T.A.Z. Weblog Party

un nuovo "territorio mentale", che elude le normali strutture di controllo sociale

mercoledì 30 luglio 2025

La potenza dello sguardo. Sulla fotografia di Luigi Ghirri di Riccardo Panattoni (Marsilio Arte)

 Perché ogni volta che si scorre la produzione di Luigi Ghirri emergono tratti talmente peculiari da rivelare sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato, che ci consente di farlo uscire dal cliché in cui si corre il rischio di collocarlo? E perché, mentre guardiamo una delle sue fotografie, viene voglia di vederle tutte in sequenza, ognuna mostrando un lato irrinunciabile del nostro stesso modo di guardarle? Per indagare sul mistero che le opere di Ghirri non cessano di evocare, Riccardo Panattoni prende le mosse da quattro tra le più celebri e, mescolando percezioni visive e riflessione filosofica, mette in discussione le modalità di esperire e di pensare il tempo, lo spazio, le relazioni e il paesaggio come «nostra cifra epocale». Si interroga sul permanere dell’umano in un mondo in cui la moltiplicazione delle immagini a un ritmo sempre più vertiginoso è ormai assurta a paradigma e che l’opera di Ghirri costringe a tornare sulla linea di confine tra conosciuto e ignoto, tra assenza e presenza, tra memoria e futuro. Nella speranza che la fotografia possa continuare a essere anche oggi quello che è stata fin dall’inizio per Luigi Ghirri: «una grande avventura, del pensiero e dello sguardo, un giocattolo magico che riesce a coniugare il grande e il piccolo, le illusioni e la realtà, il tempo e lo spazio, la nostra adulta consapevolezza ed il fiabesco mondo dell’infanzia»






A Montegiordano la mostra d'arte contemporanea di Pino Lacava, dove poesia e arte sono di casa

26 LUGLIO 2025 - VIESTE: “NELLA MENTE DEL MAESTRO”, LA MOSTRA DI SALVADOR DALÍ FINO AL 31 AGOSTO

Arborescenza Terrestre – Cibo, arte e radici | Giusi Falco intervistata

23 LUGLIO 2025 - BARI, SECONDO INCONTRO SULL'ARTE CONTEMPORANEA

domenica 20 luglio 2025

Il Vittoriale degli Italiani di Gabriele d'Annunzio nelle fotografie di Dante Bravo (1925-1931). Ediz. illustrata (Skira)

 Tra il 1925 e il 1931 il fotografo Dante Bravo conduce, su commissione di Gabriele d'Annunzio, una serie di riprese fotografiche nel complesso monumentale del Vittoriale degli Italiani e nelle stanze della Prioria, allo scopo di documentare e testimoniare sia il procedere dei lavori di realizzazione del grande progetto della "Cittadella della memoria", dedicata alla vittoria italiana nel primo conflitto mondiale e alle imprese belliche del Poeta, sia l'allestimento di alcuni significativi ambienti della dimora dannunziana, tra i quali la Camerata di Gasparo, la stanza di Leda, il Cenacolo o stanza delle Reliquie, la stanza di Cheli. Di quella serie di scatti restano circa 180 stampe che vengono per la prima volta integralmente pubblicate in questo volume, organizzate in una sorta di ideale percorso che racconta la complessità e i significati dell'ultima opera poetica, e autobiografica, di Gabriele d'Annunzio




Optimizing a 69-Square-Meter Paris Apartment For a Family of 5 | Architectural Digest

How to Shop A Flea Market Like A Pro | Brimfield | Architectural Digest

Touring Carrie Bradshaw’s ‘And Just Like That’ Season 3 Home | Set Tour | Architectural Digest

venerdì 18 luglio 2025

Ad Amsterdam con Van Gogh. Un autentico falso Ad Amsterdam con Van Gogh. Un autentico falso di Federica Graziani (Perrone)

Amsterdam: di certo non una terra, ma l’invenzione di una vita strappata al mare da certi ostinati. Qui, dove l’acqua allaga le intenzioni e le finestre senza tende sono un altolà per chi guarda, la città è una figura della discrezione. Un’entità che si rannicchia, si piega. E nelle sue ritirate incassa fatti, episodi, vicissitudini, permettendo che nel silenzio accada quello che tutti sanno accadere. Questo libro è un invito a immergersi, come fa un palombaro, per scandagliare la stratigrafia dell’anima di Mokum Alef. Un viaggio tra i reperti del suo fiume-deposito e le vite di chi, come Van Gogh, cercò di mostrare “cosa c’è nel cuore di uno strano”. Seguendo le tracce che lui non ha lasciato, mentre per strada passano falsari, filosofi, rivoltosi, anatroccole e biciclette rubate. Un giallo rarefatto a due voci che, come un autentico falso, svela la linea che corre tra ciò che si vede e ciò che si nasconde. In una città che si rivela solo a chi sa guardare oltre la superficie. Forse...




