"L’ occhio della
madre" è il verso di chi aspira a entrare in un mondo, una «statusfera»,
in cui l’opera d’arte contemporanea definisce l’importanza sociale di chi sa
riconoscerla. Quel mondo governato dalla distinzione – e dagli sguardi censori
di chi la procura – si rivela nei gesti di chi visita una Biennale per guardare
non solo le opere ma anche chi le guarda. Da questa prospettiva, l’arte
contemporanea non è più un paradigma esoterico, ma una tecnica sofisticata di
manipolazione delle apparenze sociali, ovvero di quegli elementi esteriori
attraverso cui le società umane si rappresentano posizionando i propri membri
in alto o in basso nelle loro invisibili gerarchie
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