Guru

venerdì 12 luglio 2024

Realizzare una mostra d'arte contemporanea- Spazio Mecenate Roma

Judy Chicago: “Il corpo delle donne è la mia arte” - la Repubblica

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Se vuoi salvare la Natura, conserva l'Arte. E viceversa - il Giornale

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Un libro su Frida Kahlo a 70 anni dalla scomparsa | Sky Arte

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Antonia ed Enzo Fiermonte amanti della vita e dell’arte - Il Sole 24 ORE

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Monumento alla simpatia per Daniele Brasili in arte Bello de zio

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mercoledì 10 luglio 2024

Biagio Gibilterra "Non ho più sogni, sono felice" presso L'Era Art Gallery Dorsoduro Venezia

Filmato ridotto del Finissage Mostra Arte contemporanea

Burlesque: forma d’arte vintage che condivide un messaggio attuale | Giulia Di Quilio | TEDxPescara

Marino Marini. Arcane fantasie. Ediz. illustrata a cura di Sergio Risaliti (24 Ore Cultura)

Il catalogo della mostra dedicata a Marino Marini presso il Forte di Bard (Aosta) dal 15 giugno al 3 novembre 2024 accoglie e restituisce la complessità della sua opera artistica, mettendo in luce le principali fonti di ispirazione e i temi portanti della sua ricerca. Il suo linguaggio, la sua ricerca di radici nel primordiale, si perfezionò grazie anche ai contatti che ebbe con i protagonisti delle avanguardie del primo Novecento a Parigi, dove si legò a Giorgio de Chirico, Alberto Magnelli e Filippo de Pisis. È qui che riconobbe il fascino di certe tematiche legate al mondo del circo e della danza, temi affrontati tra fine XIX e inizio XX secolo in arte e letteratura. Non sorprende, quindi, di trovare a fianco dei personaggi del circo e delle fiere, il cavallo, spesse volte con cavaliere, la cui fantasia, nel caso di Marino, pare servire ad agganciare l’immaginario arcaico – espressione di un legame primordiale tra uomo e natura – a quello del moderno, entrambi collegati tra loro a una critica della nuova società industriale.




martedì 9 luglio 2024

Federico Barocci Urbino. L'emozione della pittura moderna. Ediz. illustrata a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Luigi Gallo (Electa)

Il volume accompagna la mostra omonima allestita a Urbino, presso la Galleria Nazionale delle Marche dal 19 giugno al 6 ottobre 2024. In occasione dell'anno di Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024, la Galleria presenta la prima grande monografica dedicata da Urbino a uno dei suoi figli più illustri: Federico Barocci (1533-1612). Pittore, straordinario disegnatore e innovativo incisore, Barocci segna per quasi un secolo la scena artistica italiana ed europea. Nonostante la scelta di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali e mecenatistici, egli riesce a imporsi con tenace fatica come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del Cinquecento. Diretto interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere, Barocci partecipa in modo autonomo alle poetiche spirituali della Controriforma. La sua pittura mescola con cultura e sensibilità i riferimenti dell'alto Rinascimento con modelli più attuali, creando un binario parallelo rispetto al canone tradizionale della storia dell'arte. Erede del classicismo raffaellesco, ispiratore del naturalismo dei Carracci e attento interlocutore del colorismo di Tiziano e Correggio, nell'ultima fase della sua carriera l'artista intuisce i successivi sviluppi del caravaggismo, creando pale d'altare in chiaroscuro le cui figure monumentali anticipano il linguaggio barocco. La mostra, e così il catalogo che la accompagna, accoglie oltre 80 tra dipinti e disegni e si articola in otto nuclei narrativi, declinati secondo un ordinamento che lega la successione temporale dell'opera di Barocci ad una presentazione diacronica organizzata seguendo i diversi temi della sua pittura: l'ambiente urbinate, con i ritratti dei suoi protagonisti; la messa a punto della grande macchina della pala d'altare, ispirata ai principi della Controriforma; l'inedita sensibilità naturalistica, nata dal continuo confronto con il contesto ispiratore del paesaggio urbinate, fino alle ultime, struggenti opere nelle quali il colore si sfalda diventando pura emozione cromatica





Arte e fascismo di Vittorio Sgarbi (La nave di Teseo)

 Vittorio Sgarbi racconta come mai prima d'ora l'arte durante il Fascismo: vent'anni di grandi maestri e capolavori nascosti che Sgarbi recupera dall'oblio distinguendo gli artisti dalla tragica parabola politica che li ha accompagnati. Una lectio appassionata sull'arte che è più forte di qualsiasi regime, e che rappresenta da sempre la sfida più libera alle derive del potere.