Hypermaremma: il museo a cielo aperto che unisce arte contemporanea, natura e comunità nella Maremma

Gianluca Marziani: il critico d'arte, un mestiere tra cura e bellezza | Eden #2

mercoledì 16 luglio 2025

L'arte dell'uomo primordiale di Emilio Villa (Abscondita)

 Il vivo interesse che Emilio Villa nutrì per le testimonianze pervenuteci dalle culture preistoriche, acuito dalla visita che egli fece alla grotta di Lascaux nel 1961, fu all’origine del presente testo, scritto negli anni sessanta e qui pubblicato per la prima volta integralmente. L’autore (che fu poeta e biblista, traduttore e impareggiabile esegeta di molti tra i maggiori talenti artistici del secolo scorso) vi dispiega la propria versatilità e acutezza affrontando questioni cruciali, quali il senso della rigenerazione attraverso il sacrificio e il rapporto proponibile tra l’arte dei nostri più antichi antenati e quella novecentesca. Ricco di geniali intuizioni, «L’arte dell’uomo primordiale» travalica i limiti convenzionali assegnati al suo oggetto e indica una direzione di ricerca all’artista contemporaneo impegnato nel tentativo di restituire energia a un mondo simbolico considerato «decaduto e devitalizzato». Come argomenta Aldo Tagliaferri nel commento annesso al testo, Villa apre un orizzonte teorico quanto mai avvincente che, da un lato, illumina lo sfondo mitico-religioso dal quale per millenni sono nate tutte le arti e, dall’altro, fornisce una importante chiave di lettura per una interpretazione complessiva della poetica villiana




Egon Schiele- Artist Biography- Expressionist Painting- Modern Art

Wang Mansheng: Conversation and Demonstration

"Genealogies" a Punta della Dogana: intervista a Thomas Schütte

L'estate delle spie di Tess Gerritsen (Longanesi)

Guardando la mar - Il nostro Chi di Anneli a Addolorato (iQdB)

Peter Fuchs, quello che compare nella foto insieme a Luhmann #9 cura di Stefano Magnolo

martedì 15 luglio 2025

Musica da fotocamera di Alberto Gedda (Fusta Editore)

 Dal mistico Alan Sorrenti al generoso Massimo Ranieri mezzo secolo di concerti vissuti, fotografati e raccontati per ritrovarsi nelle atmosfere della musica dal vivo, ma anche nelle interviste realizzate nei luoghi più diversi, nelle feste dopo gli spettacoli, nelle notti piene di pellicole e caffè. Musica da FotoCamera è un diario, certamente personale, di un'epoca musicale ricchissima e persino unica. De André, Conte, Daolio, Guccini, Fossati, Mannoia, Mitchell, Baez, Testa, Castelnuovo, De Gregori, Battiato, Stella, Lauzi, Trenet, Daniele, Bennato, Cocciante, Blues Brothers, Gianco, Berry, Comets, Rea, De Sio, Area, Jovanotti e altri ancora sono i protagonisti di un lungo racconto tra aneddoti, ricordi e fotografie che risuonano come in un vinile sul piatto del giradischi. «Il rapporto giornalista/fotografo e personaggio è complesso – scrive Alessandra Comazzi nella prefazione –. Talvolta sboccia l'amicizia, sboccia come le viole, talvolta resta la simpatia, qualche altra volta non si crea nessuna alchimia. Ma il punto è continuare a fare il proprio lavoro, ascoltare, catturare immagini. E questo libro è una restituzione: di esperienze, di sentimenti, di emozioni, di franchezza, freschezza e comprensione.» Come un concerto a più voci





Ecateion: a Vallo Mostra d’Arte Contemporanea

Termoli candidata a Capitale italiana Arte contemporanea 2027: intervista a Gianfranco De Gregorio

Termoli candidata a Capitale italiana Arte contemporanea 2027: intervista a Costanzo Della Porta

Termoli candidata a Capitale italiana Arte contemporanea 2027: intervista a Francesco Roberti

PROF. GIORGIO GREGORIO GRASSO , PROF. ALFIO BORGHRSE, MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA DOMUS OCTAVIA

I MANDALA DI LUCE di Annelisa Addolorato (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Stregoneria. Il fascino del male di Katia Bernacci (DIARKOS)

Conversazioni scomode #19 a cura dì Leonardo Elia

Ogni martedì | MELPIGNANO | Visite guidate alla mostra Il Mito – Unconventional Archive che racconta i 50 anni di storia del Canzoniere Grecanico Salentino

IL MITO – UNCONVENTIONAL ARCHIVE: SINO AL 17 AGOSTO NELLE SALE DEL PALAZZO MARCHESALE CASTRIOTA A MELPIGNANO UNA MOSTRA RACCONTA I 50 ANNI DI STORIA DEL CANZONIERE GRECANICO SALENTINO. 
OGNI MARTEDÌ LE VISITE GUIDATE INSIEME AI CURATORI DI STUDIOCONCRETO.

VENERDÌ 25 E SABATO 26 LUGLIO, SEMPRE NEL COMUNE GRIKO, UNA DUE GIORNI DI FESTA CON NUMEROSI OSPITI.

AD AGOSTO IL GRUPPO DI MUSICA POPOLARE PIÙ LONGEVO E INFLUENTE DELLA SCENA PUGLIESE SARÀ PROTAGONISTA DELLA “NOTTE DELLA TARANTA”: IL 17 A ZOLLINO CON “IL MITO” E IL 23 CON DUE BRANI SUL PALCO DEL CONCERTONE DI MELPIGNANO.


Ogni martedì alle 18:30 

ingresso gratuito | 
prenotazione obbligatoria info.studioconcreto@gmail.com)

nelle sale di Palazzo Marchesale Castriota di Melpignano sono disponibili le visite guidate alla mostra Il Mito – Unconventional Archive, dedicata ai 50 anni del Canzoniere Grecanico Salentino, il gruppo di musica popolare più longevo e influente della scena pugliese, fondato nel 1975 da Rina Durante. Curata da studioconcreto di Laura Perrone e Luca Coclite, con il contributo scientifico di Margherita Macrì, l’esposizione è aperta fino al 17 agosto 
(ingresso gratuito - info e prenotazioni 3292931124), 
il martedìmercoledì e venerdì (10:00|12:00 - 17:30-21:00),
il giovedì (17:30|21:00) e il sabato e la domenica (09:00|13:00 - 18:00|22:00)
e fa parte del più ampio programma CGS 50 – Il Mito
In questo 2025 “straordinario” sono previsti un tour internazionale, la realizzazione di un documentario, l'uscita di un nuovo album (già preceduto da alcuni singoli), residenze artistiche, incontri pubblici e soprattutto una due giorni di Festa, venerdì 25 e sabato 26 luglio sempre a Melpignano, con numerosi ospiti come Erri De LucaDakhaBrakhaJustin Adams e molti altri. 
Nel mese di agosto ci saranno poi due ulteriori occasioni per festeggiare: il Canzoniere Grecanico Salentino sarà infatti protagonista del festival “La Notte della Taranta”: domenica 17 Zollino in scena con lo show “Il Mito” con Inude, Roberto Licci e Rossella Pinto e sabato 23 sul palcoscenico del Concertone di Melpignano con due brani simbolo della storia del gruppo.

LA MOSTRA

Il Mito – Unconventional Archive, che ha privilegiato una metodologia partecipativa e relazionale, fondata sull’ascolto e sull’incontro, si configura come un archivio vivo e in costante trasformazione: materiali inediti, racconti personali, fotografie, installazioni e contributi audiovisivi restituiscono cinquant’anni di evoluzioni musicali, sociali e politiche, offrendo uno sguardo critico e immersivo su un’esperienza collettiva che ha contribuito a definire l’identità culturale del Salento e oltre. Attraverso immagini, suoni e testimonianze, il percorso espositivo accompagna il pubblico alla scoperta di un'esperienza che ha saputo trasformare la tradizione popolare in linguaggio globale. Un viaggio tra scatti esclusiviintervistedocumenti e contenuti multimediali per celebrare la forza innovativa del Canzoniere Grecanico Salentino. Articolata in tre sezioni tematiche, attraversa le principali fasi della storia del gruppo. Le origini, negli anni Settanta, tra il pensiero gramsciano, la visione pasoliniana del plurilinguismo e l’impegno di Rina Durante, intellettuale militante e fondatrice, che ha ridato voce alle culture subalterne e valorizzato la lingua grika. Le trasformazioni degli anni Ottanta e Novanta, con il passaggio di direzione a Daniele Durante, segnate dall’emergere delle Posse e dal rinnovato interesse per il tarantismo, documentato da Georges Lapassade e reinterpretato poeticamente nell’opera video Tarantism di Joachim Koester. Infine, la fase contemporanea, con l’installazione immersiva Beyond Horizons, che racconta l’evoluzione recente della band sotto la guida di Mauro Durante, subentrato nel 2007 al padre Daniele (scomparso nel 2021). 
Il Mito – Unconventional Archive non si limita a ripercorrere un anniversario, ma propone una riflessione profonda sul significato di patrimonio, trasmissione e identità, attraversando un paesaggio umano denso e stratificato, in cui la narrazione individuale si apre a una dimensione plurale. La mostra, realizzata con il sostegno della Regione Puglia nell’ambito delle attività promosse da Puglia Culture, con il patrocinio del Comune di Melpignano, si avvale dei materiali messi a disposizione da numerosi archivi e dalle Teche Rai, include opere di Joachim Koester, il progetto grafico di Walter Santomauro
l’installazione multimediale a cura di MediaSoft, e la collaborazione tecnica di SprechXgraph e Multiservice-Eco.


LA FESTA

Venerdì 25 e sabato 26 luglio il centro storico di Melpignano ospiterà poi CGS 50 - La Festa, due giorni di musica, pensiero e visione tra concerti, performance, incontri, un'area Kids con ospiti nazionali e  internazionali per raccontare non solo la storia di un gruppo, ma quella di un intero territorio che, attraverso la cultura, il suono e la danza, ha saputo parlare al mondo. Le due serate si apriranno alle 18:00 con le visite guidate alla mostraVenerdì 25 (dalle 19:00 - ingresso gratuito), i protagonisti saranno lo scrittore Erri De Luca, la band ucraina DakhaBrakhaGiulio Bianco in trio con Massimiliano De Marco e Giuseppe Anglano, l'Arneo Tambourine Project di Giancarlo Paglialunga e un incontro su Daniele Durante, rivoluzionario musicista e ricercatore salentino, tra i maggiori esperti di cultura orale pugliese, leader fino al 2007, al quale è dedicato il progetto. 
Sabato 26 (dalle 19:15 - ingresso gratuito), dopo un talk con addetti ai lavori provenienti da tutta Europa e il live di Alessia Tondo, sul palco dell’arena di AMelpignano in Piazza Antonio Avantaggiato (ore 22:00 - ingresso libero), l’attuale formazione guidata 
da Mauro Durante e composta da Alessia TondoGiulio BiancoGiancarlo PaglialungaEmanuele LicciMassimiliano Morabito Silvia Perrone 
sarà affiancata dal duo elettronico Inude e dai membri fondatori Roberto Licci Rossella Pinto, con la partecipazione di Justin AdamsMaria MazzottaAntonio CastrignanòLuca TarantinoRaffaele Casarano, e dei danzatori Laura NascostoMoira Cappilli e Davide Monaco.