«Il Fascismo è l’opposto dell’Arte, ma non c’è Arte che il Fascismo possa limitare. L’artista può fare qualunque cosa gli chieda il potere, ma la sua idea sarà più forte di quel potere.»


“Un ventennio. Vent’anni del Novecento, dalla marcia su Roma nell’ottobre 1922 al drammatico epilogo della seconda guerra mondiale nel 1945, che sono stati giudicati dalla storia come il momento più triste del secolo che abbiamo alle spalle. Gli stessi anni, nell’arte, sono il tempo di ‘Valori Plastici’, di ‘Novecento’, del gruppo di artisti che si raccoglie attorno a Margherita Sarfatti. Una tale ricchezza di esperienze, autori, circoli che ha fatto dire a una grande studiosa, Elena Pontiggia, che ‘gli anni trenta non sono un decennio, mi fanno pensare a un secolo’.” Vittorio Sgarbi segue il filo dell’arte in una storia che inizia prima del Fascismo, che dentro il ventennio cresce, e dopo il Fascismo viene spazzata via insieme alla naturale condanna del regime. Sgarbi distingue l’espressione artistica dal potere e per questo, a fianco di de Chirico, Morandi, Martini, salva dall’oblio Wildt, Guidi, la grande stagione dell’architettura e della grafica, ma anche Depero, il Futurismo e oltre, fino alla rivelazione di due scultori formidabili mai apparsi all’onore della critica, Biagio Poidimani e Domenico Ponzi. “Un crocevia di dimenticanze e di rimozioni ha reso difficile la ricostruzione dello stato dell’arte durante il Fascismo. Ci sono voluti decenni, ma alla fine la verità storica si impone. Per capire chi siamo stati, come siamo stati e a quale storia apparteniamo.” (Dalla prefazione di Pierluigi Battista)


giovedì 4 luglio 2024

La prima mostra di arte contemporanea al Museo dell'Acropoli di Atene | Sky Arte

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La stazione metro Vittorio Emanuele a Roma diventa un'opera d'arte di Esther Stocker

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Arte, con scultura 'Vortice di eccellenza' Federica Zianni vince la prima edizione di Immagina

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Arte: video sul crocifisso di Miglionico per Terre di Luce - Notizie - Ansa.it

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Il progetto “Qui dove ci incontriamo” coinvolge tre gallerie d'arte italiane

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Workshop "Sostenibilità & Arte"

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martedì 2 luglio 2024

STREET ART - Vandali o Artisti? di Donato Di Poce (Archivio Carmelo Bene Lecce 15/06/24)

“STREET ART. Vandali o Artisti?” Risponde Donato Di Poce in un libro

La forza dell’arte al tempo del fascismo

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Mostre: la Wildlife Art di Tiziana Sanna al Centro Arte Perini

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Il progetto “Qui dove ci incontriamo” coinvolge tre gallerie d'arte italiane

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National Gallery Singapore, scopri la più grande collezione pubblica di arte moderna del Sud-est asiatico

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Tra arte, cultura e tradizioni, dalla Rocca di Mondolfo ai Trabucchi - Il Sole 24 ORE

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Clet a Gorizia, così rendo arte la segnaletica stradale - Il Piccolo

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lunedì 1 luglio 2024

Inaugurazione Mostra Eda Urbani, pioniera del fotogiornalismo femminile in Italia

Bibbiena, 01 luglio 2024 – La Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) è orgogliosa di annunciare l'inaugurazione il prossimo 12 luglio della mostra "Scatti di libertà" dedicata a Eda Urbani, figura rivoluzionaria nel panorama fotografico del XX secolo e una delle prime e più influenti donne fotoreporter italiane.

 

La mostra rientra nel programma ufficiale del Festival della Fotografia Italiana,la nuova manifestazione annuale voluta dalla FIAF dedicata esclusivamente alla nostra cultura iconografica nella sua evoluzione storica e contemporanea, che ha inaugurato a Bibbiena (AR) lo scorso 14 giugno.