IL DISCO

A settembre, con Ponderosa music records, è prevista poi l'uscita dell'album Il Mito, anticipata già dai primi quattro singoli, disponibili su tutte le piattaforme digitali. La title track Il Mito è una canzone che affonda le proprie radici nel cuore della storia del Canzoniere Grecanico Salentino, scritta da Rina Durante e musicata da Daniele Durante. Dopo la presentazione in anteprima a Propaganda Live, arriva anche una versione rimasterizzata di Taranta, uno dei brani più celebri ed amati dell'ensemble, composto dallo stesso Mauro Durante insieme a Ludovico Einaudi, che arricchisce la traccia con il suo pianoforte. Già online anche A mmera a Lecce (Dalle parti di lecce), una sorta di dichiarazione di origine controllata del Canzoniere, che rivisita questo brano tradizionale salentino con un accattivante groove, e la Quistione Meridionale, sicuramente la canzone più celebre nata dal sodalizio tra i testi di Rina Durante e le musiche di Daniele Durante. Il CGS lo ripropone con energia e pathos, ad esaltare con arguzia e sarcasmo una "questione" ancora tristemente attuale.


CANZONIERE GRECANICO SALENTINO

Fondato nel febbraio 1975 per volontà della scrittrice Rina Durante, il Canzoniere Grecanico Salentino ha avuto un ruolo determinante nel preservare e valorizzare la cultura popolare del Salento, contribuendo a trasformare la pizzica in un fenomeno di rilevanza internazionale. Fin dai primi album (Canti di Terra d'Otranto e della Grecìa Salentina, Concerto 1, Come farò a diventare un mito, Concerto 2), il CGS ha lasciato un’impronta profonda nella scena musicale dagli anni ’80 fino ai giorni nostri. Dal 2007, sotto la direzione di Mauro Durante, che ha raccolto l’eredità del padre Daniele Durante (scomparso nel 2021), il gruppo ha conquistato il panorama internazionale, ricevendo recensioni entusiastiche da testate come The Guardian, The New York Times, The New Yorker e Libération, e ottenendo importanti riconoscimenti in Europa, Nord America, Asia e Oceania. Nel 2018 è stato insignito del premio come Miglior Gruppo di World Music al mondo ai Songlines Music Awards. Composto da alcuni dei più rappresentativi protagonisti della scena musicale pugliese, il Canzoniere Grecanico Salentino reinterpreta in chiave contemporanea le tradizioni della pizzica tarantata, antico rito musicale che, attraverso musica, trance e danza, aveva il potere di guarire dal morso della leggendaria Taranta. Grazie alla capacità di innovare pur restando fedele alle radici, il CGS è oggi la realtà italiana di world music più acclamata a livello globale, come sottolineato anche dal critico musicale giapponese Shinya Matsuyama. Recentemente, David Byrne – artista statunitense di origini scozzesi, fondatore e frontman dei Talking Heads, creatore dell’etichetta Luaka Bop, nonché produttore, fotografo, regista e autore – ha inserito tre brani del Canzoniere Grecanico Salentino nella sua playlist di musica italiana preferita.

CGS 50 - Il Mito è ideato e organizzato dal Canzoniere Grecanico Salentino, con la direzione artistica di Mauro Durante, con il sostegno di Regione Puglia, nell'ambito delle azioni in collaborazione con Puglia Culture, in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Fondazione La Notte della Taranta, Comune di Melpignano, Ponderosa Music & Art, MediaSoft, AMelpignano, Razmataz Live, Coolclub, Xgraph, Multiservice-Eco, Caroli Hotels, La Stalla di Pegaso, Sprech, Agorà Design, Lumino, Masseria Sant’Angelo, Le Nuove Fibre Salento, Amnesty International Italia, Fondazione Erri De Luca, Blogfoolk.


lunedì 14 luglio 2025

Papa Clemente XIII Rezzonico. Il ritratto di Anton Raphael Mengs. Ediz. italiana e inglese di Steffi Roettgen (Artemide)

 In questo volume, la grande studiosa tedesca Steffi Roettgen prende in esame – critico e storico artistico – il ritratto di papa Clemente XIII Rezzonico di Anton Raphael Mengs, (Il «più bel quadro forse mai dipinto da Mengs»), oggi in collezione Fondazione Marignoli di Montecorona, a Spoleto. Sin dal Cinquecento il ritratto del papa ricopre un ruolo essenziale ed eccellente nella percezione dell’autorità e dell’onnipresenza del successore di S. Pietro. Tuttora ne danno testimonianza i ritratti della quasi ininterrotta serie della basilica romana di San Paolo fuori le mura, basati su una tradizione iconografica risalente al Medioevo. Il ritratto ufficiale era un atto programmatico sia artistico che politico. Per merito di Raffaello e di Tiziano si affermò nel ’500 una tipologia per il ritratto ufficiale del pontefice che rimase valida per tutto il ’600 e il ’700 in modo tale da renderlo distinguibile da qualsiasi altro ritratto di un dignitario ecclesiastico o profano. Un ruolo decisivo nell’aggiornamento barocco del ritratto pontificio spetta a Diego Velázquez che nel 1650 ha immortalato Innocenzo X Pamphilj in un dipinto di straordinaria bellezza e bravura pittorica. Il famoso Anton Raphael Mengs, il nuovo Raffaello, fu chiamato dopo la metà del Settecento, a fare il ritratto ufficiale di papa Rezzonico, Clemente XIII




Kunst am Bach – Art Festival in Betzigau 2025

Raphael Bottazzini: READ

Maude Léonard-Contant: Mordre la poussière / Swiss Art Awards 2025

domenica 13 luglio 2025

Le rovine di Parigi. La Comune, l'amore, la guerra e la nascita dell'Impressionismo di Sebastian Smee (Rizzoli)

 Tra l'estate del 1870 e la primavera del 1871 - l'«anno terribile», secondo la celebre definizione di Victor Hugo - Parigi affrontò due disastri politici e militari: prima l'assedio da parte delle forze prussiane, poi l'esperienza della Comune, repressa dall'esercito francese con sanguinosi scontri nelle strade del centro cittadino. Nelle pagine di "Le rovine di Parigi", il critico d'arte premio Pulitzer Sebastian Smee rivela come, a fare da sfondo alla nascita del movimento impressionista, non fu un mondo di placidi giardini ed eleganti ninfee, ma furono proprio quei giorni tumultuosi. Con una prosa coinvolgente e ricca di aneddoti, Smee racconta i mesi drammatici del 1870-71 attraverso gli occhi dei protagonisti dell'Impressionismo: Manet, Morisot e Degas, intrappolati a Parigi durante l'assedio; Renoir e Bazille, arruolati nei reggimenti fuori dalla capitale; Monet e Pissarro, fuggiti dal Paese appena in tempo. E ancora Hugo, Gambetta, Baudelaire, Nadar, Zola - figure che intrecciano politica, arte, letteratura e giornalismo nel panorama intellettuale densissimo di una città in trasformazione -, tra salotti borghesi e barricate, palloni aerostatici e opere d'arte imballate per fuggire dal Louvre. E, al centro del racconto, una storia d'amore ritratta con toccante precisione: quella tra due artisti - Édouard Manet, repubblicano militante e figura centrale dell'avanguardia, e Berthe Morisot, l'unica donna a ricoprire sin dall'inizio un ruolo centrale nel gruppo degli impressionisti - che scelgono di reagire al caos con una rivoluzione silenziosa: reinventare la pittura per dare forma a un nuovo sguardo sul mondo. L'Impressionismo, infatti, preferendo la luce, il presente, il transitorio alla rappresentazione della violenza e delle rovine del suo tempo, assorbe e sublima la precarietà della condizione umana. E proprio quel senso di transitorietà, che si riflette nel mutare delle stagioni e nell'impermanenza di tutte le cose, diventerà il più grande contributo del movimento alla storia dell'arte






















Never flinch. La lotteria degli innocenti di Stephen King (Sperling & Kupfer)

Gocce di silenzio - Gotas de silencio: Aforismi - Aforismos di Fernando Menéndez con la traduzione di Fabrizio Caramagna (collana di aforsimi Dissensi a cura di Donato Di Poce)

Sculpture Symposium 2025

Allo spazio Heart un mosaico di foto lungo 14 anni

sabato 12 luglio 2025

Fare una mostra Fare una mostra di Hans Ulrich Obrist (UTET)

«Mettere in piedi una collezione significa trovare, acquisire, organizzare e immagazzinare oggetti in una stanza, una casa, una biblioteca, un museo oppure un deposito. È anche, inevitabilmente, un modo di pensare il mondo. Si potrebbe quindi affermare che collezionare è un metodo per produrre conoscenza.» Come nasce una mostra? Qual è il ruolo del curatore? Perché possiamo considerarci tutti curatori? Intrecciando ricordi personali e professionali legati alla sua poliedrica attività in ambito artistico - dalla prima esposizione, allestita nella cucina di casa, fino alle celebri maratone culturali di ventiquattr'ore alla Serpentine Gallery di Londra - con esempi di curatela nel campo dell'architettura, delle scienze e nella vita di ogni giorno, Hans Ulrich Obrist spiega che curare, in fondo, è «un tentativo d'impollinazione fra culture, o un modo di disegnare mappe, che schiude percorsi nuovi attraverso una città, un popolo o un mondo». Magneticamente sospeso tra la narrazione autobiografica e la riflessione sulla curatela come pratica culturale nient'affatto limitata ai musei - l'impresario teatrale Sergej Djagilev, fondatore dei Ballets Russes ed eroe personale di Obrist, fu un curatore eccezionale per il suo talento nel coinvolgere sensibilità artistiche differenti -, Fare una mostra è un libero viaggio tra incontri e conversazioni - illuminanti e mai convenzionali - con gli artisti, gli scrittori e gli intellettuali che più hanno ispirato Obrist. Rimbalzando vivacemente tra mostre, festival internazionali, continenti e secoli, ci restituisce il profilo di una professione tutt'altro che chiusa in se stessa, fino a suggerirci che la proliferazione di idee, informazioni e oggetti che qualifica il mondo contemporaneo non lascia alternativa: selezionare al meglio, curare i nostri contenuti è un esercizio irrinunciabile della quotidianità, un gesto di sopravvivenza che ci riguarda tutti



Pesci assennati hanno inventato l’acquario di Andrej Sen-Sen’kov a cura di Paolo Galvagni (iQdB)

Alla scoperta di Bergamo attraverso l'arte di Cattelan - GAMeC - Bergamo - eventi

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Fuoriregistro: la rivista indipendente di pedagogia e arte contemporanea

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«Heritage», la mostra di arte e storia nella nuova sala espositiva di Acea a Ostiense | Corriere.it

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Da Caravaggio a Picasso, che valore ha la ricchezza nell'arte?