 

Eda Urbani (Livorno, 1908 – Torino, 2001) ha segnato il panorama fotografico con la sua straordinaria sensibilità e innovazione, esercitando un'influenza duratura sulla fotografia contemporanea. La sua carriera, iniziata negli anni Trenta, rappresenta un viaggio artistico e personale in cui ha sfidato le convenzioni sociali e professionali del suo tempo. Le sue fotografie offrono una sinfonia visiva incentrata sul mutamento dell’anima, un viaggio ricco di sbandamenti e rivelazioni, capace di aprire e chiudere interi capitoli seguendo il ritmo serrato del click della macchina fotografica, dove ogni scelta morale o professionale viene presa in favore del proprio sentire.

 

La mostra "Scatti di libertà" è un omaggio alla variegata esperienza di questa donna straordinaria e una rara occasione per ammirare le sue fotografie originali. 

 

Le immagini di Eda Urbani spaziano tra diversi soggetti e stili. Bambini immortalati negli anni dell’innocenza e fotogrammi patinati ottenuti dall’innato gusto estetico si affastellano in una cornice dal sapore bohémien. E ancora, troviamo paesaggi plastici catturati con la medesima delicatezza che si riserva allo studio del corpo, ritratti istrionici che si mischiano ad attente auto-indagini identitarie, e il mondo animale che, accompagnato da un consistente effetto monocromatico, sprigiona tutto il suo vigore evocativo.

 

Il patrimonio iconografico lasciato da Eda Urbani è vasto e continua a riservarci molte sorprese. I suoi appunti visivi rivelano come la fotografia fosse per lei un mezzo salvifico, un passaporto sensoriale per evadere dai ruoli convenzionali. Incontrare l'arte di Eda Urbani significa sospendere l’atteggiamento critico verso l’immaginazione, compiendo un atto di fede in ciò che si osserva e seguendone il richiamo narrativo. Eda Urbani eccelle anche in questo. La sua capacità di sospendere l’incredulità è pari al suo desiderio di esplorare e mettere in dubbio la bellezza, invitando lo spettatore a una riflessione profonda e coinvolgente.

 

“Quando ho visto per la prima volta le fotografie di Eda Urbani, non ho potuto fare a meno di collegarle al film 'Povere Creature' di Yorgos Lanthimos”, racconta Denis Curti, curatore della mostra. “L'incantevole e spregiudicata Bella Baxter mi ha subito ricordato Eda Urbani. Entrambe portano a compimento la loro esistenza attraverso una sinfonia visiva incentrata sul mutamento dell’anima. La mostra rappresenta un'opportunità unica per esplorare il ricco e complesso universo di una delle più grandi fotografe del XX secolo.”

 

La mostra "Scatti di libertà" di Eda Urbani rimarrà aperta per tutta la durata del Festival della Fotografia Italiana (6 ottobre 2024).

 

Biografia di Eda Urbani

 

Nata a Livorno nel 1908, Eda Urbani ha iniziato la sua carriera come fotoreporter negli anni Trenta, collaborando con testate internazionali in Spagna fino allo scoppio della Guerra Civile nel 1936. Stabilitasi a Torino nel 1937, ha lavorato per la Gazzetta del Popolo, realizzando reportage di straordinaria bellezza storica e documentaristica. Dopo la Seconda guerra mondiale, si è reinventata come creatrice di moda e arredatrice, fondando la rivista Novità, oggi Vogue Italia, e avviando un'industria di mobili dal design innovativo a Rio de Janeiro.

 

 

Scheda della mostra “Scatti di libertà” di Eda Urbani

Inaugurazione venerdì 12 luglio, ore 18.00

Data: 12 luglio – 6 ottobre

Luogo: Castello dei Conti Guidi, Piazza della Repubblica, 1, 52014 Poppi (AR)

 

 

Per ulteriori dettagli: https://www.festivalfotografiaitaliana.it/ 

 

 

FIAF

Fondata nel 1948 a Torino, la FIAF è un'Associazione senza fini di lucro, attenta da sempre alle tendenze e alle istanze culturali della fotografia italiana, che si prefigge lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia su tutto il territorio nazionale. In oltre settantacinque anni di storia la FIAF non ha cambiato il suo originale intento e oggi annovera circa 5.000 associati e 500 circoli affiliati, per un totale di oltre 40.000 persone coinvolte nelle attività dell’Associazione, accomunate dalla passione per il mondo della fotografia e a cui fornisce molteplici servizi, dai più pratici mirati al sostegno alle organizzazioni a quelli rivolti alla formazione e alla crescita culturale di ogni singolo associato. www.fiaf.net

 




Artists Wanted! 10 Open Calls for Artists (& Where To Find Them)

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