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Al centro dell’Eurasia, l’arte ridisegna gli equilibri - Il Sole 24 ORE

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Colonialismo, natura e arte a Merano

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A Pergola la mostra “Oltre l’ultimo cielo” da Casa Sponge

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giovedì 10 luglio 2025

L'occhio sintetico. La trasformazione della fotografia nell’era dell’intelligenza artificiale di Fred Ritchin (Einaudi)

Fred Ritchin scrive un’analisi lucida e documentata sul destino della fotografia nell’epoca dell’intelligenza artificiale. 

L’occhio sintetico è uno strumento imprescindibile per interpretare criticamente il nuovo contesto visivo contemporaneo.


Viviamo in un’epoca in cui duecento milioni di fotografie vengono realizzate ogni ora. La maggior parte poi viene caricata online, modificata, condivisa, archiviata nella marea infinita del visibile e del registrato insieme a miliardi di immagini generate da intelligenze artificiali addestrate sullo stesso repertorio del già visto. Nel 1840, un anno dopo l’invenzione della fotografia, il pittore Paul Delaroche esclamò: «D’ora in poi, la pittura è morta». La fotografia era più veloce, economica e realistica: la sua invenzione emancipò i pittori dalla realtà, aprendo la strada a tutte le forme dell’arte futura. Oggi i fotografi si trovano di fronte alla stessa prova affrontata dai pittori quasi due secoli fa. Possono essere altrettanto radicali? Possono fare in modo che la fotografia continui a essere un testimone credibile del reale? L’immagine fotografica può trasformarsi in qualcosa di prima impensabile?




ART Basel June 2025

Underground Dynamics Solo Exhibition 2022 BNT2

"Art Fair on the Square" returns this weekend

Conversazioni scomode #18 a cura di Leonardo Elia

A volte escono di Nunzio Festa (PAB Editore - Provaci ancora Bill Editore)

mercoledì 9 luglio 2025

Renzo Piano dal ponte Morandi al ponte San Giorgio: "Il grande rammendo"

Renzo Piano: "Un architetto non cambia il mondo, interpreta i cambiamenti"

Renzo Piano - Che tempo che fa 15/12/2019

La cattedrale delle anime senza nome di Giuseppe Pascali

Nuovamente sulla pubblicazione del precedente podcast ... #8 a cura di Stefano Magnolo

L’Architettura in Libia. Spazi e forme, tecniche e colori

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La casa art déco in un'architettura di Frank Gehry | Elle Decor

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Nelle Marche torna la lunga maratona notturna dell'architettura | Sky Arte

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martedì 8 luglio 2025

Opposizioni. Architettura tra Nomos e Téchne di Davide Rubbini, Xavier Costa, Alberto Polacco (LetteraVentidue)

Architettura è Arte e Tecnica, ma anche luogo del Diritto. Poiché Architettura svolge un ruolo pubblico, anche Nomos rappresenta un “materiale” di lavoro fra queste tre “figure”. Arte, Tecnica, Diritto si oppongono, ma convivono, sono cioè tra loro fattori di contralto in una sintesi espressiva. In quella contraddizione Architettura si fa opera nella storia della Civitas



MAGNETICA 2025: arte, musica e natura trasformano Pantelleria in un’esperienza sensoriale

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Le ossa del drago: la prima opera d’arte partecipata si trova nello spazio cura di Poppi

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L’ossessione dei nazisti per l’arte | Sky Arte

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L'arte è per tutti con le storie di Benedetta Colombo | Corriere.it

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L’arte “carnale” di Jenny Saville in mostra - Il Sole 24 ORE

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L’Atlantide di Giacinto Perrone

Perché tu ami di Maria Bennett (I Quaderni del Bardo Edizioni)

lunedì 7 luglio 2025

Manifesti del surrealismo di André Breton (Abscondita)

«Il surrealismo non permette a chi vi sia ricorso di lasciarlo quando gli piaccia. Tutto porta a credere che esso agisca sullo spirito al modo degli stupefacenti; come questi, crea un certo stato di bisogno e può spingere l'uomo a tremende rivolte. E anch'esso, se si vuole, un paradiso molto artificiale, e l'attrazione che esercita cade sotto la critica di Baudelaire allo stesso titolo di tutti gli altri. Per questo l'analisi degli effetti misteriosi e dei godimenti particolari che può produrre — per molti versi il surrealismo si presenta come un vizio nuovo, che non sembra destinato a essere appannaggio di pochi: come l'hashish, ha di che soddisfare ogni sensibilità — non può non trovar posto in questo studio. Le immagini surrealiste funzionano come quelle dell'oppio, che non è più l'uomo a evocare, ma che "gli si offrono spontaneamente, dispoticamente. Egli non può congedarle; perché la volontà è senza forza e non controlla più le facoltà"»




Olocausto di Luca Imperiale (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Claude Monet Paintings Water Lillies The National Gallery London England UK Summer June 3, 2025

Walk through the Summer Exhibition at the Royal Academy (2025)

High Museum of Art Modern American Art Contemporary Art Collections & Exhibitions pt.6, Atlanta, GA

domenica 6 luglio 2025

Architetture del noi di Raul Pantaleo con le illustrazioni di Marta Gerardi (Elèuthera)

A partire dalla storia di un progetto collettivo, lo studio di architettura TAMassociati, e dalle esperienze sul campo con Emergency, Pantaleo delinea un’intuizione centrale per l’architettura nell’epoca dell’Antropocene: la contemporaneità richiede un modello corale, che esplori un approccio progettuale cooperativo incentrato sul noi, abbandonando l’io individualista e autoriale. Di fronte all’apparente inefficacia degli strumenti attuali nell’affrontare una crisi ambientale e sociale che pare irreversibile, la progettazione di spazi condivisi può essere una risposta concreta per la cura del presente e del domani, a condizione di mettere al centro concetti come partecipazione, attivismo, riconciliazione, bellezza e soprattutto dono. Un atto dirompente in grado di sovvertire l’imperante logica del profitto. È dunque arrivato il momento che l’architettura dell’io, spettacolare e al servizio del capitale, lasci il posto alle architetture del noi, plurali, collaborative, libertarie, in grado di ricostruire i legami comunitari e dare forma a un abitare più equo. Prefazione di Franco La Cecla. Postfazione di Giuseppe Longhi




Kiasma Helsinki 🇫🇮 | Arte contemporanea e architettura audace in 4K

Art exhibition VDO wrap up

Denis Coutagne, Co curator « Cézanne au Jas de Bouffan », Musée Granet, Aix en Provence, July 2025

Storia d'Irene di Giovanni D'Agostino

sabato 5 luglio 2025

Meravigliose creature. Le chine di Altan (La nave di Teseo)

«Io ho sempre disegnato, fin da piccolo, cambiando tecnica a mano a mano che imparavo qualcosa di nuovo: alla fine degli anni sessanta avevo pubblicato una serie di vignette a china e avevo trovato la mia dimensione perfetta. La china è un disegno che può portare via un sacco di tempo senza che uno se ne accorga nemmeno, è come un ricamo delicato.»


Le creature meravigliose disegnate da Altan vivono in un mondo in cui l’umano e il bestiale si incontrano. In pari misura atlante scientifico e favoloso catalogo di mirabilia, questo libro raccoglie le tavole a china realizzate da Altan nei primi anni settanta in Brasile, e di quel paese trasmettono la primigenia energia vitale. Ispirata dai tratti di Dürer come dalle visioni di Bosch e Goya, la nuova arca di Altan – scandita dalle folgoranti definizioni dell’autore, che si è divertito a ricostruire a posteriori le storie di alcuni dei personaggi ritratti – è un campionario di animali volanti, creature fantastiche, volti diabolici, donne bellissime e volitive, invenzioni pronte a raccontarsi di un maestro del disegno italiano



Architettura esperienziale: lo studio Stefano Boeri reinterpreta il calcio con materiali e forme dinamiche | Articoli | Ingenio

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AcquAria 25: la «composizione» dei linguaggi nell’estate alla Casa dell’Architettura – OAR – Ordine degli Architetti di Roma

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Caldo estremo e architettura: come proteggere gli edifici

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Cos’è la Villa Girasole: visionaria casa italiana che ruota seguendo il sole - Domus

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Eventi: Amirante, plauso a workshop architettura sul Lago di Cavazzo

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Materassi sul Danubio (mezzi sonetti) di Zalán Tibor (I Quaderni del Bardo Edizioni)

L' eros in gabbia. Dialoghi di amanti in quarantena di Cosimo Rodia (Tabula Fati)

"SANDRO BOTTICELLI": L'ULTIMO LIBRO DI LUIGI DE MITRI

venerdì 4 luglio 2025

Un mondo di rovine. Storia artistica di un’irresistibile suggestione di Susan Stewart (Aboca Edizioni)

Le rovine emergono ai margini delle culture e delle civiltà come fenomeni sincretici e a seguito di un atto di traslazione dal passato al presente, da ciò che è scomparso a ciò che è sopravvissuto. Sono alter ego di ciò che è lasciato incompleto e rappresentano un monito ai costruttori di monumenti. Oggi, in quello che definiamo mondo civilizzato, l’uomo persegue spesso pratiche che minano i suoi valori. Sa perfettamente che deve prendersi cura delle risorse della terra ma continua ad adottare un sistema economico basato sulla “distruzione creativa”. Non solo si dedica a queste forme di sfacelo ma le ha anche rese protagoniste della sua tradizione artistica. La rappresentazione delle rovine sembra infatti suscitare un grande fascino nell’uomo fin da sempre: dalla storia della caduta di Troia alla “pornografia delle rovine” contemporanea, l’uomo è attratto dalla vista di ciò che è distrutto, danneggiato e decaduto. Coprendo una vasta gamma cronologica e geografica, dalle antiche iscrizioni egiziane ai memoriali del XX secolo, alla ricerca dell’impatto che le rovine hanno esercitato sulla storia dell’arte e della letteratura occidentali, Susan Stewart si è imbattuta sul rifiuto e la trasformazione della classicità da parte degli ambienti cristiani, sulla proliferazione di immagini di rovine nelle rappresentazioni allegoriche rinascimentali, su antichi siti di disastri e su giardini ornati con rovine artificiali. Le opere d’arte rivelano molto dell’atteggiamento che l’uomo assume nei confronti della materialità, perché rappresentano ciò che egli trova particolarmente attraente e richiedono discernimento e cura, e costituiscono la miglior riflessione che egli può produrre sui limiti e sulle possibilità del significato. Attraverso le immagini delle rovine, gli artisti e gli scrittori hanno infatti cercato di ripristinare principi morali e insegnamenti osservando la fragilità e l’inevitabile mortalità delle forme create con intenzione: Goethe, Piranesi, Blake e Wordsworth, ad esempio, hanno trovato nelle rovine un mezzo per reinventare la propria arte. In questa prospettiva, considerando l’era antropocentrica che stiamo vivendo, la natura non costituisce più lo scenario della creazione umana; piuttosto, il mondo degli uomini è diventato il teatro in cui si manifestano i fenomeni della natura. Forse, guardando al di là della dimensione del disastro che a tratti sembra inevitabile, potremmo scoprire in questa storia di rovine qualcosa di effimero – al tempo stesso bello e importante – che può guidarci verso la vita. Questa vita terrena di tempo e di processi naturali, il filo d’erba che si apre un varco nella pietra



Inside Gabrielle Caunesil & Riccardo Pozzoli’s Lake Maggiore Home | Open Door | Architectural Digest

Inside NPR's Tiny Desk Concert Set | Set Tour | Architectural Digest

Inside a Woodland Home Built Over Water to Become One With Nature | Architectural Digest

La gatta persiana di Alessandro Varaldo

Abitare la ferita di Valentina Casadei ( I Quaderni del Bardo Edizioni)

giovedì 3 luglio 2025

Non chiamatela arte. Volpi ingannatrici e corvi vanitosi di Giovanni Invernizzi (Armando Editore)

In questo saggio Giovanni Invernizzi traccia una distinzione tra arte soggettiva e arte intersoggettiva. Nell’arte soggettiva l’artista esprime se stesso in modo autistico, quasi sempre ermetico, ed è caratteristica dei movimenti paraformali e concettuali come l’Espressionismo, il Cubismo e l’Astrattismo. Nell’arte intersoggettiva, invece, l’artista realizza una comunicazione comprensibile e suggestiva con i destinatari dell’opera, come avviene con il Realismo, l’Impressionismo e l’Art Nouveau. E secondo l’autore solo questa è vera arte, accessibile a tutti e coinvolgente sul piano emotivo, sensoriale e cognitivo. La seconda parte del volume insiste sul rapporto tra arte e psicologia, e l’idea di bellezza viene interpretata nell’ottica di una strategia dell’Evoluzione volta a favorire la sopravvivenza della specie tramite il miglioramento adattivo all’ambiente



PROGRAMMA X DI GIORGIO VITA. A cura del Dott. Mirco Turco (I Quaderni del Bardo Edizioni)

Conversazioni scomode #17 a cura di Leonardo Elia

Terrazza Monferrato 2025 al Castello di Moasca: arte contemporanea, paesaggi Unesco ed eventi sotto le stelle - Mentelocale Web Magazine

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Marino Marini, arte senza tempo, Fiz: «Un'indagine sui sentimenti»

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Edoardo Tresoldi, a Bari l'archeologia diventa contemporanea

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In Calabria tre giornate dedicate all'arte contemporanea | Sky Arte

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Olimpia è la nuova Biennale d’arte contemporanea dell’Alta Langa: il programma dell’estate 2025

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mercoledì 2 luglio 2025

Nata nel fuoco di Frida Kahlo (Wudz Edizioni)

Dentro questo libro pulsano poesie, lettere, pagine di diario, frammenti sparsi come petali e schegge. Sono parole crude, incendiarie, dolcissime: raccontano l’amore e il tradimento, la malattia e il sogno, la rabbia e la meraviglia. Frida scriveva come viveva: senza risparmiarsi mai. Ogni frase è una ferita che diventa forza, ogni pensiero un lampo che illumina la sua anima indomabile. Tra passioni viscerali, ironia feroce e malinconie segrete, queste pagine sono il ritratto più vero di un’artista che ha trasformato la sofferenza in arte, e l’arte in vita. Un viaggio nella mente e nel cuore di una donna straordinaria: scomodo, struggente, meravigliosamente libero. "Nata nel fuoco" permette di incontrare una Frida Kahlo inedita, una poeta e scrittrice le cui profezie suonano oggi più attuali che mai. Prefazione di Margherita Vicario



La donna del mare di Henrik Ibsen

Come ho conosciuto Niklas Luhmann? a cura di Stefano Magnolo #7

Deborah-Joyce Holman, Yumna Al-Arashi and donna Kukama at City SALTS

John M Armleder: Quicksand IV / Country SALTS

Klara Lidén: Al di là / Kunsthalle Zurigo

Markus Raetz: Strangers & Lovers / Galerie Francesca Pia, Zürich

martedì 1 luglio 2025

Sulle tracce di Piero della Francesca di John Pope Hennessy (Abscondita)

«Viene un momento, nella vita, in cui gli artisti che abbiamo studiato non sono più oggetto di ricerca e divengono amici. Il lavorio della loro mente assume un non so che di scontato, che trascende l’analisi storiografico-artistica». Questo testo di Pope-Hennessy, ricco di preziosi spunti, molti dei quali approfonditi e confermati da ricerche posteriori, non è semplicemente l’espressione dell’amicizia di un grande critico nei confronti di un grande artista del passato, ma si trasforma nell’insegnamento di come accostarsi alle opere d’arte: guardarle da vicino, trarre deduzioni solo da quanto emerge da una lettura precisa dell’opera e dei documenti a essa connessi, rifiutare ogni preconcetto e fare tesoro di un sempre più profondo e ampio bagaglio personale di conoscenze storiche e scientifiche. Una grande lezione di metodo. (Dalla postfazione di Sandrina Bandera)



Racconti del grottesco di Edgar Allan Poe

Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo (I Quaderni del Bardo Edizioni)

L’arte che riscrive i luoghi di Sirmione

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L'arte è per tutti, l'arte è di tutti | UnictMagazine

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Arte in Vetrina a Udine: Urban Art Festival

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Il dossier di Pietrasanta candidata a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027 | Artribune

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